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Autore: fanny80    18/01/2008    12 recensioni
Brian Kinney ha sempre creduto di essere immune da ogni cosa, dall'amore, dal giudizio degli altri, da quello di Dio, persino immune alla morte... ma non è così, nessuno è immune da ogni cosa.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor, Michael Charles Novotny-Bruckner, Theodore 'Ted' Schmidt, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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EPILOGO.

(Michael)

 

 

Se vi dicessi dove sono in questo momento voi non mi credereste, su, forza, provate ad indovinare, la cosa più incredibile che potesse mai accadere.

Non ci siete arrivati eh?

Allora vi do qualche indizio…

Sono in piedi sotto una specie di gazebo bianco, davanti a me ci sono due file di sedie, tutte occupate, ci saranno circa un centinaio di persone.

Allora ci siete arrivati?

Sono il testimone di nozze di Brian Kinney.

Incredibile, alla fine quei due ce l’hanno fatta!

Mi rigiro fra le dita il pacchetto con dentro le fedi e sorrido, speriamo solo che non ci ripensino anche sta volta.

Volete sapere cos’è successo dopo che Brian s’è quasi fatto ammazzare?

Il dottor Carter l’ha dovuto operare per assorbire del tutto l’ematoma, non chiedetemi i particolari, io vendo fumetti, non faccio mica il medico, tutto quello che so è che, uscito da quella sala operatoria, Brian non correva più rischi.

Certo la convalescenza non è stata una passeggiata, ma Justin non l’ha lasciato un momento, forse si sentiva un po’ in colpa per l’incidente, anche se non ne aveva motivo.

Oh, ma la cosa più incredibile è che sta volta Justin ha chiesto a Brian di sposarlo!

Mi rigiro il pacchetto nella mano che tengo in tasca, mi ha raccontato di averlo trovato in un cassetto dell’ufficio di Brian uno di quei giorni in cui era andato alla Kynnetik a dare una mano mentre Brian era ancora in ospedale.

Non ha mai restituito le fedi…

Certo Brian ha un carattere difficile, ma non ha neanche avuto una vita semplice, forse qualcuno può pensare che siano solo capricci i suoi, e certo c’è anche una buona dose di quello, ma la sua paura verso i legami ha delle basi dentro di lui che non sono state affatto facili da ignorare.

Comunque va bene, va bene, vi racconterò come è andata…

 

Justin va a prendere Brian in ospedale, finalmente può uscire da lì, per la gioia di tutti, ma principalmente la sua, visto che odia gli ospedali.

Decisamente non è nel pieno delle sue forze ancora, la testa continua a fargli male ed anche tutto il resto, Justin lo aiuta a scendere dalla macchina ed abbracciati si dirigono verso la porta di ingresso.

“Finalmente a casa…” mormora Brian guardando la facciata esterna.

“Ce ne hai messo di tempo a tornare da me.” ironizza Justin con un sorriso girando la chiave nella toppa.

“L’importante è che alla fine io sia tornato…” si sporge a sfiorargli le labbra un secondo prima che la porta si apra, entrano continuando a baciarsi, finché Justin si scosta ridendo.

“Piantala…”

“Sono settimane che aspetto di scoparti, fa il bravo…”

“Fa tu il bravo, non stai ancora bene… dai Brian smettila!” esclama ridendo mentre le mani di Brian si infilano da per tutto.

“Oh ti prego…”

“No, fermati, dobbiamo parlare.”

“Oh cazzo, no… Justin non dirmi che hai pensato!” esclama ridendo.

Just ride “Non prendermi in giro.” gli stringe la mano e lo guida nel salotto, il fuoco nel camino acceso scoppietta allegro “E’ una cosa seria, forza ascoltami un minuto.”

Brian si lascia trascinare fino ad una poltrona accanto al camino “Fammi la cortesia, si buono, arriva al dunque.” borbotta, ha come al solito un brutto presentimento, forse ha deciso di andarsene di nuovo…

Justin si inginocchia a terra poggiando le braccia sulle gambe di Brian “Sai New York ti offre un sacco di opportunità, insomma, ho soldi sufficienti per ridarti le rate che tu hai pagato per la mia scuola, e ancora per vivere tranquillo, poi insomma ho un certo nome, penso di avere la strada spianata ormai.”

“Tu non mi devi niente. Si, ho sempre detto che hai talento, ed ho sempre saputo che saresti diventato il miglior gay del mondo, sono fiero di te Just.”

