Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: moonslights    06/07/2013    10 recensioni
Attenzione: questo è il sequel di una mia storia. Per quanto non sia pienamente indispensabile, consiglio di leggere la prima storia, per capire a fondo questa.
Link prima storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1748081
Sam era una ragazza americana, era campionessa mondiale di ginnastica artistica all around e aveva un ragazzo che la amava.
Ma cosa succederebbe se, proprio quando sembrava che tutto stesse andando per il meglio, la vita che, con tanta fatica si era costruita, venisse cancellata in una notte?
Sam si sentiva così; si sentiva come un libro con delle pagine strappate, un libro di cui non si capiva la storia e che nessuno aveva voglia di leggere.
Sam aveva perso la memoria e non sapeva più chi fosse.
Aveva deciso di lasciarsi il passato alle spalle e rinunciare a ricordarlo, per costruirsi una nuova vita, ma il passato aveva deciso di fare un salto a trovarla, tra un tour e l'incisione di un album.
Sam aveva bisogno di essere salvata, perchè, nonostante non lo avrebbe mai ammesso, non poteva salvarsi da sola.
Trailer storia precedente: https://www.youtube.com/watch?v=aiKajGmz29w
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo.

Innanzitutto, vorrei ringraziarvi per esserci ancora e spero di ricevere qualche recensione,
tanto per sapere se quest'idea vi piace oppure se c'è qualcosa che secondo voi non va bene.
Se non vi piace l'idea, non ci metto nulla a cancellare la storia, basta che me lo fate sapere.
Poi, vorrei ringraziare Vary_Write per il banner qui sotto, è stata molto gentile a farmi questo favore,
 dato che io con photoshop & co. faccio pena.
E niente, ho detto tutto, quindi, ancora grazie e spero di sentire ciò che ne pensate.
ps. so che il capitolo è un pò corto, ma è solo il prologo, i prossimi saranno un pò più lunghi.
-v.













Sam non riusciva a crederci. Aveva finalmente terminato il liceo ed era pronta a partire, a lasciarsi tutti e tutto alle spalle ed andare al college. Dopo l'incidente, però, non era più riuscita a recuperare la memoria e, a volte, sognava due fari che la abbagliavano, poi il buio. Si ritrovava a vagare nelle tenebre, perfettamente sveglia, ma non riusciva ad aprire gli occhi. Odiava quell'incubo, perchè, nonostante sapesse che si sarebbe svegliata, urlava comunque, in cerca di aiuto, perchè aveva paura di rimanere intrappolata lì, nell'oscurità, dimenticata da tutti, dimenticandosi quei pochi ricordi che era riuscita a raccimolare nel corso di quell'anno.

Sapeva di essere nata a Malibu e che era lì in quella casa degli zii solo perchè le era stato offerto uno stage in una scuola di ginnastica artistica. Era campionessa mondiale, ormai. Il cugino, Louis, le aveva raccontato che aveva partecipato alle Olimpiadi ed aveva vinto una medaglia d'oro, sia a squadre che individuale. Non ricordava molto di quello sport, l'unica cosa di cui era certa, era che lo amava. Eppura, non riusciva più a ricominciare. Non sapeva nemmeno lei perchè, forse aveva paura. Sapeva solo che se avesse ricominciato, troppi ricordi l'avrebbero investita, proprio come aveva fatto quel camion, e, per quanto volesse sapere com'era la sua vita prima, non si sentiva pronta. Perchè aveva imparato a riconoscere un normale flashbak da un vero e proprio ricordo. Il flashback poteva sopportarlo, perchè riusciva a spegnerlo quando voleva, ma quando ritornava a galla un ricordo, allora non poteva nulla. Si sentiva la terra mancare da sotto i piedi ed il respiro mancare, mentre veniva risucchiata in un vortice. Era tutto così reale quando succedeva. Un pò come i suoi incubi. Si ritrovava ad assistere in terza persona al suo ricordo, vedendo la se stessa della sua precedente vita. Per non parlare di tutto il dolore non solo psicologico, ma anche fisico che avrebbe provato. Non si allenava dal suo incidente ed era stata in coma per settimane. Quando si era svegliata, aveva fatto fatica perfino a camminare. In più, era riuscita a vedere quello sport sotto luci diverse. Le sembrava solo una gran farsa. Tutte le ragazze andavano lì, nei loro body colorati, i brillantini nei capelli, rigorosamente legati stretti, tanto stretti da farti male, con tutte le forcine che ti perforavano il cranio, aspirando alla perfezione. Ed i giudici erano lì, erano lì per dir loro quanto facessero schifo, quanto il loro desiderio di perfezione fosse completamente ridicolo e le guardavano con superiorità, dall'alto in basso.

