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Autore: Porcelain    06/07/2013    2 recensioni
Tu credi nel destino? Io ci credo...e credo in noi! Credo fosse destino che ci incontrassimo quel giorno al parco...e credo sia destino che tu sia qui davanti a me oggi! Credo in quella leggenda...quella del filo rosso che lega due persone destinate a stare assieme! E sai che ti dico? Non importa quanto il nostro filo rosso sia ingarbugliato perché io so che non si spezzerà mai! E tu? Credi nel destino? Credi in noi?
Un Kurt e un Blaine diversi da quelli che conosciamo. Due vite completamente differenti. Due strade opposte che però sembrano destinate a incrociarsi. Questa è la loro storia.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13: A Crazy Valentine x A Devilish Angel

“Human beings are hard wired to connect.
We are drawn to one another by our own chemistry.
We produce attachment hormones that create intimacy.
We build neural bridges that bond us, brain to brain, heart to heart.
Those bonds, once formed, are not meant to be broken.”

(Touch, Season 02, Episode 5)

Spiegazioni.

Gli sguardi. Le pacche sulle spalle. Le domande apparentemente buttate lì con nonchalance. Tutto lasciava intendere a Blaine che, per quanto lui e Kurt avessero costruito un loro piccolo microcosmo perfetto, il mondo fuori reclamava spiegazioni.

Per Blaine era stato facile abituarsi alla vicinanza dell’amico, un tempo reticente a mostrarsi in pubblico. Era stato spontaneo sedersi al suo fianco in mensa per non lasciarlo solo pur dovendo così abbandonare il tavolo degli amici del Glee Club. Era ormai un’abitudine cercarlo all’ingresso della scuola o fuori dall’aula di ogni lezione dove lui lo aspettava per fare un po’ di strada assieme. Era stato un tacito accordo estendere i pomeriggi assieme al parco o al Lima Bean alla maggior parte dei giorni scolastici.

Tutto questo era sembrato naturale a Blaine ma non a chi li osservava da fuori. Kurt sembrava non porsi il problema. Era chiaro come gli scivolasse addosso l’opinione della gente su di lui. Tutto ciò che era estraneo al suo microcosmo sembrava non esistere e Blaine spesso si ritrovava a pensare che un tempo anche lui era parte di quella massa indifferenziata a cui Kurt riservava poco più di uno delle sue occhiate di ghiaccio di tanto in tanto. Kurt pareva non cogliere minimamente l’espressione stupita degli altri studenti nel vederli passare per i corridoi e non prestava particolare attenzione ai commenti dei professori ancora sbigottiti all’idea di vedere i suoi ciuffi rosa fare capolino dall’ultimo banco vicino alla finestra.

Blaine però non era come Kurt. L’opinione della gente contava. Era tutto. Ma che spiegazioni avrebbe potuto dare? Cosa c’era da dire? Il loro legame, la chimica tra loro, l’innegabile alchimia. Era stato tutto naturale. Che senso aveva trovarci un perché? In fondo, Blaine sapeva che dare spiegazioni sarebbe equivalso a dover riflettere sui sentimenti di Kurt che ancora non avevano ricevuto una risposta, a dover dare un nome a quel loro rapporto ambiguo e forse a metterlo di nuovo in discussione dopo che a fatica si era costruito un equilibrio tra loro.

“Insomma, da qualunque punto di vista tu osservi la cosa…tutto questo è strano!” sbraitava Rachel nelle orecchie di Blaine. “Voglio dire, ti sto chiedendo com’è successo mica di raccontarmi cosa fate nella vostra intimità…”

“Rachel, per la millesima volta, non c’è nessuna intimità! Siamo amici, ok? Ci siamo incontrati un paio di volte in giro, abbiamo chiacchierato e ora, di tanto in tanto, ci vediamo…”

“Di tanto in tanto?” continuò imperterrita la ragazza. “Tu questo lo chiameresti di tanto in tanto? Siete sempre insieme! Dico: S-E-M-P-R-E! Non ti lascia un secondo e tu lo segui come un cagnolino con quegli occhioni da cucciolo che…”

“Ma quali occhioni da cucciolo! Per favore, perché le prove del Glee si sono ridotte a parlare di me e Kurt? Non vi importa delle Regionali?”

