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Autore: sbriashi    04/07/2013    1 recensioni
«Paul, ho solo una domanda: hai detto di vivere con tre ragazzi, dov'è il terzo?»
Come se qualcuno lassù avesse ascoltato la mia domanda, alla mia destra apparve un altro ragazzo. Quando mi resi conto che indossava solo delle mutande sobbalzai ma cercai di nascondere il mio imbarazzo dato che lui sembrava non averne.
«Oh, John! Abbi la decenza di coprirti almeno davanti a mia sorella!»
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Accostai delicatamente la porta della mia camera cercando di fare il minimo rumore e pian piano scesi le scale sempre cautamente e accertandomi che non ci fosse nessuno al piano di sotto che potesse vedermi.
Dopotutto erano le sei del mattino ed i ragazzi non si svegliavano mai prima delle dieci. Presi il cappotto e poi mi fermai un secondo di fronte allo specchio appeso al muro. Osservai i miei capelli castani, un po' più chiari sulle punte, che mi ricadevano sulle spalle e spostai la frangia un po' ai lati perché stava diventando sempre più lunga e quasi mi copriva gli occhi che avevo dello stesso colore di mio fratello.
Feci un lungo respiro e mi lasciai scappare un sorriso.
 
Stai calma, andrà tutto bene. Non è la tua prima uscita con un ragazzo.
 
Uscii di casa e mi guardai intorno per vedere se c'era qualcuno che potesse conoscermi. Ma infondo erano solo le sei del mattino e la gente della mia età a quell'ora aveva di meglio da fare, tipo dormire. Così, con le mani in tasca e la mia camminata da "non sto nascondendo niente, sono innocente", mi avviai al parco vicino Penny Lane.
La mattina era sempre tutto tranquillo per le strade e questo mi fece calmare un po'. Avevo il cuore che mi faceva quasi scoppiare il petto da quanto batteva forte. Anche la paura però faceva la sua parte, si era impadronita dei miei pensieri da un bel po' e non mi lasciava tregua.
Ecco. Ero arrivata di fronte al cancello di Greenbank Park, rimasi lì immobile a fissare chissà cosa di fronte a me e poi finalmente entrai decisa. L'ultima volta che ci ero venuta avevo visto John che se la faceva con un'altra e subito mi sentii così arrabbiata che avrei potuto pure voltarmi ed andarmene. Ma non lo feci.
Trovai una panchina libera in un punto un po' più isolato del parco e mi sedetti. Mi guardai intorno e ancora nulla, ero praticamente sola. Mi chiesi perché diavolo fossi andata là, perché avevo dato un'altra possibilità a John?
La sera prima mi aveva chiesto di vederci lì la mattina presto almeno nessuno ci avrebbe potuto vedere ed io avevo accettato. Mi faceva strano uscire con John Lennon, il ragazzo che mi aveva offesa ed umiliata e che mi aveva fatta sentire come se non valessi nulla. Ma era anche quel ragazzo che mi aveva salvato la vita, che mi aveva baciata all'improvviso e con cui avevo fatto l'amore. E poi un'altra possibilità se la meritano tutti.
 
«Ma chi è questa bella signorina?»
Sobbalzai non appena sentii due mani che, da dietro, si posarono sopra i miei occhi ed udii una voce un po' stridula ma che avrei potuto riconoscere ovunque.
«Da quando in qua mi fai i complimenti, Lennon?»gli domandai ridacchiando mentre poggiavo le mie mani sulle sue.
«Beh, se vuoi non te li faccio più»
Rise anche lui e si sedette accanto a me. Lo guardai in faccia e per un attimo mi mancò il fiato.
«Ti ha vista qualcuno in casa?»mi chiese mentre tirò fuori una sigaretta.
«No, gli altri stavano dormendo. Tu piuttosto quando ti decidi a tornare?»
Da quando aveva litigato con mio fratello, John era andato a stare da Stuart, un suo vecchio amico di scuola, per evitare altri casini con Paul o con me.
«Ancora non ne ho idea ma è meglio così. Questa cosa tra noi deve rimanere segreta e non so quanto potrei contenermi sapendo che la tua stanza è proprio accanto alla mia»
Scossi la testa e scoppiai a ridere mentre lui mi strinse fra le sue braccia.
«Sei sempre il solito pervertito»
Mi fece l'occhiolino e ghignò divertito. Io in tutta risposta gli diedi un leggero schiaffetto su una guancia così lui abbassò il suo sguardo verso di me e sorrise. Era uno di quei sorrisi che ti scaldano il cuore, così potenti che ti scuotono anche l'anima in un secondo e neanche te ne accorgi. A mia volta sorrisi anche io sfoggiando il sorriso più sincero che potessi avere.
«Occhio ai sorrisi, che fanno innamorare»mi sussurrò all'orecchio avvicinandosi sempre di più a me. Feci scontrare delicatamente il mio naso con il suo ed in un batter d'occhio sentii le sue labbra poggiarsi sulle mie. Era uno di quei baci piccoli ma pieni d'emozione. Uno di quelli in cui si allontana piano, ci si guarda negli occhi e scoppia l'amore.
 
Ci allontanammo dal parco e camminammo per tantissimo tempo, un tempo che sembrò davvero infinito. Arrivammo fino ad una strada in piena campagna dove John mi disse che ci veniva spesso quando saltava scuola ed era tipo il suo posto segreto.
Si sdraiò sull'erba verde e si accese l'ennesima sigaretta. Dio quanto era bello quando fumava, aveva qualcosa di troppo attraente e quasi provocante. Ero sempre stata affascinata dai cattivi ragazzi ma lui forse era diverso, o almeno lo speravo.
«Mi piace questo posto, è lontano da tutto» dissi osservando il cielo e le nuvole che si spostavano lentamente.
«E' dove vengo a scrivere le canzoni, trovo sempre ispirazione qua»
Subito mi immaginai un John seduto per terra con la sua chitarra intento a creare accordi e a cantare parole che mi avrebbero fatta impazzire. Solo lui e la musica.
«Ehi ma stasera suonate al Cavern!»esclamai tutta entusiasta. Me l'ero totalmente dimenticato.
«Eh già, tu vieni?»
Annuii e poggiai la testa sul suo petto mentre lui mi passò il braccio sopra le mie spalle.
Ma come avremmo fatto quella sera con gli altri? Non potevamo certo baciarci davanti a tutti o atteggiarci come fidanzatini. In realtà visti i miei usuali rapporti con John avremmo dovuto scannarci a vicenda per non dare nell'occhio.
«Hai pensato a come comportarci quando saremo con i ragazzi?»
Lui esitò un po' a rispondere, a quanto pare non ci aveva pensato.
Per me non era un problema, assolutamente. Avrei mantenuto il nostro segreto ad ogni costo perché in quel momento era l'unica cosa che mi faceva stare bene. L'unica cosa che mi preoccupava era la costante paura di deludere mio fratello, ero stanca di vedere Paul sempre agitato od arrabbiato solo per colpa mia.
«Facciamo finta di niente, vedrai che non sospetteranno nulla. Fidati di me»
Fidarmi di lui. Avrei dovuto farlo? Avevo per caso un'altra scelta? Forse era giusto così, dovevo buttarmi o non avrei mai potuto sapere se ne sarebbe valsa la pena.

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Ehilà! 
Perdonate il capitolo corto ma ho proprio l'ispirazione sotto i piedi :(
Spero che la ritrovi presto!
Beh, grazie a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente. IO VI AMO, sappiatelo :)
Baci,
-M
   
 
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