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Autore: valentinamiky    04/07/2013    1 recensioni
Raccolta di Shot partecipante al contest "Gocce di quotidianità" indetto sul forum da clalla97.
Il 2014 é davvero solo quello che ci ha presentato il caro, vecchio Zac oppure...?
Tra Croat e oggetti maledetti, frustrazione e piaghe umane che non comprendono quando é il momento di defilarsi (...Garth!), personaggi strampalati e sogni allucinogeni, boxer fluffosi e battipanni, i nostri eroi si saranno divertiti almeno un po' in quest'anno apocalittico?
1) Night club, broken heart
2) That's how i use it!
3) Crazyness
4) Abstinence
5) Can't tie your hands - even if you tied mine
6) The beater - il battipanni
7) Do you remember our first time, Dean?
8) Stasera no, sono stanco (ma se lo dice lui...insistiamo!)
9) Cursed
10) Anger
11) Chains of mortality
12) We can't
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Titolo: Cursed
Prompt: gender bender
Rating: giallo (sempre colpa di Dean!)
Avvertimenti: slash/fem-slash, gender bender contagioso, drammi femminili vari ed eventuali.
 

Cursed

 
C'erano certi giorni in cui Dean avrebbe desiderato che Dio fosse tangibile solo per poterlo prendere a schiaffi; questo era uno di quelli e non solo per la dannata Apocalisse che imperversava. 
Il sottoposto che lo aveva accompagnato nella missione lo fissava ammiccante, come se lui fosse stato una qualunque sgualdrina.
-Karl, prova solo ad alzare un dito e ti mozzo la testa- sibilò, con il pugnale già stretto in mano e lo sguardo schifato. Ma la voce gli uscì inevitabilmente femminile ed egli stesso l'avrebbe trovata maledettamente eccitante. 
Ovviamente non bastavano i Croat a rendere loro la vita difficile! No, ci mancava solo la collana maledetta! Appena l'aveva toccata, il suo corpo aveva subito una trasformazione radicale; insomma, del vecchio sé stesso rimanevano solo gli occhi, del medesimo verde chiaro e le lentiggini. La bocca, come aveva potuto constatare nello specchio di un bagno pubblico abbandonato, era più carnosa, i lineamenti del viso ammorbiditi, i capelli gli erano cresciuti in modo impressionante e arrivavano in splendide ciocche ondulate circa a metà schiena. La corporatura era molto esile, tanto che anche le ossa sembravano più fini, i muscoli sembravano scomparsi, ma aveva una linea perfetta, soprattutto per i fianchi esili.
E, cosa che lo aveva irritato parecchio, aveva una seconda di reggiseno.
Scarsa.
Che diamine, se quella era una maledizione, potevano lanciargliela in grande stile, dargli almeno una quarta!
"Ma che sto pensando! Sono gli ormoni femminili, ci scommetto!" Pensò, stizzito, salendo su un furgone rubato.
-Lo sai guidare?- chiese il suo partner, ridacchiando.
E davvero, Dean avrebbe voluto essere una cavolo di creatura mostruosa per staccargli la testa a morsi.
-Senti, il fatto che sia...in un corpo mingherlino, non significa che sia diventato cretino! So come si guida questo affare!- sì, erano gli ormoni, non c'era altra spiegazione. Lo rendevano più pacifico, altrimenti avrebbe già lasciato quel deficiente a piedi. 
Quando questi iniziò a ridere Dean si chiese seriamente cosa lo trattenesse dal riempire quella zucca vuota di pallottole.
-Dean! Hai fatto una rima! L'essere donna ti ha reso anche poetico!-
Se solo avesse avuto un esercito a disposizione, lo avrebbe fatto fuori. Ma non poteva permettersi di perdere altri uomini prematuramente, quindi il leader di Camp Chitaqua s'impose autocontrollo e sfogò la rabbia in una sgommata.
 
Arrivarono alla base dopo due ore di viaggio, in cui Karl non aveva fatto altro che fissargli...qualcosa che lui non avrebbe dovuto avere. Insomma, erano piccole, non invisibili e il suo sottoposto continuava a fissarle!
-Se non la pianti di guardarmi le tette ti uccido!- dirlo gli fece uno stranissimo effetto. Voleva liberarsene il prima possibile, ma per farlo avrebbe dovuto consultare Chuck e Castiel e capire come annullare gli effetti della maledizione.
-Scusa, é che sei...-
-Prova a dire carino o cose simili e giuro che ti faccio fuori! Davvero, Karl, sono già abbastanza nervoso per questa situazione, non ti ci mettere anche tu!-
Il ragazzo al suo fianco stava per ribattere qualcosa, ma Chuck si intromise, riservando al leader uno sguardo attonito.
