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Autore: Nice Doll    05/07/2013    2 recensioni
Ciao ragazzi, questa è la mia prima fanfiction..inizialmente doveva essere solamente una one-shot ma sembra essere piaciuta, perciò l'ho continuata! La storia parla principalmente di Caroline e Klaus e prende spunto da The vampire diaries, anche se molte delle cose che scrivo non appaiono nella serie..Beh che dire di più? Buona lettura! :) ps. Nella fanfiction Klaus è appena andato via da Mystic Falls.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Una, due, tre, quattro volte...bussano alla mia porta senza sosta.
Che sia un umano, visto che un vampiro sarebbe già prepotentemente entrato di sua volontà?
Considerando che casa mia ormai è aperta a tutti, Silas compreso. Tuttavia non posso continuare a rinchiudermi come una fuggitiva in camera mia, cosa che, invece mi rende una bambina incapace di affrontare le cose.
Ma il dolore è ancora troppo, e visto che da là fuori provengono solo problemi non me la sento di aprire e buttarmi a peso morto in un altro diverso da quelli che ho già. Però...potrebbe essere importante.
Finita un'apparentemente interminabile lotta interiore senza pace tra le mie due parti emotive, decido di aprire. Dopotutto Bonnie è morta, così come Matt. Cosa può esserci di peggio?
Mi tiro via dal letto con alquanta fatica.
Prima potevo vedere in anticipo chi fosse, ma ora grazie alla brillante idea di mia madre di mettere una fastidiosissima tenda davanti la porta, non vedo nulla. E poi sono troppo pigra per tornare a letto, ormai. Chi cazzo è però?
– Spero che chiunque tu sia abbia una buona scusa per essere qui, di domenica... –
O almeno credo sia domenica. Non trattengo uno sbadiglio e inizio a stropicciarmi gli occhi, rovinando il trucco.
– a disturbarmi. –
Apro lentamente gli occhi e alzo lo sguardo per incrociare quello del mio scocciatore. Sobbalzo leggermente.
– Oh, sei tu! –
Dico con un po' troppa enfasi. Avverto già il mio cuore battere più forte e più velocemente.
– Ciao Caroline. –
Dice sensualmente scandendo ogni lettera del mio nome. Ma quanto amo il mio nome pronunciato da lui?
In un attimo i sentimenti negativi mi abbandonano lasciandomi in paradiso. Un paradiso diverso da quello che si dice di solito, dove ha accesso solo non chi ha vissuto per aiutare il prossimo, ma chi ha incontrato i suoi occhi.
Klaus era, ancora una volta lì davanti a me e io incapace di parlare in modo sgarbato come mio solito, o anche solo di dire qualsiasi cosa. Così per un secondo, permisi inconsapevolmente, o forse consapevolmente, al mio lato innamorato di dominare e feci l’unica cosa che riuscivo a pensare di fare.

