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Autore: annya    05/07/2013    3 recensioni
Choi Minho è il classico uomo troppo pieno di se, pieno di amarezza e di quella sana dose di cinismo tipico di chi, superati i trenta, non riesce ad avere un equilibrio interiore e sentimentale, data dai troppi rapporti sbagliati scelti negli anni, gli stessi errori riproposti e nella quale è caduto senza rendersene conto, troppo sicuro del fatto che, con l'esperienza, certe cose si possono affrontare meglio o meglio ancora, si possano evitare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Taemin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il campanello ha suonato, nel cuore della notte.

Non è la prima volta. Quella settimana è già successo parecchie volte e non ha per nulla voglia di incontrare la persona dietro il portoncino.

Ma a chi vuole darla a bere? Ha già suonato quattro giorni su sei, prima del solito campanello è stata la volta del telefono, un ora prima dell'arrivo della persona in questione in quella casa.

Ovviamente non ha risposto.

Non è mai stato bravo in queste cose, ma ha avuto un amico che si è disintossicato dall'eroina, e dai suoi racconti, seguendo le sue esperienze, ha capito che può farcela anche lui ad uscire dal tunnel della droga.

La sua, al momento, si chiama Lee Taemin ed i sintomi che lascia sono grandi sorrisi ebeti per la quale i suoi amici hanno già chiesto delucidazioni in merito e l'irresistibile voglia di cedere sempre e comunque a quegli occhi da cucciolo.

Ha deciso di smettere con tutto questo.

Con le coccole notturne senza un perché, con le telefonate interminabili, le relazioni senza un nome e che lo porteranno ad impazzire.

Ha deciso di dare un taglio a tutta questa felicità passeggera, del resto a lui, il buon vecchio, acido e solo Minho, piaceva. Anche tanto.

Tornerà ad essere quello di un tempo, si, non sentirà più il profumo della pelle giovane e profumata del suo saltuario amante, non sentirà la mancanza dei suoi racconti sotto le lenzuola, post-sesso, con quella voce sempre più abbandonata e rilassata dal sonno che a breve lo avrebbe preso di sorpresa.

Basta anche ai bacini teneri che ultimamente riceveva prima di svegliarsi, prima di decidere di ordinare qualcosa da asporto piuttosto che alzarsi dal letto ed andare al ristorante, o di cedere a quei capricci stupidi, tipo voler andare ad ogni costo al luna park, come una semplice coppia di adolescenti invece che andare in posti ben più eleganti e costosi.

Sono tutte idiozie di cui può fare a meno, se ci pensa bene poi, doveva capirlo sin da subito.

Il ragazzino non ha mai fatto per se, è bello per carità, ma lui ha sempre preferito le donne ,molto femminili e disinibite.

Non sa quasi nulla del suo passato, eccetto le poche informazioni avute da qualche amico e che si è fatto fare 'un prestito' da lui la prima sera, indimenticabile sera, promettendogli di pagargli gli interessi in natura e il resto gli saranno resi prima o poi...quel poi, secondo lui, equivale ad un molto poi al confine col mai. Al momento però non gli importa, non sa quante persone si sono avvicinate e gli son state al suo fianco solo per rubargli regali costosi, approfittare del suo buon cuore per estorcergli denaro, in modo più o meno carino, quel ragazzo è solo l'ennesima prova che tutto va meglio, se è solo.

Peccato che quel suono sembra incessante, la voce di quel bel micino abbandonato gli riempie le orecchie, facendolo sentire come uno di quei padroni incoscienti che prendono un cucciolo al negozio di animali o al gattile, ci giocano per qualche mese e poi lo buttano via, quando ormai è troppo cresciuto per trovare una famiglia con prole che badi a lui.

Si sente il peggiore degli uomini, e probabilmente lo è, quando guarda il profilo triste del suo piccolo micio indifeso, da uno spiraglio aperto nella tenda, sollevando la stoffa come una vecchia comare impicciona e ben mimetizzata con la finestra.

I suoi capelli morbidi da accarezzare sembrano appena più umidi per via della leggera pioggerellina caduta fino a poco tempo prima.

Quante volte ha toccato quegli stessi capelli umidi dopo una doccia calda in hotel o nella sua stessa casa?

