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Autore: Larry forevah    06/07/2013    0 recensioni
Camilla, una ragazza italiana, và in biblioteca per cercare qualche bel libro da sfogliare. Mentre è intenta a leggere la trama di un libro, la sua attenzione viene attirata da qualcuno.
Quando Camilla torna a casa quel giorno, è più felice che mai e tutto ciò grazie a qualcuno, un qualcuno che un giorno ringrazierà infinitamente
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I'm out of touch
i'm out of love..."
 
Le vacane di Natale erano cominciate da ben tre giorni ormai. Sono Camilla, sedicenne Italiana. Vivevo a Londra con i miei genitori e mio fratello Simone, più piccolo di me solo di due anni. Ci siamo trasferiti da Roma in Inghilterra, nel centro di Londra, per motivi familiari. A mio padre avevano offerto una borsa di lavoro qui, e lui, senza esitazioni, aveva accettato e ora mi trovo in questo splendido luogo. Il trasferimento non ha causato danni su di me, anche perchè quando abbiamo cambiato città, avevo solo 5 anni e ovviamente, essendo piccola, non avevo nessun amico che mi sarebbe mancato una volta trasferitami. In quel freddo pomeriggio invernale stavo ascoltando il mio cantante preferito, il mio roscio, Ed Sheeran. Ho sempre stimato da morire quel ragazzo, è il mio idolo dopotutto, e per mia grande sfortuna, ancora non sono riuscita ad andare ad un suo concerto. E' la mia ispirazione, in tutto e per tutto e lo seguirò fino alla fine della sua carriera. Lo conosco da un anno, e in moltissime situazioni complicate mi sono trovata ad ascoltare le sue canzoni. La prima che ho ascoltato è stata "Lego House", è la mia preferita ovviamente. Ringrazierò la mia migliore amica eternamente per avermelo fatto conoscere.
 
