Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Inu_chan    04/07/2013    5 recensioni
"Finalmente avrebbe avuto qualcuno per cui lottare, qualcuno da curare e proteggere. Ora poteva dimostrare al mondo che anche lui era in grado di amare.
Non era più solo. Adesso erano lui e la sua Bimba..."
Tutti noi conosciamo benissimo la triste infanzia di Inuyasha, così come ormai sappiamo a menadito tutte le avventure affrontate dal mezzodemone e dai suoi amici. Ma cos'è successo prima? Che cosa faceva Inuyasha prima di incontrare Kikyo?
Questa Ff è un regno del fantasy, con nuove creature, nuovi mondi e nuovi personaggi!
Leggete e scopritelo!
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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10. IL "GHIACCIOLO" E LA "MOCCIOSA" - L'INCONTRO
                                   









Era una splendida giornata di sole. I raggi caldi e rassicuranti accarezzavano i fili d’erba, riscaldando i fiori appena dischiusi e creando limpidi riflessi sull’acqua del fiume. Il cinguettio degli uccelli sovrastava il canto delle cicale e dei grilli, che baldanzosi saltavano di qua e di là muovendosi tra le foglie smeraldine. Era così in tutto il bosco: la pace sembrava regnare ovunque.

Riku rimirava quello spettacolo con occhi sognanti mentre si faceva strada nel folto. Le era sempre piaciuto stare in mezzo alla natura. Si sentiva viva e appagata. Lungo la strada incontrò anche dei piccoli gattini selvatici, che si fermarono per farle le fusa e ricevere qualche carezza. La miko si abbassò e concesse volentieri un po’ di coccole a quei dolci animaletti. Mentre ne sfiorava il manto soffice con le palme, la sacerdotessa continuava a rimuginare tra sé su quello che, tra non molto, avrebbe dovuto dire: i tre giorni erano passati e lei doveva dare una risposta a quella bambina. Ci aveva meditato a lungo sopra, valutando ogni pro e contro. E alla fine aveva deciso, nonostante quella scelta le costasse parecchio.

Si rialzò a fatica, con le ossa delle gambe che le dolevano un po’ per via dell’età, e riprese il suo cammino. Rimase sorpresa quando vide l’abitazione del mezzodemone e della bambina: non si aspettava di certo una casa del genere! Non era di certo una reggia, grande abbastanza per ospitare due persone, certo, però era veramente ben pulita e curata. Inoltre, i due avevano creato una sorta di “giardino” costellato da fantastici fiorellini di campo che rendevano il tutto ancora più fiabesco.
Fece per avvicinarsi all’abitazione, quando tutto d’un tratto dalla capanna usci fuori Inuyasha, per niente sorpreso di vederla lì. Riku sorrise nel vederlo: -Immagino tu mi abbia sentita arrivare.-

-Non è difficile-, rispose l’altro. -Fate più rumore voi con i vostri ansimi che un branco di lupastri famelici in cerca di cibo!-

La vecchia scosse la testa sconsolata. -Ah, Inuyasha... non cambierai proprio mai, eh?-

Questi aggrottò le sopracciglia, non intuendo la frecciatina della miko. -Nel senso?-

-Lasciamo perdere... Be’, non sei curioso di sapere che cos’ho da dirti? Dov’è tua figlia?- gli chiese, cercandola con lo sguardo.

-E’ a raccogliere l’acqua giù al fiume. Avete preso la vostra decisione?- chiese impaziente l’hanyou, facendo ridere l’anziana.

-Calma, ragazzo mio, calma! Sì, ho preso la mia decisione, ma vorrei comunicarla ad entrambi, se non ti spiace-.

-Certo... Entrate pure, se volete. Tanto Adelì sarà qui a momenti-, le disse, scostandosi quel poco dalla soglia per farla passare.

La vecchia gli diede un’amichevole pacca sulla spalla e senza troppe remore andò a sedersi accanto al tavolino posto al centro della stanza.

