Era
Natale. Anche quell’anno era
arrivato il periodo degli addobbi e delle feste. Londra luccicava come un
diadema di pietre preziose. Tutti sembravano smaniosi di comprare regali e
organizzare cenoni, i visi illuminati da sorrisi festosi.
Harry adorava questo clima, ogni volta che passeggiava per Londra in
questo periodo, non poteva che sentirsi soddisfatto, sapendo che era anche
merito suo quella felicità. Lord Voldemort era oramai
un ricordo lontano, a volte sembrava solo un incubo di una notte del suo passato,
come se in realtà non fosse mai esistito.
Quest’ anno aveva gentilmente rifiutato tutti gli inviti, non voleva
trascorrere un irreale caldo Natale in Egitto con gli Weasley che erano andati a trovare il figlio maggiore,
residente in quell’esotico paese da anni. Non voleva
andare da Ron ed Hermione,
che festeggiavano il loro primo Natale da marito e moglie. Non voleva nemmeno
trovarsi in mezzo ad una chiassosa riunione di Grifondoro,
crecando di evitare che qualcuno gli si infilasse nei pantaloni.
Sinceramente
non aveva fatto progetti e questo gli andava più che bene, anche solo
passeggiare nelle vie della città illuminate a festa, lo faceva sentire bene.
- Harry! - una voce inconfondibile lo chiamò
- Draco - rispose al saluto, non meravigliandosi di come il
suo ex ragazzo spiccava in mezzo alla massa per la sua bellezza diafana e la
sfacciata eleganza.
- Harry, vorrei farti notare che ti ho mandato un invito per
la cena di Natale e tu non mi hai degnato di una risposta. Cos’è, ti sei
dimenticato anche quel po’ di buone maniere che ero
riuscito faticosamente ad inculcare nella tua spettinata testa? -
- No Draco, ti ho risp.. -
-
Non ti azzardare a dire che hai risposto, un rifiuto
non è una risposta. Tu la sera di Natale, verrai a cena al Manor.
Sono anni che non festeggio il Natale al Manor, tu
non puoi mancare … a costo di venire a prelevarti di peso da casa tua! -
Harry sospirò, sapeva che sarebbe stato impossibile per lui evitare
la cena da Draco. Erano stati insieme per quasi
quattro anni, sapeva bene che il biondino non sapeva
accettare i rifiuti e se voleva qualcosa. Diventava talmente esasperante che
alla fine Harry cedeva sempre.
Partendo
da questo presupposto Harry accettò. In fondo aveva
voglia di rivedere il Manor e di stare un po’ con Draco. Anche se non stavano più
insieme, erano rimasti molto legati. ma a causa del
lavoro del biondo, che lo portava a viaggiare in continuazione, si vedevano
raramente.
La
sera della cena, si vide recapitare a casa un pacco, ancor prima di aprirlo,
seppe che ci sarebbe stato l’abito per la serata e che sicuramente sarebbe
stato nero.
Draco aveva sempre avuto un debole per Harry
in nero ed era ancora convinto che il Grifone non era
in grado di scegliersi gli abiti.
Quando aprì la scatola ridacchiò nel vedere un completo Armani completamente nero, dal taglio classico. Unica nota
di colore la cravatta verde come i suoi occhi.
Il
moro ghignò maliziosamente … aveva dato a Draco la soddisfazione di partecipare alla sua cena di
Natale, ma ci sarebbe andato con il proprio stile!
Parafrasando
la sua ultima fiamma, aveva scoperto i piaceri della pelle e della seta. Decise
quindi di mettersi un paio di pantaloni di pelle nera decisamente
aderenti, infilati negli stivali in
pelle di drago dello stesso colore, alti fino al ginocchio Per giocare di contrasto
indossò una camicia di seta, sempre nera, con un taglio che ricordava
vagamente il ‘600. Le maniche ampie,
finivano in stretti polsini più lunghi del normale, non aveva
bottoni, ma una scollatura a “V” , ornata di qualche merletto. Aveva comprato
quella camicia dopo ave visto il film “ Intervista col Vampiro” e sapeva che
non intaccava per nulla il suo aspetto virile, anzi dava quel tocco di ambiguità che lo aveva aiutato a fare molte conquiste.
Per dare un tocco di colore, aveva scelto una
collana di pelle nera con croce gotica d’argento, adornata da uno smeraldo e da
un serpente che l’avvolgeva.
