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Autore: __aris__    06/07/2013    5 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO: capitolo non adatto a diabetici! No scherzo! Caro Lettore già dal titolo puoi immaginare cosa accadrà nelle prossime righe, ma sappi che questa è la prima volta che descrivo certi momenti e non sono per niente convinta del risultato finale! Ma volevo concedre ai nostri due protagonisti un momento di pace ed intimità prima dell’arrivo di Alex! Quindi ti chiedo un po’ di comprensione e la cortesia di lasciarmi la tua opinione. Non preoccuparti: anche le critiche costruttive sono ben accette! Approfitto del tuo tempo anche per ringraziarti di essere arrivato fino a questo punto della storia impiegando il tuo tempo a leggere questa ff! Buona lettura!
 
 





  La porta si riaprì da sola ed Emily entrò in casa un po’ stranita prima di essere catturata dal Fantasma che l’aveva attesa come un animale predatore. Si limitò a stringerla per diversi minuti, accarezzando e baciandole i capelli. Lei non opponeva resistenza e lo lasciava assaporare quel momento fino in fondo, limitandosi ad appoggiare la testa su una spalla dell’uomo e restando immobile.
Dopo giorni in compagnia degli spettri del passato, Erik aveva bisogno di percepire Emily, di tastarla, sentirne l’odore ed assaporarne il sapore. Ma ben presto questo bisogno mutò perdendo il suo carattere rassicurante ed assumendone uno completamente diverso: desiderio. Desiderio di averla completamente. Desiderio di essere l’unica cosa che sfiorasse la sua pelle ed occupasse mente ed anima. Desiderio, possesso e lussuria si erano infiltrati nella sua mente e lo stavano travolgendo.
Si allontanò improvvisamente ed ammirò l’espressione interrogativa sul suo volto; era così bella, così perfetta, calda nonostante fuori gelasse! Emily era sua, ma come poteva … chiederle anche quello!? Come poteva chiederle di ammirare lo scempio del suo corpo?! Come poteva chiederle di fare l’amore con lui? La baciò con tutta la passione ed il desiderio che aveva in corpo poi i suoi baci si spostarono lentamente lungo la linea del mento fino all’orecchio dove si arrestarono e le sussurrò le sue intenzioni suadente come il serpente di Eva.
Emily deglutì e respirò profondamente cercando di rimettere in funzione il cervello, che, subissato da troppi impulsi, era diventato come una grossa teiera intasata! Le mani di Erik si erano spostate veloci dalle sue braccia: una l’aveva stretta alla base della schiena attirandola verso di lui; l’atra, completamente aperta, si era posizionata sulla nuca sorreggendole la testa mentre la baciava. E come l’aveva baciata! Se il Fantasma non l’avesse tenuta saldamente stretta non sarebbe nemmeno riuscita a reggersi in piedi! Anche se le aveva chiesto di fare l’amore con lui, il linguaggio del corpo lasciava chiaramente intendere che la sua era un offerta che non si poteva rifiutare! Sapendo che la voce non l’avrebbe soccorsa in quel momento, distese il viso nel più invitante dei sorsi di cui era capace, annuì leggermente ed infine ricambiò il bacio ricevuto con la stessa passionalità.
Sei … sicura?” il viso non era l’unica parte da nascondere in lui; era davvero sicura di voler vedere il resto?
Il sussurro di Erik aveva perso molta dell’audacia di prima, incapace di celare la paura nella sua mente. “Oui, je suis” rispose la ragazza accarezzando il suo torso.
Mia Emily …” come aveva fatto a dubitare di lei? Dell’unica persona che lo aveva sempre considerato un essere umano al suo stesso livello? Dell’unica capace di provare amore per quell’ammasso di disgrazie che era Erik Destler?
Ripetendo quelle due parole come il mantra di un monaco buddista, le sue labbra lasciarono un infinità di baci su ogni millimetro del suo viso, piccoli e leggeri come la rugiada mattutina ognuno dei quali racchiudeva una silenziosa dichiarazione d’amore; mentre le mani la stringevano più saldamente prima di iniziare ad eliminare sciarpa e cappotto, ormai inutili ostacoli ai movimenti di entrambi. Liberato il collo scese lentamente, calcolando anche il minimo dettaglio per essere sicuro di essere l’unica cosa che pervadesse la mente della compagna; ed a giudicare dal modo con cui lei si era aggrappata a lui e dal respiro decisamente affannato ci stava riuscendo perfettamente! Gettato malamente anche il cappotto e, senza dare ad Emily il tempo di pensare qualsiasi cosa, la sollevò come si fa con le spose e salì le scale dell’ingresso. Probabilmente il suo braccio ferito non avrebbe gradito, ma tutti quegli ormoni che gli invadevano il corpo erano un ottimo antidolorifico!