-E lei chi é? Dov'é Dean?-
-Sotto ai tuoi occhi! Vado a chiamare Castiel, tu aspetta nella mia baracca, dobbiamo parlare.- ordinò il cacciatore fingendo di non aver assolutamente visto la mascella dell'amico staccarsi dalla sede e lasciare la bocca spalancata in una "o" perfetta, partendo invece a passo spedito verso l'abitazione del suo amante pur di non rimuginare sul proprio stato pietoso.
 
Arrivato a destinazione, sbatté più volte le palpebre, incredulo: la baracca di Cass sembrava completamente vuota. Avanzò di qualche passo, stando attento a non inciampare in tappeti e porta incensi vari.
-Ti sei persa?- il respiro caldo dell'angelo caduto sul suo collo lo fece sobbalzare. Detestava essere sorpreso di spalle, soprattutto se a farlo era Castiel e ancora di più mentre il suo corpo era tanto diverso dal solito.
Si voltò di scatto, ritrovandosi davanti a quegli occhi profondi e blu, mentre il sorriso dell'angelo caduto si allargava, come quello di un lupo davanti a una preda particolarmente succulenta.
-Posso aiutarti?- Castiel si avvicinò maggiormente al corpo esile della castana e con un movimento lento e calcolato fece in modo di sfiorarla nell'afferrare una bottiglia di olio di jojoba.
Dean deglutì a vuoto, indeciso se ammazzarlo per il modo spudorato in cui ci stava provando con una sconosciuta o fotterlo selvaggiamente sulla prima superficie disponibile. Almeno finché non si ricordò del suo attuale problema fisico.
-Non ci provare, non attacca!-
Cass sbuffò divertito, scuotendo la testa.
-Andiamo...non facciamo nulla di male. Sto solo cercando di ripopolare le nostre truppe- il ragazzo si aprì in un sorriso a cui nessuna ragazza avrebbe saputo resistere. Sfortunatamente per lui, Dean lo era solo provvisoriamente.
-Non con le mie...Dio, non posso credere di averle davvero...ovaie. E non ora.-
-Suvvia, mi sono fatto tutto l'accampamento e ora che ne ho la possibilità non posso farlo con la mia ragazza "Deanna"?- il sorriso di Cass si aprì ancora di più, mentre gli occhi brillavano, divertiti.
L'altro, per poco non fu preda di una crisi isterica.
-Aspetta un secondo! Sapevi chi ero?- sbraitò, oltraggiato.
-Dean...devi impegnarti di più, se vuoi camuffarti. Saprei riconoscerti tra l'intera popolazione mondiale- rispose in tutta calma il sottoposto, riprendendo ad avvicinarsi fino a intrappolare la neo-ragazza contro il tavolo, incastrando alla perfezione le proprie gambe tra le sue, fasciate dai jeans.
-Allora lasciami andare immediatamente, Cass. Nel caso non l'avessi notato ho un problema da risolvere!-
Un sorriso increspò le labbra dell'amante, sotto il velo sottile di barba. Dean lo trovava semplicemente irritante: che diamine aveva da ridere? Il suo era un problema serio!
-Non saprei, Dean. Sai, fino a stamattina sarebbe stato evidente, ma ora ...- lasciò la frase a metà, solo per godersi l'espressione corrucciata della ragazza che gli stava di fronte.
Il riferimento di Castiel ai suoi attributi era palese e ciò non fece che aumentare l'astio del cacciatore verso le attuali condizioni del suo corpo.
-Il fatto che non sia evidente, Cass, evidenzia il problema!- ribatté stizzito, innervosendosi ancor di più nel sentire la propria voce tanto stridula.
-Allora lo ammetti!- lo provocò l'altro, inspiegabilmente divertito da quella tragedia.
-Ammettere cosa, scusa?-
-Che sei eccitato- rispose con ovvietà l'amante.
Dean gli avrebbe volentieri dato un pugno ma il viso improvvisamente vicinissimo del sottoposto lo fece rabbrividire. I loro inguini aderivano perfettamente, mandando al cacciatore scariche di adrenalina lungo tutto il corpo. 
-Ti prego, Dean. Non avrò altre occasioni come questa...- i suoi profondi occhi blu lo supplicavano, dolci come il miele.
Vigliacco, infingardo e tentatore! Odiava i momenti in cui Cass bisbigliava con quella sua voce calda e roca a un soffio dalle sue labbra, lasciandolo in sospeso ad agognare un bacio.