Inuyasha guardò ancora una volta fuori, nel caso la figlia fosse già arrivata, ma non la vide, per cui lasciò ricadere la porta con un pesante sospiro. Poi si girò verso la miko e la guardò intensamente. Lei capì al volo: -C’è qualcosa che vuoi chiedermi, non è vero? Qualcosa che, presumo, c’entri poco con la scuola.-

Il mezzodemone indugiò ancora per un istante, poi si diresse con piglio deciso verso la vecchia e gli si sedette di fronte, con quel suo strano modo di posizionare gli arti inferiori, come fossero le zampe di un cagnolino. -Esatto-, e incominciò a raccontare quanto successo nei giorni precedenti: l’aggressione, che lasciò non poco stupita la donna, la radura e per finire dell’odore così simile a quello di sua figlia.

La miko ascoltò tutto senza proferire parola, prestando la massima attenzione ad ogni particolare, detto e non detto. Perché lei lo aveva capito subito: Inuyasha a prima vista poteva sembrare uno stolto, un ragazzo un po’ rozzo e arrogante, ma in realtà era molto più intelligente e sensibile di quanto non volesse far vedere. Non era un tipo di molte parole e nei suoi resoconti lo si capiva chiaramente. Raccontava solo il minimo indispensabile, senza aggiungere commenti o riflessioni personali, porgendo una versione del tutto piatta e priva di sfumature dei fatti. Gli occhi, però, parlavano per lui. Perché mentre spiegava dell’aggressione, Riku riuscì a scorgere una collera cieca trapassargli lo sguardo come un lampo, nonostante la voce gli rimase incolore; così come, mentre raccontava della radura e dell’odore percepito, sui suoi occhi si posò un velo di paura, sottilissimo e appena percepibile, ma non abbastanza invisibile allo sguardo esperto e indagatore della sacerdotessa.

Riku era stata zitta per tutto il tempo e, quando l’hanyou finì di parlare, nell’abitazione calò un silenzio tombale, rotto appena dai suoni della natura provenienti dal bosco all’esterno della stanza.

-Insomma, io non so più che pensare! In questi anni non è mai successo nulla, poi, tutto d’un tratto... Puf! Ne capitano di ogni! È così frustrante...- sbottò Inuyasha.

-Che cosa?-

-Non sapere che cosa o chi minaccia mia figlia. E, soprattutto, il sapere che qualcuno, di cui non si sa nemmeno che aspetto abbia, tenti di far del male alla mia Bimba. E se l’odore che ho avvertito nella radura fosse un semplice segnale? Come per dire ‘Ehi, sono qui! Ho trovato quello che cercavo e ora mi riprenderò la bambina’? Cosa farei in quel caso, se la sua vera famiglia fosse venuta a riprenderla per portamela via? Come mi dovrei comportare? Cosa direi ad Adelì? Io non so più nemmeno cosa pensare...- rispose sconsolato il ragazzo, prendendosi la testa tra le mani.

La sacerdotessa rimase interdetta da quella confessione. Era evidente che Inuyasha era allo stremo, altrimenti non si sarebbe mai aperto così tanto con una semisconosciuta. Tuttavia non gli lasciò il tempo di continuare e lo interruppe. -Allora in quel caso dovresti parlarne con lei.-

-Come?-

-Dovresti confidarti di più con tua figlia: sbaglio o è l’unica persona a cui sei veramente legato?-

Inuyasha abbassò le orecchie e la miko si intenerì, prendendola come una risposta affermativa. -E allora parlale! Cerca di aprirti e confidarle le tue paure. Solo lei è in grado di consolarti e di darti delle certezze.-

-Ma... lei potrebbe anche scegliere di andare alla ricerca delle sue vere origini. In questi anni non ne ha mai mostrato il desiderio, però c’è anche da dire che è molto piccola... Se io le dicessi che c’è una possibilità che i suoi genitori o comunque gente come lei la sta cercando, lei potrebbe volersene andare e io... io rimarrei di nuovo solo...- Eccola, la vera paura di Inuyasha. La solitudine.

Riku quasi si commosse nel vederselo lì, l’hanyou più forte e scorbutico che avesse mai visto con le orecchiette abbassate, il viso quasi interamente nascosto dalla frangetta bianca e uno sguardo abbattuto. Non ce la faceva a vederlo così: ormai si era affezionata a quel ragazzo scorbutico.

-Inuyasha, diglielo. Raccontale ciò che hai raccontato a me. Vedrai che lei saprà dirti le parole giuste. Ma ricordati che non è un uccellino, che potrai tenere chiuso in gabbia per sempre.-

-D’accordo. Lo farò- Il mezzodemone rialzò la testa e guardò la miko dritta negli occhi. -Grazie.-
 










-Ehi, a chi hai dato della mocciosa?- sbottò baldanzosa Adelì.