Quanto saranno freddi al tatto, adesso?

Sicuramente avrà freddo in quel cappottino nero e leggero, tagliato all'altezza dei fianchi, di pelle morbida.

I pantaloni tenuti dentro le scarpe, gli fa piacere che abbia capito la lezione dopo quella volta in cui lo ha rimproverato per avergli sporcato tutto il pavimento con l'orlo dei pantaloni bagnati e lo ha fatto spogliare, come punizione.

La punta del nasino è rossa, cerca riparo tra la sciarpa legata al colo, rossa e di cachemire, un suo regalo.

Il giorno in cui gliel'ha regalata, per quello che doveva essere il suo compleanno, aveva gli occhi lucidi e gli aveva promesso di tenerla sempre con se, come il ricordo di uno dei compleanni più belli mai vissuti.

All'epoca ha creduto che fosse solo il classico gioco da arrampicatore sociale, fare i complimenti a qualcuno per ingraziarsi i futuri favori e poi buttare via i regali come se fossero carta straccia, per lo meno era sincero quando si emozionava.

Era felice in quei giorni, sembrava ancora più piccolo, un moccioso, nonostante adesso, stretto tra i vestiti bagnati, dietro il suo cancello, sembra quasi un ragazzino sperduto, abbandonato da tutti, con il capo abbassato a fissare il suolo e le mani strette intorno al manico di una busta blue, di una pasticceria.

La sua pasticceria preferita in effetti, però non è nessun evento particolare, non un anniversario, non un compleanno o una festa nazionale.

Un piccolo movimento della mano e tutta la cattiveria, tutta la buona volontà di Minho va farsi benedire.

Basta solo che Taemin, fuori dalla porta, porti il braccio piegato all'altezza degli occhi per spingerlo ad andare contro ogni sua più fervida convinzione.

Gli ha aperto ed ha mandato a quel paese la sua coscienza.

Ha permesso alla sua droga di avere la meglio sulla sua vita ed ora lo vede correre verso la porta d'ingresso socchiusa, lo vede attraversare il corridoio di ciottoli bagnati e scivolosi in fretta, tra i fiori preferiti del suo giardiniere che ormai ha smesso di chiedergli il permesso di aggiungere piante e fiori tropicali, brillantissimi, in quello che ormai è una giungla, non un semplice giardino.

Lo vede arrivare da se, all'ingresso piccolo e caldo rispetto alla temperatura esterna.

Lo vede lì e sorride, del resto non ha mai resistito alle lacrime.


Minho tu...”

scusami”

perché? È da giorni che ti cerco...”

lo so...”

non hai risposto...non mi hai chiamato...non...non...”

avevo bisogno di pensare.”

...non potevi farlo dopo o prima di farti sentire?”

lo so...ho sbagliato. È solo che ho capito adesso...pochi minuti fa”

ah si? E cosa avresti capito? Sentiamo...”

che è tardi per tornare indietro”

...”

non riesco a stare senza di te...non che mi piaccia ammetterlo, non sai quanto me ne pentirò prima o poi...ma è quello che provo.”


Nessuna lacrima, nessun dramma da stereotipo gay. Solo una vicinanza casta, la fronte sulla sua spalla e l'unico gesto che smentisce la sua proverbiale freddezza da moccioso troppo orgoglioso per far capire la propria felicità, è costituita dalla sua mano, stretta intorno alla giacca da camera di Choi, all'altezza del cuore, tremante, tenera.

c'era freddo”

ti sento...sei gelido!!”

no...c'era freddo, senza di te. Senza i tuoi abbracci, senza le nostre chiacchierate o i nostri battibecchi...c'era freddo, ed era insopportabile...non farlo mai più”

ci proverò, giuro...”

Hyung? stanotte...hai tempo? Credo che sia arrivato il momento di raccontarti tutto di me...”


Nyan: Ciao a tutte e grazie per aver letto fino a questo capitolo, per aver commentato e per averla seguita, sono felice<3. I miei personaggi sono molto paranoici, lo so ù_ù cercate di perdonarli...! Il prossimo capitolo forse sarà l'ultimo! nyan<3 Un bacione a tutti.

  
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