Prima che se ne rendesse conto, le mani del leader erano scese lungo la camicia logora dell'angelo caduto, affondando nelle tasche posteriori dei suoi jeans per attirarlo finalmente a sé, possessivo per eliminare la distanza che ancora separava le loro bocche vogliose di assaporarsi. Un tocco sufficiente a far accantonare a Dean il pensiero del proprio corpo e accendere in lui il desiderio.
Che male c'era, dopotutto?
Quello era pur sempre Cass, il pennuto che era caduto per lui, che trascorreva la metà del tempo a intossicarsi di anfetamine per dimenticare la sua misera condizione di umano e l'altra metà a combattere al suo fianco rischiando la vita.
Gli aveva chiesto solo una cosa e non poteva essere poi tanto terribile concedergliela. Si abbandonò completamente alla lotta appagante tra le loro lingue, gli occhi chiusi per godere appieno delle sensazioni che quel contatto gli trasmetteva.
Ma quando si separò dal compagno per riprendere fiato e le sue iridi verdi incontrarono quelle blu di lui, la confusione più totale travolse il cacciatore come una secchiata d'acqua gelida.
-Cass?-
Dove prima c'era il suo amante, ora vi era una ragazza con lunghi capelli corvini e occhi blu come l'oceano ad osservarlo di rimando con la medesima confusione.
Aveva i fianchi sottili, tanto che a un minimo movimento delle gambe toniche e lisce, i jeans logori le scivolarono di dosso, lasciando gli arti inferiori completamente scoperti.
-Dean?- il sottoposto scrutava il leader senza capire, ma questi fu distratto da un particolare non irrilevante premuto contro il suo petto.
-Che diamine, Cass! Perché tu hai una quarta e io no?- protestò, imbronciato.
Lo sguardo dell'angelo corse immediatamente al proprio seno e finalmente realizzò quanto accaduto. Era stato contagiato dalla maledizione.
-Wow.- commentò semplicemente.
Afferrò un polso di Dean, costringendolo a poggiare una mano sul suo petto.
-Ehi!- protestò l'altro, ritirandola scandalizzato.
-Pensavo ti piacessero...-
Le lentiggini di Dean si fecero più evidenti, a causa del rossore involontario che gli imporporò le gote lisce.
-Insomma Cass, sei appena diventato una donna! Dovresti essere più sconvolto, non credi?- borbottò, senza tuttavia riuscire a dimostrarsi sinceramente arrabbiato con la bellissima ragazza che gli stava di fronte.
-Potrebbe essere interessante come materiale di studio.- ammiccò l'altro, senza abbandonare quel suo sorrisetto malizioso che ormai spesso lo accompagnava.
Dean stava per ribattere qualcosa, ma qualcuno entrò nella baracca, interrompendoli.
I due amanti si voltarono all'unisono verso la fonte di disturbo e scorsero una giovane cacciatrice, ammutolita davanti alla visione che le si parava dinnanzi.
-Oh. Scusatemi, stavo cercando Castiel-
Dean scoccò all'altro un'occhiataccia, prima di rispondere alla nuova arrivata.
-Riferisci all'harem che per oggi la sessione é sospesa. Cass ha cose più urgenti a cui badare-
La cacciatrice lo guardò torva, ma Dean la ignorò, aiutando invece Castiel a spostarsi e avvisandolo che Chuck li stava ancora aspettando per cercare una possibile soluzione.
Gli occhi blu del compagno ebbero un guizzo e dopo essersi spostato dal corpo della ragazza più alta, si avviò alla porta d'ingresso ancheggiando.
Dean avvampò e si ritrovò a fissare il fondoschiena del compagno come ipnotizzato. Si domandò se anche lui, dopo la trasformazione avesse cominciato a muovere i fianchi in quel modo; era una cosa a cui non aveva ancora fatto caso.
-Ehy, Cass!- raggiunse l'altro prima che potesse scendere le scale.
L'amante gli rivolse uno sguardo interrogativo.
-Ecco...prima, quando mi hai visto entrare...- il cacciatore alzò gli occhi al cielo, nervoso. Ancora non riusciva a credere di essere nel corpo di una donna. -stavo sculettando?- chiese tutto d'un fiato, augurandosi che la risposta fosse negativa.
Castiel si umettò le labbra, sensuale.
-Mh...sai, non ci ho fatto caso.- mentì spudoratamente.
-Andiamo, mi sei spuntato alle spalle, devi averci fatto caso per forza, Cass!-
-E se anche fosse, Deanna?-
-Cass, non voglio essere scambiato per un orologio a pendolo!- sibilò isterico il cacciatore, con occhi dardeggianti.