Si
diede un’occhiata allo specchio e annuì contento. Si
era reso conto di avere un fisico niente male, perché non sfoggiarlo? Lo
aspettava una serata piena di ex Serpeverde,
meglio far capire subito che non intendeva essere preso in giro come ad Hogwarts.
Il risultato finale era decisamente
erotico/aggressivo, avrebbe dato loro qualcosa di cui parlare!
Come
ultimo ritocco, si legò i capelli in una stretta coda sulla nuca, in modo che aderissero alla testa. In questo modo sapeva benissimo
quanto risaltavano la sua cicatrice e sapeva anche che effetto faceva ai
ragazzi, in particolar modo ad un ragazzo... che
sperava fosse presente alla festa.
Quando
si smaterializzò, sapeva di essere in ritardo, ma Draco l’aveva contagiato con la sua mania delle entrate ad
effetto, da buon allievo si preparava per la sua!
A Malfoy Manor, c’erano già tutti coloro che Draco considerava amici
: Pansy e suo marito Neville ( come diceva il padrone
di casa, solo un martire Grifondoro avrebbe potuto
sposarla) Theo e il suo compagno Viktor Krumm ( e così il biondino aveva scoperto perché la storia Hermione era andata a rotoli, secondo lui Theo era molto
più femminile della Zannuta!).
All’ultimo
momento, aveva convinto anche un recalcitrante Blaise
ad unirsi alla festa. Stavano tutti sorseggiando l’aperitivo, quando fece il
suo ingresso Harry Potter.
A Pansy scivolò il bicchiere che si infranse
per terra, Theo iniziò a sudare, Viktor sentì un
fremito sottopelle, Blaise arrossì vistosamente, Draco, che dava le spalle all’ingresso, non riusciva a
capire cosa stesse succedendo, finché non si girò e vide Harry.
In
modo poco Malfoy, si fece andare di traverso l’aperitivo
e tossì fino a quando il moro in questione non risolse
il suo quasi soffocamento con un incantesimo. Naturalmente non fece neppure la
fatica di fingere di usare la bacchetta, cosa che impressionò tutti. Giravano
voci sul fatto che Harry non dovesse usare la
bacchetta per focalizzare la propria magia, ma sembravano talmente esagerate che
la maggior parte delle persone, preferiva non crederci!
-
Cavolo Harry, ma da dove salti fuori? -
-
Scusami Draco, ma non avevo voglia di farmi vestire
da te, mi hai mandato un completo che sembra quello di un becchino! -
-
A parte il fatto che è un Armani,
pura qualità italiana, ma non credevo che fosse cambiato così il tuo modo di
vestire ... hai fatto partire gli ormoni a tutti qua dentro! -
Il
moro rise e andò a salutare il resto della comitiva. Quando fu il turno di Blaise, questi gli rivolse giusto
un cenno, prima di rintanarsi in un’altra sala con una scusa riguardo ad affari
privati che doveva assolutamente chiarire con Draco.
Quando
il biondo si degnò di calcolarlo e lo seguì nello studio, Blaise
lo aggredì
-
Non sarebbe stato meglio dirmi che c’era anche Potter? -
- E perché scusa? D’altronde siete anche colleghi di lavoro al
San Mungo, anche se in reparti diversi. Forse è ora che tu ti decida a farti
avanti ! -
- Draco, sai che non sopporto di parlare con te di certe
cose. -
-
Non vedo dove sia il problema, tra me ed Harry è
finita da un bel po’, perché devi metterti degli scrupoli? -
- Forse
perché quando vi vedo,non sembra veramente finita ...
-
-
Davvero Blaise, non so più cosa inventarmi per
dimostrarti che è finita! Te lo ripeto ogni volta che ci sentiamo, te l’ho
scritto quasi in ogni lettera. Basta, non ne posso più!-
Blaise non sembrava per nulla convinto di quanto l’amico stava
dicendo. Si era sempre sentito in colpa perché la sua cotta per il Grifone era iniziata quando questi faceva ancora coppia fissa col
biondo. Nel tempo le cose erano peggiorate e Blaise
evitava in ogni modo il bel morettino, accontentandosi di mangiarselo con gli
occhi.
Era
stato spettatore silenzioso di ogni relazione che
l’Eroe aveva avuto, soffrendo ogni volta, senza trovare il coraggio di
avvicinarsi. Non riusciva a dimenticarsi di essere il figlio di un Mangiamorte, lo stesso che aveva torturato il giovane quasi
fino alla morte, prima della battaglia finale.