“Blaine, Kurt è più importante delle Regionali! E se lo dico io che sto per diplomarmi e entrare alla NYADA vuol dire che…”

“La nasona per una volta non ha tutti i torti!” la interruppe Santana. “Sta diventando imbarazzante la cosa! Mi sento di troppo a incontrarvi per i corridoi! Sembra di rovinare un qualche quadretto bucolico! Non pensi che ci meritiamo qualche chicca bollente?”

“La vostra fantasia non ha davvero confini! Capisco che per qualche vostro motivo particolare ci teniate a Kurt ma ora state correndo troppo! Non c’è nessun quadro bucolico ma solo due persone che passano del tempo assieme! A parlare di cosa? Musical, del mio cane Max, della scuola che spero prima o poi frequenterà con costanza o perfino del Piccolo Principe! Vi sembra qualcosa di bollente questo?” disse esasperato Blaine.

“Kurt parla del Piccolo Principe?” chiese Quinn perplessa.

“Sì! Parla del Piccolo Principe perché è il suo libro preferito! Lo avresti mai detto?”

“Il Kurt che conosci tu sembra un’altra persona…” rispose lei facendo spallucce.

“Forse avete ragione! Forse, Kurt condivide con me una parte di sé che non mostra al pubblico…” esclamò Blaine ringalluzzito nel pronunciare quelle parole “…ma se questa è una sua scelta dovete rispettarla! Non potete farmene una colpa!”

“Non è una colpa, amico! Ma vorremmo tanto sapere qualcosa di più su di lui! Come se la passa? Che fa? Ormai sei l’unico che sa qualcosa di lui! Nemmeno con Quinn parla più ormai…” disse con tono mesto Finn.

“A dire la verità, credo di essere l’unico che non sa un bel niente su di lui! Nessuno mi ha mai detto niente e io di sicuro non voglio forzarlo a parlare di qualcosa che evidentemente non vuole che io sappia! Forse è per questo che siamo amici…perché io non so niente su di lui! E se è il prezzo da pagare per continuare il nostro rapporto è esserne all’oscuro per sempre, beh, mi sta bene!”

“STAI DICENDO CHE NON SAI ANCORA NIENTE?” fecero in coro i ragazzi del Glee sbigottiti.

“No! Niente di niente…”

“Beh, ragazzi, in questo caso forse abbiamo davvero travisato tutto…” fece sconsolata Mercedes.

“Già…calmiamoci e torniamo al lavoro! Forse non è poi così speciale come credevamo…” disse Artie.

Hey! Come sarebbe a dire che non sono speciale? Come ti permetti? Io sono speciale! Se vuoi saperlo Kurt è innamorato di me, caro Due-Ruote! Totalmente pazzo del sottoscritto! Di me, Blaine Anderson, e di nessuno di voi che ora fate tanto i saputelli! Il fatto che Kurt non mi abbia detto niente significa che non è ancora arrivato il momento! Non è che non si fidi di me…un momento! E se non si fida ancora di me? Forse il fatto di essere innamorato di me è un fatto puramente fisico…forse gli piace il mio aspetto…forse non gli piaccio io! Forse sono una sorta di frutto proibito…un nuovo tipo di ragazzo da conquistare e aggiungere alla sua collezione! Sono uno dei tanti? Niente di speciale? E se fosse per ripicca? Magari vuole umiliarmi pubblicamente una volta sicuro di avermi abbindolato…No! No! No! Non è possibile…

TOC-TOC

Un rumore alla porta attrasse l’attenzione di tutti i ragazzi del Glee. Poco dopo, il viso di Kurt fece capolino all’entrata della sala-prove.

“Blaine?” fece con disarmante naturalezza, incurante degli occhi sgranati che lo osservavano come fosse un fantasma.

“Ehm…sì?” chiese Blaine, sudando freddo.

“Le prove dovrebbero essere finite un’ora fa! Lo sai che oggi ho le prove con la band e non ho molto tempo…” esclamò lui, continuando a ignorare i loro spettatori. “Possiamo andare? Hai ancora molto da fare qui?” chiese puntando lo sguardo sul pietrificato professor Schuester.

“Oh…n-no…a-abbiamo finito…” balbettò l’insegnante.

Kurt tornò a fissare Blaine aspettando un suo feedback. Il ragazzo si guardò intorno quasi rassegnato alle future sfuriate degli amici e si decise a prendere le sue cose.

“Beh, se abbiamo finito…” iniziò cercando ancora l’assenso di Schuester “Allora vado!”

Kurt sorrise raggiante e gli fece strada.

