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Autore: My_Destiny    05/07/2013    2 recensioni
Fate finta che il Dolce Amoris non sia un liceo, bensì il conservatorio più famoso di Parigi.
La 15enne Jane Cooper, lascia il Canada per trasferirsi in Francia, lasciandosi alle spalle un passato alquanto doloroso. Nuovi incontri, nuove avventure, nuove amicizie e nuovi amori la attenderanno!
Tutto nella mia Fan fiction sul gioco di ruolo più amato tra le ragazze. Buona lettura! ^^
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Venerdì 25 Settembre
 
Come al solito mi sono svegliata tardi e sono di nuovo costretta a correre come una matta, per arrivare in orario a scuola.
 
Fiuuu! Sono arrivata giusto in tempo. Si… Tralasciando il fatto di aver investito almeno una decina di persone nel tragitto, compresa una carrozzina e di essere stata quasi investita da un’auto. Tralasciando i dettagli… Eccomi qua.
 
Qual è la mia classe? Ah si! Nathaniel ha detto che devo andare in 2° F. Eccola là.
 
La porta è chiusa, segno che il professore è già entrato in classe. Busso educatamente la porta e dopo aver sentito un “Avanti”  dall’interno, entro.
 
-Oh , tu devi essere la nuova arrivata! Vieni, ti presento alla classe.-
 
Mi avvicino imbarazzata al professore, sotto lo sguardo di tutti i presenti.
 
-Lei è Jane Cooper. Viene dall’America. Canada, giusto?-
 
Annuisco.
 
-Come mai ti sei trasferita qui?-
 
-Ehm… Per il lavoro di mia zia-
 
-Vive con sua zia? E i suoi genitori?-
 
Accidenti… Lo sapevo. Mi sono preparata a quella domanda in tutti i modi possibili e immaginari, sperando di poterlo sopportare ma… Come dice il detto: Tra il dire e il fare…
 
Abbasso il capo, gli occhi che mi pizzicano.
 
No… Non ora.
 
Il professore sembra aver capito di aver toccato un tasto bollente.
 
-E dimmi, Jane. Quale strumento sai suonare?-
 
Lo ringraziai mentalmente per non aver insistito e risposi subito alla sua domanda.
 
-La chitarra, il pianoforte  e la batteria-
 
- Te la sentiresti di farci sentire qualcosa?-
 
Annuisco e mi siedo su uno sgabello che Monsieur Dubois- a quanto pare è questo il suo
nome- mi ha gentilmente offerto.
 
Penso velocemente a cosa suonare e inizio ad intonare una canzone parecchio conosciuta in Francia.
 
Dopo una serie di applausi da parte del professore, finalmente posso andarmi a sedere.
 
-Hmmm allora… Direi che puoi sederti vicino a….-
 
Mi indica un posto in quarta  fila vicino alla finestra. A quanto pare il mio compagno di banco era assente o in ritardo, perché entrambi i posti erano vuoti.
 
 Neanche il tempo di formulare questi pensieri, che la porta si spalanca rivelando un ragazzo alto con dei lunghi capelli rosso fuoco, vestito come il tipico bulletto rockettaro.
 
Oh, no….
 
-Ti sembra l’ora di arrivare Castiel?-
 
-Scusi prof. Non succederà più- gli si stampa in volto un sorriso sghembo.
 
Tipico di Castiel.
 
 
Sconsolato, Monsieur Dubois non può fare altro che dare inizio alla lezione.
 
Non appena lo sguardo del rosso si scontra col mio…
 
-Ehy novellina. Perché sei seduta al mio posto?-
 
-Che, c’è scritto il tuo nome, per caso?-
 
Con ancora le cuffie nelle orecchie, si siede nel posto vicino al mio, allunga di poco il collo e mi sussurra nell’orecchio:

-Dopo facciamo i conti biondina…-
 
-Non vedo l’ora- rispondo io.
 
Le due ore di musica sono passate e mancano dieci minuti al suono della campanella. Mi volto verso il mio compagno di banco e noto che ha uno sguardo assente.
 
-Eeehyy!! Fiammifero ci sei?-gli sussurro cercando di risvegliarlo dalla trans in cui era caduto. Gli sventolo una mano davanti ma lui l’afferra con un gesto rapido.
 
Si volta verso di me e mi guarda attentamente. Ha un che di inquietante…
 
-C-Castiel, c-che ti prende?-
 
Mi lascia la mano e si toglie una cuffia dall’orecchio.
 
-Ehy biondina, tutto bene?-
 
-Ti interessa d’avvero?-
 
-In effetti no. Non mi interessa-
 
-Sei insopportabile-
 
-E’ solo una delle mie tante qualità-
 
Sospiro e decido di volgere la mia attenzione al di fuori della finestra. Proprio lì, sopra ad un  ramo di un albero privo di foglie, uno scoiattolo stava trasportando delle ghiande nella cavità del tronco. Non posso fare a meno di sorridere, quando noto il colore della sua pelliccia. Era di un marroncino scuro con delle sfumature rosse… Mi ricorda tanto…
 
La campanella mi desta dai miei pensieri. Finalmente!
 
Non ne potevo davvero più! Per tutta l’ora, il nostro carissimo professore, ci ha parlato ininterrottamente della vita dei più grandi musicisti francesi.
 
Argomento molto interessante, direi.
 
Esco dall’aula e mi dirigo al mio armadietto per prendere i libri dell’ora successiva: Matematica. Io, DETESTO la matematica. Non è una semplice incapacità di fare calcoli…No, io ne sono allergica.
 
Rientro in classe e noto piacevolmente l’assenza del mio compagno di banco.