- Lascia perdere, vedo di farmi passare la rabbia per il tuo
tiro mancino. Torniamo di là prima che ci diano per dispersi. -
Naturalmente
Draco non aveva intenzione di lasciare
perdere. Era da troppo tempo che si sorbiva le lettere di Blaise che puntualmente finivano su di un solo argomento: Harry Potter.
Proprio
il moretto in questione, fece il commento giusto, appena li vide rientrare, per
mettere di mezzo il povero Blaise.
-
Oh, finalmente siete tornati. Sto morendo di fame. Già valutavo di venirvi a
recuperare. -
-
Caro Eroe del Mondo Magico, sai che io me la cavo sempre, però se sei in
astinenza da salvataggi, puoi sempre pensare a Blaise ... sai, la tua presenza lo mette a disagio e
naturalmente io ho infierito il più possibile. -
Il
Serpeverde in questione, arrossì maledicendo Draco e valutando di scavarsi una fossa nell’elegante marmo
di Palazzo Malfoy e suicidarsi per poi tornare come
spirito a dannare colui che al momento classificava
come ex migliore amico.
In
realtà Draco aveva notato che il grifone era su di
giri e che nel suo sguardo, si accendeva una luce predatrice, ogni volta che
guardava Blaise. Perché non
dare una mano al destino?
Harry da bravo Grifondoro si sarebbe
certamente fatto avanti, ma un piccolo incoraggiamento non guastava.
Draco sapeva che l’Eroe del Mondo Magico non reggeva
bene l’alcool e lui aveva provveduto a fargli avere un
aperitivo che lo avrebbe scaldato un bel po’. Infatti
il moro in questione si avvicinò a Blaise e gli mise
un braccio sulle spalle.
- Draco è perfido quando vuole, non
preoccuparti, ti terrò sotto la mia protezione stasera! -
Le
guance di Blaise erano ad un passo dal prendere fuoco
- Gr.. Grazie -
Il
viso di Harry era a pochi centimetri da quello del Serpeverde e poteva notare quanto fossero
blu gli occhi di quest’ultimo. Lo stava fissando in
maniera alquanto indecente a dire la verità. Complice
l’alcool, i pensieri di Harry stavano prendendo una piega molto poco casta.
- Blaise, ti confido un segreto: tutti questi Serpeverde mi mettono a disagio, ma sono contento che ci
sia tu. A lavorare non abbiamo mai avuto occasione di conoscerci. -
Il
moretto era decisamente agitato, l’estrema vicinanza
di Potter aveva la capacità di fargli perdere la
ragione, si sentiva un imbecille mentre balbettava cose assurde.
- Ma ... non saprei ... Draco ... tu
sei suo ospite. -
-
E questo cosa significa? Penso di essere
libero di chiacchierare con un mio collega … o forse hai paura che ti morda?-
-
No, No .. - Blaise sussultò
a queste parole, mentre immagini di Potter che lo
mordeva si facevano strada nella sua mente.
-
Ehi, tranquillo,stavo scherzando! - lo tranquillizzò Harry, vedendolo sussultare e sbiancare.
Improvvisamente
Potter lo lasciò per andarsene da Draco.
Blaise li guardava, mentre parlavano fitto fitto ghignando e valutò che non poteva avere
speranze. Questo perché non sentiva i discorsi dei due.
-
Dimmi Draco, è un caso che tu abbia
invitato anche me a questa rimpatriata di Serpeverde
.. o centra Zabini? -
- Cosa vorresti insinuare? -
-
Nulla, è che provo da una vita ad avvicinarlo sul lavoro, ma lui mi sfugge come
se avessi la peste. Ma non sono stupido, mi sono accorto di come mi guarda … -
-
Oh, il caro Blaise è terribilmente timido, dovrai
sfoggiare un po’ della tua intraprendenza ... ed è convinto che tra di noi non sia veramente finita. -
Harry rise talmente forte da far girare mezza sala e si guadagnò una
dolorosa gomitata nelle costole dal padrone di casa. Dopo avergli lanciato
contro qualche improperio, Harry decise che era il
momento di sfoderare coraggio Grifondoro e capacità Serpeverde, per conquistare il suo bel collega.
Inutile
dire che lo corteggiò per tutta la cena con
incredibile maestria, d’altronde quattro anni insieme a Draco
lasciavano il segno.
Dopo
la cena lo tenne d’occhio, e quando lo vide uscire in terrazzo, lo seguì, con
la scusa di offrirgli un calice di champagne.
- Blaise, come mai tutto solo? -
-
Oh, Harry ... volevo prendere una boccata d’aria. Le
feste di Draco sono un po’ troppo affollate per i
miei gusti. - rispose il serpeverde che durante la
serata aveva iniziato a prendere confidenza con il ragazzo.
