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Autore: hanaemi_    05/07/2013    1 recensioni
Berlino anni '40. Eliza, una nota cantante nei "café chantant". Roderich, suo manager nonché quasi coniuge. Gilbert, ragazzo solitario. Tre vite che si incroceranno in un unico destino.
Rating alzato da verde ad arancione, scena un po' spinta nel capitolo 10.
Pairing: PruHun, accenni di AusHun.
Vi prego di essere clementi, è la mia prima long-fic su Hetalia, quindi spero mi capiate se troverete capitoli corti!
Grazie dell'attenzione, Snowhite_Queen
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
 

E difatti, circa una settimana dopo quell’incontro, Eliza ricevette la fatidica e tanto attesa telefonata. Accadde dopo una serata,

mentre era intenta a sistemare le sue cose nel camerino; il barista della sala la avvertì che c’era una chiamata urgente per lei e che

doveva correre subito a rispondere. La ragazza rimase un attimo interdetta: chiamata urgente? Poi, però, le ritornò in mente la

discussione col signor Schröder e capì che, molto probabilmente, dovesse essere lui. Si tirò una ciocca all’indietro e a passo svelto si

diresse al telefono dietro il bancone dell’angolo bar della sala in cui si esibiva.

 
“Hallo?”

“Hallo, signorina Héderváry? Ho buone, anzi, buonissime notizie per lei! Ho tante cose da

raccontarle…preferirei però, tanto per non rischiare, parlarle faccia a faccia, se a lei sta bene.”


“Certamente, nessun problema. Mi dica solo quando devo venire da lei.”

“Bene, può trovarmi domattina alle dieci, ovviamente al mio studio.”

“D’accordo, a domani.”
 

Eliza riagganciò, il cuore che le batteva a mille, lo sentiva rimbombare nelle orecchie. Sentiva l’adrenalina al massimo: dal tono il

detective sembra soddisfatto di ciò che aveva scoperto, dunque, forse, le sue tesi erano fondate!
 

“Sì!” esclamò, vittoriosa, battendo le mani. Dopodiché cercò di mascherare la sua smania di sapere gli ultimi aggiornamenti,

incrociò le braccia sul petto e tornò nuovamente al suo camerino per recuperare la borsa e tornare a casa.
 

La mattina dopo Eliza, al tempo stesso felice e ansiosa di ciò che l’investigatore avrebbe potuto dirle, raggiunse l’ufficio dell’uomo.

Salì con calma gli scalini, scrutando ogni particolare della tromba delle scale, quasi a voler rimandare il momento della

conversazione col signor Schröder. Arrivata alla porta con su l’insegna a lettere dorate del detective, prese un bel respiro per darsi

coraggio e suonò, ritrovandosi dopo qualche istante la figura del segugio.
 

“Signorina Héderváry, sono felice di rivederla! Ho tanto da raccontarle…” disse, avvolgendole un braccio attorno alle

spalle, cercando di rassicurarla.

Sul volto della giovane spuntò un piccolo sorriso a quelle poche ma tranquillizzanti parole. E poi quel gesto, così spontaneo, la

rendeva anche più serena. Raggiunsero nuovamente lo studio dell’investigatore e presero posto.
 

“Allora…lei sa bene che ho messo una persona a pedinare  il suo fidanzato, il signor Edelstein.”

Eliza annuì.

“Ebbene, le sue ipotesi sembrerebbero fondate. L’altro giorno è stato visto dirigersi in periferia, a casa di un

certo Günter Schwarz. Costui è noto alla legge per alcuni reati, tra cui  falso in scrittura privata, e ha passato

anche alcuni anni in carcere. Non proprio un uomo dalla fedina penale pulitissima, insomma.”
disse, poggiando

i gomiti sulla scrivania e facendo toccare le punte delle dita.
 

Eliza sgranò gli occhi, mentre il suo cervello lavorava a un velocità impressionante.
 
“Falso in scrittura privata…vuol dire che ha imitato la scrittura di qualcuno, creato documenti

falsi…?”
domandò con tono cauto, presupponendo fosse così.

“Esattamente.”Rispose semplicemente l’altro, facendo segno di sì col capo.
 

Eliza si alzò, schiudendo le labbra in un ampio sorriso e stringendo le mani di Schröder tra le sue.
 

“Oh, la ringrazio, davvero! Grazie, grazie, grazie!”
 

L’uomo accennò un sorriso.

“Non sia troppo frettolosa, servono ancora prove concrete. In questi giorni faremo visite a Schwarz e gli

estorceremo una confessione volontaria, non si preoccupi.”

 

Eliza lo abbracciò, felice. Nel frattempo, il suo pensiero volava a Gilbert.

 
“Presto tornerai a casa, Gilbert, ne sono certa!”
   
 
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