Come posso pensare che tutto questo sia una semplice ripicca? Come posso credere di non essere speciale? Kurt, non ti capisco…Mi sforzo ma è impossibile! Dimmi qualcosa che abbia un senso per me…

“Lima Bean?”

“Ah…sì…”

“Blaine, scusami se vi ho interrotti ma era tardi e…”

“Potevamo rimandare!” rispose con involontaria durezza Blaine.

Kurt non disse nulla ma ormai per Blaine il suo silenzio parlava da solo.

“Non volevo…scusa…non intendevo dire che non volevo vederti! Avvisa gli altri che ti porto io alle prove…recupereremo un po’ del tempo perso!” disse infine.

“Grazie!” rispose semplicemente Kurt sorridendogli per poi rimanere silenzioso fino all’arrivo al Lima Bean.

Era un silenzio diverso però. Era felice. In realtà, Blaine non aveva mentito quando aveva detto agli altri che i due non avevano parlato molto. Era vero che erano sempre assieme ma Kurt non era un tipo loquace e spesso e volentieri se ne stava in silenzio, proprio come in quel momento, immerso in chissà quali pensieri. Era Blaine a parlare il più delle volte e ormai era diventato semplice interpretare i silenzi dell’amico, le sue espressioni e i suoi sguardi che valevano come una risposta, una richiesta o un commento a quello che gli raccontava.

“Un cappuccino medio, un latte macchiato scremato per lui…e magari lo convinco a fare a metà un Cupidolcetto!” ordinò una volta arrivato davanti al bancone con l’amico al suo fianco.

“Sai come bevo il caffè?” disse Kurt, rompendo il suo silenzio.

“Ovviamente!” esclamò Blaine. Ovviamente! Per chi mi hai preso? Da quanto tempo veniamo qui? L’ho memorizzato la prima volta che mi ci hai portato…

“Kurt,non ci provare neanche,offro io!” disse poi, vedendo Kurt estrarre qualche moneta dalla tasca. “Tenga il resto!”

“Uhm…grazie!” mormorò l’amico dirigendosi al loro solito tavolo.

“Schifato da San Valentino?” chiese Blaine vedendo lo sguardo di disprezzo rivolto da Kurt al Cupidolcetto.

“Non l’ho mai capito...”

“Che cosa?”

“San Valentino…Non capisco il senso di tutto questo!” disse il ragazzo indicando gli addobbi a forma di cuore che decoravano le pareti del Lima Bean essendo il 14 febbraio ormai alle porte. “Sono veramente necessari?”

“Suvvia! Vuoi dirmi che non trovi romantica quest’ambientazione?”

“Per niente! E poi San Valentino è semplicemente una scusa per vendere dolcetti e cartoline ridicole!”

“Beh, sarò anche un inguaribile romantico ma per me San Valentino non è solo questo…è un giorno per celebrare l’amore! È una cosa positiva che esista un giorno in cui si è incoraggiati ad abbandonare le difese e dire a una persona: sono innamorato di te!” spiegò Blaine con tono volutamente ironico.

Kurt lo fissò in un modo ancora indecifrabile per lui.

“Io sono innamorato di te!” esclamò a sorpresa.

Blaine per poco non sputò il suo cappuccino. Kurt, diamine! Era proprio il momento di ribadirlo?

“Ehm…immagino…di saperlo…” bofonchiò Blaine paonazzo.

“A volte mi sembra che tu te ne sia dimenticato…” rispose l’amico facendo spallucce con indifferenza.

“Non è che me ne sono dimenticato ma…”

Il telefono di Kurt squillò provvidenzialmente, interrompendolo.

“Oh scusa…” fece Kurt buttando un occhio il mittente e rifiutando la chiamata. “Continua!”

“Chi era? Non devi rispondere?”

“No…era solo Sebastian!”

“Sebastian?”

“Uhm…Sì…è da un po’ che continua a chiamare. Beh, prima o poi capirà che non è il momento! Su, continua! Si stava facendo interessante…” rispose Kurt sfoggiando la sua classica espressione maliziosa che Blaine da un po’ non vedeva.

Non so perché ogni volta che nomina Sebastian mi vengono i brividi! Continuo a immaginare lui ricolmo di rabbia che mi acceca con una granita in faccia e mi abbandona dolorante in un qualche parcheggio sotterraneo buio e deserto! Ma se si tratta di Sebastian forse non è così improbabile come scenario…Potrebbe farmi anche di peggio se sapesse di Kurt…

Il suono del telefono interruppe ancora il flusso di pensieri di Blaine.