Quella mattina si era svegliata presto e Inuyasha l’aveva spedita immediatamente a raccogliere l’acqua al fiume, visto che in casa non ce n’era più. Dopo le solite proteste, alla fine la bambina aveva ceduto. Però, mentre stava riempiendo i secchi che si era portata dietro, aveva sentito dei rumori alle sue spalle e subito si era messa all’erta, scrutando con occhi attenti la fitta boscaglia. Vi scorse una lieve luce verdastra, poi più nulla. Rimase immobile.

Dopo un tempo indeterminato, dai cespugli uscì un uomo. O meglio, un demone. E chedemone!, pensò Adelì. Era bellissimo, un angelo sceso in terra. La bambina ne percepì l’odore da lontano. Sapeva di menta e erba bagnata. Strana combinazione, ma perfetta. L’odore era simile a quello di suo padre, a pensarci bene. Solo che quello di Inuyasha era più selvatico. Anzi, a guardarlo meglio... Quel demone era molto simile all’hanyou. Aveva gli stessi capelli color della luna, solo più lisci e lunghi, e gli stessi occhi ambrati, ma con un taglio diverso da quelli del mezzodemone, grandi e dolci. No, gli occhi di quello youkai erano sottili e per nulla solari come il colore delle loro iridi. Trasmettevano ostilità e disprezzo, avevano il potere di ghiacciarti solo con uno sguardo. Ed era in quel modo che stava guardando Adelì, quando le parlò: -Chi sei, mocciosa?- Aveva una voce profonda, penetrante.

Tutto ciò che Adelì vedeva di divino in lui, si sciolse come neve al sole. Ma come diavolo si permetteva di insultarla? Neanche si conoscevano! Che faccia tosta! Così gli rispose con altrettanta sfrontatezza.

E ora erano lì, a guardarsi negli occhi, aspettando l’uno la risposta dell’altro. La prima a stufarsi fu Adelì. -Ehi, cos’è, sei sordo? Ti ho chiesto perché mi hai dato della mocciosa-
Il demone sbuffò. -Tsk.-

Grrr... non lo sopporto...! La bambina stava stringendo i pugni in un chiaro tentativo di trattenersi dal saltargli addosso e riempire di botte quel suo bel faccino altezzoso.

-Cosa ci fa una mocciosetta come te da sola in mezzo al bosco?- chiese il demone.

-Allora sei proprio duro, eh! Insisti a chiamarmi mocciosa?- minacciò Adelì, evitando accuratamente la risposta alla sua domanda.

-E’ quello che sei, mi sembra- rispose tranquillamente lo youkai.

La bambina ringhiò, mostrando i denti e allungando i canini, con la chiara intenzione di fargli capire che era non era affatto piccola e debole come sembrava. Non saltargli addosso, non saltargli addosso, non saltargli addosso,  si ripeteva continuamente.

-Piuttosto, si può sapere che razza di mostro sei, mocciosa?-

Io. lo. Ammazzo. Lo giuro. Un altro ringhio.

-Ehi, mostriciattolo, come ti permetti di minacciare il mio padrone? Lo sai con chi stai parlando?-

Mostriciattolo io? Ma si è mai visto?

A parlare era stato un essere minuscolo, arrivava appena al ginocchio del demone e la bambina constatò che non doveva superarle il gomito. Aveva la pelle verde e grinzosa, due enormi occhi giallastri e un orribile casacca marrone fango fermata in vita da una semplice corda. Inoltre, sulla testa era situata una specie di... come si sarebbe potuto definirla... Pinna?

La bambina decise di ignorarlo e rivolse di nuovo la sua attenzione al ragazzo. O uomo. Chissà quanti anni aveva...

Lui era immobile di fronte a lei e continuava a guardarla con superiorità. Ok, ora mi sono stancata. La piccola riprese i secchi d’acqua e, con l’aiuto di un bastone, se li caricò sulle spalle, senza mai perderlo di vista. Poi fece una cosa che lasciò il demone non poco sorpreso, nonostante mantenesse comunque la solita espressione impassibile. Gli si avvicinò con una velocità impressionante e, sebbene dovesse tenere la testa piegata a quasi novanta gradi per guardarlo in faccia, non sembrava affatto intimorita dalla sua figura maestosa. Anzi. Lo fissò con sguardo battagliero, il tono delle sue parole era ostile e fiero come i suoi occhi. -Non mi chiamo né mocciosa né mostro, chiaro? Il mio nome è Adelì, vedi di ricordartelo, ghiacciolo- Prima che il demone potesse replicare in qualsiasi modo, la bambina era già sparita nel bosco.

