Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Kaesy Jordan    05/07/2013    0 recensioni
[Cross-Over con "Final Fantasy XII"]
"Il potere dell'oscurità, il cuore di una sovrana e una patria in pericolo. Quando suo marito muore in guerra, in una lettera, egli le confessa di avere un fratello sparso da qualche parte in giro per il mondo. Ashelia allora si getta sulle sue tracce, partendo proprio da Tokyo."
[...] Mille punti interrogativi si alzarono sulla chioma rossa della Mew Rosa. Bervenia? Era forse il nome di una qualche nazione a lei sconosciuta? D'accordo che ha scuola non era un "genio" ma non ricordava che a Geografia aveva studiato un posto che si chiamava Bervenia. -Siete sicuri di sentirvi bene?- Chiese Strawberry, pensierosa. Dopo un incidente del genere chiunque si sentirebbe confuso.
Nono la guardò interrogativo. -Perchè, kupò?-
-Perchè da ciò che so non esite un posto che si chiama Bervenia.- [...]
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Keiichiro Akasaka/Kyle, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sangue di Gatto

 

Il Pirata e la Viera


Il sole era alto nel cielo anche se l'aria era ancora piuttosto fredda, dopotutto era il 10 Novembre a Tokyo. Il rumore dell'aspirapolvere, quello dei piatti sbattuti nel lavandino della cucina, quello dei passi veloci su per le scale di legno non servivano a niente.
Neanche le campane riuscivano a far svegliare Strawberry Momomiya quella mattina. E dire che era anche in ritardo a scuola e che a sua volta avrebbe fatto ritardo anche al lavoro. Masch continuava a svolazzare a destra e sinistra chiamando a gran voce, non poi così grande visto i suoi sforzi inutili, la Mew Rosa che continuava, imperterrita, a sonnecchiare. 
-Strawberry!- Urlò una voce da sotto le scale. Una voce femminile che la rossa non riuscì a sentire. Sakura irruppe nella stanza, trovando la figlia ancora sotto le coperte. -Strawberry?! Avanti, svegliati! Farai tardi a scuola e di questo passo anche al lavoro.- Disse la voce gentile e premurosa di Sakura, continuando a scuotere delicatamente il corpo della figlia.
Molto probabilmente furono le parole "scuola" e "lavoro" a mettere sull'attentì la rossa, vista la reazione di scatto che ha avuto, facendo sobbalzare la madre. Come in un film horror, con tanto di capelli alzati per aria, si girò lentamente verso la sveglia accorgendosi che erano le otto passate. Urlò.
-Dai, tesoro, cerca di calmarti. Arriverai solo in un piccolo ritardo.- Disse Sakura, cercando di estaurare un discorso con la figlia. Inutile, visto che era già volata in bagno a lavarsi. La madre di Strawberry sospirò, uscendo dalla stanza. -Ti aspetto giù, fa' presto!- E con questo ultimo avvertimento uscì.
Strawberry aprì l'acqua del rubinetto, prendendo lo spazzolino già colmo di dentifricio. Esitò prima di iniziare a lavarsi. Diede un'occhiata al display del cellulare. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Con l'inizio di quel 10 Novembre erano ormai quattro giorni che Mark non si faceva sentire. La rossa si ripromise che dopo le lezioni lo avrebbe chiamato.
Iniziò a lavarsi i denti, la faccia, le mani e il resto del corpo, uscendo come una furia dal bagno poco dopo. Su una sedia trovò la classica divisa di scuola col fiocco rosso. Veloce si levò il pigiama, infilandosi la divisa. Andò allo specchio e prese a spazzolarsi i capelli e a rifarsi le due code. Una volta fatto questo prese la cartella e si fiondò fuori la stanza.
-Aspettami, aspettami!- Ripeteva il povero Masch che si preoccupò di volarle dietro, facendo attenzione a non farsi vedere da i genitori della Mew Mew.
Strawberry arrivò in salotto, dove di solito la mattina la sua famiglia faceva colazione e vi trovò solo sua madre intenta ad uscire.
-Papà è già a lavoro?- Chiese la rossa, stupita, prendendo posto e iniziando a versarsi velocemente delle uova e del bacon nel suo piatto già limpido e pulito davanti a sè.