Si alzò dal letto, dove si era seduta pochi minuti prima, cacciando quei pensieri. Aprì la porta della sua camera ed uscì nel corridoio, osservando la casa per un'ultima volta. Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò nella camera di Louis, il cugino. Di lui sapeva che da piccoli non andavano molto d'accordo, poi, dopo che Sam si fu trasferita lì, l'anno prima, avevano instaurato un rapporto saldo. Lui ora non c'era. Aveva passato un provino ad X Factor con i suoi amici ed erano diventati improvvisamente una band famosa in tutto il mondo. Non era molto a casa, ultimamente, soprattutto dopo che avevano firmato il contratto discografico ed avevano iniziato il tour. Ricordava a malapena il viso di suo cugino, quindi era inutile dire che se avesse incontrato i suoi amici per strada, non li avrebbe riconosciuti. Forse, non se ne era propriamente dimenticata anche grazie a tutte le foto che giravano su di loro su internet e sui giornali.

«Sam, tesoro, sei pronta?» la richiamò la zia, passando davanti la porta e non facendo caso a Sam, diretta verso la sua camera. Uscì e la trovò intenta a bussare sul legno della porta.

«Zia, sono qui.» ridacchiò e lei sobbalzò, girandosi di scatto verso Sam e mettendosi una mano sul cuore.

«Dio mio, prima o poi mi farai morire...» sussurrò, prima di scoppiare a ridere. «Hai preparato la valigia?» le chiese, mentre la nipote entrava in camera e la zia la seguiva. Prese la valigia ed un borsone dove aveva messo alla rinfusa tutte le sue cose, senza nemmeno guardarle, comprese quelle di ginnastica. Nonostante avesse deciso di metterla da parte, non riusciva a lasciarla completamente.

«Sì. Zio è pronto?» domandò, trascinandosi dietro la valigia e giù per le scale.

«Sì, ti aspetta in macchina.» rispose la zia. La prese per le spalle e guardò Sam dritta negli occhi, che in quel momento erano di un grigio strano; sembrava come se una nuvola scura oscurasse il suo sguardo. Da quando si era svegliata, avevano assunto quel colore. Sembrava come se non volessero più cambiare, oppure, più semplicemente, non era mai veramente felice. Per non parlare dei continui mal di testa che la colpivano. Qualcosa di assordante e fastidioso, che non riusciva a controllare. E li odiava.

«Sono fiera di te.» le sussurrò la zia, abbracciandola e stringendola forte. Sam si sforzò per non scoppiare a piangere. Le sarebbe mancata così tanto! Rispose alla stretta.

«Per qualunque cosa, chiama. Noi siamo qui!»
squittì, mentre guardava la nipote camminare sul vialetto di casa, trolley alla mano e borsone in spalla. La ragazza si voltò una sola volta, facendole un leggero cenno della mano, prima di salire in macchina dallo zio.

«Pronta a cambiare vita?» le domandò l'uomo, voltandosi verso di lei, un sorriso smagliante sul viso. Lei aspettò qualche secondo, prima di rispondere. Aveva già cambiato vita una volta, l'avrebbe rifatto un'altra volta, solo che questa l'avrebbe scelto lei. Questa volta era intenzionata a scrivere di suo pugno il proprio destino. La sua vita doveva andare come aveva previsto e avrebbe fatto qualunque cosa per far sì che le cose andassero come aveva deciso andassero. Si voltò verso lo zio, guardandolo finalmente sicura di qualcosa in quella vita che non sentiva sua, piena di vuoti bui e macabri, causati dalla poca memoria.

«Diamine, se sono pronta!» esclamò e l'uomo scoppiò a ridere. Sam guardò fuori dal finestrino, mentre lo zio metteva in moto e faceva retro marcia. La zia era ancora lì, in piedi fuori dalla porta di casa. In un certo senso, era la mamma che non aveva. Insomma, lei la mamma ce l'aveva, solo che sembrava che sua madre non volesse avere una figlia. E, come sappiamo un pò tutti, Sam era troppo orgogliosa per correre dietro ad una madre che la ignorava.

Dedicò un sorriso triste alla donna, prima di sparire dalla sua vista e decidendo che da quel momento in poi non si sarebbe più guardata indietro. Rinunciare a cercare di ricordare il passato e cominciare a scrivere un pò di futuro, ecco cosa doveva fare.









`Era intenzionata a scrivere di suo pugno il proprio destino.´

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: moonslights