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Autore: infinity and beyond    05/07/2013    1 recensioni
-Ancora la testa piegata su quei libri? Lara dovresti divertirti un po’.-
[...]
-Andiamo a fare shopping. Per questa sera sono riuscita a rimediare due inviti dalle gemelle Tomlinson per una delle loro mega feste.-
[...]
-Ma… il fratello delle gemelle mi sta antipatico! Non credo di voler venire…-
[...]
-Scusa?- cerco di fargli capire che non voglio parlare con lui, ma Louis si passa una mano tra i capelli, staccando dalle sue labbra sottili la bottiglia di birra.
E' tornato, per farsi perdonare. Ed io sono caduta tra le sue braccia, rompendo il ghiaccio formatosi sul mio cuore, nell'angolino che lui stesso ha riempito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, mi concedi un ballo?

 
-Ancora la testa piegata su quei libri? Lara dovresti divertirti un po’.- il suo sguardo è sereno, tranquillo. Tipico di Beth. A solo un mese dal nostro ultimo esame, lei è calma. La invidio.
-Ma lo faccio già.- mi fingo offesa. Ha ragione, non esco spesso e non sono mai stata ad una festa. Né in cinque anni di liceo, né in tre di università. Ma a me è sempre andata bene così.
-La tua faccia sembra dire “Aiuto! Aiuto salvatemi! Pitagora o qualunque sia il suo nome sta prendendo possesso della mia anima! Aiuto!”- ride prendendomi in giro, con una vocetta stridula, beccandosi occhiatacce della bibliotecaria.
-Okay mi arrendo, che hai in mente?- alzo le mani in segno di arresa dopo aver chiuso il libro su cui poco prima avevo piegato la testa. Ciò provoca in lei un sorriso felice e subito dopo un urletto entusiasta. Mi afferra dal polso costringendomi ad alzarmi ed inizia a correre fuori dalla biblioteca.
-Andiamo a fare shopping. Per questa sera sono riuscita a rimediare due inviti dalle gemelle Tomlinson per una delle loro mega feste.- continua a correre fin quando non mettiamo piede nel giardino della scuola. Mi piego poggiando le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere a respirare regolarmente, ed intanto assemblo insieme i vari pezzi della sua seconda frase.
-Che cosa?- Il mio è quasi un urlo incredulo, che fa voltare un paio di ragazzi dalla nostra parte.
-Hai capito bene! Ora andiamo forza!-
-Ma… il fratello delle gemelle mi sta antipatico! Non credo di voler venire…- cerco di convincerla con un tono supplichevole, ma non si lascia smuovere.
-Non dovete per forza parlare, dai sarà divertente! Abbiamo sempre desiderato andare ad una delle loro feste alle superiori, ricordi?- i suoi occhi brillano al ricordo dei vecchi tempi. Le sorrido, sbruffando leggermente.
-Come fai a sapere che sarà divertente? Rimarrò di sicuro in un angolo a bere succo di frutta all’ananas e mangiare patatine.-
-Ti prego, vieni. Non rimarrai sola! Farai amicizia poi, con tanta di quella gente che ci sarà.- sorride dolcemente stringendomi le mani e scuoto la testa, rassegnata.
-Okay.-
 