Sakura abbottonò la sua giacca e annuì.
-Si, questa mattina aveva una riunione importante.- Si limitò a dire sua madre, prendendo la borsa. -Ora è meglio che vada. Farò tardi al mio primo giorno di lavoro, altrimenti. A dopo, tesoro.- Disse Sakura, uscendo dalla porta principale.
-A dopo, mamma. In bocca al lupo.- Le urlò dietro la figlia, intenta a masticare un pezzo di bacon.
-Crepi, grazie.- E dopo questa risposta, Strawberry sentì il rumore di una macchina e capì che doveva essere sua madre che si allontanava dalla casa. 
Rimasta sola osservò l'orologio. Ormai era tardi e quindi se la sarebbe presa comoda per fare colazione. Nel salotto c'era un silenzio che le metteva malinconia, non riusciva a spiegarlo ma era così. Eppure è strano... viveva in quella casa da quando aveva cinque anni e mai aveva avuto un così strano umore. Forse era la mancanza di Mark a renderle le cose più difficili, forse anche il nuovo e misterioso nemico che voleva impadronirsi della terra, forse era lo stress della scuola e del lavoro o forse, molto più probabilmente, era colpa di Ryan che la schiavizzava al caffè, procurandole questo stress. Strinse i denti al solo pensiero. Ultimamente, al lavoro, aveva fatto tutto lei. Per cominciare... Mina. Non è che l'aiutava parecchio con i suoi atteggiamenti da principessina e la sua scarsa dote lavorativa. Prendeva il thè verso le cinque e l'unica cosa che sapeva fare era elogiare Pam. Poi c'era la bella e paziente Lory... benedetta sia quella ragazza, forse era l'unica, assieme alla piccola e spensierata Paddy, che l'aiutava. Paddy... dolce, piccola ed innocente. Forse un pò troppo piccola per lavorare come cameriera. Ma almeno lei c'è la metteva tutta perchè aveva dei fratelli e una sorellina piccola alla quale badare. L'ammirava la rossa a volte. E, infine, Pam. Bella, intelligente... forse la più matura del gruppo. Ma erano più i giorni che non era presente al lavoro, per via di qualche set fotografico, che quando era presente e lavorava.
Non poteva lamentarsi ma su quattro amiche poteva contare solo su due. Però doveva ammettere che Pam era speciale, le aveva dato dei consigli ottimi per quanto riguardava Mark e le orecchie, coda compresa, da gatto che spuntavano ogni qual'volta si emozionava. Ecco, ripensandoci poteva contare su tre amiche. Su Mina proprio no. Anche se... ora che si ricordava bene era stata la seconda Mew che aveva incontrato. Molte delle volte era stata lei a consigliarle su qualcosa d'importante. Mina aveva il dono di essere ironica, presuntuosa ma anche molto fragile. Strawberry ricordava chiaramente il periodo dove Mina e suo fratello Sergio erano in rotta. Era stata lei e le altre, all'epoca due, a farli riappacificare.
Pensandoci bene non lo vedeva da un pò di tempo. Dopo ciò che accadde, quando era libero, Sergio veniva a riprendere Mina molte volte all'uscita da lavoro e molte volte si era fermato a consumare qualche dolce.
Strawberry chiuse gli occhi, godendosi i resti del suo desinare della colazione.
-Un chimero! Un chimero!- Urlò d'improvviso Masch, materealizzandosi davanti agli occhi della Mew che gli riaprì di colpo. Masch volava a destra e sinistra.
-Sei sicuro?- Chiese Strawberry, alzandosi in piedi. Da quando avevano sconfitto Profondo Blu, quella, era la prima volta che Masch sentiva un chimero nei paraggi. La Mew continuò a guardarsi attorno, ottenendo in seguito una conferma dal sottoscritto Masch.
-Un chimero ed è vicinissimo!- 
"Accidenti... ciò non ci voleva. Non ora!" Pensò la Mew Rosa, uscendo fuori casa. Masch continuava a ripetere di sentire un chimero nelle vicinanze. 
Strawberry non riuscì a riflettere bene che un forte rumore dietro di lei la spaventò a morte. Di scatto si voltò... proveniva dal piccolo giardino dietro casa sua. 