-Dean, sei nel corpo di una donna ora. Ne conosci forse una che non muova le anche quando cammina?- chiese l'altro, quasi annoiato.
-Il sottoscritto?-
-Credimi, non fai eccezione.- Castiel sbuffò divertito.
-Allora é vero! Mi stavi fissando il fondoschiena quando sono arrivato!- protestò il leader, pestando un piede a terra come un bambino capriccioso.
-E tu lo hai fatto ora. Siamo pari, no?- gli fece notare il sottoposto, sempre più divertito dalla faccenda.
Il cacciatore sbuffò.
Voleva tornare normale prima di abituarsi a tutti quei movimenti di bacino.
-Muoviti!- superò il compagno imponendosi di non soffermarsi a guardarne il petto prosperoso e cacciando indietro i lunghi capelli ondulati con uno sbuffo di nervosismo.
Voleva disfarsi di quei capelli il prima possibile!
Il sottoposto sollevò le mani in un cenno di resa e lo seguì con una calma invidiabile.
Dean iniziava a pensare che il merito di tanta calma fosse dovuto all'effetto delle anfetamine. Forse doveva rubargliene un paio di nascosto.
-Sai, hai un buon profumo Dean-
Castiel stava decisamente violentando la sua già precaria pazienza.
-Tu invece sai d'incenso. E non é un complimento!- sbottò il leader, stringendo i pugni e continuando imperterrito a camminare verso il proprio rifugio.
I cacciatori di Camp Chitaqua, indaffarati come non mai, alzarono lo sguardo incuriositi. Molti dei loro occhi si soffermarono sul seno di Cass e sulle sue gambe nude, facendo saltare i nervi a Dean.
La sua sopportazione varcò la soglia di non ritorno quando un suo sottoposto si avvicinò a Karl e gli bisbigliò qualcosa ridacchiando, seguito a ruota dall'altro imbecille.
Il suo volto scattò fulmineo verso i due. La Colt sputò un proiettile che colpì il terreno ai piedi dei due guardoni.
-Il prossimo proiettile ve lo beccate tra le gambe, se non la piantate di guardarci! E vale per tutti!- minacciò, assottigliando lo sguardo.
I cacciatori, terrorizzati alla prospettiva di essere castrati dall'irritabile leader, tornarono al loro lavoro ammutoliti.
 
Una volta raggiunto il rifugio, Dean sentì una mano posarsi neanche troppo delicatamente sul suo fondoschiena e palparlo spudoratamente.
Si voltò inferocito solo per incontrare gli occhi divertiti di Cass.
-Che c'é? Adoro le tue scenate di gelosia!- la spiegazione candida era in netto contrasto col sorrisetto malizioso dipinto sulle labbra invitanti della ragazza che nemmeno un secondo più tardi erano già unite a quelle del cacciatore in un bacio profondo e passionale.
-Giuro che appena torno normale te la faccio pagare, Cass!- sibilò il leader, una volta lontano da quelle morbide tentatrici.
L'altro gli diede un altro bacio, a fior di labbra, prendendo tra le dita una ciocca di capelli castani per giocarci.
-Non vedo l'ora- lo provocò, malizioso come sempre.
Un colpo di tosse imbarazzato li fece voltare. Chuck si torturava le mani, guardando ovunque tranne che i due uomini colpiti dalla maledizione della collana.
-Dean- salutò, evitando in ogni modo lo sguardo del leader, che si schiarì la voce e si avvicinò al profeta.
-Bene, uhm...direi che possiamo iniziare.- propose.
Castiel lo ignorò, osservando da vicino una ciocca scura.
-Dean, ho una doppia punta- commentò con tono lamentoso, esibendo un broncio adorabile.
-Cass, una volta tornato uomo non avrai più di questi problemi!- tagliò corto il cacciatore. -Ora, per favore, vogliamo cercare una soluzione?-
-Aspettate un momento. Perché anche Castiel si é trasformato?- chiese Chuck, trovando finalmente il coraggio di guardare gli amici e porre la domanda che gli ronzava in testa.
-Mi ha baciato. Sembra che questa cosa sia contagiosa- ipotizzò Dean, scacciando indietro i capelli per l'ennesima volta. -Hai una penna?-
Chuck annuì e si sfilò dalla tasca della giacca una stilografica blu. La porse fulmineo al leader, convinto che l'avrebbe usata per esporre loro un piano. Invece sgranò gli occhi nel vederlo ammassare in qualche modo le ciocche castane e cercare di usare la penna come fermaglio.
Cass trattenne a stento una risata.
