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Autore: nuccetta    05/07/2013    9 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Entro di corsa nell'ufficio di Damon. E' nervoso, lo vedo dai suoi gesti e dal saluto freddo, molto più del normale, che mi riserva.

“Non credo di avere molto tempo per te, al momento”.

“Beh, allora trovalo, perchè lei sta per partire e se non ti muovi la perderai per sempre”.

Gli occhi di mio fratello si assottigliano in due fessure. Il suo sguardo allibito e, al tempo stesso infastidito, sono segno inconfondibile del fatto che non sia al corrente di ciò che sta succedendo e che si stia chiedendo perchè sono piombato qui, come un povero pazzo, a disturbare la sua, già impegnata giornata lavorativa.

“Che diavolo stai blaterando?”.

I rapporti tra di noi si sono distesi parecchio nell'ultimo periodo, l'unica cosa positiva del mio periodo di dipendenza recidiva insomma, però sarebbe troppo chiedere anche reciproca fiducia, quella non c'è adesso e, non sono sicuro potrà mai esserci.

“Elena sta per andare via. Tra un paio di ore ha un aereo che la porterà Dio solo sa dove”.

Espongo la mia risposta tutto d'un fiato, quando Elena mi ha chiamato, dicendomi di volermi salutare, sono rimasto allibito. Io avrei dovuto partire, io mi ero messo in testa di abbandonare definitivamente New York alla ricerca di me stesso, della mia felicità.

“Che cosa significa che sta per partire? Perchè? Perchè non ne sapevo niente?”.

Per la prima volta riesco ad intravedere negli occhi di mio fratello la paura, la stessa paura che sto provando io in questo momento, la paura di perdere la donna che ama, di vederla scivolare come una saponetta dalle sue mani. La differenza tra me e lui è che lei non è più mia, forse non lo è mai stata.

“Non lo so Damon, forse eri troppo impegnato a progettare una sistemazione confortevole per Katherine perchè te ne accorgessi”.

Pronuncio le mie parole con acidità, pur non avendone diritto. Non è lui ad aver tradito suo fratello con la sua donna, non è lui ad aver minacciato la donna che ama perchè ritornassero insieme e non è lui ad aver cercato nella droga un modo insulso per riacquistare l'attenzione.

“Senti, io non so cosa sia passato per la testa di Elena, ma non è come crede. Te lo giuro”.

“Non è come crede cosa? Damon, le hai aperto le porte di casa tua, la casa che condividi con la donna che ami, la donna che ogni notte piange per quel futuro che ha programmato e che non è mai arrivato. Prova a comprenderla di più. Ti sarebbe piaciuto se io fossi entrato a far parte della tua vita? Se avessi alloggiato definitivamente nella camera affianco alla vostra ? Ti sarebbe andato bene? Avresti accettato di condividere la casa con l'uomo che ha amato Elena prima di te?”.

Lo sguardo di Damon passa dall'essere affranto,a combattivo, ma non mi importa, so quello che dico e, inoltre, è una piccola rivincita per quell'accenno di rabbia che ancora mi logora lo stomaco.

“Pensi davvero che io voglia Katherine nella mia vita? Dopo quello che mi ha fatto, che ci ha fatto?”.

“Non lo so, Damon. Io penso che qualsiasi persona normale vorrebbe estrometterla da ogni sua giornata, ma non so cosa sia passato per la testa a te. Non lo so minimamente”.

Damon si alza con uno scatto dalla sedia, è furioso, esattamente come quando discuteva con mio padre, elencandogli i motivi per cui non lo avrebbe mai perdonato.

“Voglio solo mia figlia. E quando dico voglio, intendo dire che deve appartenere a me e a me soltanto. Ovviamente nessun giudice con la testa apposto affiderebbe la figlia al padre, non se la madre ha tutte le carte in regola per tenerla con sé. Katherine non possiede le carte giuste”.

Ok, mi sto ritrovando di fronte ad un genere di discorso che non avevo previsto. Sono venuto qui con l'intento di incentivare mio fratello a riprendersi la sua donna e sono giunto al punto di parlare di tutele legali e di Katherine Pierce?

“Non ti sto seguendo...”.

“Katherine è una drogata”.

Non c'è che dire, mio fratello, come al suo solito, non dimostra mai un certo tatto per le cose, però adesso la situazione inizia a delinearsi in modo nitido di fronte a me.

“Ok. Questo vuol dire che potresti avere la bambina, ma cosa c'entra con la sua presenza in casa tua e di Elena?”.

“E' abbastanza chiaro: aspetto un suo passo falso e avere in casa il nemico ti permette di seguirlo più da vicino. E inoltre, preferisco avere mia figlia sotto controllo”.

Adesso comprendo in pieno l'atteggiamento di Damon, come sospettavo un motivo di fondo c'era, era vivo e concreto nella testa di mio fratello, l'unica cosa che non capisco è perchè...

