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Autore: Road_sama    06/07/2013    5 recensioni
-Sei una causa persa…senti, non vorrei chiederti questa cosa ma sono a corto di personale o meglio…non mi vengono idee migliori e poi-
-Inghilterra che c’è?-
-E’ un problema per te venire da me una settimana?-
{{UsUk}} /Accenni di RusAme e FrUk/
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi ritornata con il secondo capitolo tanto atteso (e più lungo :D) di questa assurda, ma per questo non pucciosa (?) storia. Siamo alle prese con il primo straziante giorno (per Alfred) di convivenza. No, tranquille non si sono ancora ammazzati a vicenda xD
Ringrazio tutte quelle che hanno messo la storiella tra le preferite e tra le seguite. Spero che anche questo capitolo vi soddisfi :)
Buona lettura! :D



Un Alfred da compagnia!
 
 


Day 1
-Yo Iggy! L’hero è arrivato!- rise Alfred lasciando cadere l’enorme borsone che entrando in contatto con il pavimento provocò un rumore sordo.
Stranamente quel giorno c’era una bella giornata e il sole era particolarmente violento. Appena Inghilterra aprì il portone di legno non solo i raggi gli avevano dato un incredibile fastidio, ma pure le urla di America gli avevano ucciso le orecchie.
-Puoi parlare un po’ più piano? Ti ricordo che sono ancora convalescente.- con un gesto del capo fece segno all’americano di entrare.
-Ma è così buio qua dentro! Perché tieni le imposte chiuse?-
-Sto bene nell’oscurità.-
-Io no quindi…- America cominciò ad aprire tutte le imposte comprese finestre.
-Ma sei impazzito! Mi farai scoppiare la testa con tutta questa luce. – Inghilterra cominciò a girovagare per il salotto e la cucina in uno stato confusionale. Sembrava un cagnolino in gabbia.
-Ehi, ehi! Mi sembri una trottola!- America lo prese per le spalle e lo fece sedere con forza sul divano.
-Well! Ora prendo io il controllo della situazione…- si guardò un po’ intorno. Fece una smorfia.- tu sdraiati qui e prendi il sole, sei pallido, io faccio un po’ di pulizia!-
Inghilterra si ritrovò sdraiato sul divano con il suo cuscinetto ricamato appoggiato dietro la nuca. Il sole che gli che gli accarezzava la pelle e America che canticchiava la sigla di Smallville. Era stato parecchio gentile ad offrirsi di fare le pulizie e proprio appena arrivato. Arthur non se l’aspettava proprio da uno come Alfred. Era fermamente convinto che per fargli pulire la casa avrebbe dovuto ricattarlo, ad esempio due hamburger per centimetro quadrato splendente e tre happy meal per il bagno.
In questi secoli, forse era finalmente cresciuto.
Nel giro di pochi minuti si addormentò. Sognava di unicorni, fatine e folletti. Di lui che viveva in un mondo perfetto, lontano da dolore, ricordi e dalla terribile realtà. E stava li, a scorrazzare per prati stracolmi di fiori quando una rumorosa ed irritante musica lo riportò al suo divanetto di velluto verde. Il sole era completamente calato ed era stato sostituito da un profondo cielo stellato.
Si alzò in piedi lentamente cercando di mettere a fuoco il suo salotto. Si diresse piano verso la cucina e la ritrovò mutata in un fast food: ketchup, senape e majonese al posto del vasetto con le sue bustine di tè e pane da hamburger sparpagliato ovunque. Gli stava per venire un infarto. La sua respirazione accelerò. Andò alla ricerca del suo tè e si accorse che il freezer era semi aperto. Cercò di chiuderlo ma era bloccato. Non era andato a fare la spesa strano che dentro al suo frigo ci fosse così tanta roba. Aprì la porticina in legno e quello che vide lo fece impallidire. Carne. Chili e chili di carne surgelata.
SI voltò di scatto, se quello era un incubo era il peggiore che avesse mai fatto.
Quella musica assordante e il suo mal di testa dicevano il contrario. Uscì la cucina e seguì una lunga scia di cartine di cioccolato.
Si diresse dal punto da cui proveniva la musica: la camera degli ospiti. Socchiuse la porta. Al muro non c’era più la vernice smeraldina, ma solo bandiere americane, o meglio Alfred stava appendendo bandiere americane ovunque. Il letto era disfatto e per terra c’erano già vestiti sparpagliati.
Ma quanto aveva dormito?! Alfred era una macchina da guerra.
 