-Oh, andiamo, non può essere tanto difficile!- Dean imprecò, arruffando sempre di più i capelli.
-Sei troppo irruento, Dean.- lo ammonì l'amante, sfilandogli di mano la stilografica.
L'altro s'irrigidì sempre più spazientito e incrociò le braccia al petto, poco al di sotto della sua ridicola seconda. Scarsa.
Le mani delicate di Castiel scivolavano leggere tra le sue ciocche e in men che non si dica, la penna bloccò le ciocche ribelli. Ma la cosa non lo rincuorò affatto.
-Non sei un po' troppo esperto in queste faccende, Cass?-
-Spesso aiuto le ragazze a rivestirsi e...-
Chuck si schiarì nuovamente la voce, certo che Dean avrebbe definitivamente perso la pazienza se Castiel avesse proseguito con quell'argomento.
-Dean, Castiel. Non credo che questo sia il momento di discutere di capelli- li riprese, paziente come un insegnante delle elementari con i propri allievi.
-Hai ragione. Voglio tornare uomo- protestò il cacciatore, seguito da un cenno affermativo dell'amante.
-Bene, allora. Hai qualche informazione sulla maledizione della collana, a parte gli effetti?-
Dean arricciò le labbra, pensieroso.
-Si dice che appartenesse a una donna molto bella. Non ne so molto a dire il vero.- il cacciatore si strinse nelle spalle.
-Ad ogni modo é strano che l'unico effetto sia quello di trasformare in donne, non credete?- intervenne Castiel.
-Dite che funziona anche al contrario?- s'incuriosì allora il profeta.
-Non indagheremo su questa opzione, Chuck. Non ho alcuna intenzione di sapere se trasforma le donne in uomini! Ce ne sono già abbastanza a fissare le nostre grazie!- Dean borbottò infastidito e Cass gli mise immediatamente un braccio intorno alle spalle, attirandolo a sé.
Chuck annuì. Già, non potevano correre il rischio che tutto Camp Chitaqua venisse infettato. Bastava il virus Croaton a imperversare nel mondo e se la trasformazione non fosse stato l'unico effetto collaterale della maledizione, la situazione sarebbe facilmente degenerata.
-Che cosa possiamo fare allora? Non abbiamo strumenti per indagare.-
-Non ci resta che trovare la scatola di questa collana. Fino ad allora nessuno dovrà toccarla.- concluse Dean.
-E nel frattempo, forse, potremmo provare a contattarne la proprietaria con una seduta spiritica- aggiunse Castiel.
-D'accordo- Chuck annuì, persuaso.
-Bene. Chuck, tu e Risa vi occuperete della seduta. Forse so dove trovare una scatola per quella collana. Dovete tenerla voi, é il solo oggetto rimasto della defunta, ma assicuratevi di non toccarla a mani nude. Chiamatemi appena avrete notizie. Cass, tu vieni con me.- ordinò, borbottando poi a voce alta che se lo avesse lasciato a Camp Chitaqua senza sorveglianza, al suo ritorno avrebbe trovato uno stuolo di pennuti illegittimi.
Si rialzò velocemente con l'intenzione di tornare uomo il prima possibile, trascinando per un polso la ragazza dai capelli corvini, che lo seguì docilmente fino all'esterno.
-Se non la piantano di fissare le tue tette, giuro che faccio una strage!- sibilò Dean, irritato da pochi coraggiosi che ancora osavano fissare di sfuggita le grazie di Castiel.
Il compagno non commentò alcunché, ma affrettò il passo e soffocò una risata.
 
Erano in viaggio da circa mezza giornata quando Dean, alla guida del furgone, iniziò a provare delle intense fitte allo stomaco; provò a resistere, ma dopo alcuni minuti si ritrovò costretto ad accostare, sotto lo sguardo preoccupato di Castiel.
-Dean?- lo chiamò con un soffio di voce, aspettando una qualunque rassicurazione ma quando il Winchester scese dal veicolo gli fu subito dietro, pronto ad aiutarlo.
Il cacciatore era più pallido del solito e faticava a mantenersi in posizione eretta senza essere trafitto dal dolore, almeno a giudicare dalle smorfie che si dipingevano sul suo viso ad ogni tentativo.
-Mi sta esplodendo la testa... e ho dei crampi atroci-
Quando il compagno si offrì volontario per guidare, non avrebbe mai immaginato che Dean avrebbe accettato; stando così le cose, doveva stare peggio di quanto si aspettasse, il che costituiva un potenziale problema. Nel caso di attacco, sarebbe stato un bersaglio facile o comunque estremamente vulnerabile.
