Fanfic su artisti musicali > HIM
Segui la storia  |       
Autore: Sweetie616    18/01/2008    5 recensioni
"Ero immersa nei miei pensieri quando si aprirono le porte dell’ascensore ed entrai, proprio nel momento in cui usciva un ragazzo vestito di nero, con cui, inevitabilmente, mi scontrai. “Vuoi guardare dove vai?” gli urlai contro, alzando lo sguardo quel poco che bastò ad incrociare due incredibili occhi verdi. Lui mormorò qualcosa in inglese, continuando a correre per il corridoio."
Cosa succede quando due persone deluse dall'amore si incontrano e scoprono di amarsi? Può succedere di tutto...soprattutto se uno dei due è Ville Valo...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

13. Lost in the arms of your fate

 

Restavano solo un paio di piccoli, insignificanti dettagli: il primo era dire a Bianchi che la sua “miniera d’oro” avrebbe fatto le valigie e sarebbe volata ad Helsinki a coronare il suo sogno d’amore con la rockstar. Mentre il secondo, quello che mi toglieva il sonno, era dare la stessa notizia ai miei genitori.

Ville si offrì di partire con me, per starmi vicino quando l’avrei detto ai miei.

Come immaginavo, la parte più semplice fu dare la notizia a Bianchi.

“Mi aspettavo una cosa del genere da quando vi ho visti insieme sul Kerrang” disse Massimiliano. “Siete così carini!! Mi dispiace che tu te ne vada, sei un’ottima giornalista. Ma meriti un po’ di felicità, e non ti ho mai vista così serena come da quando stai con Valo.”

“Posso sempre mandarti le recensioni dei nuovi album in anteprima” scherzai “ma non credo che sarei molto obiettiva!”

“Lo credo anch’io!”rise “Vienici a trovare, ogni tanto”

“Promesso!”

 

“Ricordati che voglio farti da damigella al matrimonio!” disse Giada, mentre toglievo le mie cose dalla scrivania.

“Quale matrimonio?” chiesi, spalancando gli occhi.

La mia amica rise.

“Per quel poco che conosco quel romanticone di Ville, cara la mia Camy...” iniziò “secondo me non aspetta altro che portarti nel posto più romantico di Helsinki per chiederti di sposarlo!”

“Ma figurati! Ville è allergico ai matrimoni! E anch’io, se è per questo!”

“Vedremo....”disse Giada “comunque, mi dispiace che tu  te ne vada..:”

“Anche a me...mi mancherete, tu e quella pazza di tua sorella! Però potete venirmi a trovare ad Helsinki quando volete!”

“Non dirlo ad Ale... te la ritroveresti sempre tra i piedi! Ma lo sai che ha tolto tutti i poster di Ville dalla stanza?”

La guardai perplessa.

“Sì... adesso ha attaccato in camera le foto che vi ho fatto io per la rivista! Sei diventata anche tu un suo idolo, ormai!”

“Oh, mamma...” commentai.

Già, mamma... perché era arrivato il momento più difficile: dire a mamma e a papà che tornavo in Finlandia... e che ero fidanzata con il frontman degli HIM.

 

Ville arrivò in cucina tutto tirato a lucido, i capelli legati sotto il cappello, i tatuaggi ben nascosti sotto la giacca grigia. Quella fu l’unica volta in cui, guardandolo, non rimasi senza fiato, troppo presa dai duemila pensieri su ciò che avrei dovuto affrontare. Mi trovò seduta al tavolo, davanti alla seconda bottiglia di birra.

“Amore, direi che una può bastare” disse, togliendomi la bottiglia.

Sbuffai. “Tu ne avevi bisogno prima di salire sul palco...io ne ho bisogno prima di vedere i miei” protestai.

“Ma non l’ho più fatto, da quando ci sei tu” disse, dolcemente. “E proprio perché l’ho fatto anch’io, ho imparato che non è così che si risolvono le cose”.

“Tu non li conosci, Ville. Non sai di cosa sono capaci. Io...so che finirò per vergognarmi di loro, oggi, e...”

Mi chiuse la bocca con un bacio.

“Non saranno più terribili delle mie fan!” disse, con una delle sue facce buffe.

Alzai un sopracciglio. Non ne ero così sicura.

 

“Entra” mi disse mio padre, gelido, appena aprì la porta. Meno male che avevo convinto Ville ad aspettarmi in macchina finchè non fossi scesa a chiamarlo. Volevo che sfogassero il peggio con me per poi riservare a lui un trattamento almeno civile.

“Ciao papà...mamma” dissi.

“Devi dirci qualcosa, immagino” disse mia madre, con lo stesso tono freddo.

“Sì...” dissi, spegnendo la sigaretta “ho ricevuto un’ importante offerta di lavoro e ho deciso di accettarla. Tra due settimane mi trasferisco in Finlandia.”

“In Finlandia” ripetè mio padre.

“Sì, torno ad Helsinki. Del resto l’hai sempre saputo che il mio posto è lì.” Risposi, freddamente.

“E che lavoro sarebbe?” chiese.

“Mi occuperò dell’ufficio stampa di una band, li seguirò in tournèè...è un’ottima occasione, sono famosi in tutto il mondo...e anche molto bravi!” dissi entusiasta.

...E il frontman è bellissimo ed è il mio fidanzato...pensai tra me e me.