“Perchè non ne hai parlato con Elena? Lei ti avrebbe aiutato, ti sarebbe stata vicino e, soprattutto, non avrebbe frainteso l'intera soluzione”.

“Non potevo rischiare di metterla in mezzo. Volevo che non sapesse. Elena non è mai stata brava a mantenere un segreto e gravarla di questo peso mi sembrava un invalido controsenso.

Però come al solito ho sbagliato tutto”.

“E' la tua donna, Damon. Dalle credito, tienitela vicino il più possibile, rendila partecipe più che puoi della tua vita. Già io ho fatto questo errore in passato, non cascarci anche tu”.

Avverto lo stomaco bruciare. Tutto questo non è per niente facile. Fingere di stare bene, che sia tutto passato, fingere di non amarla più, di averli perdonati, no, non è una cosa che riesco a fare bene. Però ci credo seriamente, credo in ogni parola che ho pronunciato, in ogni minuto che ho speso qui dentro. Amo Elena e voglio solo il meglio per lei e se il meglio è mio fratello, va bene così, purchè lei non soffra più.

“Stefan, amo Elena con tutto me stesso, non farei mai nulla per farlo soffrire, te lo assicuro. E che forse ho agito troppo impulsivamente. Sono stato un'egoista, per eliminare definitivamente Katherine dalle nostre vite, non ho pensato minimamente alle conseguenze delle mie azioni”.

Annuisco, prima di porgli la domanda definitiva, prima di porgergli il mio aiuto. Aiutare l'uomo che mi ha rubato la ragazza... chi l'avrebbe mai detto?! Poi guardo quest'uomo meglio negli occhi e ci vedo solo l'ombra più matura e spenta di mio fratello. Glielo devo, glielo devo perchè lui c'è stato anche nei momenti più bui, perchè, pur odiandomi, non mi ha mai lasciato andare, perchè sempre e comunque, a parte singoli casi, ha messo me prima di se stesso.

“Ti aiuterò io con Katherine. Sono l'unico che può incastrarla, l'unico che sa realmente cosa combina nelle sue notti brave”.

“Non se ne parla. Potresti ricascare nel giro e questa è l'ultima cosa che vogliamo, che tutti noi vogliamo”.

“Non ci cascherò te lo assicuro”.

“Stefan, so che non è tutto passato, lo so perchè anche per me non lo è e, probabilmente non lo sarà mai. Non devi aiutarmi per forza, possiamo continuare ad essere fratelli come abbiamo sempre fatto...”.

“Non lo faccio per te, lo faccio per mia nipote. Tengo a Lily e voglio assicurarle un futuro migliore. E lo faccio per Elena, perchè nonostante tutto tengo ancora a lei. Non sono un bambino, so quel che faccio, non ti devi preoccupare”.

“Davvero?”. Mi guarda inarcando le sopracciglia, odio questo suo atteggiamento da paparino apprensivo, ma non posso fare altro che dargli ragione, mi sono comportato come un'idiota e non dovrei irritarmi se le persone che mi circondano non sono poi così fiduciose nei miei confronti.

“Davvero. Riuscirò a contenermi e, se dovessi vedere che è troppo difficile, me ne tirerò fuori. Katherine ha rovinato le nostre vite e noi dobbiamo riscattarci. Ora devo andare ad accompagnare la tua fidanzata all'aeroporto, ci vediamo lì”.

Faccio per girarmi, ma la sua voce, un po' delusa, mi raggiunge prima che possa attraversare l'uscio.

“Lei ha chiamato te?”.

“Non è il momento di essere geloso. Sappiamo entrambi che il cuore di Elena ti appartiene, quindi alza il culo e vieni a fermare la donna che amiamo, io non ne sono capace”.

 

 

Caroline, per favore, sta' zitta un attimo. Credo che la tua voce riesca ad essere molto più fastidiosa di questa fottutissima dipendenza che mi logora”.

Chiudo gli occhi appena un secondo, prima di capire che forse ho esagerato, ho esagerato con l'unica persona con cui non avrei dovuto farlo. Caroline è rimasta in silenzio, leggermente affranta dalla mia indisposizione, ma comunque non arrabbiata.

Le mie condizioni sono lievemente migliorate, non vomito più e anche la sudorazione sembra essere tornata normale, ma questo vuoto non mi abbandona. Non mi abbandonava neanche prima, però era come se quella dannatissima polvere bianca fosse una cura ad ogni mio problema, era come se mi aiutasse a non sentire.

Qualcuno suona alla porta, di certo io non mi alzo. Sono prigioniero in casa della mia ex fidanzata, della ragazzina permalosa ed egocentrica che ho amato viziare, che ho consolato e di cui poi, infine, mi sono innamorato. E mi sento tremendamente a disagio, tremendamente in difetto con lei che mi ha aspettato tutta la vita, che mi ha dato tutto l'amore del mondo, che mi ha sostenuto e protetto nonostante tutto il dolore che le ho procurato.