-Padron Sesshomaru, la lasciate andare via così?-  esclamò indignato l’esserino ai suoi piedi.

Lo sguardo glaciale del demone fu piuttosto eloquente e lo zittì all’istante.

Come diamine si è permessa quella mocciosa? Ghiacciolo a me? Se mi ricapita tra le mani... Chissà che razza di creatura era, non ho mai visto un essere del genere. Possiede una velocità incredibile! E poi... La sua pelle... e quegli occhi... Sesshomaru, durante la loro “discussione”, aveva rischiato più volte di annegare in quei profondi occhi blu, e spesso si era sorpreso a pensare a quanto fossero belli. Ma che diamine vado a pensare? Sono forse impazzito? È una stupida mocciosetta! Una stupida e impertinente mocciosetta! Sì, ma, allora...  perché l’ho salvata? Alzò il braccio e si portò la mano davanti al viso, schiudendola e rivelando tra le lunghe dita affusolate una boccettina dal contenuto violaceo.





 
Stava camminando tranquillamente nel bosco, quando vi aveva scorto uno strano essere steso sull’erba. Era intento a fissare un punto indefinito al di là dei cespugli. Sembrava un umano, ma non poteva essere, visto la pelle estremamente pallida e quello strano colore dei capelli, verde come le foglie che lo circondavano. Dopo pochi secondi l’uomo si accorse della presenza di Sesshomaru dietro di lui e si girò, pronto all’attacco, scostandosi dal cespuglio dove stava spiando. E il demone la vide. Una bellissima bambina dalla pelle arancione e i capelli blu, riccissimi e lunghi fino alla vita. Riportò la sua attenzione sull’omuncolo di fronte a lui e fece appena in tempo a schivare di lato un pugno.

-Non riuscirai a rovinarmi il piano- minacciò Goel, facendo apparire dal nulla una corta daga nella mano destra.

-Sei caduto così in basso da minacciare le mocciose?- replicò lo youkai.

Questo non rispose e gli si avventò contro. Combatterono per qualche minuto. Sesshomaru doveva ammettere che quel tizio non era affatto male. Sembrava instancabile. Parata e attacco. Parata e attacco.

Goel riuscì a riguadagnare le distanze per riprendere un attimo fiato e il suo sguardo si posò su Adelì.             -Quella bambina,- sussurrò, - quella bambina deve essere mia a tutti i costi. Non posso permettermi errori, devo farla fuori il prima possibile. Non vedi com’è particolare? È un mostro, un essere abnorme che non sarebbe mai dovuto esistere! Perché la difendi? Chi sei tu, che rapporti hai con quella ragazzina?- sputò Goel.

Sesshomaru lo guardò freddo. -Non devo spiegazioni a un pezzente della tua specie- con un balzo fulmineo e del tutto inaspettato, lo buttò a terra e gli fu sopra. -Però i vigliacchi come te non mi sono mai piaciuti.-

Detto questo, gli strappò la casacca e prese la boccettina piena di miasma prima che questa si frantumasse a terra. La voleva avvelenare...

Riportò l’attenzione su Goel, che ora lo guardava terrorizzato. -Ti prego, non uccidermi! Farò tutto quello che vuoi, ti prego!-

Sesshomaru non disse nulla. Alzò semplicemente un sopracciglio, indignato dalla vigliaccheria di chi si trovava davanti. Poi si mise la boccetta nella tasca interna della sua veste. Alzò la mano e fece scrocchiare le dita, mentre con l’altra lo teneva fermo per la gola. Rapidamente, la sua pelle venne ricoperta da un’intensa nube verdastra e dagli artigli, puntati contro la fronte dell’uomo, uscì un fascio di luce potentissimo. L’urlo dell’uomo fu soffocato dall’altra mano del demone.