Tornando a noi, era esattamente il 23 dicembre, mi trovavo nel mio letto, ad ascoltare Ed, con una tazza di cioccolata bollente nelle mani e un libro aperto sulle gambe. Amo moltissimo leggere, e ho letto tantissimi libri fin'ora. All'età di sei anni già sapevo leggere, insomma, amavo leggere già a quell'età. Erano tre mesi che cercavo di convincere i miei a comprarmi un libro come regalo di Natale, anche un libro per bambini mi sarebbe bastato, ma loro, trovando i libri delle cose inutili, per Natale preferivano regalarmi un paio di scarpe nuove o un nuovo vestito. Ancora non avevano capito che non me ne facevo nulla di un nuovo paio di scarpe, mentre con un libro potevo imparare cose nuove. Non avendo soldi miei, non potevo comprarmelo da sola, quindi mi limitavo a rileggere quei pochi libri che avevo in camera e che avevo già letto, oppure andare in biblioteca e sfogliare qualcosa lì. 
E anche quel giorno l'ho fatto. Mi sono vestita in fretta, messa un paio di scarponcini ai piedi, e un cappotto pesante sulle spalle. Ho salutato i miei di fretta dicendogli che stavo andando in biblioteca e mi sono imbattuta nel vento gelido di Londra, della mia amata Londra. Ho sempre amato quella città, non chiedetemi perchè, ma neanche se offrissero miliardi di dollari la cambierei. Appena mi ci sono trasferita dall'Italia, ho capito che Londra era una delle più belle città del mondo.
Passo dopo passo, finalmente mi sono trovata davanti la porta della biblioteca. Con un sorriso l'ho aperta e la signora Parker, la bibliotecaria, mi ha accolto calorosamente. Ormai mi conosceva bene, visto che ero solita andare in quella biblioteca almeno una volta a settimana. L'ho educatamente salutata e appena mi sono trovata davanti quei scaffali pieni di libri, i miei occhi hanno brillato. Ho cominciato a girovagare per quegli scaffali, in cerca di qualche libro da sfogliare sui tavolini di quella bellissima stanza. Ovviamente non leggevo mai un libro intero, anche perchè non potevo permettermi di stare cinque o sei ore in biblioteca, avevo anche delle faccende da fare a casa.
Ad un tratto la mia attenzione è stata catturata da un libro dalla copertina marrone e gialla. 'Un ponte per Terabithia'. Questo era scritto sulla copertina. Avevo già sentito quel titolo; Amy, la mia migliore amica aveva visto il film e più o meno mi aveva raccontato di cosa parlava. Ho letto la trama, trovando quel libro veramente bello. Parlava di una grande amicizia tra due amici, ma un giorno, mentre il ragazzo è assente, la ragazza muore e il giovane si dà la colpa dell'accaduto. Amavo quei tipi di libri, mi affascinavano da morire. Ero talmente concentrata a sfogliare quel libro che non mi ero accorta della presenza di qualcuno alle mie spalle.
"Guardi quel libro con uno sguardo ammaliato, ti piace tanto eh?" Pronunciò una voce alle mie spalle.
Mi sono girata con ancora il libro in mano, trovandomi davanti un ragazzo con dei bellissimi occhi azzurri, capelli castani e abbastanza alto. Era vestito in un modo strambo. Aveva una maglietta bianca con delle righe orizzontali azzurre, dei pantaloni rossi leggermente arrotolati sulle caviglie e a tenere su quei pantaloni, c'erano delle bretelle nere. Ai piedi portava delle strane scarpe, tipo mocassini, dalle quali ai lati spuntava una targhetta con scritto 'Toms', sicuramente era la marca delle scarpe. Devo ammettere che era veramente un bellissimo ragazzo.
"Già, vorrei tanto comprarlo, ma purtroppo non posso."  Gli risposi finalmente con un sorriso.
"Louis, piacere" Mi allungò la mano con un sorriso larghissimo a incorniciargli il volto.
"Camilla" Gli risposi stringendo la sua mano tesa.
"Dal nome mi sembra di capire che non sei di qui. Sei Italiana per caso?" Mi chiese curioso.
"Si, mi sono trasferita qui in Inghilterra da bambina" Gli risposo io cordialmente.
Avevo notato che sorrideva di continuo, probabilmente era uno di quei ragazzi sempre pronti a far sorridere tutti. Aveva un bel sorriso dopotutto, poteva benissimo permettersi di sorridere tutto il giorno.
"Come mai non puoi prenderlo?" Mi chiese, alludendo al libro.
"Oh. Beh, i miei genitori trovano i libri delle cose inutili, e quindi non mi danno i soldi per poterli comprare" Gli risposi, alzando le spalle rassegnata.
Louis sgranò gli occhi alla mia risposta. Sicuramente non pensava che al mondo esistesse qualcuno che pensava che i libri fossero inutili. Sinceramente dopo tutti quegli anni, ancora non avevo capito come i miei genitori potessero definire quei preziosi oggetti, un 'inutile passatempo'. A volte mi vergognavo tremendamente di essere figlia loro.
Il ragazzo di fronte a me stava per aprire la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotto dallo squillare del mio telefono. Riposi.
Era solamente mia madre che mi diceva di tornare a casa perchè avevamo ospiti a cena!
Non potevo crederci; ogni volta che le dicevo di andare in biblioteca, dopo circa una mezz'ora mi chiamava dicendomi di tornare a casa perchè dovevo fare qualcosa. Era incredibile quella donna! Dannatamente insopportabile.
Sbuffai pesantemente, mentre Louis, che era ancora davanti a me, mi guardava con uno sguardo curioso.
"Scusami tanto, ma mia madre ha chiamato chiedendomi di tonare a casa. Beh, alla prossima se ci rivedremo!" Lo salutai sorridendo e rigirandomi il libro tra le mani.
"Oh, ciao, è stato un piacere scambiare due parole con te." Anche lui mi salutò, mostrando un'altra volta, uno dei suo sorrisi.
Mi allontanai da lui e tornai allo scaffala da dove avevo preso il libro. Tristemente, lo posai sullo scaffale.
Mi incamminai verso la porta, ma prima di uscire, mi girai, e scuotendo la mano in aria salutai di nuovo Louis, che ricambiò il saluto col mio stesso gesto.
"Buonasera signora Parker" salutai anche la bibliotecaria, che alzò lo sguardo da un grande libro per dare attenzione a me.
"Oh, già vai via? Passa una buona serata Camilla" Disse rispondendo al mio saluto e posando nuovamente gli occhi su quel grande libro.
Uscii definitivamente da quel luogo, incamminandomi per il vialetto che avrebbe portato a casa mia.
"Camilla!" Sentii una voce dietro di me urlare il mio nome.
Strizzai gli occhi per capire chi era e vidi Louis correre verso di me.
Arrivò davanti a me con il fiatone e mi regalò un altro bellissimo sorriso. Ad un tratto mi mise qualcosa tra le mani.
"Consideralo un regalo di Natale" Disse. E dopo avermi fatto un occhiolino, se ne andò via velocemente, senza neanche darmi il tempo di capire cosa era successo in quei trenta secondi.
Ancora un pò confusa abbassai lo sguardo sulle mie mani e quello che vidi mi lasciò esterrefatta. Tra le mie mani, c'era quel bellissimo libro, 'Un ponte per Terabithia', finalmente nelle mie mani. Avrei potuto leggerlo!
Guardando la copertina sorrisi come un'idiota, pensando che se un giorno avrei rincontrato quello strambo ragazzo, lo avrei ringraziato infinitamente per quel piccolo, ma stupendo, regalo che mi aveva fatto.
Ancora con il sorriso stampato sul volto, mi avviai verso casa.
Si, quello era il più bel regalo di Natale che potessi mai ricevere.
 
 
 
 
Beh che dire, mi piace un casino questa one shot! Mi è venuta l'ispirazione guardando quel film e vi consiglio di guardarlo, è stupendo! Anche se ho allagato il letto con le lacrime, è lo stesso bellissimo! ù.ù
Vaaabien, ciao a tutti, alla prossima, e lasciate una piccola recensione se vi va :DD <3
  
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