Rientrò in casa e uscì dalla porta secondaria che ridava sul cortile. Masch confermava che era opera di chimeri. Appena uscì in cortile, Strawberry riuscì a vedere una specie di... mostro di ferro? Mostro di ferro perdere fumo. 
-Che diavolo è?- Chiese la Mew Rosa, più a sè stessa che a Masch. Quella specie di mostro di ferro color rame con bordi d'orati si mosse. Strawberry si mise sulla difensiva, pronta a trasformarsi. 
-Accidenti che pasticcio, kupò! Ma come abbiamo fatto a perderci nel cielo, kupò? E' inammissibile, kupò! Balthier, Fran, state bene, kupò?-
Dal mostro di ferro era uscito una specie di coniglio che saltellava ed imprecava. A seguito ce ne furono altri due. Strawberry rimase stupita da tale cosa e si voltò verso Masch per una spiegazione.
-Scusa, scusa.- Ripetè mortificato il robot rosa meccanico. La rossa lasciò perdere, decidendo di avvicinarsi. Ma proprio quando cercò di fare una domanda a uno di quei conigli parlanti, il mostro maccanico si mosse ancora, mostrando le figure di due persone. 
-Si può sapere chi siete? Che cosa fate nel cortile di casa mia?- Sbraitò la rossa. I Moguri e i due, probabilmente, padroni di quella specie di mostro di ferro si accorsero solo ora di essere piombati nel giardino di qualcuno. Seguirono parecchi minuti di silenzio e la rossa continuava ad innervosirsi. 
-Voi chi siete, gentile fanciulla?- A chiederlo era stato il ragazzo che era uscito da quella specie di mostro di ferro e si era rivolto alla rossa. Strawberry si avvicinò, giusto per guardarlo bene in faccia. Aveva usato un tono che le era così familiare... ecco, ora gli ricordava la prima volta che aveva conosciuto Kyle. Gentile, galante e parole dolci. Capelli a spazzola, abbigliamento poco adatto a quelli che di solito indossavano le persone in Giappone. Non erano di lì...
-La padrona di questa casa, ecco chi.- Rispose furiosa Strawberry, indicando la casa bianca proprio dietro di loro. -Si può sapere chi siete e come siete finiti qui?- Chiese, cercando di far mente capace che forse era solo un sogno e a breve sua madre l'avrebbe risvegliata per mandarla a scuola, magari in orario.
Il ragazzo misterioso fece un breve inchino, tornando poi a guardare la rossa. -Il mio nome è Balthier.- Si presentò con un sorriso a trentadue denti. Poi indicò la ragazza dietro di lui. -Lei è Fran. Scusala ma è un tipo un pò "fuori da i binari".-
-Ti ho sentito, Balthier.- Si lamentò la donna, avanzando vicino al suo compagno d'avventura e scrutando la Huma. Chinò il capo in avanti, a mò di presentazione e Strawberry notò una cosa. Aveva delle orecchie come quelle di un coniglio... che fosse la sesta Mew Mew di cui parlava Ryan? La rossa rimase indecisa sul da farsi.
-D'accordo... ma come ci siete finiti qui?- Chiese ancora la rossa, non presentandosi. Voleva prima aver chiaro chi si trovava davanti. 
Balthier alzò le spalle, indicando il Moguri. -Chiedilo a lui. E' lui il meccanico. Perchè siamo qui, Nono?- Chiese ironico il padrone del mostro di ferro al suo fedele collaboratore. 
Il Moguri era visibilmente imbarazzato e si avvicinò alla padrona di casa. -Scusatemi, signorina, kupò. A volte anche i meccanici più professionisti possono sbagliare, kupò. Il mio nome è Nono, kupò. Loro sono Pink, kupò, Dodo, kupò e Fono, kupò.- E indicò altri Moguri. Strawberry non riusciva a capacitarsi di ciò che i suoi occhi stavano vedendo ed era ancora più convinta che presto si sarebbe svegliata. Non riusciva a dire una qualsiasi parola, fortunatamente il Moguri in questione la tolse dall'imbarazzo. -Ditemi, signorina, kupò. E' questa la strada per Bervenia, kupò?-
Mille punti interrogativi si alzarono sulla chioma rossa della Mew Rosa. Bervenia? Era forse il nome di una qualche nazione a lei sconosciuta? D'accordo che ha scuola non era un "genio" ma non ricordava che a Geografia aveva studiato un posto che si chiamava Bervenia. -Siete sicuri di sentirvi bene?- Chiese Strawberry, pensierosa. Dopo un incidente del genere chiunque si sentirebbe confuso.