Si rimisero in viaggio in silenzio, rotto di tanto in tanto dai gemiti di Dean e dai sospiri di Castiel che non aveva idea di cosa potesse essere accaduto. Almeno finché il cellulare del leader non diede segni di vita; forse Chuck gli avrebbe dato le risposte che desideravano.
-Ti prego, dammi una sola buona notizia...- supplicò il cacciatore, soffocando un singhiozzo.
-Oh no...Dean, non dirmi che hai le fitte!- dalla voce del profeta non presagiva nulla di buono e questo non fece che demoralizzare ulteriormente il Winchester.
-Sto per morire?- la voce del leader si alzò di mezzo tono, con connotati vagamente isterici.
-PMS- fu la semplice, titubante risposta di Chuck. Temeva la reazione del loro capo.
Dean sbatté ripetutamente le lunghe ciglia, dimenticando per un momento il dolore, troppo frastornato dalla notizia.
-Ne sei sicuro?-
Non poteva vederlo, ma il profeta annuì.
-Abbastanza. Io, Risa e Karl abbiamo evocato il fantasma della donna. Non ha molta simpatia per il genere maschile, devo dire- lasciò la frase in sospeso, come se volesse solo scordare i dettagli. -Ad ogni modo, Risa é riuscita a parlarci. La donna si é suicidata in seguito a una violenza del suo uomo e prima di morire ha maledetto il pegno del suo amore. Un regalo di San Valentino-
-La collana- concluse Dean, sibilando a denti stretti.
-Voleva che gli uomini patissero le sofferenze di una donna, a quanto pare. Se tu hai già le fitte, significa che tra un paio d'ore anche Castiel inizierà ad avvertirne i sintomi. Non riuscireste mai a tornare al campo in quelle condizioni, quindi io e Risa vi raggiungeremo a New York con la collana. L'unica cosa che dovrete fare é trovare la scatola. Oh. Ti passo Risa, credo voglia darti qualche consiglio utile-
Dean alzò gli occhi al cielo quando la voce squillante della donna raggiunse i suoi timpani. Gli dava ai nervi. Voleva solo una martellata in testa per riuscire ad addormentarsi.
-Ascoltami, Dean.-
-No, stammi a sentire tu! Ho combattuto cose peggiori, vuoi che non sappia amministrare una cosuccia del genere?-
-So come ti senti, ok? Almeno, credo-
Dean sbarrò gli occhi.
-Cos'é? Hai toccato la collana e sei diventata un uomo, per caso?-
-Quello che intendo, é che per quanto ne sappiamo, la maledizione potrebbe aver moltiplicato il dolore dei sintomi. Quindi potresti anche stare peggio di una normalissima donna.- spiegò l'altra, spazientita. Al diavolo la comprensione, Dean era un imbecille e purtroppo, la maledizione non lo aveva fatto rinsavire, nemmeno con lo scambio di sesso.
Il cacciatore si massaggiò le tempie, esausto.
-Grandioso!-
-Passami Castiel, non sei in condizioni di intendere e di volere!-
Dean staccò l'orecchio dal cellulare, osservandolo incredulo.
-Che stronza!-
Il compagno sorrise e prese tra la spalla e l'orecchio il cellulare che il leader gli porgeva.
Il Winchester lo vide annuire, mugugnare e rispondere a monosillabi. Poi, finalmente gli restituì il dispositivo.
-Mi spiace, tesoro. Dovrai aspettare un po'-
-Primo: odio quando mi chiami tesoro. Secondo: non devo partorire, grazie a Dio! Terzo: mi sento come se stessi morendo e tu mi dici che devo aspettare?- gli occhi verdi di Dean sprizzavano ira e la sua voce si era alzata gradualmente, tanto che Cass si stupì che i vetri del furgone non fossero andati in frantumi.
Stava per ribattere, ma prese la saggia decisione di tacere: qualunque cosa avesse detto in quel momento, non avrebbe fatto altro che irritare maggiormente Dean.
-Ok. So che non stai bene, ma abbiamo poco tempo. Ho solo due ore di tempo per fare rifornimenti e guidare fino al garage di tuo padre, quindi cerca di collaborare- certo di non riuscire a persuadere l'amante con così poco, Castiel si voltò per incrociarne lo sguardo, inclinando lievemente il capo e armandosi di un dolcissimo broncio, reso ancora più tenero dalle labbra piene. La tattica si rivelò vincente: Dean sbuffò e si accasciò sul sedile, arrendevole e docile.
L'angelo caduto esultò mentalmente: essere in un corpo femminile aveva i suoi aspetti positivi, almeno per il momento.
