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Autore: TheScarecrow    05/07/2013    2 recensioni
FanFiction ispirata all'omonima canzone di Ligabue.
 
"l'amore conta - l'amore conta
e conta gli anni a chi non è mai stato pronto
nessuno dice mai che sia facile
e forse qualche dio non ha finito con te"
 
Gerard in seguito alla morte della nonna, ha inziato a frequentare un brutto giro, dove le uniche cose importanti sono l'alcool e la droga.
E' quì che entra in gioco Frank, che cerca in tutti i modi di farlo ritornare quello che era una volta.
Ma per salvarlo ha bisogno di una cosa molto importante, che di certo a lui non manca: l'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 4)

 

Erano passati due giorni da quando Frank era arrivato a casa di Mikey e quest’ultimo iniziava a preoccuparsi per lo stato d’animo del chitarrista.
Frank infatti, passava gran parte del tempo stando seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto, mangiava poco e a stento parlava con lui e Alicia.
Per loro fortuna, quella mattina il loro compagno di gruppo, Ray, decise di andarli a trovare per parlare anche del loro prossimo album.
- Ragazzi, è da più di un anno che non registriamo nuove canzoni… dobbiamo darci una mossa! - disse l’afro dopo nemmeno 10 minuti che erano seduti al tavolino del Cafè vicino a casa.
- Ray, lo sai come stanno le cose, è Gerard che scrive i testi e adesso non mi sembra in grado di farlo -
Mikey prese le difese del fratello dicendo comunque la verità.
Quasi due anni prima avevano pubblicato il loro primo album, I Brought You My Bullets You Brought Me Your Love. Avevano iniziato a suonare nei locali del New Jersey, e a poco a poco il numero dei loro fans era aumentato, fino a portarli a suonare a qualche festa della musica e nei locali più famosi, spostandosi anche fuori dal loro stato.
Era stata un’esperienza magnifica.
Per quei 5 ragazzi cresciuti nel NJ, quello era un nuovo mondo ma si abituarono presto.
Finito il loro mini tour iniziale, erano tornati tutti a casa loro per riposarsi e per pensare al successivo album da incidere. Gerard aveva iniziato a scrivere nuovi testi e le prime melodie erano già state abbozzate da Frank e Ray, dopodiché successe la morte di Helena.
Gerard smise di scrivere e gli altri membri del gruppo non ebbero più tempo per riunirsi e preparare le basi delle canzoni che ancora dovevano nascere. Frank era troppo preoccupato e occupato ad occuparsi del suo ragazzo e di quel momento di depressione totale, invece Mikey aveva trovato conforto in Alicia, una ragazza che aveva conosciuto proprio durante una delle loro serate nei pub e si era quasi dimenticato di avere un fratello che stava male.
- Certo che lo so! Ma di questo passo non andremo da nessuna parte - esclamò Ray alterandosi un poco.
Quando si parlava di lavoro lui era il primo a mettersi in gioco e dopo tutti quei mesi, era stufo di starsene con le mani in mano senza poter far niente né per la band né per Gerard.
- Calmati dai… aggiusteremo le cose -
- Le cose sarebbero dovute essere giuste già da prima! -


Frank lo ascoltava senza dire niente, fissava il liquido scuro nella sua tazza e pensava a quello che sentivano le sue orecchie.
Dal modo in cui Ray parlava, sembrava dare a lui la colpa della situazione in cui si trovava Gerard e il gruppo.
Non aveva mai visto Ray parlare in quel modo, di solito era quello più sorridente e disponibile fra i 5, ma quel giorno sembrava andare male anche a lui.
- Ray, ma si può sapere che cazzo hai oggi? Se sei venuto qua per darmi la colpa di tutto questo allora potevi startene dov’eri! -
Il chitarrista lo guardò quasi scioccato. Non si aspettava una tale affermazione da Frank che per altro, non aveva ancora aperto bocca da quando erano al Cafè.
- Ti sbagli, non ti sto dando la colpa di niente… solo che invece di starcene con le mani in mano dovremmo aiutare Gerard a guarire -
Mikey annuì dandogli ragione. Si sentiva in colpa per non aver aiutato il fratello, ma la morte della nonna era dura anche per lui da digerire.
- è difficile… - sussurrò Frank abbassando lo sguardo - Ho paura che si uccida -
- Frank - il biondo gli mise una mano sul braccio e lo costrinse a guardalo - Non lo farebbe mai, ti ama troppo -
- Ma mi ha cacciato! Mi ha lasciato, lui… potreb- -
- No - disse fermamente Ray - Non era in se e tu lo sai benissimo -
Frank sospirò sconfitto ed annuì.
Ray aveva ragione ma aveva comunque paura che Gerard potesse fare qualche cazzata. Sapeva che ne era capace.
- Frank, ti prometto che dopo andremo a vedere come sta e lo aiuteremo una volta per tutte - disse Mikey dopo aver scambiato un’occhiata d’intesa con l’afro.
- Grazie.. - soffiò Frank sempre con gli occhi sulla tazza.
- Ma solo noi due - precisò indicando Ray seduto di fronte a lui.
- Coosa? No no no! -
Frank spalancò gli occhi e iniziò ad agitarsi. Non era giusto, era lui il primo a voler vedere Gerard, non potevano impedirglielo. Quei due giorni senza di lui erano stati terribili e si rese conto che preferiva stare con lui anche quando era ubriaco, invece di starci lontano del tutto.
- è meglio così, non voglio che tu soffra ulteriormente -
- Ma io voglio vederlo, mi manca da morire! - esclamò Frank con le lacrime agli occhi. Possibile che loro non capissero?
- Dai Frank, non renderci le cose più difficili di quel che sono - lo supplicò Mikey abbracciandolo - Ora andiamo a casa poi noi andiamo, ok? -
Frank si limitò ad annuire e ad asciugarsi le lacrime.
Alla fine si era arreso. Doveva lasciar aggiustare a Mikey e a Ray il disastro che avrebbe dovuto risolvere lui durante quei terribili mesi.
Ma per lui era una cosa impossibile perché non aveva abbastanza forza per lottare per entrambi. Aveva bisogno di rimettersi in sesto e star bene lui, poi sarebbe riuscito a salvare anche Gerard. Sperava davvero che sarebbe andata così.


