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Autore: MadLucy    06/07/2013    3 recensioni
[Accenni Viserys/Daenerys.]
Quella sorella alla quale avevi riservato il tuo affetto cattivo scappava, ed era stata la tua mano a permetterglielo, la stessa mano con la quale l'avevi picchiata tante volte quante l'avevi accarezzata. Scappava via. Le stavi dando una ragione per la quale esistere che non fossi tu, e ciò non ti stava bene.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Viserys Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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VD

La serpe in seno.



La polvere ti pizzicava gli occhi. Abbassavi il mento e schermavi lo sguardo con le palpebre per evitare quell'intermittente, insidioso fastidio che non potevi fare a meno di ascoltare, pur nella piena consapevolezza che, se lo avessi ignorato, sarebbe svanito. Ma per la prima volta nella tua vita ricordare la polvere era meglio che prestare la tua mente a tutto il resto.
Un bravo re è un bravo stratega. Conquistare il trono significa annientare una pedina, con un gioco di mano tanto abile da non farlo intendere, fino a che non è la vittoria a smascherare la tattica. Nel sordido mondo in cui viviamo tutto è un gioco, a cui è la commiserevole pietà umana a dare eccessiva importanza, questo un drago lo sa.
Tu eri un bravo stratega? Non avevi mai avuto modo di dimostrarlo. I giocatori senza carte possono solo strapparsi i capelli, ma dei tuoi andavi talmente fiero che sarebbe stato un peccato.
Un peccato. Capelli fluenti e languidi come acqua sorgiva, a scorrere sulla pietra rosea del viso ovale. Capelli color della neve disciolta al sole. Capelli Targaryen.
Quei capelli appiccicati alle tue tempie dal sudore, quei capelli che danzavano alla brezza davanti a te. Gli stessi capelli, lo stesso sangue orgoglioso.
Forse non eri un bravo stratega; chi cresce osservando la propria immagine nelle pozzanghere, notando la statura costantemente in evoluzione e gli occhi feriti sempre uguali, non può certo essere istruito dai sussurri del vento. Però ti eri sempre comportato come se lo fossi.
Ed in quel momento eri lì, a gustare sul palato il sapore d'una disillusione irrevocabile. Quella sorella alla quale avevi riservato il tuo affetto cattivo scappava, ed era stata la tua mano a permetterglielo, la stessa mano con la quale l'avevi picchiata tante volte quante l'avevi accarezzata. Scappava via. Le stavi dando una ragione per la quale esistere che non fossi tu, e ciò non ti stava bene.
Stavi armando Daenerys. Le stavi porgendo la scure con cui mozzarti la testa. Avevi allevato una serpe in seno. Anzi no: tutto ciò era già stato fatto, le azioni compiute erano già protette dalle muraglie invalicabili del tempo, messe in salvo nel passato, dove tu non potevi più giungere per porvi rimedio.
Avevi provato per tua sorella non sentimenti, ma emozioni, le emozioni più contrastanti, a seconda della direzione in cui la luce si volgeva; era il tuo umore a dettare legge, nella piccola vita oppressiva e chimerica di Daenerys Targaryen. Una parola la separava dal tuo sorriso, un'altra dalla tua furia; ella danzava ansiosa e concitata ritraendosi ed esponendosi a quel fato volubile, spinta dal tragico amore delle falene per il fuoco. Lei ti aveva offerto la rassegnata prostrazione delle ragazzine tristi, tu l'avevi accettata con la sufficienza sbadata ed apatica degli adulti, dall'alto di un trono su cui ancora non sedevi. Magari Daenerys avrebbe dimenticato ogni violenza, ogni bestemmia ed ogni privazione, ma non avrebbe mai scordato il fantasma del fratello buono che tornava troppo tardi a baciarle le guance, soltanto se non c'era bisogno di lui.
Io ti ho amata quando nessun altro era disposto a farlo, avresti voluto urlare, ma sarebbe servito soltanto a mentirle un'altra volta e farti odiare un po' di più.
Amata? Non era la parola giusta.
Avevi provato l'astio più disgustato e ruvido, l'indifferenza più pericolosa ed estenuata e il desiderio più basso ed urgente, ma l'avevi amata poco. Le avevi dato di che mangiare, l'avevi tenuta per mano, ma non sapevi che i bambini si nutrono dell'affetto più impalpabile del mondo e di quei piccoli gesti gentili di cui non la ritenevi degna. Ora i lividi degli schiaffi erano stati cancellati dalle notti clementi di lacrime contro un cuscino, però riuscivi con chiarezza a vedere le impronte di tutte le tue carezze velenose su quella carnagione diafana.
L'avevi gettata fra i selvaggi per altri fini, ovviamente, ma anche con la segreta intenzione di farle pagare di essere femmina, essere stupida ed avere ucciso vostra madre.
Invece, cos'eri venuto a capire? Che le avevi fatto un enorme favore. Una corona di ossa, dunque, per la regina dei barbari, che mangiano i cuori dei cavalli e dormono nelle tende.
Avresti dovuto prevederlo: come pretendere dignità, onore, fedeltà alla parola data, da un gruppo di zoticoni come quelli?
Così potevi solo mangiare la polvere dietro a tua sorella. Quando mai un Targaryen abbassa la testa?
Non ho paura di te, diceva la sciocca Daenerys; ma quando ti guardava, bardata, viziata, idolatrata, aveva ancora lo scrupoloso timore di un tempo, i bei tempi in cui girovagavate per i Sette Regni e progettavi di sposarla nella sala del trono d'un castello che non ti apparteneva, non più, l'avevi perduto ancora prima di cercare il modo di assediarlo.
La polvere ti pizzicava gli occhi, la polvere: non le lacrime. La polvere.




































Note dell'Autrice: Io mi chiedo, come si fa ad uccidere una creatura pucciosa come Viserys, che per giunta ha anche inclinazioni un poco incestuose? Mah. Bisogna proprio essere deficienti. Come si dice, chi ha il pane non ha i denti... E quindi ho scritto questa robina. Perchè, boh, avevo voglia di scrivere qualcosa. Mamma mia, sto dando sfogo di incredibile acume in queste note. Lasciamo stare... ^-^
Ordunque, spero che la one-shot vi sia piaciuta e che mi scriviate che ne pensate! Grazie a tutti!
Lucy
  
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