Guidò in completo silenzio, lanciando di tanto in tanto occhiate apprensive al compagno, rannicchiato e dolorante. Se solo avesse potuto curarlo come un tempo, quando ancora possedeva la Grazia...invece era costretto a vegliarlo impotente, privato dei suoi poteri angelici e quella smorfia era per lui insopportabile.
Incredibile come riuscisse a sentire anche la tensione di Dean, il suo imbarazzo per quella situazione seppur abilmente celato. Non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura di sentirsi piccolo e debole in quel corpo femminile, ma Castiel sapeva.
Perché la percezione di un amante é quasi infallibile.
 
Aveva appena afferrato un pacchetto di assorbenti quando avvertì la prima, tremenda fitta.
Per un momento, nella sua mente si creò un black-out, seguito immediatamente da un lampo di panico: era impossibile, mancava ancora un'ora e mezza.
A meno che...
Il cellulare squillò, costringendolo ad accantonare per un momento i suoi dubbi. Leggendo sul display il nome del Winchester, si affrettò ad uscire dallo store, temendo che qualcosa lo avesse attaccato.
Paura che crebbe quando non lo vide appoggiato al finestrino, dove lo aveva lasciato. Cercò di ignorare i crampi e corse fino al furgone, nonostante il seno enorme gli creasse qualche fastidio.
Trovò l'amante accasciato tra i due sedili, il pugno chiuso premuto contro la bocca in un palese tentativo di non lasciarsi sfuggire alcun gemito e un paio di gocce salate ai lati degli occhi serrati.
Fu accanto a lui prima ancora di rendersene conto, mentre le braccia correvano alla ricerca dei fianchi esili, per infondergli un minimo di coraggio o forse perché sentisse di non essere solo.
-Cass...- un bisbiglio spezzato da un imminente singhiozzo, trattenuto a malapena.
Se lo attirò contro al petto, augurandosi di non soffocarlo con quel suo seno enorme, avvertendo le ciocche castane e ondulate del cacciatore solleticarlo.
-Dean, dì la verità. Le fitte sono iniziate da parecchie ore, dico bene?- in un sussurro diede voce ai suoi sospetti, temendo di farlo sentire peggio se solo avesse alzato troppo la voce.
Il Winchester non disse nulla; si limitò ad annuire, stringendo i denti.
Maledisse la collana, il fantasma, l'apocalisse e un altro miliardo di cose.
-Riposati, penso io a guidare- suggerì l'angelo caduto, carezzandogli dolcemente i capelli, in un movimento lento e rilassante che però non sembrava lenire le pene del suo leader.
-Non ci riesco- gorgogliò l'altro, con le lacrime agli occhi. Ed era vero.
Qualunque posizione si rivelava essere una tortura. Si odiava per quella debolezza. -Odio essere donna-
Piagnucolò, stringendosi di più al corpo dell'amante, in cerca di calore, sentendosi solo vagamente meglio avvertendone il profumo di incenso, candele e oli profumati.
Quel profumo che non era più quello del suo Cass, ma dell'uomo distrutto dai sensi di colpa che era diventato. Eppure, sotto quel dolce aroma d'oriente riusciva ancora a percepire la sua essenza, quella angelica. Anche se forse era solo la sua immaginazione.
Ma era l'unico in grado di distoglierlo, solo per pochi istanti, dai crampi.
"Non andartene, Cass" dicevano le sue pozze verdi, nonostante non ce ne fosse alcun bisogno. Castiel non lo avrebbe mai lasciato, perché dal momento in cui lo aveva trascinato fuori dall'Inferno, l'anima di Dean si era fusa con la sua Grazia.
-E non pensare neanche solo per un momento che io mi metta quei cosi!- gracchiò invece il cacciatore, riferendosi agli assorbenti, troppo orgoglioso per dar voce alle proprie preghiere o ringraziare l'uomo che amava. Tuttavia, le sue labbra carnose (in altre circostanze non avrebbe esitato un secondo ad avventarsi su di esse, invitandole a schiudersi per lui e per lui soltanto) si aprirono in un sorriso divertito.
-Coraggio, Deanna. Non lo dirò a nessuno-
"Certo, perché se oserai farlo, ti ammazzerò con le mie mani, stupido Guru maniaco sessuale! E ringrazia di non avere più le ali, altrimenti ti staccherei una piuma alla volta come si fa con un pollo!" Questo quello che Dean avrebbe voluto gridargli. Se solo ne avesse avuto la forza.
-Fottiti, Cass- rispose invece. Ben più corto e conciso.
-Preferirei fossi tu a farlo, una volta tornato uomo...- quel mormorio sensuale all'orecchio fece risalire un brivido lungo la schiena del Winchester.