Ho ancora gli occhi chiusi quando avverto una presenza nella camera, inizialmente non ci faccio caso pensando si tratti di Caroline, ma qualcosa, un profumo di famiglia e di passato, mi costringe a spalancarli.

Damon è davanti a me, lo sguardo duro e freddo, la mascella contratta e l'espressione gelida di chi non ha preso molto bene la mia condizione.

Lo saluto con un cenno del capo.

Ciao, fratellino”. Benchè il saluto sia spiritoso, non posso dire altrettanto del suo sguardo.

Quasi non mi accorgo della persona che gli sta affianco.

E' bella, bella esattamente come la prima volta che l'ho incontrata al campus, bella come allora con un sorriso un po' meno ampio, anzi quasi assente.

I lunghi capelli le accarezzano lisci le spalle morbide. La sua semplicità mi disarma. Mi ritrovo ad osservare il suo corpo, la maglia marrone aderente che lascia intravedere una scollatura profonda, delineata da una geometrica v color crema che fa contrasto con la sua pelle scura, la gonna corta, anch'essa marrone, che lascia intravedere le gambe longilinee e toniche, la mano libera dalla borsa, che intreccia dritta e fiera quella di mio fratello, quella del suo unico amore. Una morsa affligge maleducata e incurante il mio stomaco, mi sento soffocare ma non dovrei più farci caso. Lei è sua ormai, ed io non posso farci niente. E' sua più di quanto sia stata mia e lo vedo, lo vedo dallo sguardo di venerazione che gli dedica mentre, con ogni probabilità, lo invita a non correre verso il letto con l'intenzione di tirarmi un pugno.

Cosa ci fai qui?”.

Caroline alza un attimo lo sguardo dalla sua maxi maglia grigia per ammonirmi con lo sguardo, poi torna a giocare con i bottoncini dorati che la attraversano in tutta la sua lunghezza.

In effetti me lo chiedo anche io: cosa ci faccio qui? Avrei preferito essere ovunque, in viaggio alle Bahamas, al ristorante messicano della terza strada, magari anche in qualche slum indiano, a mangiare pane e fagioli dal mattino alla sera, ma non qui, Stefan. Non qui, davanti a mio fratello che, ancora una volta, ha deciso di gettare quel che resta della sua vita nel cesso”.

Non ho chiesto il tuo aiuto”.

Damon scatta con rabbia verso di me e probabilmente mi si avventerebbe addosso se, con estrema calma e fermezza, Elena non appoggiasse la borsetta animata accanto a quella bronzata di Caroline, e lo trattenesse dal braccio muscoloso.

Smettila di fare il deficiente”. E come per magia, quelle parole sono per mio fratello il miglior balsamo. Con ancora odio negli occhi, si risistema la giacca scura e mi osserva inferocito, ma distante.

E' Caroline a prendere la parola, con estrema eleganza si avvicina al bordo del letto, camminando con grazia nonostante i sandali rasoterra.

Smettetela di fare i deficienti, adesso. Sentite, abbiamo già affrontato tutto questo una volta, possiamo farlo insieme. E se io sono disposta ad accettarlo, voi non potete essere da meno”.

Il suo tono pacato, ma al tempo stesso autorevole spinge al silenzio entrambi, al che Elena nasconde appena una risata, mettendo in bocca la pila di perle che le avvolge il collo.

Forse prima che Damon si portasse a letto la mia ragazza”.

Non prima che tu lo facessi con la mia”. Vedo caroline portare disperata le mani tra i capelli mossi e, senza volerlo o averlo premeditato scoppio a ridere, in una risata decisamente poco consone alla situazione.

Che cazzo hai da ridere?”.

Rido perchè non riesco a pensare a quando tutto questo sia successo. Io e te, Damon, i fratelli Salvatore, gli indivisibili e affiatanti fratelli Salvatore. Quando è iniziato tutto?”.

Quando hai tradito la mia fiducia, scopandoti Katherine. Ma, sai una cosa?! Io ti ringrazio. Ti ringrazio perchè se non lo avessi fatto, non saresti andato via da New York e non avresti conosciuto Elena ed io non me ne sarei innamorato”. Ok, forse non è il genere di frasi che si dicono al fratello cornuto, ma nella voce di Damon riesco davvero ad avvertire la gratitudine.

Una fitta mi attraversa lo stomaco mentre cerco di mettermi a sedere. Il mio sguardo attraversa veloce le tre figure che mi circondano, poi mi soffermo di nuovo su quella più alta e spessa.

Perchè sei qui, Damon?”.

Perchè non voglio vedere andare a rotoli la vita di mio fratello”.

Adesso ti preoccupi per la mia vita? Non tornerà mai come prima tra di noi”.

No, è vero. Ma su quel letto di morte, ho promesso a nostra madre che mi sarei preso cura di te. E' vero, ero solo un bambino, ma non posso venire meno a quella promessa”.

E adesso capisco. Potremmo odiarci per tutta la vita, non rivolgerci la parola per tutta la vita, ma quello che siamo non può cambiare, siamo fratelli e questa sarà la nostra croce per l'eternità.