“Forse dovresti rispondere. Magari è qualcosa di importante…”

“Qualcosa di importante? Stiamo parlando di Sebastian! Semplicemente si starà annoiando e vorrà organizzare qualcuna delle sue seratine…ma io non sono disponibile, vero?” gli rispose Kurt sorridendogli e spegnendo il cellulare una volta per tutte.

Quindi è colpa mia se ora lo ignora? Sono spacciato!

“Oh, andiamo…Non pensare questo di lui! In fondo, è un bravo ragazzo e ci tiene a te. Sono sicuro che ha le sue buone ragioni per chiamarti. Non dovresti escluderlo dalla tua vita solo perché…”

“Blaine!” lo interruppe Kurt fattosi scuro in volto. “Possiamo per un momento smetterla di parlare di Sebastian?”

“Oh…è che Sebastian fa comunque parte d…” farfugliò il ragazzo messo alle strette.

“Sei innamorato di lui? È per questo che non mi dai una risposta?” chiese Kurt.

Per la seconda volta quel giorno, Blaine rischiò di sputare il cappuccino in un misto di sorpresa e orrore.

“Ma che dici? Io…Sebastian! No, è disgustoso! Come puoi anche solo pensarlo…Questo è semplicemente disgustoso! E poi sei tu quello che va a letto con lui, a dirla tutta!”

“Oh…è questo? Sei geloso?” fece Kurt “Non preoccuparti. Tra me e lui non c’è mai stato nulla di serio. Forse hai frainteso la situazione. Certo, in un certo senso siamo amici ma niente di più…e siamo d’accordo che avremmo tagliato i ponti se la cosa si fosse fatta seria per uno dei due…o se uno dei due avesse trovato qualcuno!”

“Tagliato i ponti?” chiese Blaine, sudando freddo e immaginando la sua gola tagliata al posto dei ponti.

“Sì…perché la cosa non ti sta bene?”

“No…no…è che…” farfugliò ancora il ragazzo cercando un modo per uscire da quel discorso spinoso.

“Allora cerca di focalizzarti per un momento su di noi…non su di lui!”

Ok…o adesso o mai più!

“Senti Kurt…non so nemmeno io cosa sto facendo. Mi spaccio per uno sicuro e so essere spavaldo ma la verità è che…io non sono mai stato il ragazzo di nessuno…”

“E questo cosa c’entra?”

“Lasciami finire, ti prego! Forse non sono un esperto ma una cosa la so con certezza! Io ti voglio veramente bene, Kurt. Ma…le storie d’amore non sono il mio forte e non voglio rovinare la nostra amicizia…” Ecco, l’ho detto!

Kurt non rispose e abbassò lo sguardo. Blaine allora si fece forza e gli strinse la mano incerto sulla reazione che da lì a poco avrebbe dovuto aspettarsi dalla bomba a orologeria che aveva scelto come amico.

“Fa tanto Harry ti presento Sally…” disse infine abbozzando un sorriso. “Però io faccio Meg Ryan!”

“Affare fatto!” rispose Blaine con un sospiro di sollievo. “Ma non si mettono insieme alla fine?”

Kurt gli fece un semplice occhiolino di risposta.

“Forza, Billy Crystal…hai detto che mi accompagnavi tu alle prove, no?”

Blaine annuì e senza neppure rendersi conto di non aver mai lasciato la mano di Kurt si avviò verso la macchina.

Fortunatamente, l’amico pareva aver preso bene la cosa e nulla sembrava essere cambiato. Il giorno successivo lo aveva ritrovato come al solito ad aspettarlo all’ingresso, tutto intento a leggere un biglietto il cui contenuto ad occhio e croce sembrava disgustarlo alla pari del Cupidolcetto.

“Che leggi?” chiese.

“Spazzatura…” rispose Kurt gettando il biglietto nel vicino cassonetto.

Hey, cos’erano quelli? Cuoricini? Ora che ci penso non aveva qualcosa del genere nel libro di letteratura?

Arrivato all’armadietto, Kurt aprendo lo sportellino si trovò davanti a un altro biglietto.

“Un ammiratore?” chiese ancora Blaine incuriosito.

“No…solo spazzatura!” disse l’altro strappando il biglietto e gettandolo via nuovamente.

Kurt sembrava completamente indifferente ai bigliettini che continuavano a spuntare dai più impensabili angoli della scuola e a tutti riservava la stessa sorte nel più vicino cestino. In mensa poi Blaine rimase sconcertato dall’arrivo di un misterioso soggetto mascherato da gorilla con una lettera indirizzata all’amico che, dal canto suo, si limitò a sbuffare e prendere la busta mettendosela in tasca senza curarsi del contenuto.