-La ringrazio di tutto sir, se non fosse stato per lei non so come avrei fatto!-
-non si preoccupi è il mio dovere in quanto suo dottore. Veda di rimettersi in sesto, tra una settimana venga da me e togliamo il gesso.- l’uomo gli sorrise.
-Good!- il ragazzo dai capelli biondi si rimise il giubbotto e fece per andarsene.
-Ah! Mr.Kirkland! Quasi dimenticavo… In questi giorni si rilassi, ha molte ferite e se dovesse essere sotto stress è pericoloso per la guarigione.- il medico sorrise.
-Of course. Farò come dice. La ringrazio ancora! Have a nice day.-
 
-Alfreeeeed!!!!- l’americano sobbalzò e si piantò la forbice con cui tagliava i pezzi di scotch per le bandiere su un dito.
-Ai!- si portò l’indice alla bocca.
-England! Mi hai fatto spaventare!- l’americano lo fissava. Inghilterra non diceva niente.
-Come mai ti sei svegliato?- Inghilterra ancora non diceva niente, però un sopracciglio aveva preso a muoversi in una specie di tic isterico.
-Poco male. I’m hungry. I gonna  prepare dinner.- l’americano fece per superare l’inglese, ma quest’ultimo gli afferrò un orecchio con il braccio integro.
-Ti sei ammattito tutto in un colpo?!-
America lo fissò sorpreso.
-What? Mi molli l'orecchio per favore?-
-Mi chiedi anche “what”!!- Inghilterra chiuse per un attimo gli occhi.
Tirò l’orecchio dell’altro fino a farlo arrivare alla sua altezza. Socchiuse gli occhi.
-Per caso…ma solo per caso…sai cosa vuol dire “do the cleaning?”-
Alfred ci pensò veramente.
-Fare pulizia…-
-Quindi…?-
America sbuffò.
-Ah come faccio a spiegarlo…mmh…pulire!-
Inghilterra lasciò l’orecchio dell’americano.
-allora te lo spiegherò io, solo una volta però quindi ascolta bene: pulire vuol dire far luccicare le cose, fare in modo che siano tali e quali a come le hai trovate.-
-Yeah…this is the meaning.-
-Allora dimmi…cosa ne hai fatto della mia cucina?! E delle mie scale?! Per fortuna non hai toccato il salotto, per fortuna!-
-No…ehm, il salotto…-sussurrò America distogliendo lo sguardo.
-“No…ehm, il salotto…”cosa?!- disse Inghilterra intensificando la forza del suo sguardo sull’altro.
-Non è niente di grave…ho solo…- abbassò il tono della voce e accelerò il ritmo con cui diceva le parole. -apportato alcune modifiche al televisore…-
-Cos’hai detto?- aggrottò le sopracciglia l’inglese tirando l’altro per il ciuffetto in modo da riuscire a guardarsi.
-Ho fatto delle modifiche alla televisione!- urlò riappropiandosi del suo adorato ciuffo all'insù.
-Quali di grazia?- abbassò il tono l’inglese, ma senza togliere la nota di irritazione dalla sua voce.
-Che poi non sono nemmeno modifiche…- borbottò l’americano distogliendo di nuovo lo sguardo.
-Allora?! Vuoi dirmi che hai fatto?!- si vedeva chiaramente che Inghilterra stava perdendo la pazienza.
-Ho attaccato la mia wii, x-box e ps 3.- disse tutto d’un fiato.
L’inglese lo fissò per un attimo come se non avesse sentito la risposta, fece un respiro profondo e si voltò.
-Tutto qua?- disse America sorpreso.
Arthur non rispose e ripercorse i suoi passi. Alfred si affacciò dalla porta di camera sua interrogativo. Osservò l’inglese mentre percorreva il corridoio, scendeva le scale e infine entrava in cucina chiudendosi dietro la porta.
Alfred lo seguì in cucina. Era strana un reazione così…poco reattiva. Aprì la porta e lo ritrovò seduto sul tavolino rotondo con un sorriso omicida. Sopra il tavolo di legno marrone scuro c’era ogni tipo di spugna, pezza o scopino.
-Ti aspettavo.- disse con un ghigno. -Visto che devi rimanere qui una settimana, ti insegnerò a fare le pulizie!-
-Oh...evviva…- esultò Alfred con sarcasmo. 
 
Erano quasi le nove e Alfred non aveva ancora toccato nulla da mangiare. In compenso aveva fatto la conoscenza di detersivi e sgrassatori di ogni genere. Per non parlare del suoi amici preferiti: lord spazzolone e lord secchio.
Inghilterra era diventato uno schiavista in quegli anni. Un normale paziente ammalato deve essere stanco o perlomeno tranquillo…perché Inghilterra era tutto l’opposto? Pensare che doveva durare una settimana e gli veniva già il mal di stomaco.
 -Quel fornello deve venire splendente!-
-Ma England! I’m hungry!- protestò America spruzzando dell’altro sgrassatore. Inghilterra si avvicinò, arrivando a pochi centimetri dalla sua guancia.
-Beh, penso che per oggi possa bastare. Per premiarti…-America si sfilò i guanti di gomma gialla e già cominciò ad esultare. Gli occhi gli si illuminarono e il suo sorriso era talmente grande che sembrava partisse da un orecchio e terminasse nell’altro.
-Per premiarti…mangerai gli scones che avevo preparato per me sta sera. Sei stato così obbediente che te li meriti tutti!- il sorriso smagliante mutò in una smorfia.
-Oh, really thank you.-
Per la prima volta America sperò che la sua fame superasse il senso del gusto.
  
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