Il corpo di Goel si accasciò a terra, smettendo immediatamente di dimenarsi, e gli occhi, dapprima segnati da un puro terrore, erano vacui, spenti. Una sola lacrima, la prima e l’ultima, scese da quelle pietre smeraldine, prima che la palpebra si chiudesse per sempre.





 
Già, perché l’ho salvata? Se ripensava a quegli occhi... Ora basta. Fai quello per cui sei venuto e poi vattene, si rimproverò.
Con una lentezza infinita, si rimise la boccettina di vetro nella veste, appuntandosi mentalmente di esaminarne il contenuto. Poi si girò, e si incamminò verso la dimora di suo fratello, con il suo fedele servitore al seguito.
 









-Papà?-

L’hanyou drizzò le orecchie e si alzò a sedere di scatto, facendo sobbalzare la vecchia di fronte a lui.

-Papà, ci sei? Dove la devo portare quest’acqua?-

-Rimanete qui-, disse rivolto alla miko. Poi si catapultò letteralmente fuori di casa, raggiungendo la figlia.

-Ciao piccola! Hai impiegato più tempo del solito. Hai avuto problemi?- le chiese premuroso, prendendo lui i secchi colmi d’acqua e dirigendosi verso il retro della casa, con la bambina al seguito.

-Sì, tutto a posto- sorrise la bambina. Non aveva ancora deciso se raccontare o no a suo padre l’incontro con il “ghiacciolo”. A ripensarci le veniva ancora da ridere: quando lo aveva soprannominato così, il demone aveva assunto un’espressione... impagabile! Era esilarante! E lei si era goduta la sua vendetta. Rifletté nuovamente sulle parole di quello strano tizio e quasi mise il broncio. Non sono una mocciosa, fhé!

-Dimmi un po’, Bimba... Ti ricordi che giorno è oggi?- domandò sibillino Inuyasha, distogliendola dai suoi pensieri.

-È importante?- rispose confusa la bambina.

Il ragazzo rise. -Be’, direi di sì!-

Ormai avevano raggiunto la porta di casa. -Sinceramente non ricord...- si bloccò non appena vide la figura sorridente della vecchia sacerdotessa seduta al centro della stanza. -Oh-, disse solamente.

È vero, cavoli! Con tutte le cose che sono successe in questi tre giorni me ne ero completamente dimenticata!, si rimproverò la bambina.

-Ciao Adelì. Come stai oggi?- domandò cordiale la miko.

-B-bene, grazie- rispose lei, per poi cercare immediatamente la mano di suo padre. Aveva bisogno di un sostegno. Perché era arrivato il momento della verità. Se la sacerdotessa avesse detto sì, allora lei avrebbe finalmente condotto una vita normale, conoscendo altri bambini e ricevendo un’istruzione adeguata. Se invece la risposta fosse stata negativa, non sapeva cos’avrebbe fatto. Ma di certo ne sarebbe uscita distrutta, consapevole di essere un’emarginata, un qualcosa che tutti disprezzavano e che nessuno voleva. Un mostro. Le ritornarono in mente le parole del demone incontrato al fiume.

Inuyasha le strinse la mano e si mise dietro il corpo della figlia, accarezzandole dolcemente i capelli per rassicurarla.

Riku si alzò e raggiunse la bambina. Abbassò lo sguardo e le accarezzò una guancia. -Sai, ci ho riflettuto a lungo. Sei una bambina dalle capacità straordinarie. Sei dotata di buon cuore e voglia di imparare. Inoltre, ho constatato io stessa che tu non sei pericolosa. Sei una delle bambine più dolci che ho incontrato e, nonostante tu viva con uno scorbutico mezzodemone come Inuyasha, sei riuscita a non ereditare il suo caratteraccio burbero e maleducato- aggiunse sorridendo la vecchia, cercando di alleggerire la situazione.

-Ecco, lo sapevo. Alla fine del discorso, gira e rigira, la colpa ricade su di me. Sempre. Ma perché?!- chiese disperato l’hanyou, scatenando l’ilarità delle due.

-Comunque sia, ho preso la mia decisione. Sei ufficialmente ammessa alla mia scuola.-

Adelì sgranò gli occhi e sentì le mani di Inuyasha afferrarle le spalle e stringerle orgogliosamente.                    -D-davvero?- chiese titubante.