Uscirono dal locale e si incamminarono verso la casa di Mikey che distava pochi isolati da dov’erano loro.
Quando erano usciti di casa, avevano deciso di non prendere la macchina, per fari sì che Frank riacquistasse l’uso delle gambe che aveva perso a forza di stare seduto sul divano e che respirasse a pieni polmoni all’aria aperta.
Frank camminava a testa bassa con le mani affondare nelle tasche della felpa.
Pensava che passare una giornata in compagnia di Ray lo avrebbe fatto stare meglio, distraendolo un po’, invece sembrava che si fosse coalizzato con Mikey per essere contro di lui.
Gli impedivano di vedere Gerard dicendo che lo facevano per lui, per non farlo star male ulteriormente… ma non si rendevano conto che lui, stando lontano da Gee, stava ancora più male?
Pensava al peggio, credeva che il suo cantante, senza di lui, unico suo sostegno, sarebbe definitivamente crollato. Aveva perso sua nonna ed aveva iniziato a bere e a fare uso di sostanze.
Ora che aveva perso anche Frank cosa sarebbe successo?
Frank non voleva pensarci, lui non era morto e amava Gerard. Sperava solamente che quello, in un momento di lucidità, se ne ricordasse e andasse a cercarlo.
Era ovvio che Frank lo avrebbe accolto a braccia aperte e lo avrebbe perdonato a seduta stante. Lui perdonava sempre tutto, l’importante era stare accanto alla persona che amava. Che lui fosse felice, perché era da molto tempo che non lo vedeva tale.

- Fr-Frankie… -

Il chitarrista scosse la testa scacciando quei pensieri. A forza di pensare a Gerard, ne sentiva anche la voce. Mikey e Ray intanto, camminavano al suo fianco restando in silenzio per non peggiorare ulteriormente la situazione e il suo umore.