“Kurt, cos’è appena successo?”

“Disgustoso…” commentò seccamente il ragazzo.

“Non dirmi che era un Gorilla Gram! Non ne avevo mai visto uno!”

“Tutto tuo…” rispose ancora Kurt estraendo nuovamente il biglietto e lasciandolo sul tavolo.

Il contenuto della lettera era una sgrammaticata e piuttosto banale dichiarazione d’amore e Blaine iniziò a capire il perché dell’espressione disgustata di Kurt. Uno sforzo maggiore no, eh? Orribile! Certo, Kurt ne riceverà a palate di queste lettere…quindi se volevi farti notare, potevi inventare qualche frase ad effetto, no? Ma a prescindere…non hai speranza, amico! Rassegnati!

“Stai sghignazzando?” chiese Kurt. “Ti avevo detto che era disgustoso…”

“Hai ragione! Se non altro però si distingue per il gorilla! Ne riceverai molte di queste, eh?”

“Già…” sbuffò l’amico.

Potevi almeno negare! Uffa!

“Oh, e ne sembri scontento! Che rabbia mi fai! Beh, se non altro devi resistere solo fino a domani! Dopo San Valentino la smetteranno…”

“Chissà…”

“Kurt, sei davvero di poche parole ultimamente! Se è per via di ieri…”

“Stavo pensando!”

“E a cosa?”

“Domani… dopotutto potrei venire alle prove del Glee Club…”

“EH?????” Come prego??? E questa da dove ti è uscita?

Kurt arrossì grattandosi nervosamente la testa.

“Ho detto…che potrei venire con te al Glee! Se per te va bene…”

“Certo! Accidenti, Kurt! Potrai finalmente ricongiungerti con Quinn! Sarà al settimo cielo e anche gli altri ne saranno entusiasti! Appena lo sapranno impazziranno di gioia! Anzi facciamogli una sorpresa! Voglio vedere le loro facc…”

“Lo faccio per te, Blaine! Non è per nessuno di loro…è per te!” esclamò Kurt alzandosi di scatto. “Per oggi ho finito qui…devo andare in un posto! A domani!”

Oh…mi stavi forse cercando di dire che è il tuo regalo di San Valentino per me? Accidenti…Sei davvero adorabile!

Blaine non poté fare a meno di arrossire a sua volta al pensiero e iniziò a fantasticare su cosa aveva in mente il ragazzo per l’indomani. Spero arrivi in fretta l’ora del Glee Club!

Il giorno successivo però, inaspettatamente, Kurt non lo stava aspettando al solito posto. Prendendolo come un brutto segno, Blaine provò subito a chiamarlo ma anche il suo cellulare era spento. Che abbia cambiato idea? Era proprio necessario sparire? Prima che la fervida immaginazione del ragazzo potesse elaborare uno dei suoi più paranoici scenari, una voce familiare in avvicinamento attrasse la sua attenzione. Due voci familiari. Dove ho già risentito qualcosa di simile?

“Devi smetterla!” tuonò la voce di un Kurt inferocito che di corsa si dirigeva verso Blaine.

“Kurt…ti prego, questa è la mia ultima chance! Almeno ascoltami…” fece l’atra voce con tono affannoso. David Karofsky!

“No! Basta…Mi sono stufato! È un capitolo chiuso! Fattene una ragione e lasciami in pace!”

“Non dire così! Non è per niente chiuso! Non potrà mai esserlo! Kurt, ti prego! Potrei morire…”

“Anche se fosse non mi interessa!” continuò a urlare Kurt raggiungendo finalmente Blaine e piazzandosi davanti a lui.

“Oh! Ma certo…adesso è lui il tuo nuovo giocattolino! Carino, eh? Per quanto tempo questa volta?”

“Hey David! Non so quale sia il tuo problema ma io non sono un giocattolino! Abbassa i toni o potresti fare un viaggetto in presidenza!” esclamò Blaine, sentendosi chiamato in causa.

“Ecco…il rappresentante d’istituto! Ottima mossa, Kurt! Il tuo passaporto per andartene da questa scuola immagino!” fece David.

“Lascia in pace Blaine! Lui non c’entra niente!”

“Lo hai detto tu stesso, Kurt! Non c’entra niente con te!”

