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Autore: matatastylinson    05/07/2013    2 recensioni
[The Janoskians]
Emma è una ragazza pazza e sognatrice, un po' scontrosa e molto forte. Ma soprattutto è una grande fan di Muse, Bieber, One Direction e, ovviamente, Janoskians. Luke Brooks. E anche gli altri, ovviamente. Possono un viaggio con una sorella un po' sulle nuvole, un servizio fotografico e un cheeseburger cambiare tutto? Può una ragazza così piccola trovarsi ad affrontare scelte coraggiose e difficili?
Solo il 14% degli amori adolescenziali continua fino all'età adulta. E' il nostro caso?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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changes are always a risk that is worth doing Con tutti i pensieri che avrebbe potuto avere, tutti i ringraziamenti, a Dio, alla sorella e perfino al tour dello shopping, riuscì a focalizzare solo una cosa: a volte le botte di culo accadono.

Emma avrebbe tanto desiderato fare anche solo un passo verso i due ragazzi, che si erano fermati a parlare e a ridere sguaiatamente a due passi da loro. Eppure era immobilizzata da una strana pressione alle gambe e al sedere, come se il suo corpo si rifiutasse di proseguire. Paura, Em? sembravano sussurarle malefici i piedi. Proprio lei, Emma Paltry, la ragazza tosta e forte della scuola, paura di avvicinarsi a due ragazzi minimamente famosi. Si maledisse per essere così spaventata e per un attimo pensò di piantarsi una forchetta nel palmo della mano per svegliarsi un poco. Poi con un sospiro inavvertibile si arrese, accasciandosi sulla sedia, distrutta dalla lotta interiore. Si limitò a fissare per qualche secondo dalla sua posizione il gomito di Luke, le minime grinze della pelle e come le costole affiorassero leggermente dalla carnagione chiara, come se fossero curiose di vedere cosa ci fosse fuori da quel corpo caldo, ma non abbastanza coraggiose da separarsene.
Ma nel momento in cui percepì il minimo movimento da parte di Jai, il curvarsi di una gamba, capì: ora o mai più, alzati, pezzente.
BOOM! Scattò in piedi senza averlo comandato veramente a se stessa e urlò:- Non andate via!-