Al
grifone scappò una risata sincera - Ti capisco bene, non ti dico quante ne ho
dovute sopportare -
-
Come ha fatto a convincerti a venire ? -
-
Il nostro caro Draco ha i suoi metodi .. -
Blaise arrossì - Capisco ... - bofonchiò
-
Ehi, frena. Non sono “quei” metodi! -
- Non
mi devi spiegazioni! -
-
Io credo di sì -
- Perché? -
Era
il momento che il grifone aspettava. Senza dare tempo a Blaise
di poter capire rispose - Per questo - e lo baciò.
Blaise si sciolse come cera tra le braccia
del ragazzo, aveva sognato tante volte di baciarlo, ma la realtà superava ogni
fantasia. Quando entrambi furono a debito d’ossigeno
il grifone si staccò, tendendo però
abbracciato l’altro.
-
Mi giudichi molto sfacciato se ti chiedessi di
abbandonare questa festa e seguirmi? -
-
Dove? -chiese con un filo di voce Blaise.
-
Ha importanza? -
-
No -
-
Allora tieniti a me, ci penso io a smaterializzare
entrambi. -
Pochi
secondi dopo ricomparvero a casa di Harry, ma Blaise non vide nulla di quello che lo circondava, troppo
intento ad assaporare le labbra del ragazzo tanto desiderato. Le mani
improvvisamente divennero più esigenti e si trovarono entrambi a petto nudo.
- Blaise, ti voglio -
Il
ragazzo non rispose, ma si impegnò a slacciare i
pantaloni dell’altro e a fargli capire con la propria passione quanto anche lui
lo desiderasse. Non c’era spazio per la razionalità, avrebbe
pensato a tutto il giorno seguente. Ora sapeva solo che era lì, con Harry che lo reclamava e lui desiderava solo lasciarsi
prendere.
L’alba
del giorno dopo li sorprese ancora abbracciati. Blaise era felice, ma preoccupato.
Lui sapeva di voler stare con Harry, ma l’altro cosa provava per lui? Improvvisamente il ricordo di
cosa aveva fatto suo padre lo investì, gelandogli il
sangue nelle vene. Il Grifone sentì il compagno irrigidirsi e cominciò ad
accarezzargli un fianco per rassicurarlo.
- Blaise, cosa c’è che non va? Ti sei pentito di quello che è
successo? -
-
No Harry, non potrei mai pentirmi di tutto questo.
Era molto che lo desideravo ma … -
-
Ti prego, non dirmi che c’entra Draco!
Mi ha raccontato che credi ci sia ancora qualcosa tra
di noi, ma ti posso assicurare che non è così. Se sono qua
con te è perché voglio te! -
- Ma Harry, ti rendi conto di chi
sono? -
-
Certo, sei Blaise Zabini.
Ex Serpeverde, valido guaritore al San Mungo, ragazzo dolce e simpatico … nonché terribilmente
bello e desiderabile. -
-
Appunto Zabini .. - mormorò
tetramente il giovane, come se quel cognome cancellasse tutte le qualità che il
Grifone aveva appena enunciato.
Harry capì qual’era
il problema e stringendoselo al petto gli disse -
- Blaise, la guerra è finita. Ci siamo guadagnati il diritto di essere felici. Io non ti guardo pensando a cosa ha fatto
tuo padre, vedo solo te. E mi piace quello che vedo, mi piace come mi fai sentire. -
Harry fissò Blaise negli occhi, che si
sentì come ipnotizzato da quei bellissimi smeraldi.
- Perché non proviamo a mettere da parte l’Eroe ed il figlio
del Mangiamorte e restiamo solo Blaise
ed Harry? -
Il
Serpeverde annuì, mentre le dolci parole del Grifone
sembravano cicatrizzare ferite aperte da anni.
- Harry, posso rimanere con te oggi? -
-
Certo … Che ne dici se rimani a basta? Non diamoci
limiti di tempo … Perché non
proviamo il rischio di essere felici insieme? -
-
Insieme. - ripetè Blaise.
Magari
non era ancora Amore, ma perché non darsi la possibilità di scoprire se lo
sarebbe diventato?
NOTE PERSONALI
Questa storia è
nata per augurare Buon compleanno a Themina ( ho
letto che compi gli anni su NA) .
E’ una storia senza
troppe pretese, leggera, che mi auguro faccia passare qualche minuto rilassante
a chi si fermerà a leggerla.
Baci XXX