“Insomma! Volete piantarla…David se hai qualche problema con me dillo senza continuare a girarci intorno! Hey, sono cioccolatini quelli?” disse ancora Blaine scorgendo una scatola a forma di cuore che David teneva tra le mani.

David arrossì vistosamente e iniziò a balbettare.

“Andate al diavolo!” sbottò infine, lanciando nell’ormai ricolmo cassonetto la scatola e entrando a scuola.

“Kurt?” fece Blaine squadrando in malo modo l’amico.

“Che c’è?” sbuffò l’altro.

“C’è una spiegazione logica a questo che vorresti condividere con me?”

“No!”

Accidenti, Kurt! A volte penso che ricorrerei alla tortura pur di farti vuotare il sacco!

“Hai ricevuto cioccolatini da Karofsky?” chiese allora Blaine mentre si avviavano agli armadietti.

“E un Gorilla Gram e una dozzina di biglietti disgustosi…”

“Erano tutti suoi?”

“Rivoltante, vero?”

“E tu già lo sapevi?”

“Sì…”

“Pensi di venire al Glee Club e spiccicare solo monosillabi oggi?” lo punzecchiò Blaine. Oh, pessima scelta delle parole! Sembra di umore nero!

“Dovrei fare a meno quindi?” rispose seccato Kurt.

“N-no…non intendevo questo..:” fece Blaine rabbonito.

“Allora ci vediamo in sala-prove!” concluse Kurt, sbattendo la porta dell’armadietto e andandosene.

Buon San Valentino, Blaine! Proprio come l’avevi sempre immaginato…

Il pessimo umore di Kurt contagiò Blaine per tutta la giornata. Doveva essere il giorno della ribalta. Un trionfo. Era il giorno in cui l’amico, che a quanto pare era stato un pilastro del Glee, doveva fare il suo grande ritorno. Era il suo regalo di San Valentino! Non che fosse il primo che Blaine riceveva ma questo era diverso, unico e speciale. Invece, per colpa di quel pazzo di un Karofsky era tutto in qualche modo rovinato. Imperdonabile! Il ragazzo passò tutte le lezioni sbuffando e ignorando le chiacchiere degli amici. Ormai si era convinto che solo il suo regalo avrebbe potuto risollevare il suo spirito. Era solo suo e di nessun altro, proprio come aveva detto Kurt. Alla faccia di chi continuava a rinfacciargli di non essere speciale, di non sapere niente e di non c’entrare nulla con Kurt, alla fine il ragazzo dalla chioma rosata aveva scelto lui. Stava cambiando per lui e non per tornaconto personale o per prenderlo in giro. Almeno spero…Cos’è questo senso di inquietudine? Io mi fido di Kurt, no?

Arrivato nella sala-prove dopo aver finito le lezioni, non notando niente di strano che lasciasse presagire la grande sorpresa che aspettava gli amici, Blaine si sedette di fianco a Quinn lasciando strategicamente una sedia libera vicino a lui. Il professor Schuester arrivò con le solite scartoffie, Rachel cominciò i soliti monologhi sulla NYADA, Santana iniziò a insultarla…e Kurt?

“È permesso?” Oh, mi ha letto nel pensiero!

Come in precedenza, non appena Kurt fece il suo ingresso nella stanza calò un silenzio tombale. Solo ora Blaine notò come per l’occasione il suo outfit fosse molto più curato. Il suo classico total black era stato smorzato da un elegante gilet grigio e dagli immancabili anfibi che ora che erano lucidati erano di un bianco brillante. Al collo Kurt portava delle chiavi. Una scelta curiosa ma a Blaine ricordavano una collezione di…Alexander McQueen? O era Marc Jacobs? Che si sia dato una ripulita per me? Se pur possibile, agli occhi di Blaine Kurt era ancora più bello.

“Sono Kurt Hummel…e vorrei fare un’audizione per entrare nel Glee Club!” esclamò con voce fiera e sicura il ragazzo, passando uno spartito al pianista senza però mai distogliere lo sguardo da Blaine.

L’aula scoppiò in un boato. Tra l’incredulità generale, Schuester aveva lasciato cadere i suoi spartiti, Rachel e Santana si erano abbandonate ad un abbraccio spontaneo e così aveva fatto anche Quinn che si era lanciata su Blaine.

“BLAINE! BLAINE, CE L’HAI FATTA!” esclamò la ragazza, baciandolo sulla guancia.

“MISSIONE COMPIUTA, AMICO!” gli disse Finn dandogli il cinque.