“Ecco, per questo forse dovrò tornare a New York…” alza lo sguardo e vede l’espressione di Brian, improvvisamente seria e ferita che però annuisce.

“Guarda che ti capisco, sul serio, non hai motivo di restare qui, là puoi avere tutto quello che vuoi.”

“No, su questo ti sbagli, fammi finire, ok? Perché tutto quello che io voglio sta qui, in questa stanza. Sono stato un idiota ad andarmene, o forse no, forse se non ti avessi dato retta sarei rimasto qui e non sarei mai arrivato dove sono, ma di sicuro ciò che voglio più dei soldi e del successo, sei tu. Forse tornerò a New York qualche volta, forse potremmo persino andarci insieme, ma io resto Brian, se tu lo vuoi, io resto.”

Brian si sporge fissandolo serio “Se io lo voglio? Senti Sunshine, lo sai come la penso, tutto quello che conta nella vita è ciò che tu vuoi, non puoi restare qui perché questo potrebbe essere ciò che voglio io.”

Justin sospira scuotendo la testa “No, non hai capito niente, io resterò comunque a Pittsburgh, quello che volevo dire e che voglio restare con te se tu lo vuoi ancora.”

Brian lo scruta, osserva la luce del camino ballare di riflessi rossastri sui capelli biondi, guarda quegli occhi verdi immersi nei suoi, alla fine lascia scivolare una mano dietro quel collo sottile, l’attira a se e lo bacia con dolce trasporto “Mi sei mancato, certo che ti voglio qui con me, ti voglio qui con me.”

Justin sorride ricambia quel bacio e lo abbraccia, alla fine scivola via, tornando in ginocchio davanti a lui, che continua a starsene seduto sulla poltrona “Ok, allora aspetta…” mormora infilando una mano in tasca, tira fuori l’astuccio mogano con dentro le fedi e lo guarda, Brian ride scuotendo la testa, “Le ho trovate nel tuo ufficio, perché non le hai restituite?”

“Me ne sarò dimenticato, ho avuto da fare.” risponde con un sorriso imbarazzato anche se chiaramente divertito.

“Beh, una vera fortuna…” mormora Justin tirandosi appena un po’ su, lo guarda negli occhi in cerca delle parole “La verità Brian è che io ti amo, so che abbiamo fatto tanti casini, so che la prima volta che ci abbiamo provato non è finita come speravamo, ma… sposami, riproviamoci insieme.”

Brian lo guarda con un sopracciglio alzato, medita vendetta “Ok…” risponde scrollando le spalle.

Justin lo guarda con un sorriso, ha capito il suo gioco “Ok?” chiede scuotendo la testa.

Brian ride sporgendosi verso di lui “Mhm… fammi pensare, tu mi hai risposto, Facciamolo se non sbaglio.” Brian ride ed anche Justin, lo guarda ed è così felice che stia bene “Però…” bisbiglia tirandolo più vicino sulle sue gambe “Se ora ti dicessi facciamolo, tu capiresti male, non che non stia pensando anche a quello, intendiamoci.” e scivola a sfiorargli il collo con un bacio mentre Justin ride.

“Ok, uomo intelligente, allora rispondimi con intelligenza.”

“Quanto meno non ho intenzione di balbettare senza senso.” ironizza prendendogli il viso fra le mani, lo guarda con espressione improvvisamente seria scrutando quegli occhi che ormai non fa fatica ad ammettere a se stesso di amare “Tu vuoi davvero che ti sposi? Vuoi restare qui, invece di tornartene a New York?”

Justin annuisce “Sono sicuro. Sicurissimo Brian.”

“Allora sei pazzo, ma non puoi certo esserlo più di me, sposiamoci, e sta volta sul serio.” sorride e lo bacia con dolcezza.

“Niente ripensamenti e niente annunci scioccanti la sera della cena di prova.” mormora Justin mordicchiandogli le labbra.

“Anche perché non credo reggerebbero ad un altro colpo così.” Brian ride, lo bacia a lungo, poi si ferma e lo guarda negli occhi “E adesso lasciati scopare…”

 

E così siamo finiti qui, nel giardino della loro casa allestito per il matrimonio del secolo, niente scherzetti, la cena di prova è andata in modo fantastico, Emmett ha preparato tutto sotto espresso ordine di Brian, che ha voluto accontentare Justin in ogni suo capriccio.

E già, Brian Kinney alla fine ha tirato fuori il suo cuore, mi abbasso mentre Gus si avvicina a me e gli porgo le fedi, il piccolo mi sorride, le afferra e torna accanto a Linzy.

