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Autore: Mirkodancer    18/01/2008    9 recensioni
Come è vedere la propria vita scorrere con i propri occhi, combattendo con una malattia alla quale non c'è rimedio. L'amore sarà più forte del malessere? Una triste storia di amore, piuttosto breve, narrata in prima persona , e la distrofia muscolare che lentamente porta alla degenerazione dell'uomo.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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epoi, sorrise E poi , sorrise.
Nota dell’autore : ciao! Inizialmente questa storiella, probabilmente verosimile, doveva essere scritta in inglese, però volendo inserirla su questo sito ho preferito scriverla in italiano!!!
Gli eventi sono puramente inventati , una breve storia inventata al momento . Spero in qualche vostro commento ^_^… Mirko.

“Cosa ricordi di lei?” -  avrebbe potuto chiedermi qualcuno di cui l’esistenza ancora adesso ignoro  .
Avrei risposto , senza alcun indugio , che il ricordo più
Vivo nella mia memoria era il suo sorriso.
L’ultima cosa che ho visto, prima di morire, è stato il suo sorriso.
Lei, mi sorrise la prima volta che ci incontrammo,
facendo spuntare quelle fossette su quel viso così giovane.
Lei , sorrideva costantemente ad ogni lezione di danza
Alle quali partecipavamo .
Con il suo sorriso , anche il passo più difficile da eseguire in punta,
sembrava risultare semplice.
Lei, sorrise quando le chiesi di uscire con me
Uno di quei freddi giovedì sera.
Sorrise e annuì in silenzio , mentre avrebbe voluto
Saltare di gioia per le strade.
Lei , sorrise quando le proposi di trascorrere
Due settimane del bollente agosto , insieme, da soli.
Lei, sorrise quando entrambi, in silenzio, ci stavamo rendendo conto
Che quella sarebbe stata la nostra prima volta.
Lei , che con il suo sorriso vivo anche negli occhi, mi sfiorò le labbra
Prima di lasciarci alle nostre passioni di genuino amore.
Fu lei , tempo dopo, a sorridermi debolmente per dirmi che tutto sarebbe andato bene.
Quel sorriso esprimeva tutto ciò che non riusciva a comunicare.
Diceva che presto il mio male sarebbe sparito,
come il tempo impiegato da un lampo attraversa il cielo.
Sorrideva per dirmi di combattere la malattia,
perché nonostante tutto , lei mi sarebbe stata vicina .
Mi sorrise , stringendomi la mano forte , come mai aveva fatto prima,
nel momento in cui venni a conoscenza della realtà.
Non avrei potuto fare uso degli arti ,e in un futuro prossimo, sarei stato
Totalmente paralizzato. Non avrei potuto commentare le piccole cose che adoravo
Di lei, il suo sensuale , ma non volgare, look , i nostri discorsi.
Non avrei potuto parlarle, darle consiglio se ne avesse avuto bisogno un giorno.
Non avrei potuto stringerla tra le braccia, o annusare la dolce fragranza che aleggiava dalla
Sua mora chioma.
Oh, forse quest ultima , avrei potuto farlo, ma non avrei potuto accarezzarle i capelli.
Quando unì le mie mani con le sue , in una stretta ancora più salda,
abbandonai i miei pensieri e la vidi con il suo volto
lacerato dal dolore, le asciugai le calde lacrime e le sorrisi.
Aveva dato così tanto a me in passato, avrei voluto ripagarla.
Mi sorrise debolmente, ancora una volta e continuò a farlo ogni giorno
Della nostra vita insieme, anche quando,
anni dopo, mi ritrovai su una sedie a rotelle, vecchio modello.
Sempre come fossero le prime volte, passeggiavamo sul lungomare ,
entrambi senza pensare al futuro come qualcosa di negativo.
Non potevamo permettercelo, avevamo poco tempo a disposizione.
Dovevamo ancora imparare tanto su noi due, dovevano ancora
Accarezzarci giorni fatti di miele, di sorrisi.
Quella magia si ripeteva quotidianamente, da più di dodici anni,
e il giorno del nostro tredicesimo anniversario insieme , le chiesi qualcosa
che fece svanire dal suo volto il suo sorriso.
La sofferenza era troppa, sapevo che quando lei usciva dalla camera in cui alloggiavo
Versava fiumi di lacrime che sfociavano in lunghi ed interminabili pianti.
La nostra storia ormai senza via di uscita , senza via di guarigione, ci stava
Mettendo con le spalle al muro.
Lei, dopotutto era ancora giovane, e tutto quello di cui aveva bisogno era qualcuno che
Potesse amarla , potesse viaggiare insieme a lei, potesse renderla felice.
Aveva bisogno di qualcuno che amasse il suo sorriso , così come io lo avevo amato un tempo.
Il tempo scorreva sempre troppo lentamente, prolungava le sofferenze di entrambi ,
Quando le rivelai cosa desideravo in quel momento,
rimase pietrificata,
dall’orrore della richiesta posta.
Perché non riusciva a capire che così andava fatto?
Perché non comprendeva che avrei sprecato altre forze per esporre i motivi
Di quella folle , secondo lei, richiesta.
Avrei voluto che si avvicinasse a me, con le sue rosee labbra , sottili ,
mi facesse sentire vivo ancora una volta.
Desideravo che mi facesse sentire vivo, un ‘ultima volta.
Come potevo immaginare, fu sopraffatta da una comprensibile debolezza,
mi rimproverò per aver sussurrato tali parole,
ma poi , settimane dopo, si rese conto che non vi era altra soluzione.
Eravamo, ancora una volta, in camera, da soli, con le pareti dipinte di rosa chiaro,
ma che per noi, ormai, sembravano prive di colore .
Era estremamente sexy , assomigliava alla classica femme fatale,
camminando verso di me intimorita ma sempre con tanta eleganza.
Non era solo timore ciò che avvertivo nel suo portamento, era terrore.
Lei, proprio lei che mi aveva sempre sorriso,
in quel momento non aveva più certezze.
Si chinò verso di me, con poco sforzo si stese sul lettino,
iniziò a toccare il mio corpo come le prime volte che iniziavamo a conoscerci
anatomicamente .
Fu straziante per me, lei mi toccava, e non potevo reagire agli stimoli .
Mi sembrava di essere un ectoplasma, essere in quel luogo, lei mi accarezzava
Con le sue mani delicate da ballerina , ed io impassibile ,
come se esse mi attraversassero .
Poi d’un tratto , la vidi. Vidi di nuovo colei che mi sorrise il primo giorno insieme.
Riconobbi che la donna accanto a me in quel momento, era la stessa di 13 anni prima,
con lo stesso sorriso , lo stesso cuore.
Le ricambiai il sorriso, per quanto potessi fare.. A dir la verità mi sembrava di aver abbozzato un sorriso sul viso, ma chi sa se lei lo aveva colto.
Fu in quel breve istante che capii che nel nostro amore
l’unica cosa che si ricambiava era un semplice sorriso.
Semplice , come la nostra passione.
Forte, come il coraggio che entrambi avevamo avuto per dire addio alla mia vita.
Lei si alzò, mi fissò negli occhi come se volesse stampare la mia immagine nella sua mente,
e in un sussurrò intenso come il piacere di fare l’amore , disse “Ti amo”.  
E poi , sorrise.
  
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