“HA RIPORTATO IL VECCHIO KURT! INCREDIBILE! LO SAPEVO!” urlò ancora Quinn che si era lanciata su Blaine con trasporto.

Nell’euforia generale, Blaine fu attraversato da un brivido. Un momento…ho come una bruttissima sensazione che…

“Cambio di programma…” bisbigliò Kurt, riprendendo lo spartito e strappando la chitarra a uno dei musicisti.

Blaine notò le mani tremanti di Kurt e il cambiamento nel suo sguardo. Offeso?

“Questa canzone è dedicata al ragazzo che amo…e a voi! Perché capiate che il Vecchio Kurt non esiste più!”

 

I love myself I want you to love me

When I feel down I want you above me

I search myself I want you to find me

I forget myself I want you to remind me

 

I don't want anybody else

When I think about you I touch myself

Ooh I don't want anybody else Oh no, oh no, oh no…

 

Certo, Blaine non si aspettava che Kurt intonasse As If We Never Said Goodbye da Sunset Boulevard ma quella canzone era volgare, oltraggiosa e…sta seriamente parlando di masturbazione? La voce di Kurt era graffiante e la chitarra elettrica che strimpellava volutamente strideva nelle orecchie dei suoi spettatori.

 

You're the one who makes me come running

You're the sun who makes me shine

When you're around I'm always laughing

I want to make you mine…

 

I close my eyes And see you before me

Think I would die If you were to ignore me

A fool could see Just how much I adore you

I get down on my knees I do anything for you

 

I don't want anybody else

When I think about you I touch myself

Ooh I don't want anybody else

Oh no, oh no, oh no…

 

I want you

I don't want anybody else

And when I think about you I touch myself

OO OO OO-OO Ahhhhh

 

Blaine non osava guardare gli altri mentre Kurt emetteva quegli urli. Una buona parte di loro non era forse nel club della castità? Ma che diavolo gli è saltato in mente? Perché non la fa finita?

 

“Kurt! Ti prego! Basta!” proruppe infine il ragazzo che sentiva le guance pulsare come due braci.

 

“Oh…Blaine, non è finita! Mi hai interrotto sul più bello!” fece Kurt sfoderando quella sua odiosa espressione strafottente.

“Direi che hai dato abbastanza spettacolo!” continuò Blaine, alzandosi in piedi e sequestrandogli la chitarra.

“Qualcosa non è andato…secondo la missione?”

“Oh! Dannazione Kurt! Che stai dicendo? Qual è il tuo problema?”

“Ehm ragazzi! Su, calmi! Blaine, questo forse era il modo con cui Kurt voleva condividere con noi la sua nuova anima rock!” cercò di mediare Schuester con scarso successo.

“Oh andiamo! Non dovete sempre cercare di difenderlo! Kurt! Non hai scusanti! Tra tutte le canzoni, perché questa volgarità? Questa è una scuola! Non siamo in uno dei tuoi locali notturni! Se volevi fare colpo sui ragazzi del Glee questa non è certo la scelta più…”

“Non me ne importa un accidente dei tuoi adorati ragazzi del Glee! Lo vuoi capire? Non sarei mai tornato qui…odio tutto questo! Odio le vostre urla isteriche! Odio i vostri piani senza senso! Cosa volete fare? Convertirmi? Redimermi? O forse cercate solo di mettere a tacere le vostre coscienze? Blaine, ci ho provato…ci ho provato davvero…ma sono allo stremo delle forze ma a te di questo non importa niente! Tu sei troppo preso dalla tua buona reputazione e dal successo per accorgerti di me! Di quello che sto provando a fare per te…”

“Oh e questa messa in scena sarebbe per me? Mi sono sentito umiliato con questa canzone! È stato imbarazzante! Non è certo il tuo amore quello che mi è arrivato…beh se di amore si tratta perché inizio a dubitare anche di questo! Forse era proprio umiliarmi quello che volevi! Ti diverte, Kurt? È così che si fa tra voi alternativi?”

“Blaine…” si limitò a dire con un filo di voce Kurt per poi andarsene via.

“E voi che avete da guardare?” esclamò Blaine tornando a sedersi.

I ragazzi ammutoliti tornarono a parlare del più e del meno cercando di non puntare lo sguardo su Blaine che se ne stava zitto in un angolo con la testa tra le mani. Schuester distribuì gli spartiti con un brano da provare per le Regionali e Rachel riprese a gorgheggiare. Possibile che tutto debba tornare così…

“OH…MALEDIZIONE!” urlò infine correndo fuori dall’aula.