Siamo qui, Stefan. Siamo venuti a prenderci cura di te e non molleremo fino a quando non avrai riottenuto in mano la tua vita”.

Annuisco, un semplice segno di assenso accompagnato da un accenno di sorriso che sforma le labbra di mio fratello, un semplice movimento del capo che stipula altezzoso la nostra tregua.

 

 

“Elena, io so che non ho nessun diritto di parola nella tua vita, ma sei davvero sicura di ciò che fai?”.

Tante cose mi sarei aspettata nella mia vita, fare il coast to coast degli Stati Uniti in sella ad un Harley Davidson, vedere il Macchu Piccu in Perù, andare a visitare la fabbrica dello Zapaca e berne un bicchiere con il presidente, forse anche fare couch serving, ma di sicuro non mi sarei aspettata di ritrovarmi di fronte ad un reale Stefan Salvatore che quasi mi prega di non lasciare suo fratello.

“Te l'ho già detto, Stef. Io non sono seconda a nessuno”.

I rapporti tra me ed il più giovane dei Salvatore si sono distesi parecchio, molto più di quanto abbiano fatto con Damon, e mi fa piacere averlo qui al mio fianco, pur sapendo che per lui sono ancora la donna di una vita.

Il suo sguardo diventa un po' più intenso.

“So che non dovrei farlo, che non è giusto, eccetera eccetera, ma, quando ti sarai schiarita le idee, se decidessi davvero di dare un taglio alla tua storia con Damon, chiamami. Potremmo girare il mondo insieme, sarebbe divertente.

Ti porterei al carnevale di Rio, a Las fallas di Valencia e magari potremmo anche fare arrampicata sul Kilimangiaro.

Sorrido intenerita da quest'uomo che mi ha concesso una parte della sua vita.

“Ti ringrazio, Stefan. Ma non può funzionare. Ti ho amato, ti ho amato davvero tanto, ma è cambiato tutto. Sei una delle persone a cui tengo di più al mondo, ma non è te che amo e sarebbe un errore farti credere che le cose potrebbero cambiare, che non sarà più Damon, ed io non ti mentirei mai”.

“E allora perchè non torni da lui? Se sarà davvero sempre e solo lui perchè siamo in questo aeroporto, Elena?”.

“Perchè spesso le cose che vuoi, non sono quelle che puoi ottenere e, qualcuno ha voluto che io e Damon non lo facessimo”.

“Katherine...”.

“No, Stefan, il destino”.

Gli accarezzo con dolcezza il viso, sono felice che sia qui con me, ma è ora di salutarci, esattamente come ho fatto poco fa con la mia migliore amica.

“Starai davvero a Los Angeles, o lo hai scelto solo per non lasciare tracce?”.

Sorrido, colpita e affondata. “Sarò un po' qui e un po' lì. Cercherò di rifarmi una vita e di realizzare quei progetti che avevo in mente prima di innamorarmi”.

“Ti auguro tutto il bene del mondo, Elena. Grazie per essere entrata a far parte della mia vita e scusa per tutto il male che ti ho fatto”.

Lo stringo forte a me, il suo profumo mi stordisce e mi ricorda tutto quello che c'è stato, tutto quell'amore, ormai consumato del tempo, che porterò sempre con me.

Lascio un ultimo sguardo alla vetrata di fronte a me. Sta piovendo. Anche New York piange la mia partenza. Mi perdo nelle luci della città che regnano sovrane dietro la pista di atterraggio. Una di quelle luci sta, in questo momento, illuminando lui, il mio amore eterno, quello sbagliato, quello che non dimenticherò mai, l'amore che ogni giorno piangerò.

Saluto un'ultima volta Stefan e mostro il mio biglietto alla signorina sorridente di fronte a me.

Addio New york. Addio, Damon.

 

 

 

Suonano al citofono ed io sono elettrizzata. Sembro una ragazzina alla prima cotta, sento le guance tingersi di rosso e lo stomaco sussultare per l'emozione. Ma credo sia normale e, per una volta nella vita, sono convinta di meritarmi davvero qualcosa.

Certo, il tempo mi ha cambiata e mi ha messo di fronte a delle scelte che spesso non ho onorato, ma ho sofferto, ho sofferto tanto e adesso merito un po' di sana e meravigliosa felicità.

Di sicuro non sono la tipica donna da dolce stil novo, non ho bisogno di essere protetta, non voglio essere una pura e platonica rappresentazione della realtà. Io sono io, con le mie insicurezze, le mie stravaganze e le mie cattive abitudini ed è questa persona che un uomo deve amare, è questa persona che sono pronta ad essere, pur dovendo andare contro il mondo intero, pur di dover restare sola per tutta la vita.

Lascio uno sguardo allo specchio dell'ingresso, l'espressione è ancora un po' abbattuta per la partenza della mia migliore amica, ma so che lo devo fare, devo uscire da questa casa e godermi il mio primo appuntamento, il primo dopo tanta sofferenza.