***
 
Cerco disperatamente di tirare su la zip laterale del mio vestito, guardando male Beth ogni volta che la sento ridere.
-Oh, Lara, dovresti vedere la tua faccia. Sei buffissima!- ride, tenendo una mano sulla pancia come se stesse per scoppiare. La sua risata cristallina è accompagnata dai suoi ricci color miele che le ricadono sugli zigomi e i suoi occhi scuri spezzano con la sua candida pelle. È rinchiusa in un tubino color petrolio, con dei ricami in pizzo che fanno da spirale intorno al suo corpo, scoprendo di tanto in tanto degli angoli di pelle, rendendola affascinante e desiderabile. Ed i tacchi vertiginosi neri rendono le sue lunghe gambe magre ancora più slanciate. Invidio il suo fisico e il suo carattere. Bethany è la ragazza che ogni ragazzo vorrebbe per se.
-Potresti aiutarmi invece di prendermi in giro.- la fulmino con lo sguardo mettendo fine alla sua risata  che si trasforma in un sorriso divertito e mi aiuta a tirare su la zip. Mi avvicino allo specchio per osservare il mio riflesso. Il corpetto del vestito, nero, semplice, con delle piccole borchie sulla forma a cuore del seno, mi fascia il busto fino alla vita per poi lasciare cadere più veli di tulle sovrapposti neri fin sopra al ginocchio. I capelli lunghi mi ricadono sulle spalle contornando il mio viso tondo, e le punte azzurre richiamano il colore dei miei occhi. Indosso le mie ballerine nere e prendo la mia piccola borsa, contenente solo il cellulare e l’invito.
-Avresti potuto mettere dei tacchi.- guarda con disgusto le mie ballerine la cui suola sembra confondersi con il pavimento, tanto è bassa.
-Lo sai che odio indossare quei trampoli. E poi se mai avessi voglia di ballare non riuscirei a farlo. Ora andiamo o si farà tardi.- sbruffa ed annuisce prendendomi dal polso per poi uscire di casa.
 
***
 
-Non riesco a sentire nulla!- le urlo, sperando che questa volta possa sentirmi.
-Ho detto: vado a prendere da bere, aspettami qui!- urla a sua volta al mio orecchio, superando appena il volume alto delle casse.
-Oh, okay!- dico mentre si allontana ed inizio a guardarmi intorno. Ora rimarrò sola, qui nell’angolino, a guardare ragazze che strusciano, ragazzi che pomiciano e gente che parla cercando di sovrastare la musica mentre altri ancora ballano.
Qualcuno mi si avvicina, battendo due dita sulla mia spalla. Il tocco non è per niente delicato, questo mi basta a farmi innervosire e quando mi giro rimango in uno stato di shock-sorpresa per alcuni secondi. Poi metto in mostra lo sguardo più distaccato ed acido che ho.
-Scusa?- cerco di fargli capire che non voglio parlare con lui, ma Louis si passa una mano tra i capelli, staccando dalle sue labbra sottili la bottiglia di birra.
-Da quanto tempo…- sorride, cercando di allacciare una conversazione. Ma ciò non fa altro che farmi innervosire e stringo i pugni cercando di stare calma.
-Certo, Louis. Ma non sono io quello che ha abbandonato la ragazza che lo considerava il suo migliore amico nel momento del bisogno per farsi tutte le puttane del college una dietro l’altra!- non mi accorgo di urlare mentre gli sputo la verità in faccia e ciò lo fa rimanere di sasso. Abbassa la testa per poi tornare a guardarmi, dispiaciuto.
-Mi dispiace.- dice piano, quasi sussurrando. Ma nonostante il volume della musica sia ancora molto alto riesco a sentirlo.
-Non mi basta più uno stupido mi dispiace, Louis. Eri l’unico vero amico rimasto al mio fianco e quando Jonathan pensava a distruggermi con le sue bugie tu mi hai abbandonata. Mi hai lasciata sola come hanno fatto tutti, spezzando la tua promessa.- mi rendo conto di avere le guance bagnate e mi affretto ad asciugarle con il dorso della mano.
-Lo so, lo so sono stato uno stupido! Ma io non ti ho abbandonata. Se mi sono allontanato un motivo c’era e… non sono in grado di parlartene ora. Ma ti prego, ricominciamo d’accapo. Torniamo ad essere migliori amici, inseparabili.- nei suoi occhi chiari, talmente simili ai miei che quasi potrei perdermici, leggo dispiacere, tristezza.
Louis Tomlinson, il ragazzo pieno di tatuaggi e piercing, sempre allegro, che mandava a fanculo i miei genitori pur di farmi uscire con lui, che rispondeva male ai miei professori e mi tirava dal polso facendomi scappare con lui, che mi faceva salire sulla sua moto e legava le mie braccia alla sua vita e partiva a tutto gas correndo lungo la costa, che mi tirava su il morale, stava per scoppiare in un pianto, dispiaciuto per come si era comportato nei miei confronti.
I suoi occhi lucidi mi stavano divorando l’anima.
Sospiro e mi aggrappo con le braccia al suo collo stringendolo forte.
-Ricominciamo d’accapo allora.- sussurro al suo orecchio.
 