A quanto pare non sono l’unica a detestare questa materia…
 
Le ore passano, le lezioni sono finite, ho dato una mano a Dajan col club di Basket, ho ritrovato il quaderno di Lysandre- questa è la terza volta che lo perde- ho cercato di rendermi utile nel club di giardinaggio- dato che non avevo nulla da fare- col risultato di una pianta appassita e un Jade molto, ma molto arrabbiato.
 
Sono stanca morta… Credo che me ne ritornerò a casa. Saluto Iris, Violet e Rosalya e mi incammino.
 
Quelle tre sono molto simpatiche… Stiamo diventando davvero amiche… Oggi verranno a casa mia per un pigiama party!
 
Sono a un passo dall’uscita quando sento delle urla.
 
-Non ho paura di te!-
 
-Ne sei così sicuro?-
 
-CASTIEL!-
 
La mia mano raggiunge appena in tempo il suo braccio. La sua mano, tesa in un pugno, stava per raggiungere la faccia di Nathaniel, che non dava segno di timore.
 
-Va via, non sono affari che ti riguardano!-
 
-Oh si, invece! Vuoi farti espellere per caso? Non capisci che non sta aspettando altro?!-dico indicando il biondo. Non so perché mi preoccupo tanto… Se viene espulso tanto meglio. Sarebbe un problema in meno.
 
Castiel mi guarda pensoso. Quella sua testolina rossa, apparentemente vuota, stava cominciando a ragionare, finalmente. Dopo qualche minuto, si decide a lasciare la presa della camicia, ormai spiegazzata, del ragazzo poi afferra la mia mano e si dirige verso l’uscita.
 
Si erige un silenzio imbarazzante che inizia a darmi sui nervi.
 
Ma dico, gli è dato di volta il cervello? Insomma, voleva farsi davvero cacciare?  Senza rendermene conto, ho mollato la presa sulla sua mano, mettendomi di fronte a lui con il dito puntato contro il suo petto.
 
-Si può sapere che cavolo ti è saltato in mente?-
 
Si ferma e mi guarda negli occhi. Il suo sguardo è freddo e distaccato, tanto che mi fa venire i brividi.
 
-Che intendi?-
 
Ma allora è scemo?!
 
-Poteva farti espellere!-
 
Scrolla le spalle posando lo sguardo in un punto indefinito del parco.
 
-Perché stavate litigando?-
 
-Non sono affari tuoi-
 
Sento il sangue ribollirmi nelle vene, il viso farsi rosso dalla rabbia e se fossimo in un cartone animato, mi uscirebbe il fumo dalle orecchie.
 
Giro i tacchi e me  ne vado.
 
Inutile scaldarsi tanto… Ha ragione, non sono affari miei.
 
POV CASTIEL
 
La ragazzina ha ragione. Quel leccapiedi del delegato, non aspetta altro che una mia mossa falsa per farmi cacciare dalla scuola. Mollo violentemente la presa sulla sua adorata camicia bianca, afferro la mano di Jane e vado via. Aspetta, aspetta. Cosa?? Le ho preso la mano? Che mi è saltato in mente!? Ad un tratto sento un bruciore fastidioso al petto. Noto che la piccoletta ha lasciato la mia mano.
 
-Si può sapere che cavolo ti è saltato in mente?-
 
La guardo negli occhi. Più che arrabbiata sembra… Preoccupata?
 
Le rivolgo lo sguardo più freddo che ho.
 
-Che intendi?-
 
Idiota… Mi sussurra una vocina dentro di me.
 
-Poteva farti espellere!-
 
Scrollo le spalle con fare disinteressato. Ha ragione. Eccome se ha ragione.
 
-Perché stavate litigando?-
 
-Non sono affari tuoi-
 
Sei un Idiota… ancora quella vocina.
 
La vedo diventare rossa dalla rabbia, i capelli sembrano quelli di una pazza uscita da un manicomio e tiene i pugni serrati. Mi trattengo a stento dalle risate. Ad un tratto la vedo distendere i nervi e andare via. Non so perché ma qualcosa mi dice che insieme a lei, se ne sia andata via anche una parte di me.
 
POV JANE

Accidenti, accidenti, accidenti!! Che testa calda che ha quel ragazzo!! Ma tu guarda con chi ho a che fare! Vorrei tanto prenderlo a pugni!
 
E’ da 10 minuti che cammino e solo ora mi accorgo di aver sbagliato strada. Mi guardo intorno e scorgo un negozio di musica. Entro incuriosita per dare un’occhiata.
 
Inizio a guardarmi intorno. Ci sono Cd di tutti i tipi! Dai Beatles ai AC/DC, da Fedez a Selena Gomez.
 
-Ciao!-
 
Mi volto in cerca del proprietario della voce, ma noto soltanto una pila di CD.
 
-Posso aiutarti?-
 
Dalla pila, fa capolino un ragazzo alto con capelli e occhi azzurri, vestito con colori sgargianti e delle cuffie arancioni intorno al collo.
 
-No, no. Davo solo un’occhiata.-
 
-Oh, bè.. Allora va ben..-
 
Non fa in tempo a finire la frase che la pila di cd crolla. Il ragazzo scivola e io appresso a lui. Entrambi scoppiamo in una fragorosa risata. Si alza, spolverandosi i pantaloni, e mi porge la mano per aiutarmi a rialzarsi.
 
-Io sono Alexy-
 
-Jane- sorrido.
 
-Piacere di averti conosciuto, Jane. Ora scusa ma devo ripulire questo disastro-mi dice portandosi una mano alla nuca.
 
Ridacchio per poi uscire da quel posto e ritornare a casa.
 
Alexy… Buffo ma simpatico. Chissà se lo rivedrò…
  
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