Nono la guardò interrogativo. -Perchè, kupò?-
-Perchè da ciò che so non esite un posto che si chiama Bervenia.- Si limitò a spiegare la rossa, vedendo le facce spaventate dei Moguri, mentre i padroni del mostro di ferro avevano un'espressione interrogativa.
-Ci siamo persi, kupò!- Urlò uno di quei Moguri, buttandosi a terra e iniziando a piangere. Subito, una Moguri di colore rosa si avvicinò a lui.
-Coraggio, kupò. Nono è uno esperto, kupò. Ritroveremo la strada di casa, kupò.-
Il Moguri si calmò. -Grazie, Pink, kupò.-
Tra le mille ipotesi, Strawberry pensò, che c'era anche quella che fossero dei pazzi scappati da un manicomio. La rossa continuò a fissare i Moguri, in attesa di una loro qualche parola ma fu uno dei padroni di quella specie di pipistrello volante a parlare: -E' proprio sicura?-
Strawberry annuì. -Sicurissima.- Intanto la rossa osservò Fran guardarsi intorno e si posizionò sotto un albero di ciliegio.
Chiuse gli occhi e ispirò il dolce profumo che emaneva. -Non sento il Mystes.- 
-Cosa?- Chiese Balthier, visibilmente colpito da tale cosa. Strawberry continuava ad osservarli interrogativa. Mystes? Ryan non ne aveva mai parlato. Insomma... ma chi erano quelle persone? Balthier raggiunse la sua compagna. -Sei sicura?-
Fran annuì. -Purtroppo si. E' questo clima mi mette un sonno pazzesco.- La donna sbadigliò sonoramente. Fu questa reazione a provocare dei dubbi nella mente di Strawberry.
Se la donna avesse il DNA di qualche animale sia in via d'estinzione che in Ibernazione spiegherebbe il suo strano comportamento. Anche lei quando aveva ricevuto quello del gatto selvatico Iriomote si sentiva sempre stanca e si addormentava. Tipico dei gatti. Si, non c'erano dubbi. Fran doveva essere la sesta Mew Mew che Ryan stava cercando. Tanto valeva portarla da lui.
-Emh... sentite?- E tutti, compresi i Moguri, si voltarono verso la rossa. -Io sarei in ritardo a scuola. Se volete accomodarvi in casa, appena tornerò cercheremo aiuto. Vi darò anche un lenzuolo per coprire la vostra... emh... casa?!- Concluse, facendo nascere un sorriso speranzoso sul viso dei due ragazzi e su quello simpatico dei Moguri. Strawberry entrò dentro casa e diede ai Moguri un lenzuolo per coprire.... quella cosa. In seguito mostrò la sua camera a Fran che ne rimase sorpresa, come se non le aveva mai vista una in vita sua. Balthier si accomodò sul divano, sorseggiando un thè che Sakura aveva preparato prima di uscire. La rossa sospirò, fortuna che i suoi rientravano la sera tardi, per quell'ora sarebbe andata al caffè a avrebbe presentato a Ryan e Kyle la donna, Fran. Prese la mantellina bianca e si avviò verso l'uscita. -Vado. Miraccomando, la casa, l'affido a voi.-
Balthier si alzò con un balzo e quando la rossa tentò d'uscire le bloccò il braccio. -Il vostro nome, signorina.- Il pirata usò un tono dolce e sensuale. Classico tono che usava per rimorchiare qualsiasi essere di sesso femminile.
Strawberry si sentì avampare le guancie di rossore. Quel tizio riusciva a metterla a disagio. -Mi chiamo... Strawberry.- Disse un pò a fatica la rossa, chinando il capo.
Balthier le sorrise, lasciandole il polso. -Strawberry, quindi... la tua casa è in ottime mani. Hai un ottimo gusto per l'arredamento, davvero.- E qui la Mew Rosa arrossì ancora di più.
-Grazie, Balthier. Ora devo... andare.- Disse la rossa, uscendo di casa prima di aver sentito la voce di Balthier che le augurava buoan giornata. Sarebbe tornata a casa per le 14, il tempo necessario per cambiarsi e avrebbe portato i suoi "ospiti" al caffè Mew Mew, base segreta della squadra e suo posto lavorativo.
Si avviò verso la scuola, cercando di non pensare a ciò che l'attendeva una volta rincasata. 