***
 
Sono nel giardino dell’enorme villa, seduta su una panchina in marmo ad osservare i due demoni con le ali da angelo e l’aureola sui braccioli, quando qualcuno mi si siede accanto.
È un ragazzo di qualche anno più grande di me. È alto una ventina di centimetri più di me, il suo fisico è magro e scolpito. Sul suo corpo vi sono svariati tatuaggi e piercing. Ha i capelli alzati in una cresta disordinata e gli occhi sono due pozzi in cui riesco ad immergermi. Gli sorrido.
-Ehi, ciao. Mi chiamo Louis, Louis Tomlinson. E tu chi sei? Non ti ho mai vista.- il suo è uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto.
-Mi chiamo Lara.- sorrido stringendo la mano che poco prima mi ha allungato.
-E’ un nome bellissimo.- sorride ammiccando.
-Grazie. In genere è sempre il primo complimento che fai ad una ragazza per abbordarla?- ridacchio e leggo il divertimento nel suo volto. Scuote il capo per poi puntare i suoi meravigliosi occhi nei miei.
-Sei tenace. Mi piaci.-
-Non credo che i miei genitori mi lascerebbero uscire con un ragazzo alto, muscoloso pieno di tatuaggi e piercing.- rido stuzzicandolo.
-Ma sono un bravo ragazzo!- ride cercando di protestare.
-Il tuo aspetto inganna le persone allora.-
-A quanto pare… ora che abbiamo rotto il ghiaccio mi concedi un ballo?- sorride alzandosi, tenendo la mia mano tra le sue. Mi alzo a mia volta sistemando la gonna del vestito.
-Con piacere.-
 
***
 
Da: Louis
A: Lara
Oggetto: Ciò che avrei dovuto dirti…
Lara, scusa se non ti ho detto prima del perché mi sono allontanato da te. Ho iniziato a prendere le distanze quando le cose tra te e Jonathan andavano bene, perché sapevo che per te non sarei stato altro che un amico. Io mi ero innamorato di te e volevo dimenticarti -ecco il perché- e mi sono trasformato nel puttaniere che tutta la scuola conosceva. Ma quella mansione non mi si addiceva nemmeno un po’, Lara. Tutte quelle cretine, rifatte, che dopo aver fatto sesso avevano il rimmel sbavato, non ti somigliavano nemmeno lontanamente. Avevo solo bisogno di te. Ho solo bisogno di te. Scusami.
 
Da: Lara
A: Louis
Oggetto: Sei un cretino, Tomlinson.
Sei un fottuto cretino Louis William Tomlinson. Non solo mi hai abbandonata, ma hai anche permesso che il ragazzo che da più tempo avevo iniziato ad amare –proprio quando le cose tra me e Jonathan hanno iniziato ad andare male- si allontanasse da me con la paura di non essere ricambiato.
 
Da: Louis
A: Lara
Oggetto: Cosa?
Tu… stai dicendo che mi ami?
 
Da: Lara
A: Louis
Oggetto: Risposta affermativa.
Esattamente Louis, io ti amo.
Il ragazzo temette di morire da un momento all’altro. Non riusciva proprio a crederci. Afferrò il cellulare e compose il suo numero, in attesa che rispondesse. Dopo pochi istanti poté sentire il suono della meravigliosa voce della ragazza.
-Ti amo anche io, Lara.- il suo cuore perse un battito.
-Allora vieni qui e baciami.- la ragazza staccò la chiamata, girandosi per poterlo guardare.
Lo stesso fece lui, affrettandosi poi a raggiungere la ragazza, passando tra la calca di gente. Quando raggiunse quell’angolo buio in cui vi era solo la ragazza ad aspettarlo, il suo cuore iniziò a galoppare velocemente, quasi fosse impazzito. La prese in braccio, facendo legare le sue gambe al suo bacino stringendola forte, e la baciò come avrebbe sempre desiderato fare.  
  
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