Emily si trovò sul pianerottolo del primo piano chiedendosi come ci fosse arrivata: ricordava di essere stata sorretta da Erik e ricordava di essersi mollemente appoggiata ad una sua spalla per assaporare meglio la sua fragranza; un odore forte che le faceva pizzicare un po’ il naso ed attraente come l’oscurità. Ma non aveva realizzato che la stesse portando da qualche parte, in effetti non si era nemmeno accorta di essere sollevata da terra fino a quando non sentì il rumore delle sue scarpe sul pavimento. Questo era decisamente un potere da Fantasma dell’Opera! E qualcosa le diceva che Erik riservasse anche altro!
Cosa c’è mon coeur?” chiese dolcemente l’uomo non capendo il suo sguardo e lei rispose con un bacio dolce ed invitante. Tuttavia si accorse di un intoppo, un ostacolo che non le faceva assaporare le labbra di Erik come avrebbe voluto: la maschera copriva parte del suo labbro superiore ed era diventata un’insopportabile barriera! Istintivamente allungò una mano verso la porcellana per sfilarla ma si arrestò immediatamente: quel gesto non spettava a lei! Lei avrebbe potuto sfilargli camicia e pantaloni ma non la sua maschera! Avrebbe voluto farlo! Avrebbe voluto dire moltissimo! Ma quel gesto spettava a lui!
Scusa … non avrei dovuto …” sussurrò distogliendo lo sguardo, ma l’altro le prese la mano e l’accompagnò nel movimento per sfilargli maschera e parrucca. Stranamente non ci aveva nemmeno pensato, la mano si era mossa autonomamente ed aveva guidato quella di Emily. Forse perché era con lei? Oppure perché in effetti la maschera iniziava a dare fastidio anche a lui? “Avec toi, je n'ai besoin d'aucune masque.” (con te non mi serve nessuna maschera, nda) le spiegò per tranquillizzare l’espressione stupita della donna.
Lei sorrise “Allora non indossarla più con me!” chiese un po’ implorante accarezzando gentilmente il lato destro del viso di Erik, che si era appoggiato sulla mano della ragazza con espressione beata. Prima di Emily nessuno aveva mai osato avvicinarsi al suo volto deturpato con tanta dolcezza, ma nessuno era paragonabile ad Emily! Dopo diversi istanti in cui nessuno si mosse risorse il bisogno di baciarla; irresistibile quasi quanto l’urgenza della Musica. Cercò la sua bocca e lei la offrì senza esitazione, rispondendo ai suoi assalti e lasciando che mani e labbra del Fantasma dell’Opera fossero la sola cosa nei suoi pensieri.
Le loro mani si spostavano generose di carezze ed avide di esplorazione, provocando brividi e tremiti in entrambi mentre si facevano mano a mano più ardite. Poco prima di varcare la soglia della camera di Emily la mano destra di Erik si trovò sulla coscia dell’americana e lui fu percorso da un brivido più intenso degli altri quando capì di toccare il limitare del suo vestito. In un atra circostanza avrebbe pensato che nessuna donna per bene dovesse uscire fuori dalla propria camera da letto in modo così impudico; ma in quel momento, con sua grande vergogna, era un dettaglio piacevole e stimolante! Come fu stimolante il piccolo gemito che lei si lasciò scappare appena l’anulare finì non proprio casualmente sotto quella gonna tentatrice.