 

*************


Ryan passeggiava silenzioso per le strade di Tokyo. Si era offerto volontario per andare a comprare alcuni ingredienti che mancavano in una nuova creazione di Kyle. Nulla di nuovo riguardo il presunto nemico e da una parte non gli dispiaceva. Ma la cosa strana e che non c'erano in vista neanche nuovi chimeri. Sembrava solo ieri che avevano sconfitto Profondo Blu e sperava che fosse la conclusione del progetto Mew. Ma invece i suoi calcoli, forse per la prima volta, erano risultati errati.
Aveva raggiunto, finalmente, il supermercato in città. 
Era un supermercato di due piani. Uno che aveva aperto da poco e secondo Kyle aveva tutto ciò di cui aveva bisogno. Da una tasca estrasse la lista. Odiava fare la spesa ma quando ha chiedertelo è il tuo migliore amico come rifiutare? Doveva anche muoversi, Kyle era ancora in alto mare per quanto riguardava i dolci che avrebbero desinato i loro clienti. Prende un cestino e inizia a riempirlo di ciò che il suo amico gli aveva elencato sulla lista. Si accorse che la crema per dolci era al secondo piano, nel reparto dolciumi e si affrettò a salire le scale mobili. Una volta arrivato trovò con molta facilità il reparto. La crema per dolci era vicino delle fragole zuccherate. Appena vide la confezione delle fragole al biondo scappò un mezzo sorriso. Solo a vederlo, quel frutto, gli ricordava la sua adorabile micetta da i capelli rossi e a due code ai lati. Mise la crema nel cestino e si affrettò a scendere per pagare, quei posti affollati riuscivano a farlo innervosire. Decise di scendere dalle scale normali per fare prima. Si voltò semplicemente per guardare un grande orologio appeso alla parete. Erano le 10 e 20. Avevano ancora tempo per preparare i dolci, fortunatamente. Aveva impiegato solo mezz'ora per cercare quel dannato posto. Non vide neanche la bionda ragazza che stava scendendo... se ne accorse solo quando i suoi sensi sviluppati da felino gli dissero che qualcosa stava per arrivare. Con tutte quelle buste tra le mani, la ragazza, prese un falsopiano, cadendo. Con uno scatto, Ryan posò a terra il cestino e prese la giovane al volo. La ragazza riaprì gli occhi color cioccolato, ben certa di essere caduta su qualcuno che la teneva saldamente tra le sue braccia. Incontrò gli occhi azzurro cielo del biondo che aveva davanti.
-Scusa... non era mia intenzione caderti addosso.- Cercò di scusarsi la giovane, toccando nuovamente terra e cercando di recuperare le buste che erano cadute, mostrando il contenuto della frutta, verdura e riso.
-Non fa niente. Lascia che ti aiuti...- Le rispose il biondo, chinandosi e aiutandola a raccogliere le cose che le erano cadute.
La ragazza sorrise, lieta per l'aiuto che gli stava dando. -Grazie.- Disse, finendo di raccogliere le ultime due buste. 
Entrambi si rialzarono ma la giovane esitò un attimo, emettendo un lamento. -Qualcosa non và?- Le chiese Ryan, aiutandola a sedersi su un gradino. 
La ragazza si testò con le dita la caviglia che le faceva male ed annuì. -Mi sa che ho preso una storta.- 
-Dove abiti?- Le chiese il biondo.
-Circa quindici minuti a piedi, vicino al parco.- Spiegò la giovane, facendosi sorreggere dal ragazzo. 
-Gestisco un caffè proprio qui vicino. Che ne dici di fermarti lì per un pò? Almeno fino a quando non ti è passato.- Le consigliò Ryan, mettendo un braccio della ragazza dietro il suo collo e con una mano prese il cestino. Fortuna che era venuto in auto.
-Sei molto gentile. Ti ringrazio.- E la giovane gli fece un grande sorriso pieno di gratitudine. Ryan, di rimando, non fece nulla. Era un tipo troppo freddo per sorridere facilmente, si limitò ad annuire. Una volta pagato le rispettive spese si avviarono verso l'auto. Il biondo gli aprì la portiera e la fece sedere. -Approposito... il mio nome è Berry.- Disse, infine, la bionda.
Una volta che Ryan fu al posto di guida, rispose alla presentazione. -Ryan... onorato.- Rispose, mettendo in moto l'auto.