“E ha qualcosa a che vedere con questo, immagino” aggiunse mia madre, porgendomi la copia della “mia” rivista...quella delle foto fatte con Ville.

Ci siamo. Pensai.

“Da quando compri la rivista per cui lavoro?” chiesi, cercando di assumere un tono scherzoso.

“Non la compriamo.” Chiarì mio padre. “Il tuo ex fidanzato ci ha avvisato che sarebbe stato opportuno dargli un’occhiata, e a quanto pare aveva ragione.”

Rimasi di sasso. Per quanto ancora quel brutto bastardo avrebbe tentato di rovinare la mia vita?

“Stronzo” sibilai.

“Modera i toni, Camilla” intimò mio padre. “Non so a cosa sei abituata ultimamente, ma in questa casa si utilizza ancora un linguaggio civile”.

“Cosa ti è saltato in mente, si può sapere?” disse mia madre, cominciando ad usare quel tono di voce troppo alto che non sopportavo.

“Non mi è saltato in mente nulla” dissi, cercando di mantenere la calma. “Semplicemente, ho conosciuto un ragazzo fantastico e ci siamo innamorati. Punto. E sì, c’entra qualcosa con il trasferimento: Ville è il frontman della band. Andiamo a vivere insieme.”

“Un ragazzo fantastico!” esclamò mio padre “Un cantante rock finlandese coperto di tatuaggi! E quello che davvero era il ragazzo perfetto per te, te lo sei fatto scappare!”

Alzai gli occhi al cielo.

“Ti ricordo che il tuo ragazzo perfetto mi ha messo le corna con la mia migliore amica! E vuoi che ti ricordi anche come l’ho scoperto?” esclamai. Sì, l’avevo scoperto proprio nel modo peggiore. Li avevo trovati insieme, nel mio letto.

“Te la sei cercata, tu e le tue smanie di carriera! Ed ecco a cosa ti ha portato quel giornaletto da due soldi per cui lavori!  A conoscere questo...questo...”

“Si chiama Ville. Ed era venuto qui a conoscervi oggi, ma credo proprio che non ne siate minimamente degni! E ora posso anche andarmene!” esclamai.

“Camilla, se esci da quella porta non azzardarti a rientrare!” urlò mio padre.

“Stai tranquillo, non ne ho la minima intenzione!” dissi, sbattendo la porta.

 

Scesi le scale di corsa, in lacrime,  fermandomi solo quando mi ritrovai al sicuro tra le braccia di Ville. Senza volerlo, cominciai a singhiozzare.

“Piccola” mormorò, stringendomi a sé e accarezzandomi i capelli.”Cosa è successo?”

Gli raccontai tutto, tra un singhiozzo e l’altro, e improvvisamente vidi la sua espressione indurirsi.

“Vieni con me” disse, portandomi verso l’ingresso.

“No, Ville, io da loro non ci torno” sussurrai tra le lacrime.

“Per favore...” chiese “fallo per me.”

Annuii. Neanche nella situazione più tragica sarei riuscita a dirgli di no, quando mi guardava con il verde intenso dei suoi occhi.

Salimmo le scale, abbracciati, e Ville suonò alla porta dei miei. Mio padre aprì quasi subito, convinto che fossi tornata sui miei passi a dirgli che avevano ragione e che tornavo a casa da loro.

“Sono Ville Hermanni Valo” si presentò, con un tono freddo che con me non usava mai “e per quanto, secondo lei, io sia un poco di buono, non mi sognerei mai di ridurre Camilla come lei ha fatto oggi. Non la conosco, signor Williams, ma posso dirle con certezza che lei non merita le lacrime di sua figlia. Arrivederci. ”

Senza mai sciogliere l’abbraccio che ci univa, Ville mi riportò alla macchina.

“Scusami” disse, posandomi un bacio sulla fronte “mi dispiace che tu abbia dovuto scegliere tra loro e me”.

“Era inevitabile” risposi, rituffandomi nel suo abbraccio “Sceglierei te altre cento volte, sei tu la mia famiglia adesso”.

Sbirciai la sua reazione. Mi aspettavo che si sarebbe irrigidito, o allontanato da me, invece sorrideva, luminoso come un mattino d’inverno.

“Sì, lo so che ho appena detto una cosa spaventosa” aggiunsi, sorridendo, mentre le lacrime mi solcavano ancora le guance.

“Non mi fai paura” rise, e io con lui.

 

In your misery

You're not alone

So come share your tears with me

And witness it all go wrong

HIM- Death Is In Love With Us

 

Grazie come sempre per  i commenti!!!!

Bell_Lua: grazie^^ sì effettivamente Ville l'ho immaginato proprio coccoloso!! *__* Quanto a Camillina, beh..lei è un pò strana, non si può mai sapere cosa le passa per la testa... :P

00glo00: altri fazzoletti in arrivoooo!!! mi farò sponsorizzare dalla scottex, prima o poi XD

Shirahime88: ihihih secondo me sarebbero capacissimi di fare una cosa del genere XD

Malaena: sì effettivamente hai ragione, ma Milla è un pò paranoica!!

Mid: eeeh lasciamo perdere... *pensieri sconci mode: on!!!!*

Variabile: magaaaari succedesse nella realtà!!!! *__*

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > HIM / Vai alla pagina dell'autore: Sweetie616