Passo entrambe le mani sulle guance, con l'illusione di attribuirmi un aspetto migliore, e mi armo del mio sorriso più bello, quello più sincero che dedico solo alle persone che amo.

“Scendo immediatamente”.

Prima di chiudere la porta di casa mia, scorgo con lo sguardo un gruppo di cornici con i visi di chi mi vuole bene, ci siamo io ed Elena impegnate a fare le facce brutte durante la notte di Capodanno, sempre noi due che spuntiamo dalle spalle di Damon che, per una volta, ci degna di un sorriso mozzafiato, io e Damon, parecchio più giovani, che ci aggrappiamo scherzosi ad una bottiglia di birra e poi ci sono loro. Ai due lati opposti del mobiletto, Stefan e Tyler.

Nella prima foto io e Stefan ci abbracciamo complici di fronte a la Sorbonne, nell'altra io e Tyler intenti a guardare l'obbiettivo, con tanto di Merlot nel bicchiere. Due persone diverse, lo stesso luogo, due parti opposte del mio cuore.

 

 

Entro scrupolosamente nella sua camera, cercando di fare il meno rumore possibile. Appena Damon ed Elena hanno portato via la piccola pesta, Stefan si è addormentato ed io sono corsa a fare un giro intorno alla clinica, per concedergli un po' di tranquillità.

Metto il piede dentro la camera e mi accorgo che si è svegliato.

Ehi...”.

Ehi”.

Come stai?”.

Bene, non riesco a dormire. Sono andati via?”.

Sì, Lily doveva tornare da sua madre”.

Tolgo la giacchetta di lana rosa antico che avvolge con delicatezza la parte superiore del mio corpo, restando immediatamente scoperta nel mio vestitino verde muschio.

E' bello vederli così felici, anche se fa male”.

I suoi occhi diventano intensi, ogni volta che gli sto vicino, riesco a sentire il suo dolore nel vedere la donna che ama tra le braccia del fratello. E lo comprendo, lo comprendo perchè è quello che provo io ogni volta che i suoi occhi indugiano troppo sul corpo di Elena, lo comprendo perchè è quello che ho vissuto negli ultimi sei anni, lo comprendo perche è lo stesso atteggiamento che mi fa morire e rinascere ogni giorno, quasi fossi una fenice.

Già, lo meritano dopo tanto dolore”.

Non sarà facile con Katherine”. Lo dice con tono neutro, quasi speranzoso e questo mi lascia parecchio stizzita. Mi alzo pericolosamente dalla sedia posta vicino al letto, battendo con ferocia i tacchetti di legno delle mie scarpette rosa.

Non sarà facile o speri che non lo sia?”.

I suoi occhi mi scrutano colpevoli, ma anche straniti dalla mia reazione fin troppo eccessiva.

Che ti prende?”.

Mi prende che dovresti andare avanti con la tua vita, invece di fossilizzarti sulla fidanzata di tuo fratello. Elena non ti appartiene più, non è più tua da tempo e devi fartene una ragione, esattamente come dovrei fare io”.

Per lo sforzo esercitato nello sputargli in faccia queste parole, perdo anche l'orecchino di madreperla che mi ha regalato mio padre prima di partire. Stefan abbassa lo sguardo, forse spiazzato dalla mia verità, o molto più probabilmente incazzato nero per via del mio atteggiamento onnisciente.

hai ragione, Care. Devo andare avanti con la mia vita e lo farò. Partirò, andrò lontano e nessuno dovrà più pensare a me, al fratello drogato che si è fottuto la futura moglie di suo fratello. Cercherò di dimenticare Elena e magari troverò la ragazza che fa per me. E allora, forse un giorno tornerò. Ma fino ad allora tu non devi pensare a me”.

Comprendo pienamente il senso delle sue parole, mi sta gentilmente dicendo che, come lui, anche io devo andare avanti con la mia vita, una vita che non lo può comprendere.

Mi dispiace, mi dispiace veramente. Dio solo sa quanto vorrei ancora essere innamorato di te, ma non posso. Ti ho amato, ti ho amato davvero tanto, ma adesso c'è solo tanto affetto, nulla di più”.

Le lacrime mi rigano capricciose il volto. Lo sapevo già, non mi ero mai illusa a riguardo, ma sentire queste parole pronunciate dalla bocca che ami di più in assoluto... beh, questo sì che fa male.

Concedendogli un sorriso appena accennato e parecchio bagnato, afferro la grossa borsa abbinata perfettamente alla giacca e alle scarpe e scappo via, via da quegli occhi che non posso fare a meno di amare, via da quella bocca che non posso più ascoltare, via da quell'amore che non ho più il diritto di sognare.

 

 

Eh già, sembra uno scherzo del destino, da un lato una persona che mi ama come io non posso fare, dall'altra il mio amore epico, l'uomo che mi ha stravolto la vita, per il quale, però, sono solo il ricordo di una ragazza che un tempo ha tanto amato.