Quei due ci stanno facendo aspettare, scommetto di sapere cosa stanno facendo…

Oh Gesù, hanno tempo per certe cose, ma dubito che Brian volesse rinunciare all’ultima scopata da scapolo.

Alla fine la porta si apre, loro due camminano uno accanto all’altro, vestiti in modo impeccabile, sono bellissimi e perfetti, così vicini, mentre avanzano sul tappeto bianco che è steso fra le due file di sedie.

Ogni tanto si guardano e Justin sorride felice come non mai.

Si fermano, Brian accanto a me e Justin accanto a Dafne, la lesbica che deve celebrare la funzione e qui, davanti a noi, pronta a sposarli.

Brian gli fa cenno di iniziare e lei sorride.

“Carissimi amici, siamo qui oggi…” e mi perdo un momento, Brian si volta verso di me e mi sorride, è sempre bellissimo e giovane, lui è Brian Kinney cazzo, il mio migliore amico, sarà sempre giovane e bellissimo.

La donna parla per un po’ e poi guarda i due sposi “C’è qualcosa che volete dire?”

Justin si gira verso Brian, gli sorride guardandolo quasi incredulo.

“Brian, non mi sembra vero che tu sia qui con me, quello che so e di averti amato da sempre, non è stato semplice, ma alla fine siamo qui, e so che non credi nel saranno per sempre felici e contenti, so che non ci saranno solo giorni facili, ma so anche che comunque saranno, felici o tristi, non importa, perché sarà la nostra vita, insieme.”

Brian sorride, si morde le labbra e gli stringe la mano “Una volta ti ho detto che avrei fatto qualunque cosa, che avrei dato qualunque cosa, e sarei stato qualunque cosa per poterti rendere felice. Di sicuro io sono quello che vedi, nel bene e nel male, ma spero che basti e che alla fine tu ed io, possiamo davvero essere felici, insieme.”

Oh mio Dio, signori e signore, ora abbiamo le prove, Brian Kinney ha un cuore!

Mia madre, seduta in prima fila sta pensando proprio questo mentre si asciuga una lacrima, la conosco troppo bene, sorrido guardandoli e non credo di aver mai visto Brian così felice, eppure lo conosco da anni, forse solo quando è nato Gus.

Correvamo in quel corridoio d’ospedale, io, lui e Justin, e rideva euforico, senza considerare la sua faccia quando ha visto il piccolo fra le braccia di Linzy.

La Donna chiede le fedi, e Gus, con qualche anno di più, si avvicina all’altare Brian si china e lo bacia “Sei bravissimo…” bisbiglia facendogli l’occhiolino.

Sfila la fede e guarda Justin “Sei disposto Brian, a prendere Justin come tuo compagno, per la vita? Ad affrontare con lui il bene ed il male, la gioia ed il dolore?”

Brian guarda Justin negli occhi, gli prende la mano con espressione serissima “Si, io Brian, voglio te Justin accanto a me, per tutta la vita.” lascia scivolare l’anello al dito di Justin che lo guarda con occhi lucidi ed un sorriso estasiato.

Poi si china anche lui, bacia Gus sulla fronte e sfila la fede dall’astuccio “Sei disposto Justin, a prendere Brian come tuo compagno, per la vita? Ad affrontare con lui il bene ed il male, la gioia ed il dolore?”

Justin ride mordendosi le labbra, riesco a vedere tutta l’emozione nei suoi occhi, ammetto che ero geloso di lui, ma sono anche sicuro che abbia amato Brian sin dall’inizio.

“Si, io Justin, voglio te Brian accanto a me, per tutta la vita.”

E la fede scivola piano al dito di Brian, lui si guarda la mano quasi con amarezza, poi la scaccia via e sorride, guarda negli occhi Justin, mentre la donna li dichiara “marito e marito” e poi Justin lo abbraccia, si baciano e tutti applaudono, Teddy, Emmett e mia madre urlano a gran voce, Em si asciuga gli occhi con un fazzoletto, il solito romantico, si commuove sempre ai matrimoni.

All’interno della casa si svolgerà la cena, del resto è abbastanza grande da ospitare tutti gli invitati, festeggiamo, brindiamo a loro ed alla fine Dafne ed io dobbiamo fare il discorso di rito.

Lei si alza e solleva il calice “Justin, ti ho visto innamorarti di Brian, ed hai lottato per lui con tutta la forza di questo sentimento, vi auguro di essere felici, perché nessuno più di voi lo merita.”