Sembrava un invito così...eccitante.
Così, si sforzò con tutto sé stesso e piegò le morbide labbra in un sorriso.
Castiel trattenne il fiato per un momento: nonostante il sudore che imperlava la fronte a quel viso così diverso, eppure così familiare, nonostante i capelli così lunghi e scarmigliati, nonostante il corpo non fosse più quello virile che in più di una notte lo aveva avvolto con le proprie braccia prima di farsi strada dentro di lui, Dean era sempre il suo umano. Ed era sempre bellissimo, in qualunque forma. Una bellezza che avrebbe fatto impallidire lo splendore del Paradiso e al diavolo tutti i suoi fratelli che l'avrebbero considerata un'eresia.
Si mosse inconsciamente, alla ricerca di un bacio che sapeva di miele, con un lieve retrogusto salato, di lacrime che avevano lasciato una traccia del loro passaggio.
-Forse avresti avuto bisogno di un angelo migliore- un sussurro a fior di labbra, mentre ancora aveva gli occhi chiusi per concentrarsi sul suo profumo e forse per non dover leggere una risposta affermativa negli occhi verdi del compagno.
-Forse...-
Una pugnalata che per un momento gli levò il fiato.
-Ma non mi avrebbe amato quanto te. Nessun angelo del Paradiso sarebbe caduto solo per stare al mio fianco. Tu...- si morse le labbra, non abituato a mostrare così apertamente i suoi sentimenti. -Tu sei la mia fortuna più grande, Cass. Quindi, credo che mi farò andare bene l'angelo del giovedì-
L'altro aprì finalmente gli occhi blu, ora lucidi come bagnati da gocce di rugiada e oltre la patina di dolore trovò negli occhi del cacciatore lo stesso, totalizzante amore che provava lui.
Poi una nuova fitta trafisse il Winchester come una spada, costringendolo a rannicchiarsi su sé stesso, facendo apparire il suo corpo più minuto di quanto già non fosse.
Sentì Castiel gridare il suo nome e i timpani farlo echeggiare fino alle viscere. Finché i suoi sensi non decisero di dargli tregua, accogliendolo in un sonno privo di sogni.
 
Quando finalmente riaprì gli occhi, aveva la testa appoggiata sulle gambe di Cass. Le lunghe ciocche scure come la notte erano tornate corte, i lineamenti del viso quelli di sempre, accompagnati da un lieve strato di barba, il seno era ovviamente sparito e Dean era pronto a scommettere che anche tutto il resto fosse a posto.
Colto da un improvviso raptus, si sollevò di scatto, tastandosi il petto, carezzandosi il viso per accertarsi che tutto fosse tornato com'era.
-Wow! Allora Chuck e Risa ce l’hanno fatta!-
Castiel gli rivolse un sorriso rilassato.
-In realtà il primo a tornare normale sono stato io. Forse perché la maledizione non era in uno stadio avanzato come il tuo. Comunque è stato davvero difficile resistere alla tentazione di toccarti.- ammise l’angelo caduto con un ghigno strafottente stampato sul suo faccino da schiaffi.
-Carino da parte tua non stuprarmi nel sonno, Cass. Grazie!- rispose ironico l’altro.
-L’ho fatto solo perché temevo che se fossi rimasto incinta non saresti tornato uomo per nove mesi e in quel caso mi avresti ammazzato- Castiel non riuscì a resistere alla tentazione di scherzarci su.
-Perché affaticarmi tanto? Ti saresti ammazzato con le tue mani alla prima crisi d’astinenza!- sogghignò il leader, rispondendo alla provocazione calcando con un accento malizioso la parola “astinenza”.
Il suo sottoposto ghignò.
Sì, in effetti non sarebbe stato affatto divertente rinunciare a Dean per nove mesi in cambio di una Deanna perennemente isterica e collerica.
-Touchè- si arrese l’angelo caduto, posando un bacio sul collo dell’altro, facendolo rabbrividire di piacere.
Restarono per un po’ in silenzio, poi Dean richiamò l’attenzione dell’angelo.
-Cass…siamo assolutamente certi che sia tutto a posto?-
-Che intendi dire?-
-Beh. Siamo stati donne per parecchio tempo. Forse dovremmo assicurarci che…insomma, che tutto funzioni come deve!-
Castiel sogghignò.
-È una proposta indecente, Dean?-
Il leader si voltò leggermente, così da poterlo guardare almeno con la coda dell’occhio e si umettò le labbra.
Sì, decise Cass. Quella era assolutamente una proposta indecente…
  
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