Con un sorriso, ancora rancorosa, chiudo la porta, lasciandomi alle spalle due storie di amore non corrisposto che mi hanno comunque segnato la pelle.

Scendo le scale. Mi sta aspettando con un enorme mazzo di rose tra le mani. E' bello, è forte ed è divertente, è l'uomo che sto cercando, l'uomo di cui voglio innamorarmi, l'unico che forse sarà in grado di farmi dimenticare.

“Ehi...”.

“Ehi, sei bellissima”.

 

 

Un'Elena raggiante si avvicina a me. E' strepitosa ed elegantissima nel suo tubino grigio. Sembra una donna di alta società, i capelli raccolti in uno chignon tiratissimo, le gambe toniche sopra le décolleté lucidate di nero e le mani poco curate strette intorno alla catena dorata che regge la borsa di pelle nera, Yves Saint Lorent, regalatale da Damon per il compleanno.

Dio mio, Elena, perchè non mi hai detto che era una festa formale, sembro una scappata di casa”.

La mia amica assume un'espressione colpevole mentre osserva il mio abbigliamento. Passino i pantaloni neri attillati e la borsa di plastica, sempre nera, che porto appesa al braccio, ma la felpa grigia con il cappuccio e le scarpe di paillette argentate non rispecchiano proprio per niente la mia rinomata classe. Dio mio, Stefan, cosa mi stai facendo?!

Scusa, Care. Teoricamente avrebbe dovuto essere una festicciola in casa per pochissimi intimi, però Damon mi ha appena detto che ha voglia di cenare fuori. Non ho fatto in tempo ad avvisarti. Perdonami”.

Sorrido allo sguardo afflitto negli occhi di Elena.

Non importa, tanto non devo fare colpo su nessuno”. Non ci credo, queste parole sono realmente uscite dalla mia bocca?

Ci sediamo al tavolo e iniziamo a parlare del più e del meno, come abbiamo sempre fatto, come siamo abituati a fare.

Ah, ecco che arriva Matt”.

L'amico di Elena si siede al mio fianco. E' arrivato un paio di settimane fa, dopo aver trovato un lavoro importante a New York. Tecnicamente si tratta dell'ex fidanzato della mia migliore amica, motivo per cui, il povero ragazzo non è riuscito a conquistare l'amicizia e fiducia di Damon. Per quanto riguarda me, invece, lo trovo simpatico e disponibile e, in più, anche lui è arrivato in questa città con una storia da dimenticare, un amore finito che porta con sé tanto, troppo rancore. E si sa che mal comune è mezzo gaudio!

Ehi, ragazzi. Tanti auguri, Damon”. Il mio amico ringrazia con scarso entusiasmo, beccandosi un'occhiataccia dalla sua fidanzata.

Il resto della serata trascorre con serenità e leggerezza, anche Damon sembra aver messo da parte le sue divergenze rispetto alla presenza di Matt e l'allegria è costretta dai gomiti che si alzano.

Il mio amico è talmente brillo che, per la prima volta in un anno di amore, Elena reputa necessario abbandonare un festeggiamento alcolico per recuperare il suo fidanzato che, completamente ubriaco, si improvvisa ballerino in una pista inesistente in mezzo al locale. La Damon dance la chiama, una danza che riscuote parecchio successo da parte del pubblico femminile, motivo principale che spinge la mia amica a prendere la situazione in mano.

Rido spensierata, in questo momento non c'è Stefan, non c'è Katherine e non c'è neanche il mio abbigliamento totalmente fuori luogo.

Anche Matt sembra felice, Bonnie sembra solo un ricordo lontano, oppure, come me, sta solo cercando di nasconderlo nel miglior modo possibile.

Alla fine, Damon non è così stronzo come sembra”.

Rido divertita dalla sua espressione meravigliata, lascio anche cadere gli occhiali da sole che tenevo bloccati sulla testa.

No. Damon è presuntuoso, petulante, a volte anche arrogante, ma non è uno stronzo. E' la persona più buona e sincera che io abbia mai conosciuto, ed ama Elena più della sua stessa vita”.

Lo spero per lui”.

Alzo gli occhi al cielo. Mi piace Matt, è semplice, raffinato, bello, è l'incarnazione di ciò che ho sempre cercato. E forse per l'alcol, o forse per l'atmosfera di fiducia e condivisione che si è appena creata, mi abbandono all'azzurro avio dei suoi occhi. E' questione di un secondo, le nostre labbra si scontrano desiderose e sconosciute, le nostre lingue combattono maliziose e anche un po' abbattute.

 

 

Sorrido a Matt piena di gratitudine. Lui mi ha salvata, mi ha salvata quando anche il destino si era rifiutato di farlo.

Mentre afferro il suo braccio, un ultimo pensiero va ad Elena e sorrido pensando che, in un modo o nell'altro, siamo destinate ad amare gli stessi ragazzi.