Ora tocca a me, accidenti non sono bravo in queste cose, mi alzo e sollevo appena un po’ il bicchiere “Credo che questo giorno segni la fine per tutti quelli che ancora non ti sei scopato Brian.” la gente ride e lui scrolla le spalle divertito “Scherzi a parte, tu sai quanto io ti voglia bene, siamo cresciuti insieme e credimi se ti dico che non mi sarei mai sognato di trovarmi qui oggi, con te che ti lasci incastrare senza proteste.” Justin ride, mi guarda e annuisce “Ma è anche vero che sono felice per voi due, cercate solo di non fare altri casini.” ridono ancora ed io alzo il calice “A Brian e Justin!”

E un coro si leva “A Brian e Justin!”

La cena finisce e loro due si alzano, Brian si chiude i bottoni della giacca lasciando scorrere lo sguardo su tutti i presenti, Justin lo affianca e lui gli passa un braccio attorno alle spalle “Vi siamo veramente grati di essere venuti.” esordisce voltandosi a guardare Justin che ride divertito.

“Non se lo sarebbero persi per niente al mondo, credimi.”

“Sta zitto piccolo insolente.” scherza Brian sfiorandogli le labbra “Vi invitiamo a restare e fare come se foste a casa vostra, noi abbiamo un aereo da prendere.”

Tutti applaudono e Ted esclama “Adesso ce lo vuoi dire dove andate?”

“Non se ne parla.” Brian divertito scuote la testa.

“Io ne so quanto voi!” dice Justin scrollando le spalle e tutti ridono.

Salutano e si avviano verso la loro stanza, prendono le valige e noi siamo fuori ad aspettarli, Jennifer e Dafne, Teddy, Em, Linz e Mel, mia madre e Ben.

“Vi raccomando, state attenti e tu tratta bene il mio pulcino!” dice mamma dando un ceffone a Brian con i suoi soliti modi, Brian alza gli occhi al cielo “Si mamma!” mormora sorridendo prima di lasciarsi abbracciare e baciarla.

Justin abbraccia sua madre e poi saluta tutti gli altri, salgono in macchina, diretti…

Beh volete saperlo? Io so tutto ma Brian non ha voluto dirlo agli altri…

 

 

“Tu sei fuori di testa!” Justin ride scuotendo il capo ancora incredulo.

Hanno viaggiato per sette ore, Brian gli ha chiuso gli occhi con una mano per impedirgli di vedere l’imbarco, quando l’aereo è atterrato, lì era già ora di pranzo visto il fuso orario.

Non ha ancora assorbito l’idea di trovarsi in quella stanza, in quella città.

Durante il tragitto in macchina si è guardato intorno senza riuscire a dire una sola parola, e in albergo un pranzo in camera li stava già aspettando.

E poi lascivi si erano stuzzicati, provocati fino a non poter più resistere, mentre fuori il sole iniziava a calare.

“E’ troppo tardi, ormai hai detto si davanti a quella lesbica pazza, non puoi più tornare indietro.” scherza Brian baciandolo.

E Justin ride ancora, aveva pensato ad Ibiza, visto che mille volte avevano detto che sarebbero andati li insieme, ma Brian Kinney non fa mai niente di troppo scontato, del resto è arrivato a sposarsi…

Si allontana da Justin che guarda fuori dalle finestre, la Tour Eiffel si innalza verso il cielo di Parigi, ormai tinto d’arancio, brilla di mille luci bianche, Justin sorride e si volta a guardarlo.

Brian, nudo sul letto della loro Suite, si sostiene su un gomito mentre accende una sigaretta.

“Dì la verità, non hai voluto dirlo agli altri perché ti vergognavi, hai preso in giro Michael fino alla nausea quando venne qui con David.”

Brian ride “L'ho preso in giro perché quel dottore era un idiota, e lui si era iscritto al concorso per la moglie più servile dell’anno…” mormora guardandolo “E poi non eri tu quello che voleva vedere il Louvre?”

Justin cammina per la stanza, arriva al letto e gattona fino a lui strusciandoglisi contro, ha un sorriso malizioso e gli morde le labbra “Quindi l’hai fatto per me..?” bisbiglia.

“Già… e che tu sappia, ho mai fatto qualcosa in cambio di niente?” sorride malizioso lasciandosi stendere sul letto, adora quando Justin si strofina su di lui con quello sguardo.

“Mhm… e cosa vorresti in cambio?” chiede scivolando a baciargli il collo.

Brian chiude gli occhi e inclina la testa indietro, “Tutto quello che voglio… sei tu, Sunshine…”

 

-Fine-

 

 

   
 
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