Tutta la gente intorno si era voltata a guardarla. Volle morire risucchiata dal cemento caldo sotto le sue Vans. Era come se fosse il centro di tutto, tutti gli sguardi e tutti i gesti dipendevano da lei ed erano in mano sua. La sorella, con un vago tono di disprezzo, accennò un:- Ma che diavolo...?!-
Si rese conto che Jai la stava fissando, scrutandola con gli occhioni e analizzando ogni singola particella del suo essere. Poi volse impercettibilmente la testa e ciò che vide le fece pensare ancora che le botte di culo a volte accadono. Alla sua sinistra c'era lui, proprio lui: "riccio ribelle" aka "giuro che un giorno lo sposo" aka "madonna mia!" aka Luke Anthony Mark Brooks. Che guardava proprio lei, e lei sola. Emma si fermò per un attimo ad osservarlo. Non era possibile, quello non era il ragazzo di Youtube. Era stranamente un altro lui, degli occhi profondi e vivi, non composti da pixel, una bocca realmente profonda ed un piercing che si tuffava così crudelmente nella sua carne che Emma sentì una fitta al labbro inferiore. Una leggera spinta di coraggio costrinse il suo braccio a stendersi nella sua direzione. Voleva assicurarsi che quel cuore battesse veramente. Allora lui abbassò lo sguardo verso la magra mano con le unghie rosicchiate che si tendeva in direzione del suo stomaco. E quando rialzò lo sguardo, sorrideva. Un sorriso sghembo, di quelli che faceva quando era leggermente imbarazzato. Afferrò quella piccola mano e con un minimo sforzo la tirò a sè e la abbracciò, immergendo il mento nella curva tra collo e spalla. Cazzo, questo non lo dovevi proprio fare.
Emma chiuse gli occhi, cercando di controllare le gambe tremanti e il battito a mille e di concentrarsi sul corpo che la circondava completamente. Finalmente in mezzo a quel turbinio di emozioni riuscì a percepire un contatto con lui, riuscì a sentire un vago profumo di familiarità e sì, un battito cardiaco leggermente sopra la norma. Come disse il suo dio, Justin, avrebbe potuto morire nelle sue braccia e nella sensazione che lui fosse ormai parte integrante del suo corpo. Poi lui, ancora senza avvertire, si staccò ed Emma sentì di essere stata separata dal suo vero cuore.
Allora anche Jai si fece avanti con la sua buffa camminata da pinguino e la circondò con la braccia. Oggi deve essere il giorno più bello della mia vita, fu il secondo ed ultimo reale pensiero che riuscì a formulare lei quel giorno.
-E' sempre bello incontrare fan come te.- disse semplicemente Jai abbozzando un sorriso timido.
Emma si sentì motivata a proseguire, insomma, la parte più tosta l'aveva passata, parlare con loro sarebbe stata una passeggiata. Così aprì la bocca ma la voce che sentì non era la sua:- Cioè, tu conosci questi?- disse Jenny con un tono scandalizzato.
-E chi sarebbero?!?-
Emma sarebbe volentieri saltata al collo della sorella. Guardò Luke e capì che lo stava perdendo. Si girò verso di lei e le urlò in faccia, sputandole addosso con odio tutte le parole che si ritrovava in testa:- Hai presente quando mi dici che ho un'aria felice e che mi vedi proprio bene? Beh, Jenny cara, ti presento Jai e Luke, i ragazzi che mi fanno ridere quando il resto del mondo mi fa sentire una merda!-
Forse aveva esagerato. Jenny chinò il capo e poi disse:-Va beh, io vado in quel negozio là, ho già pagato il conto, tu sai dove trovarmi.-
Emma si sentì un po' in colpa per aver trattato così male la sorella, ma non era la cosa che la preoccupava. Sì giro per vedere se loro, effettivamente, erano rimasti. Fortunamente quando si girò dovette trattenersi dall'infarto che le prese quando vide che erano ancora lì a osservarla, evidentemente imbarazzati.
-Ehm, mi dispiace.- disse scrutando nei loro per vedere se li avrebbe riconquistati o meno. Solo un paio di quegli occhi parve risvegliarsi presto da quel torpore che li rendevano ancora più profondi. Jai, invece, dopo averla salutata con un sorriso cordiale e averle detto che non importava, si allontanò lentamente, giocando con la telecamera. Poi, dopo qualche passo, si fermò, si voltò e disse al gemello:- Tu non vieni? Andiamo al centro commerciale adesso!-
Non poteva andare via. Non in quel momento. Di nuovo di colpo, senza neanche lasciarle assaporare l'amaro gusto di un addio. Emma lo guardò con occhi imploranti. Lui forse se ne accorse perchè aggiunse subito ad alta voce:- Va' avanti, ti raggiungo fra poco.-
Sarebbe rimasto. Uno, due, tre minuti. Poco, ma sarebbe rimasto. Un sorriso si fece largo gioiosamente sul viso di Emma.

Da quel momento per loro due non esistì più nient'altro se non lo sguardo scrutatore dell'altro. Si scavarono dentro l'anima per due minuti, forse cinque, forse un'ora, forse un giorno intero. Luke si immerse senza aver prima preso una boccata d'aria nei suoi occhi marroni, rischiando seriamente di annegare. Quando pensava che sarebbe potuto morire così, sepolto nell'anima di quella bellissima ragazza che si trovava di fronte, trovò ciò che cercava: un piccolo cuore, piccolo come tutta la ragazza, che batteva freneticamente, come per liberarsi dai tendini che lo tenevano stretto. Dunque in fretta risalì la corrente, su, su, fino alla testa, oltre al naso all'insù, fino agli occhi. Respira. Dopo il tempo che gli fu necessario per riprendersi da quel faticoso viaggio, si assicurò di essere ancora in grado di stare in piedi, e parlò:-Come ti chiami?-
La risposta arrivò così naturale e limpida che pensò di averla formulata lui stesso, nella sua testa:- Emma.-
Emma. E. M. M. A. Lettere così dolci e sinuose, quasi sensuali. Luke si assicurò ancora una volta di essere cosciente e le chiese, con tutto il coraggio che riuscì a racimolare:- Bene, Emma.- Piccola pausa per assaporare quel nome sul filo delle labbra.- Emma, vorresti uscire con me?-
  
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