 

*************


Il cielo del Giappone... Ashelia riusciva a vederlo benissimo dalla sua postazione.
Accanto a lei c'erano Mashiro ed Apple. L'ex consigliere stava facendo qualche ricerca su i fogli che aveva preso prima di mettersi in volo, mentre la piccola Apple stava dormendo come un ghiro. 
Lady Ashe sospirò, immergendo i suoi occhi chiari nel cielo azzurro con le nuvole bianche. Da quando si era messa in viaggio erano molte le domande che affollavano la sua mente: "che cosa stava cercando? Un fantasma? Uno che non esisteva? Che cosa sperava di trovare?" Il fratellastro di Rasler, certo. Anche se Mashiro gli aveva spiegato che molto probabilmente si trovava ancora in Giappone, niente gli rassicurava che era proprio a Tokyo. Ma sarebbe partita da lì... glielo aveva giurato. A costo di girare mezzo Giappone avrebbe trovato il fratellastro di Rasler. Oh, Rasler! Cosa darebbe Ashe per averlo lì con sè?
Se Rasler fosse stato lì, lei non avrebbe dovuto attraversare l'altra parte del mondo in un'altra dimensione per cercare qualcuno che neanche conosceva.
-Altezza?- Ashe si voltò verso Mashiro che le stava sorridendo. -Vi do il benvenuto a Tokyo.- la futura regina guardò fuori dal finestrino e vide una torre, delle case... era arrivata a Tokyo.






 

Note di Atena:

Salve a tutti, ragazzi.
Dopo un pò di tempo torno ad aggiornare... qui inzia la nostra vera storia. 
Ditemi cosa ne pensate. 
Chissà quali guai combineranno i nostri nuovi ospiti. 
Alla prossima,
Atena2011.

  
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