C’era una volta…già perché tutte le
storie di fantasia cominciano con questa frase, no?
Beh anche la mia inizia così, solo che
non è fantasia…è realtà!
1.Once upon a time – Who are you?
Un dì non molto
lontano, dove guerre e razzie si susseguivano senza sosta, i giovani erano tenuti in casa per paura che venissero catturati o,
peggio, uccisi dai furfanti devastatori di quelle terre un tempo così ricche e
prosperose.
Ma i più
ribelli, si sa, non se la sentivano di rimanere confinati in una stanza per
tutto il tempo mentre i loro padri erano in guerra a
morire.
Molti
uscivano di nascosto dalle case e altrettanti non ne
facevano più ritorno, perché non erano solo i nemici a minacciare quei luoghi.
Un bestia
si celava nelle profondità del bosco che circondava il villaggio.
Un drago.
Una bestia
assetata di sangue che non vedeva l’ora di ghermire i più sprovveduti i quali
si avventuravano nel suo regno in cerca di gloria o, alle
volte spinti, solo dalla disperazione di fuggire da quella guerra.
Ma non è
questo il nostro caso, signori miei, colui che si
avventurò in quel bosco era ancora pervaso da quella ingenuità infantile tipica
dei bambini, perché in effetti di un bambino si trattava.
Aveva all’incirca sei anni, età nella quale si comincia a fare
domande tipiche da bambini.
Ma lui era
diverso, lui non credeva a quella schiocca leggenda del drago, voleva solo
godersi un po’ di aria fresca dopo giorni e giorni di
reclusione.
Il bambino
penetrò nel bosco senza timore, oramai conosceva così bene quei sentieri che
poteva farli ad occhi chiusi per quante volte c’era stato.
Stava per
giungere a una radura che si trovava proprio
all’interno di questo bosco, quando un rumore richiamò la sua attenzione.
Un gruppo
di nemici si stava avvicinando e lui doveva trovare immediatamente un posto
dove nascondersi, altrimenti sarebbe stato ucciso!
Si voltò e
il suo sguardo incrociò una enorme fessura all’interno
di una collina, una caverna.
Iniziò a
correre in direzione di essa e, una volta dentro, vi
si accucciò tenendo le ginocchia strette al petto.
Aspettò
pazientemente finché non sentì i passi dei nemici farsi sempre più lontani e a
quel punto tirò un sospiro di sollievo.
Ma
qualcosa lo stava osservando dal profondo di quella grotta, sentiva come degli
occhi puntanti sulla sua schiena.
Si voltò e
li incrociò nell’oscurità, due occhi gialli da serpe lo stavano fissando da
almeno una decina di minuti.
Lui
deglutì nervosamente mentre si sentiva il sangue gelare
delle vene, forse la leggenda non era proprio una leggenda e il guaio era che
lui non sarebbe sopravvissuto per raccontarlo.
La bestia
fece un profondo respiro che fece muovere la polvere
depositava sul terreno della grotta, il bambino cercò di indietreggiare ma non
poteva.
La paura
l’aveva completamente paralizzato, sebbene il cervello dicesse al corpo di
scappare, quest’ultimo si rifiutava di eseguire i suoi ordini e rimaneva
immobile, aspettando inesorabilmente la sua morte.
-“Chi
sei?”- Una voce irruppe quel silenzio, una voce roca e
profonda, una voce che proveniva proprio dalla bestia.
-“Tu…tu
parli?”- Chiese ancora con la voce spezzata dalla paura il
bambino, la bestia si portò avanti fino a raggiungere uno spiraglio di luce.
Il sole
creava dei riflessi color smeraldo sulle parenti della grotta a contatto con le
squame del drago, squame color verde e d’oro come i
suoi occhi.
Era molto
più piccolo di come se l’era immaginato il bambino, raggiungeva
a malapena i due metri di lunghezza ma i suoi denti era di certo affilati come
rasoi.
Non poteva
darsi ancora per salvo, ma la tensione si era fatta nettamente più blanda.
-“Come mai
parli?”- Chiese nuovamente il bimbo, il drago chinò il capo e disse:
-“Non lo
so.”-
-“Chi
sei?”- Chiese nuovamente il bambino sebbene fosse
stato lui il primo a non rispondere a quella domanda, ma la risposta della
bestia non cambiò dalla precedente.
-“Non lo
so.”-
-“Come ti
chiami?”-
-”Non lo
so.”- A ogni domanda la bestia rispondeva sempre nel
solito modo, ma il bambino notò che a ogni sua domanda la bestia s’incupiva e
il suo sguardo diventava incredibilmente triste. Era orribile non sapere niente
del proprio passato né tantomeno del proprio presente, era immerso nel buio più
totale da quando era nato.
Il buio
della grotta era anche il buio che avvolgeva il suo
cuore, non conosceva la luce né il mondo al di fuori.
Da quando
era nato l’oscurità l’aveva sempre circondato e
cullato come una madre, nonostante lui bramasse così ardentemente la luce.
Ma
sapeva meglio di chiunque altro che il mondo di fuori non lo avrebbe mai
accettato, per gli altri non era altro che un mostro.
Il bambino
sentì come un tuffo al cuore vedendo la tristezza negli occhi di quel mostro,
che in fin dei conti tanto mostro non era.
Lo sentiva
stranamente simile a lui era pochi i bambini che
voleva giocare con lui.
Ma non
era colpa sua, che colpa poteva trarne se aveva ereditato quel potere oscuro
dalla sua famiglia?
Che colpa ne aveva se era più maturo degli altri e per questo
risultava antipatico?
Eppure era
solo, l’oscurità aveva avvolto anche lui, sebbene in quella oscurità
alle volte si trovasse perfettamente a suo agio.
-“Cosa
sei?”- Chiese infine il bambino dopo quel lungo e
interminabile minuto di silenzio. Il drago alzò il capo come sorpreso e disse
seccamente:
-“Un
drago, non lo vedi?”-
Ma forse
nessuno dei due, né drago né bambino, avrebbero mai
immaginato di aver appena trovato la loro fonte di luce.
Angolino dell’autrice
Buahahahah, rieccomi alla carica con una nuova fic fresca fresca, questa volta mi
sono data al fantasy!
Ehi, non cominciate a urlare che devo finire le altre, questa ce l’avevo in
cantiere da tempo quindi non cominciate!!!!
E va bene, prometto che mi impegnerò per finire anche “Le tre S: Sole, Spiaggia e…” ve la faccio come promessa!
Comunque mi aspetto molte recensioni almeno su vostre ipotesi per chi è il
bambino della storia,
Kiss!!!!