- Frankie… -

Ancora la sua voce… questa volta si voltò verso Mikey e lo vide aggrottare le sopracciglia confuso. Si fermarono all’istante tutti con lo stesso pensiero.
Non era una voce nella sua testa, non era pazzo. Gerard era davvero lì vicino a loro e ne ebbero conferma quando chiamò ancora il nome di Frank, con la voce un po’ più acuta.
Frank si voltò e scorse la sua figura appoggiata al muro di un vicolo cieco.
- Gerard! -
Neanche il tempo di ragionare, che Frank corse verso di lui chiamandolo con le lacrime agli occhi. Gli saltò al collo facendolo gemere per il dolore e per poco non caddero a terra entrambi.
Gerard era ridotto malissimo, aveva i vestiti stracciati e il viso sporco di sangue con qualche taglio all’altezza dello zigomo sinistro.
Frank se ne accorse solamente quando Ray lo prese per le spalle e lo staccò dal suo esile corpo.
- Ray, portalo via - ordinò Mikey andando a soccorrere il fratello. Era scioccato per come era ridotto, non l’aveva mai visto così mal concio e degradato.
- Noo, lasciami! -
Il piccoletto si dimenava come un’anguilla mentre Ray lo teneva sollevato per la vita. Per lui non era un peso, anzi. Anche quando Frank continuava a scalciare e a dargli i pugni sulle braccia, lui non sembrava nemmeno accorgersene.
- Gerard! -
Mikey quasi non si accorse che il fratello era caduto a terra, tenendosi le braccia stretta all’addome. Cercò di sollevarlo ma era più pesante di lui e lamentandosi per il dolore, non collaborava affatto. Evidentemente era stato picchiato, forse per procurarsi la roba.
- Dai, tieniti a me -
Gerard non lo sentiva nemmeno, il dolore era allucinante e profondo. Sentì solamente il suo ragazzo urlare qualcosa contro Ray e poi un lamento di quest’ultimo. Più che un lamento, un’imprecazione.
- Fottuto nano del cazzo! -
Nel giro di tre millisecondi si ritrovò Frank addosso. Lo aiutò ad alzarsi e lo costrinse ad aprire gli occhi.
- Gee… mi dispiace -
Gerard crebbe di sognare. Perché Frank gli chiedeva scusa? Che colpe aveva se lui si era ridotto così, per disperazione? Perché sì, Gerard dopo che Frank se n’era andato, si mise in testa l’idea che senza di lui, sarebbe morto. E così volle fare. Voleva morire, la sua unica ragiona di vita, il suo amore, Frank se n’era andato, lasciandolo perché lui l’aveva cacciato dopo mesi di sopportazione.
- Io ti ho fatto questo… - sentì mormorare da Frank, che non si sa con quali forze, lo sosteneva a sé.
No, no, no. Perché diceva così? Non era vero niente.
Voleva rispondergli ma la gola gli bruciava, così ne uscì solamente un lamento.
Frank non doveva darsi la colpa di niente, era solamente colpa sua se aveva iniziato a bere e tutto il resto, era stato lui a lasciarsi andare. Credeva che così facendo, il dolore per la morte di sua nonna sarebbe scomparso, ma non successe. Tutte quelle cose messe insieme portarono altri dolori, sia a lui che a Frank.
Per un momento aveva voluto farla finita.
Quella mattina infatti, aveva chiamato a casa di suo fratello, ma aveva trovato la segreteria telefonica, così aveva lasciato un messaggio. Si era recato fuori casa con un livello di autostima sotto terra, non si lavava da giorni, forse settimane… ancora da quando Frank viveva con lui.
Voleva farsi un’ultima volta, per morire felice. O almeno felice come credeva lui.
Aveva trovato delle persone disposte a vendergli della marijuana ma non aveva con sé il soldi per il pagamento, così aveva cercato di scappare ma non essendo in forze, non era andato molto lontano.
L’avevano picchiato, insultato, schernito… chi più ne ha più ne metta. E poi, dopo un’infinità di tempo, dopo essersi convinto di morire lì, in quel vicolo sporco, aveva visto il suo angelo passargli davanti ed aveva riacquistato le speranze.
- Sei una testa di cazzo - esclamò Frank stringendosi contro il suo petto. Gli faceva male ma non si lamentò, non voleva che si spostasse da quella posizione. Si lasciò sfuggire una leggera risata, era consapevole di essere una testa di cazzo.
- Ma è anche ubriaco? - chiese Mikey confuso nel vedere suo fratello sorridere. Ray scosse la testa. Non voleva sapere in che stato era ridotto Gerard, il suo ragazzo era impazzito quindi preferiva stargli alla larga.
- Non sarebbe mai successo se io fossi rimasto -
Frank lo disse talmente piano che a malapena Gerard lo sentì. Tremò e non per il freddo. Aveva paura, paura di perderlo di nuovo.
- Frankie… - gli sussurrò tra i capelli. Lentamente spostò un braccio dal suo ventre e gli circondò la schiena. Voleva sentirlo vicino ma gli costò molta fatica compiere quel semplice gesto. Avrebbe voluto dirgli che non era colpa sua e che lo amava ma era già tanto se riusciva a dire il suo nome in un gemito.

- Dobbiamo portarvi all’ospedale - disse Mikey riferendosi al fratello e a Ray, che probabilmente aveva una frattura al naso per colpa del pugno di Frank. Sì, era piccolino ma quando ci si metteva menava anche forte.
Detto ciò, disse a Frank di spostarsi. Questa volta non si oppose, mise un braccio intorno alla schiena del cantante e con l’aiuto del biondo lo portarono fuori da quell’orrendo vicolo.
Frank aveva ancora il viso bagnato dalle lacrime che aveva versato quand’era abbracciato al suo ragazzo. Si era anche sporcato i vestiti con il suo sangue, ma non gli importava se la gente li guardava come se fossero 4 zombie che a stento camminavano, l’importante era che Gerard fosse vivo. Il resto non contava.

 

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Buonasera! 
Alors, questo capitolo l'ho scritto in 2 giorni + oggi che ho aggiunto moooolte cose e cambiato la fine :D 
Spero sia di vostro gradimento, se volete dirmi cosa ne pensate o se c'è qualcosa che non capite, sapete dove trovarmi... scusate per il tipo di scrittura, ma l'html faceva girare un po' le palline, non mi faceva più lo spazio tra le righe D: 
Va beh, ora vi lascio alla lettura. 
Ci vediamo al prossimo capitolo :) 

  
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