Varcata la soglia cercò ed aprì la lampo del vestito; ringraziando le innovazioni nel guardaroba femminile che gli facevano risparmiare tempo e gli permettevano di continuare a torturare le labbra ed il collo di Emily. Lasciato cadere a terra l’indumento, con la stessa non curanza del cappotto e della maschera, Erik la stese sul letto dolcemente prima di osservala ed ammirala in tutta la sua bellezza: gli occhi liquidi e lucidi per il desiderio e la lussuria; la pelle rosea, calda e lisca; il completo intimo rosso borgogna con pizzo nero gli provocò una violenta scossa nei suoi recessi più profondi. La voleva, e con metodo certosino ne avrebbe conquistato ogni millimetro e lo avrebbe reso definitivamente suo; come suo era il cuore che batteva forte sotto al seno perfettamente modellato! I suoi occhi scesero sulla pancia liscia; lanciarono una veloce occhiata sugli slip (interrotta solo da una violenta ondata di imbarazzo), e giunse sulle gambe affusolate avvolte da pesanti autoreggenti nere. In quel momento Emily era la cosa più bella che avesse mai visto!
“Erik …” lo richiamò la ragazza con un sussurro roco e lui non si fece desiderare oltre, ricominciando a stringerla e baciarla, invogliato ancor di più da quel corpo morbido che ondeggiava sotto al suo peso e faceva danzare anche il proprio.
Emily sfilò la camicia dai pantaloni dell’uomo, prima di sbottonarla in modo talmente lento da renderlo esasperante. La tortura del Fantasma divenne insopportabile quando si accorse che le mani della donna si erano infilate tra la camicia e la carne compiendo lenti movimenti circolari via, via più ampi. Ad un certo punto si arrestò bruscamente: aveva sentito che il torace dell’uomo era costellato di cicatrici come un mappamondo lo è di montagne, ma su un fianco sentì il ricordo di una vecchia bruciatura molto estesa. “Che ti è successo?” bisbigliò preoccupata ed allibita.
Non sono sempre stato un ospite in Persia.” spiegò laconico staccandosi bruscamente da lei e tornando in piedi di fronte al letto. Come aveva previsto il suo corpo la spaventava! Le faceva orrore! Si era illuso di poter ricevere amore in modo completo! Ma che succedeva? Lei si era inginocchiata sul letto davanti a lui e gli sfilava la camicia come si tolgono le bende ad un malato … adesso accarezzava quella bruciatura fatta con l’acido … e … l’aveva baciata? Quell’abominio? Cristo! Solo il suo volto era più ripugnante di quella … roba! Non solo! Ora lo abbracciava con infinita dolcezza e si strusciava come un gatto! Erik non sapeva cosa fare! In quel momento faceva persino fatica a respirare e tenere il cuore nel petto!
Come hanno potuto farti questo amore mio?!” Un bisbiglio appena percettibile bastò per riportare le sue braccia attorno ad Emily e ricambiare l’abbraccio. “Dillo ancora!” ordinò fermo.
Cosa?
Le ultime due parole!
Amore mio …” ed il respiro si spezzò appena lui la ristese sul letto e ricominciò esattamente da dove si era interrotto prima. “Di nuovo!” intimò tra un bacio e l’altro mentre lei si liberava della cintura e si occupava dei pantaloni, che ormai dovevano essere decisamente fastidiosi! “Dillo di nuovo!” ora l’ordine imperioso fu accompagnato da un leggero morso provocatore sul seno, dopo un gemito lei obbedì e lui invertì le posizioni.
Non rimase sotto di lei molto, giusto il tempo di sganciare il reggiseno: così la preda era lui mentre era Emily che doveva essere conquistata! Era Emily la vittima della passione! Almeno per questa volta!  Concentrò le sue attenzioni sui seni finalmente liberi: sentiva la donna ansimare ed aggrapparsi alle coperte (come se uno stupido pezzo di stoffa la potesse salvare!) mentre si tendeva e vibrava come il suo violino. Le bloccò le mani con le sui e, sfruttando le sue conoscenze di anatomia in modo decisamente insolito, fece scendere i suoi baci lungo l’addome nei punti che sapeva più sensibili: sentiva ogni brivido ed ogni spasmo che scuotevano il corpo dell’americana, tutti incoraggiamenti a proseguire!
Se non avesse avuto un piano da seguire con fredda precisione (per quanto la mente di un uomo possa definirsi fredda in certi momenti!) Erik sarebbe stato in pura estasi: sapeva che il piacere è un'altra cosa; ma avere Emily, avere libero accesso al suo corpo e sapere di essere lui l’artefice di quella strana forma di tortura era una gioia indescrivibile!