Riusciremo mai ad avere un po’ di pace, Kurt? Perché i nostri caratteri si scontrano in continuazione? E soprattutto, perché nonostante tutto finisco sempre col venire a cercarti?

Una volta appurato che Kurt aveva ancora le sue cose nell’armadietto, Blaine iniziò a cercarlo. Nelle scale del cortile non c’era, nelle aule non c’era, nei bagni neppure. C’è solo un posto in cui non ho controllato…

Non appena varcò la soglia dell’auditorium, Blaine fu rapito da lievi note di pianoforte che risuonavano nell’aria. Era Kurt, il suo Kurt, che nella penombra del palco stava suonando una melodia dolce ma triste al contempo.

I have fallen to my knees

As I sing a lullaby of pain

I'm feeling broken in my melody

As I sing to help the tears go away

Then I remember the pledge you made to me

 

I know you're always there

To my every prayer inside

I'm clinging to the promise of a lifetime

I hear the words you say

To never walk away from me and leave behind

The promise of a lifetime

 

Will you help me fall apart

Pick me up, take me in your arms

Find my way back from the storm

And you show me how to grow

Through the change

I still remember the pledge you made to me

 

I am holding on to the hope I have inside

With you I will stay through every day

Putting my understanding aside

And I am comforted…

 

La voce di Kurt era tornata quella di un angelo e pochi versi di quella canzone erano bastati per toccare Blaine nell’animo e commuoverlo. Kurt però si interruppe sopraffatto dalle lacrime che scendevano e Blaine capì che, ancora una volta, toccava a lui rimediare.

“Sembra che io riesca solo a farti piangere…” iniziò avvicinandosi a lui.

Kurt mormorò qualcosa di sconnesso mentre Blaine con la mano lo raggiunse per accarezzargli il viso.

“Sembra anche che noi non riusciamo proprio ad andare d’accordo…” continuò mentre Kurt annuiva singhiozzando. “…E sembra che nonostante tutto non riusciamo a stare lontani per più di una manciata di secondi…Mi dispiace, Kurt!”

“Blaine, scusami!” riuscì a dire il ragazzo lanciandosi tra le sue braccia.

“Non scusarti…qualcosa ti ha dato fastidio, vero? L’ho letto nei tuoi occhi eppure non ho fatto nulla per tranquillizzarti! Anzi…ho peggiorato la situazione! Ma in fondo, non era male quella canzone, sai?”

Kurt rise timidamente ancora col viso immerso nel petto di Blaine.

“Questa canzone però era decisamente meglio! Per chi la cantavi?”

“Non lo so…forse speravo solo di essere sentito…”

“Ti ho sentito, Kurt. Sono qui ora…”

“Anche se ti ho detto che vi odio?”

“So che era una bugia…”

“Allora non dubiti più di me?”

“No! Anche quella era una bugia…”

“Sono davvero innamorato di te!”

“Lo so…”

“E non volevo cantare quella canzone orribile!”

“Lo so…”

Kurt ruppe l’abbraccio per pulirsi gli occhi arrossati con la manica.

“Blaine, noi litigheremo ancora, vero?”

“Temo di sì…”

“E sarò sempre io a piangere come un idiota?”

“Non sei un idiota…” sussurrò Blaine avvicinandosi al viso di Kurt e prendendolo tra le mani. Doveva baciarlo. A prescindere da tutto quello che ne sarebbe conseguito, doveva sentire che il loro legame c’era ancora, più forte e indistruttibile che mai. Era il momento.

“N-no, Blaine! Non è il momento!”

“C-come?” fece Blaine come ridestato da un incantesimo.

“Prima c’è qualcosa che ti devo raccontare…”

Note di fine capitolo: Cliffhanger!!! Argh…quanto sono odiosi! Un vizietto preso da Ryan forse! :P Beh, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! Un po’ della Klaine che la conosciamo con un po’ della mia delirante Klaine…il tutto condito con due canzoni che personalmente adoro: I Touch Myself dei Divinyls e Promise Of A Lifetime dei Kutless! Il Diavolo e l’Acqua Santa direi!!!

Ora non vi resta che aspettare il prossimo capitolo per scoprire qualcosa di più sul nostro Kurt! Lo pubblicherò tra circa due settimane perché non so quando avrò a disposizione internet…ma mi auguro di avervi invogliati a continuare! See ya! :3

  
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