Grimilde.
Da piccola ero un amore.
Nelle foto c’è un fagottino rosa in una culla tutta
pizzi e fiocchetti, una neonata che gattona tra le coperte, una bimba con
nastri colorati tra i capelli che mostra un sorrisone sdentato alla fotocamera.
“Un vero amorino” dice la gente che guarda le foto.
Non sembra fare caso, mentre interessati guardano l’album ,a
quello che sono io adesso.
“Non ce lo aspettavamo, da lei…” ho sentito dire a
mia madre, mentre mi portava la prima volta da quello.
Lo psicologo, lo chiamano. Io preferisco di gran
lunga quello, però.
Che vi aspettavate? Avreste dovuto intuirlo.
Sono stata cresciuta a pane e Disney, come tutti
gli altri bambini, ma a me piacevano i cattivi.
Da una parte una ragazzina dai vestiti accesi, i
capelli cotonati e gli occhi sgranati. Pelle bianca come la neve…bah. E poi
I miei genitori non mi danno molto retta,
nonostante la storia di quello e
tutto il resto.
Pensano alla mia sorellina, la maggior parte del tempo.
La mia sorellina dai vestiti accesi, i capelli neri, lucidi e un grande sorriso
sempre stampato in faccia. Daisy. La piccola principessina di casa.
La detesterei di meno, se solo lei mi odiasse. E
invece no, è perfetta.
“Bianca, perché non sei un po’ più come tua
sorella?” mi chiedono i miei genitori, esasperati, quando si ricordano che
esiste anche l’altra figlia.
Bianca. Mi
chiamo Bianca.
“Bianca come Biancaneve, vero? Sei una principessa?” Mi chiede Daisy, guardandomi con occhi
luminosi.
Io? Una principessa?
No, non io. Io sono la cattiva.
Io sono Grimilde.