Ad un certo punto Emily ebbe nuovamente le mani libere, quelle del suo amante erano impegnate a scendere lentamente lungo i fianchi per sfilarle le calze. Erano come piume che scivolarono leggere sul suo corpo! Era atroce! Era una vittime inerme di Erik che stroncava ogni suo tentativo di ribellione rendendo i suoi baci più lascivi e strappandole un gemito! Era esasperante! Ogni gesto calcolato con diabolica precisione per farle desiderare qualcosa in più, qualcosa che lui elargiva con estremo controllo! Persino adesso che i suoi baci risalivano nell’interno coscia!  
Erik …!” lo implorò allo stremo della sopportazione …

 
Dopo che il sole fu tramontato e la passione dei due amanti consumata, erano entrambi distesi sul letto: l’una tra le braccia dell’altro da tempo incalcolabile. Emily era morbidamente appoggiata sul cuore di Erik, una gamba incrociata tra le sue, e sembrava addormentata; lui le stringeva una mano baciando con riverenza la punta delle dita, imprimendo in ogni bacio un ricordo preciso degli eventi appena trascorsi:
Indice: il sapore dei suoi seni ed il desiderio di fondersi con lei.
Medio: la musicalità dei loro corpi che si muovevano all’unisono.
Anulare: il grido che le aveva strappato all’apice del piacere: il primo urlo che il Fantasma dell’Opera rubava ad una donna non per terrore di cui si era impadronito perché meritava di morire in un suo bacio.
Mignolo: la terra che tremava e li faceva sprofondare chissà dove.
Spostò la mano libera lungo la schiena nuda di Emily e la sentì mugolare e muoversi “Pardonnez-moi. Veux pas te réveiller mon coeur!” (perdonami non volevo svegliarti cuore mio, nda)
Non preoccuparti, ascoltavo il tuo cuore!”rispose con una voce che ricordava molto un gatto che fa le fusa, prima di posare un bacio in corrispondenza del muscolo cardiaco che strappò un tremito all’uomo; poi si riaccocolò dove si trovava prima.
Erik la strinse più saldamente a sé accarezzandola amorevolmente per un po’ “Dovremmo alzarci …
Non credo! Sto benissimo qui!
È  buio da più di un ora, mon amour! Non vorrai che tuo fratello ci trovi così?
Alex! Tra le braccia di Erik si era completamente dimenticata di suo fratello! Soprattutto si era dimenticata di vivere a casa di suo fratello! Si alzò di scatto, puntellandosi sui palmi delle mani immaginandosi cosa poteva accadere se li avesse beccati in quella posizione decisamente intima. Era decisamente meglio che non li trovasse in quel modo! Quindi scese dal letto con un balzo e si fiondò nella cabina armadio per avere un aspetto presentabile.
Erik aveva osservato il veloce susseguirsi delle espressioni sul volto della sua Emily: prima aveva sgranato gli occhi, poi si era voltata verso la porta, come se il medico si trovasse esattamente lì, ed in fine aveva mormorato una raffica di “no” mentre scendeva dal letto scuotendo la testa. Aveva provato a non ridere, ma l’impulso fu più forte di lui! Momentaneamente solo non gli restava altro che assaporare per l’ultima volta il profumo delle lenzuola con i loro odori perfettamente fusi, poi alzò ed iniziò a rivestirsi.
Quando la ragazza riapparve indossava dei comodi jeans ed un cardigan, sebbene avesse ancora i capelli in disordine. Si avvicinò ad Erik e, senza dire una parola, iniziò ad abbottonargli la camicia. Terminati i bottoni accarezzò il suo torace concentrandosi su ciò che si percepiva da sotto il cotone: se non fosse stato per i segni delle torture subite avrebbe avuto un corpo assolutamente perfetto! Non era abituato ad essere accarezzato in quel modo: era evidente dal modo in cui si era irrigidito e controllava il respiro. “Ti amo Erik!” sussurrò cedendo all’impulso di abbracciarlo.
Per un uomo cresciuto con la convinzione che nessuno lo avrebbe mai voluto toccare se non con un bastone era difficile credere a quello che stava succedendo! Anche dopo aver avuto il corpo di Emily; anche dopo che lei gli si era concessa completamente e senza esitazione c’era ancora una parte di lui che faceva fatica a credere ai suoi sensi! Ma quelle tre parole dette con sussurro appena percettibile liberarono il suo cuore dalle incombenti nuvole che lo appesantivano, come fossero una formula magica! Con una mano ricambiò l’abbraccio e con l’altra le sistemò i riccioli scomposti “Ti amo anch’io!” 
   
 
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