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Autore: inochan    18/01/2008    2 recensioni
Cosa accadrebbe se un giorno un giovane di un villaggio in continua lotta trovasse un amico davvero speciale? E se questo amico fosse un drago parlante? E se questo drago fosse vittima di un potente incantesimo che gli ha privato dei ricordi? Scopritelo leggendo questa storia fatta di amicizia, fiducia e incomprensioni: Il Bradipo e il Drago! C’era una volta…già perché tutte le storie di fantasia cominciano con questa frase, no? Beh anche la mia inizia così, solo che non è fantasia…è realtà!
Genere: Fantasy, Mistero, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il Bradipo e il Drago

 

C’era una volta…già perché tutte le storie di fantasia cominciano con questa frase, no?

Beh anche la mia inizia così, solo che non è fantasia…è realtà!

 

 

 

1.Once upon a time – Who are you?

 

 

Un dì non molto lontano, dove guerre e razzie si susseguivano senza sosta, i giovani erano tenuti in casa per paura che venissero catturati o, peggio, uccisi dai furfanti devastatori di quelle terre un tempo così ricche e prosperose.

Ma i più ribelli, si sa, non se la sentivano di rimanere confinati in una stanza per tutto il tempo mentre i loro padri erano in guerra a morire.

Molti uscivano di nascosto dalle case e altrettanti non ne facevano più ritorno, perché non erano solo i nemici a minacciare quei luoghi.

Un bestia si celava nelle profondità del bosco che circondava il villaggio.

Un drago.

Una bestia assetata di sangue che non vedeva l’ora di ghermire i più sprovveduti i quali si avventuravano nel suo regno in cerca di gloria o, alle volte spinti, solo dalla disperazione di fuggire da quella guerra.

 

Ma non è questo il nostro caso, signori miei, colui che si avventurò in quel bosco era ancora pervaso da quella ingenuità infantile tipica dei bambini, perché in effetti di un bambino si trattava.

Aveva all’incirca sei anni, età nella quale si comincia a fare domande tipiche da bambini.

Ma lui era diverso, lui non credeva a quella schiocca leggenda del drago, voleva solo godersi un po’ di aria fresca dopo giorni e giorni di reclusione.

 

Il bambino penetrò nel bosco senza timore, oramai conosceva così bene quei sentieri che poteva farli ad occhi chiusi per quante volte c’era stato.

Stava per giungere a una radura che si trovava proprio all’interno di questo bosco, quando un rumore richiamò la sua attenzione.

Un gruppo di nemici si stava avvicinando e lui doveva trovare immediatamente un posto dove nascondersi, altrimenti sarebbe stato ucciso!

 

Si voltò e il suo sguardo incrociò una enorme fessura all’interno di una collina, una caverna.

Iniziò a correre in direzione di essa e, una volta dentro, vi si accucciò tenendo le ginocchia strette al petto.

Aspettò pazientemente finché non sentì i passi dei nemici farsi sempre più lontani e a quel punto tirò un sospiro di sollievo.

Ma qualcosa lo stava osservando dal profondo di quella grotta, sentiva come degli occhi puntanti sulla sua schiena.

Si voltò e li incrociò nell’oscurità, due occhi gialli da serpe lo stavano fissando da almeno una decina di minuti.

Lui deglutì nervosamente mentre si sentiva il sangue gelare delle vene, forse la leggenda non era proprio una leggenda e il guaio era che lui non sarebbe sopravvissuto per raccontarlo.

 

La bestia fece un profondo respiro che fece muovere la polvere depositava sul terreno della grotta, il bambino cercò di indietreggiare ma non poteva.

La paura l’aveva completamente paralizzato, sebbene il cervello dicesse al corpo di scappare, quest’ultimo si rifiutava di eseguire i suoi ordini e rimaneva immobile, aspettando inesorabilmente la sua morte.

 

-“Chi sei?”- Una voce irruppe quel silenzio, una voce roca e profonda, una voce che proveniva proprio dalla bestia.

 

-“Tu…tu parli?”- Chiese ancora con la voce spezzata dalla paura il bambino, la bestia si portò avanti fino a raggiungere uno spiraglio di luce.

Il sole creava dei riflessi color smeraldo sulle parenti della grotta a contatto con le squame del drago, squame color verde e d’oro come i suoi occhi.

Era molto più piccolo di come se l’era immaginato il bambino, raggiungeva a malapena i due metri di lunghezza ma i suoi denti era di certo affilati come rasoi.

Non poteva darsi ancora per salvo, ma la tensione si era fatta nettamente più blanda.

 

-“Come mai parli?”- Chiese nuovamente il bimbo, il drago chinò il capo e disse:

 

-“Non lo so.”-

 

-“Chi sei?”- Chiese nuovamente il bambino sebbene fosse stato lui il primo a non rispondere a quella domanda, ma la risposta della bestia non cambiò dalla precedente.

 

-“Non lo so.”-

 

-“Come ti chiami?”-

 

-”Non lo so.”- A ogni domanda la bestia rispondeva sempre nel solito modo, ma il bambino notò che a ogni sua domanda la bestia s’incupiva e il suo sguardo diventava incredibilmente triste. Era orribile non sapere niente del proprio passato né tantomeno del proprio presente, era immerso nel buio più totale da quando era nato.

Il buio della grotta era anche il buio che avvolgeva il suo cuore, non conosceva la luce né il mondo al di fuori.

 

Da quando era nato l’oscurità l’aveva sempre circondato e cullato come una madre, nonostante lui bramasse così ardentemente la luce.

Ma sapeva meglio di chiunque altro che il mondo di fuori non lo avrebbe mai accettato, per gli altri non era altro che un mostro.

 

Il bambino sentì come un tuffo al cuore vedendo la tristezza negli occhi di quel mostro, che in fin dei conti tanto mostro non era.

Lo sentiva stranamente simile a lui era pochi i bambini che voleva giocare con lui.

Ma non era colpa sua, che colpa poteva trarne se aveva ereditato quel potere oscuro dalla sua famiglia?

Che colpa ne aveva se era più maturo degli altri e per questo risultava antipatico?

Eppure era solo, l’oscurità aveva avvolto anche lui, sebbene in quella oscurità alle volte si trovasse perfettamente a suo agio.

 

-“Cosa sei?”- Chiese infine il bambino dopo quel lungo e interminabile minuto di silenzio. Il drago alzò il capo come sorpreso e disse seccamente:

 

-“Un drago, non lo vedi?”-

 

Ma forse nessuno dei due, né drago né bambino, avrebbero mai immaginato di aver appena trovato la loro fonte di luce.

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Buahahahah, rieccomi alla carica con una nuova fic fresca fresca, questa volta mi sono data al fantasy!

Ehi, non cominciate a urlare che devo finire le altre, questa ce l’avevo in cantiere da tempo quindi non cominciate!!!!

E va bene, prometto che mi impegnerò per finire anche “Le tre S: Sole, Spiaggia e…” ve la faccio come promessa!

Comunque mi aspetto molte recensioni almeno su vostre ipotesi per chi è il bambino della storia,

Kiss!!!!

  
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