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Autore: Cam17    06/07/2013    1 recensioni
Una serie di storie con un filo di trama appena normale, ma che si svolgono con una serie di eventi nonsense. Un vortice privo di logica, privo di senso, frutto di impegnativi cazzeggi mentali che giornalmente faccio per puro divertimento xD
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Eccolo, devo attaccare adesso!”

Solomon aveva individuato il suo obiettivo. Stava entrando in un ingrosso di detersivi per chissà quale diavoleria. Era necessario intervenire all’istante. Entrò e si ritrovò il nemico girato di spalle. Prese forza nelle gambe e saltò prima su un cartone di detersivo, poi su un’intera pila di cartoni e poi si lanciò contro di lui, proprio come una mosca si lancia contro un bel pezzo di letame fresco fresco. Gli piombò addosso, lo prese per il collo ed iniziò a riempirlo di sberle violentissime fino a farlo svenire. Solo dopo si accorse che c’era qualcosa che non andava: la persona in questione era una donna di circa vent’anni, dai lineamenti asiatici, capelli bruni ed alta circa 1,70 metri. Si accorse solo in quel momento di aver sbagliato persona, confondendo la signora con Michael O’Brian, un texano alto 3 metri, di pelle scura, sulla cinquantina e con una barba foltissima.

Si, lo so, i due si somigliavano parecchio…

Solomon corse via dall’ingrosso, prese l’auto e spinse sull’acceleratore, allontanandosi il più possibile.

<< Solomon, Solomon! >>.

Prese l’auricolare: << Si capitano? >>.

<< Solomon hai catturato Michael? >>.

<< Si… beh, c’è stato un imprevisto… >>.

<< … e sarebbe? >> Disse lui con enorme seccatura.

Fu qui che l’agente dell’FBI usò la sua furbizia: << Beh, capitano… non sapevo che Michael avesse un sosia! >>.

Il capitano restò sbigottito: << … ma veramente i nostri informatori… >>.

<< Senta capo i nostri informatori fanno schifo! L’altra volta Jonathan mi fece un caffè che era una vera schifezza, mentre Jennifer ha vivamente preferito tenere le gambe chiuse ad una mia richiesta di amicizia. Se lei pensa che io mi fidi ancora di loro, beh si sbaglia! Troverò da solo quel bastardo! >>.

Sfrecciò velocissimo tra le strade della città, seguendo il suo fiuto da segugio purosangue. Guidò fino a tarda sera, fino a raggiungere una villa enorme e stupenda, di proprietà del duca degli abruzzi. Al suo interno si stava svolgendo una festa lussuosa come non mai. Solomon si muoveva con passo deciso, sbracciando i vari maggiordomi che tentavano di fermarlo. Arrivò alle porte della sala grande, sfondandole. Gli invitati rimasero muti, osservandolo senza parole. Lui, senza nemmeno guardarsi attorno, raggiunse un uomo sulla ventina, chiaro di pelle e gli diede una sberla.

<< Ma che fa?? E’ fuori di senno?? >>. Gli disse lui, massaggiandosi il volto.

<< Tu non mi freghi, Michael O’Brian! >>. Disse tutto sicuro di se.

Gli prese la faccia e gliela strappò di dosso, scoprendo il suo vero volto. Michael restò sbalordito: come aveva fatto a scoprirlo?

Il nemico saltò via con un balzo felino, liberandosi del travestimento e portandosi dietro al tavolo del buffet.

<< E’ inutile. La polizia sarà qui a momenti. Sei mio Michael! >>.

<< Ma come hai fatto a scoprire il mio travestimento?? >>. Michael era praticamente sbigottito.

Solomon sorrise e chiuse gli occhi. Le luci si spensero; solo un faro apparso dal nulla lo illuminava con decisione.

Fu allora che tirò fuori dalla tasca uno strano barattolo e disse: << Ti ho trovato perché Michael O’Brian usa solo lo shampoo Supercap, lo shampoo all’odore ed al gusto di camoscio. Prova anche tu lo shampoo Supercap e diventa un vero macho della criminalità organizzata. Attenzione: l’uso spropositato di Supercap può portare alla formazione di tumori maligni o alla caduta immediata del pene >>.

Michael arrossì dalla vergogna: << Cazzo non dovevo firmare quel contratto pubblicitario! E… per la cronaca non ho assolutamente avuto il secondo effetto collaterale! >>.

<< Il tuo tentativo di derubare il duca è fallito, mio caro, arrenditi! >>.

Ma l’obiettivo sfoggiò un sorriso lunatico, pronto a fare la sua mossa, mentre Solomon iniziò a puntarlo con la pistola.

Michael afferrò di scatto il collo della bottiglia di pepsi che si trovava sul tavolo del buffet, puntandole la pistola contro e facendo tremare le gambe dell’agente.

<< E’ meglio che ti arrendi sbirro o questa bottiglietta farà tante bollicine! >>. Solomon non poteva rischiare l’incolumità della bottiglia. Mise giù l’arma, mentre Michael se la diede a gambe con l’ostaggio.

Era intenzionato a seguirlo, ma prima ordinò agli invitati di prestare soccorso alla bottiglia di fanta, piegata a terra per lo shock subìto dopo il rapimento della cugina.

L’agente raggiunse il tetto, notando che un elicottero era giunto dal nulla per portare via Michael.

<< Addio sbirro! >>. Disse salendo sull’apparecchio e lasciando cadere la bottiglia di pepsi, provocando la sua rottura.

Solomon corse subito in soccorso nel tentativo di salvarla, ma la bottiglia era ormai vuota e le bollicine sul pavimento erano ormai svanite.

La rabbia più totale invase il suo cuore, mentre Michael si accese un diabolico sigaro texano.

<< Bastardo… >>. Strinse le mani in pugno, irato all’ennesima potenza << Lei… era innocente! >>.

Si alzò e tirò fuori la bottiglia di shampoo.

<< Hei brutto stronzo hai dimenticato una cosa! >>.

Michael rideva di gusto: << E che cosa avrei dimenticato, piedi piatti? >>.

Solomon prese bene la mira: << Che il tuo shampoo è altamente infiammabile! >>.

Lanciò la bottiglia con forza titanica, sotto l’incredulità del suo avversario. La bottiglia lo colpì in pieno, rompendosi ed entrando in contatto con il calore del sigaro. Fu questione di pochi secondi e l’elicottero esplose, provocando dei giallastri fuochi d’artificio, simboleggianti la vittoria della giustizia.

Ma Solomon non era affatto contento. Nonostante la sua vittoria, era morto un civile.

Scese le scale e fu subito raggiunto da un poliziotto da poco arrivato.

<< Signore cosa è successo? >>.

Solomon gli mise una mano sulla spalla, cercando di trattenere le lacrime: << E’ finita, figliolo. Vai a dire alla fanta che quel figlio di puttana è crepato! >>.

 

 

 

   
 
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