Matt lascia scivolare la mia mano nella sua, è un gesto semplice, ma anche complice. Ed io sorrido ancora, sorrido perchè è così che doveva andare.

Camminiamo sulle strade affollate di Lower East Side, due perfetti sconosciuti, due persone diverse con due vite diverse, ma legati da un amore non ricambiato, legati dal bisogno di trovare qualcuno altrettanto bisognoso di amare

 

 

Corro trafelato verso il gate numero 8. Avrei volentieri preceduto Stefan, ma mio fratello non ha voluto rivelarmi nulla fino a qualche secondo fa, secondo in cui mi ha inviato un messaggio intimandomi a fare in fretta, per raggiungere Elena.

 

Muoviti. E' appena entrata nel settore dei controlli. Tra poco meno di mezz'ora l'aereo partirà. Devi fermarla”.

 

Facile per lui parlare così. Avevo due maledettissime scelte da fare, andare nella parte nord dell'aeroporto, oppure fermarmi nella parte sud, dove mi sono fermato e dove, ovviamente, non ho trovato la mia dolce Elena.

Corro ancora più veloce mentre ripenso a ciò che potrei perdere, a tutto quello a cui potrei rinunciare. Avverto gli occhi della gente addosso, qualcuno penserà che io sia pazzo, qualcun altro che stia correndo contro il tempo per lasciare un ultimo bacio al mio amore, altri ancora, più realisti, avranno letto nei miei occhi lo sguardo di un uomo che l'amore lo ha perso.

Intravedo Stefan nella folla, mi fa cenno di velocizzarmi. Lo raggiungo.

“Tieni, è un biglietto per Atlanta, è l'unico che ho trovato, ma almeno così ti faranno passare”.

Lo ringrazio con una pacca sulla spalla e mi avvento verso i poliziotti desiderosi di un po' di movimento. Tolgo orologio, cintura, collana, per quanto riguarda me, per adesso, non vedranno niente.

Lascio tutto nella cesta, incapace di perdere ulteriore tempo, e corro alla ricerca del gate. Lo vedo all'orizzonte, è ancora aperto. Tiro un sospiro di sollievo: farò ritornare Elena da me, le spiegherò tutto, anche cento volte se ce ne sarà bisogno, ma lei non prenderà questo aereo, non scapperà da me un'altra volta.

Arrivo a destinazione, ma di lei nessuna traccia. Una signorina avvenente mette fretta ad un gruppo di passeggeri ritardari che sta arrancando con una flotta di valige, mi avvicino scavalcandoli maleducatamente.

“Mi scusi, ho bisogno di parlare con una persona. Deve essere su quell'aereo”.

“Lei ha il biglietto?”.

“No, ma la prego, è questione di vita o di morte”.

“Mi dispiace, senza biglietto lei non può salire e l'aereo è in procinto di decollare. Spiacente”.

Le dedico uno sguardo carico d'odio, sarà anche carina, ma è solo un'arpia avvolta da u elegante tailleur.

“La prego, per favore, le giuro che se potessi non ridicolizzarmi così lo farei, ma devo assolutamente vedere la mia fidanzata”.

“Il prossimo volo per Los Angeles sarà tra un paio di ore, niente che non possa aspettare immagino”.

Fa entrare velocemente gli ultimi superstiti, dopo di che invia l'ordine di chiudere le porte.

Rimango lì ad osservare il mio futuro crollare a pezzi, trasportato via da un aereo senza ritorno, mandato all'aria da un sorriso troppo acido che finge anche dispiacere.

Ormai svuotato di ogni cosa, mi siedo affranto su una delle panchine lì affianco. Questa volta l'ho persa, l'ho persa per sempre. Maledico me stesso, maledico la mia vita, Katherine, maledico anche il mio amore per Elena, un amore che mi farà impazzire.

L'ho lasciata andare. Ho lasciato che andasse via senza una spiegazione, ho lasciato che mi abbandonasse senza neanche avere il tempo di capire.

 

 

 

Elena è seduta davanti a me, è bella e sorridente nonostante la pesantissima ed eterna mattinata di lavoro. La osservo mentre parla, mentre gesticola, mentre afferra la forchetta. Amo ogni cosa di lei, dagli occhi fondenti come il cioccolato, alle labbra rosse e carnose, fino alle unghie mangiucchiate e poco curate.

Damon, ma mi stai ascoltando?”.

La guardo negli occhi, mi ero perso nei miei pensieri, pensieri che, come al solito, mi parlano di lei.

Sì, scusa. Dimmi.

Elena mi lanvia un'occhiataccia da dietro gli occhiali chiari, poi ricomincia il suo monologo come se niente fosse successo.

Stavo dicendo che Caroline mi ha detto che Stefan sta molto meglio e vuole vedere la bambina. Gli ha detto che ha una nipotina e muore dalla voglia di conoscerla”.