-Sì, davvero davvero- sorrise la sacerdotessa. -Inizierai la settimana prossima, così anch’io avrò il tempo di avvisare gli abitanti di Musashi di un nuovo membro della mia classe.-

-Bimba, andrai a scuola!- Inuyasha la prese per la vita e girò su stesso, più volte. La bambina si aggrappò alle sue spalle e lo guardò negli occhi, trovandoci tutto l’amore e l’orgoglio che cercava.

Una volta posata a terra, Adelì si portò le mani alle guance. -Io... andrò... a scuola. Io andrò a scuola. Andrò a scuola! Andrò a scuola!- si mise a urlare, ridendo felice. Corse fuori e lo urlò a pieni polmoni, poi prese a rotolarsi nel prato, ridendo felice. Dalla casa spuntò fuori un Twin molto assonnato e, vedendo la sua padroncina fuori, la raggiunse svogliatamente. La bambina non appena lo notò lo prese tra le braccia. -Hai sentito, Twin? Andrò a scuola!-

Il mezzodemone e la sacerdotessa risero di gusto, osservando la piccolina rotolarsi a terra. -Ma fa sempre così?- chiese lei.

-Solo quando è particolarmente felice- rispose di rimando l’altro.

-Be’, io devo andare. Ci vediamo la settimana prossima, allora. Ciao, Adelì!- salutò Riku.

Questa smise di rotolarsi tra l’erba e le corse incontro, fermandosi a qualche centimetro e inchinandosi di fronte alla sacerdotessa. -Grazie, grazie!-

La miko scoppiò a ridere. -Non mi devi ringraziare. L’ho fatto con piacere. Ma tu mi devi promettere di fare la brava.-

Adelì alzò la testa e la guardò negli occhi. Scintillavano. -Lo prometto. Sarà bravissima! Grazie!-

Poi, con uno scatto che lasciò la sacerdotessa di sasso, si catapultò in collo a suo padre, che svelto l’accolse a braccia aperte.

-Oh, be’. Di sicuro sei molto veloce, non c’è dubbio!- Scoppiarono a ridere tutti e tre.

-Ora devo proprio andare. Arrivederci- si congedò Riku, per poi voltarsi e ripercorrere la stessa strada fatta qualche ora prima. I due la salutarono e rientrarono in casa, crogiolandosi nella loro felicità.

Durante la via del ritorno, la sacerdotessa ridacchiava fra sé. Non ho mai visto nessuno così contento di andare a scuola. Adesso non mi resta altro da fare che avvisare gli abitanti del villaggio... Una bazzecola, praticamente... Oh, povera me! Anche se la cosa che più mi preoccupa è che la bambina, con il suo olfatto acutissimo, potrebbe accorgersi del mio segreto... Kami, non ci avevo pensato! Se la gente lo venisse a scoprire, altro che guai... Cavoli, cavoli, cavoli!

Con questi pensieri, la miko uscì dal bosco, per nulla conscia che Triner, dietro di lei, la osservava attento.




















Angolo autrice: V-vi prego, gettate i coltelli! P-posso spiegarvi tutto! Perché avete preso le ascie??? ^^'' No, dài, non fatela così tragica... Aiuto!!!!!!!!!!!!!!
Ok, scherzi a parte. Mi scuso veramente per il mio ritardo, ho sforato di due settimane il mese. Sono in montagna da tre settimane e qui internet non prende, per cui mi è riuscito veramente difficile poter collegarmi per pubblicare questo capitolo. Poi ho avuto anche molti problemi familiari... Mi scuso, spero che questo testo possa piacervi: consideratelo un po' come una specie di... offerta di scuse ^^''

Passando al capitolo, che ne pensate? Vi aspettavate la morte di Goel così improvvisamente? Sesshomaru cercherò di farlo meno OOC possibile, ma un pochino credo lo modificherò anche lui, perché ho già tutta la storia in mente e ho bisogno che parli un pochino più del solito ^^''.

Altra cosa che ci tenevo a dire: sempre per il motivo citato sopra, ho tantissime recensioni da scrivere, e mi scuso con voi. Arriveranno in straritardo, questo è garantito, ma non mancheranno, promesso! Farò il possibile!
Mi raccomando, recensite e fatemi sapere che ne pensate dello sviluppo della storia. I vostri consigli mi aiutano veramente moltissimo!! Grazie, alla prossima!

Inu_chan <3
  
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