Quanto è lento il tempo. Ma quando mi toglierò il pensiero per questo maledetto discorso? Posso riuscirci.
Nel mentre mi riassicuro mentalmente per la centesima volta vengo chiamata a tenere il discorso che tanto aspettavo quanto temevo.
Salgo sul palco e do un’occhiata alla folla di persone davanti a me. E per un istante mi sembra di vedere Klaus, in disparte vicino gli alberi, ma basta sbattere incredula le ciglia per farlo scomparire, e quasi certamente era solo la mia immaginazione.
Ero solo io a volerlo lì in un momento così importante per me.
– Buonasera a tutti, come prima cosa grazie di essere qui. E così, ce l’abbiamo fatta! Dopo tante avventure in questi anni di liceo, ognuno di noi ha imparato a conoscere meglio se stesso. Ad accettare e diminuire le proprie debolezze e a incrementare e migliorare le proprie capacità. Io stessa ho lavorato molto sulla mia superficialità e sulla mia irrefrenabile mania di tenere tutto e tutti sotto controllo. Ho smesso di inseguire la perfezione, e adesso, voglio dire a tutti voi, che non si giudica qualcuno dagli sbagli che fa, bisogna tenere conto soprattutto delle sue buone azioni. Perché siamo tutti umani e come tali possiamo sbagliare. E vi invito a sbagliare più che potete, così da poter imparare dai vostri errori, come io cerco di fare coi miei. Beh...che dire? Auguro a ciascuno di noi di realizzare i propri sogni. Così da poterci sentire, realizzati. –
Sento l’applauso, segno che il mio discorso è piaciuto.
E scendo le scale del palco per trovarmi di fronte ad un Elena molto confusa ma allo stesso tempo raggiante.
– Cosa c’è? –
Le chiedo curiosa. E lei sorride.
– Oh, non è niente! Solo che mi hai fatto leggere il tuo discorso una trentina di volte, tanto da imprimermelo nella mente fino alla morte! E non c’era neppure una parola del discorso che hai appena fatto. Ah, ci tengo a dirti che, è stato fantastico. Perciò non preoccuparti, è piaciuto molto. Ora vado un attimo da Damon, non è stato carino il tuo comportamento di stamattina, lo sai vero? –
Faccio spallucce mentre lei si allontana lasciandomi pensierosa...però ha ragione. Non ho pensato a niente se non a Klaus, e pensando a lui mi sono sentita sicura di me e di quel che dicevo.
Ma perché è andata così? Ero pronta. Pronta ad amarti, fino a consumare il resto.
Fino a consumare tutta me stessa per darti l’amore che meriti, l’amore di cui hai estremamente bisogno, perché i miei sentimenti impediscono alla mia mente di formulare pensieri precisi e sicuri, perché io odio i ragazzi come te:
Odio il fatto che tu sia un assassino a sangue freddo, odio come sorridi quando qualcuno soffre a causa tua, odio il dolore che hai portato in tante vite, odio il tuo orgoglio, odio quando ti comporti da saccente e beh...praticamente sempre!
Io odio con tutto il cuore gli stronzi ibridi originali come te, ma nonostante questo…nonostante tutto amo te.
Ti amo con tutta l’anima. L’anima che non ho più, ma che se avessi, probabilmente venderei al diavolo per te.
Rischierei tutto, punterei tutto. Come in una partita a poker, pronta a perdere ma con la forza necessaria per vincere.
Perché sotto la tua maschera c’è un ragazzo ferito.
Io lo so, perché l’ho visto. Ho visto il tuo lato umano, e me ne sono innamorata.
Ma non nego, che anche la tua parte senza emozioni è dannatamente irresistibile.
Tu sei l’incarnazione perfetta di una di quelle divinità greche.
All'improvviso un dolore lancinante mi colpisce alla testa, è sicuramente un aneurisma. E qualcosa mi punge il collo. Di certo, un ago.
Che mi lascia agonizzante piegata in due dal dolore e riesco a seguire la scena a malapena, un cappello decapita la strega che mi stava torturando e che, per giunta, ero sicura di aver già ucciso.
Provo a rialzarmi ma non ci riesco e crollo ancora a terra, ma qualcuno è così veloce da prendermi. Sicuramente non un umano, è lui.
La mia salvezza, la mia maledizione.
Ma perché non guarisco? Perché sono sempre più debole. Appena lo riconosco però, non mi curo di questo. Anzi mi sento sollevata e gli rivolgo un sorriso sincero.
– Sei qui. –
Sussurro con un filo di voce appena percettibile.
– Allora…no. Non mi ero sbagliata. –
Lui sorride anche se abbastanza confuso.
– Sbagliata su cosa? –
Vorrei spiegarti, ma non ce la faccio e mi abbandono dolorosamente e allo stesso tempo dolcemente tra le tue braccia protettive. Chiudo gli occhi, stanca.
– Caroline? Cos’hai? –
Chiede preoccupato. Non sono cosa disse poi, ma avvertii solo un pizzico e poco dopo una sostanza inebriante scendeva giù dalla mia gola dissetandomi e rendendomi sempre più avida di quel sangue così ipnotizzante.
Mi rinvigorisce, mi guarisce e mi riporta alla realtà.
Lui sorride e si tranquillizza, era in pensiero per me. Non mi ero accorta che quello non era un ago ma una siringa o qualcosa del genere che mi aveva iniettato del veleno di licantropo. Ma lui mi ha salvata.
– Mi hai salvata… –
Ride divertito. Rovinando completamente la dolcezza di quel momento. E poi, mi guarda serio..uno sguardo che mano a mano diventa più leggero fino a diventare sarcastico.
– E ti sorprendi? Non è mica la prima volta che ti cacci in situazioni del genere. Dovresti stare più attenta, sweetheart. –
Non mi importa dell'orgoglio, del fatto che in circostanze normali ti avrei già risposto che so badare a me stessa. Non mi importa di nient'altro se non di te. Sei così bello, vorrei stringerti.
– Grazie, sei un amico. –
Un amico? Diciamo pure che lo mangi con gli occhi anche quando non c’è. Fantastico ora ci mancava solo la vocina interiore.
Lui mi aiuta a rimettermi in piedi anche se adesso ce la faccio da sola. E una volta perso il contatto con il suo corpo perfetto, mi rendo conto dell’accaduto.
Divento inevitabilmente preoccupata, molto preoccupata.
– Ma che sta succedendo?! Dove sono gli altri?! –
Klaus si guarda intorno così come me, non riuscendo ad individuare nessuno. Cosa diamine succede?


Note dell'autrice: Ebbene sono in anticipo sul ritardo! So che sono passate...quanto 2? 3 settimane? Dall'ultimo aggiornamento e mi scuso! Avevo smarrito l'ispirazione e quel che è peggio non ho avuto molto tempo quando tornava. Ho un paio di piccole precisazioni su capitolo:
1 - Bonnie e Matt sono morti, ecco cosa era successo. E successivamente spiegherò meglio.
2 - All'inizio Klaus si presenta da Caroline e ci tengo a ricordarvi che quello che è scritto alla fine è successo prima, ovvero nel giorno del diploma di Care.
Grazie a tutti per tutto, e ho visto che siete aumentati a seguire la storia e questo mi fa veramente piacere! Alla prossima, un bacio grande! c:
  
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