Avverto una punta di gelosia, nell'ascoltare l'affetto con cui parla di mio fratello, ma dura giusto un secondo, perchè sì, si tratta solo di affetto.

Certo, non c'è problema. Appena possiamo andiamo”.

Annuisce soddisfatta ed io mi riperdo a pensare a quanto sia fresca e semplice. A volte mi ricorda una bambina, la mia bambina bisognosa di cure e affetto, un affetto che non tarderò mai di concederle.

Sei pensieroso”.

Penso a quanto sia stato fortunato ad averti conosciuto”.

Si pulisce la bocca con il fazzolettino che tiene educatamente adagiato sulla parte inferiore del vestitino bicolore.

Damon Kallaghan che si lascia andare a teneri sentimentalismi. Dovrei festeggiare!”.

Ride ed io mi innamoro ancora una volta del suo sorriso.

Spiacente, amore. Sei tu che mi hai cambiato. Hai voluto che non fossi più la bestia che ero una volta, e... dadan, ecco un principe su misura per te”.

Wow, adesso mi chiami anche amore. Questa giornata è da segnare sul calendario, mio dolce William”.

C'è scritto sul tuo bracciale. E poi io sono meglio del principe William”.

Elena muove instintivamente i due bracciali di osso che porta ai polsi, uno color panna come l'estremità superiore del vestito con scritto call me e l'altra, scura come la parte restante, con scritto love. Chiamami amore. Sembra quasi una richiesta, un tacito, ma evidente desiderio di essere amata ed io credo che non ci sia creatura al mondo che possa meritare amore quanto lei.

Ti amo, mio salvatore”.

Tu mi hai salvato. Stavo per cadere nel vuoto e sei riuscita ad afferrarmi e per questo te ne sarò per sempre grato”.

Elena mi prende la mano libera dal bicchiere che stringo inutilmente e mi dedica uno sguardo intenso, uno sguardo fatto di promesse, ma anche di futuro, di passione, di amore e di libertà

Sono come un'aquilone tra le tue mani, non lasciarmi andare mai”.

E' una promessa... e una minaccia”.

 

 

Sono venuto meno alla mia promessa, un'altra volta. Guardo l'aereo alzarsi in volo, dall'enorme vetrata, l'aereo che sta portando lontano da me il mio aquilone, l'ancora invisibile della mia vita.

Una stupida, ma struggente lacrima percorre lenta la mia guancia per poi morire sopra le mie labbra, le stesse labbra che, da oggi, non assaggeranno più il suo sapore.

Ho perso la parte migliore di me, il senso dei miei giorni, quella parte razionale ed irragionevole che dava motivo di sorridere alla mia vita.

La osservo andare via e la immagino mentre guarda fuori dall'oblò, lo sguardo triste e la bocca incurvata verso il basso. La immagino ben vestita, mentre passa una mano tra i capelli. E realizzo quel che fino ad ora è stata soltanto una paura: lei non c'è più.

 

 

 

Ciao mie dolci lettrici.

Ringrazio tutte voi per il sostegno che mi date, siete la mia fonte di ispirazione.

La storia è ormai agli sgoccioli e dunque ci avviciniamo ad un finale... che cosa succederà mai?

Bene, analizziamo punto per punto.

 

  1. i rapporti tra i due fratelli si sono leggermente distesi. Questo non vuol dire che è tornato tutto perfetto, ma questo lo hanno ribadito più di una volta. Stefan e Damon hanno capito che hanno bisogno l'uno dell'altro per andare avanti, ma sanno anche che il loro rapporto non tornerà mai più quello di una volta, non fino a quando ameranno la stessa ragazza, almeno.

  2. Caroline trova nuovamente una ragione per sorridere. So che molte di voi pensavano o speravano si trattasse di Stefan, ma mi sembrava stupido farli mettere insieme perchè lui non l'avrebbe amata abbastanza, stessa cosa, ho troppo rispetto per tyler per far tornare Care da lui. Dunque la nostra bionda ha conosciuto Matt, ex di Elena ed ex di Bonnie, la migliore amica di Elena. I due non si amano e non so se questo sarà mai possibile, ma hanno trovato un appiglio l'uno per l'altra e almeno vogliono provarci.

  3. Dopo aver conosciuto le motivazioni di Damon, Stefan invita il fratello a riprendersi la ragazza. Ma badate bene, non la fa per lui, bensì per Elena. La ama davvero e vuole che sia felice.

  4. Damon non arriva in tempo. Elena è già partita e probabilmente non resterà a Los Angeles, quindi le ricerche potrebbero non essere così facili.

 

Chiedo scusa per un'anticipazione della scorsa volta che non sono riuscita ad inserire per motivi di lunghezza, Elena avrà una conversazone molto importante con una persona e questo la metterà parecchio a disagio.

 

Ringrazio tutte per l'affetto che dimostrate alla mia storia.

p.s chiedo scusa, ma oggi non riesco a rispondere alle vecchie recensioni, ma lo farò non appena possibile.

Un bacio, anna

 

 

  
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