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Autore: theclansman95    06/07/2013    4 recensioni
“Questo gatto non è pazzo [...]
È l'esemplare più intelligente della sua specie che io abbia mai incontrato”
Avete riconosciuto immediatamente queste parole, vero?
Ma perché Grattastichi prende così in simpatia Sirius? Come fa a capirlo così bene?
Mia personale risposta a queste domande. One-shot scritta in un pomeriggio di noia
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grattastinchi, Sirius Black, Sorpresa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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L'esemplare piu' intelligente della sua specie

 

Questo gatto non è pazzo [...]

È l'esemplare più intelligente della sua specie che io abbia mai incontrato”

[Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, trad. di Beatrice Masini per Salani, pag 308]

 

 

Stamberga Strillante, Hogsmeade, settembre 1993

 

Un uomo, sporco e vestito di stracci, si stese sul letto polveroso e logoro della vecchia casa.

Oh beh pensò sempre meglio dell'inferno da cui sono appena uscito.

Era sfinito. Farsi di corsa tutta la strada dal Surrey alla Scozia non era certo una piacevole passeggiata, neanche per un mago con la facoltà di trasformarsi in un cane che veniva braccato dalla legge. Aveva viaggiato solo di notte, per precauzione, e solo attraverso le campagne. Di giorno si fingeva un randagio e sonnecchiava all'ombra di qualche albero, ma appena scendeva il buio si alzava e ricominciava a correre.

Era sfinito, ma almeno ce l'aveva fatta prima delle prime nevi.

Voltò di lato la testa e guardò fuori dalla finestra. Oltre lo strato di sporco che ricopriva i vetri, era ben visibile il castello di Hogwarts, ben illuminato. Probabilmente, vista l'ora, gli studenti stavano cenando.

Il suo stomaco brontolò. Maledizione, non faceva un pasto decente da... quanto? Dodici anni?

Bah, questo, al momento, era un problema secondario. Poco prima era uscito sotto forma di cane per sgraffignare qualcosa da mangiare; aveva rimediato una bistecca alla Testa di Porco.

Comunque, ora il suo stomaco non era il problema principale.

Doveva trovare il modo di entrare ad Hogwarts.

Anzi no, quello ce l'aveva; doveva trovare quel lurido topo. Ghignò, pregustando il momento in cui sarebbe riuscito a mettere le mani su quel sorcio.

Guardò la luna. Era quasi piena.

Sospirò, ripensando a quante ne avevano combinate lui, Ramoso, Lunastorta e sì, anche Codaliscia, nei bei tempi andati.

Bah si disse non è il momento di lasciarsi andare ai sentimentalismi. Ora facciamo un pisolino e poi vediamo di entrare in quel castello.

 

Due ore dopo, si rialzò dal suo scomodo giaciglio e guardò ancora verso il castello. Tutto buio. Solo qualche luce qua e là, ma solo nei piani alti.

Benissimo. Entriamo in azione.

Velocemente si trasformò, scese le scale ed aprì la botola sotto il tappeto del salotto. Percorse velocemente il tunnel sotterraneo, e quando giunse alle scale rallentò.

Bene Felpato, vecchio mio. Come ai vecchi tempi. Tre, due, uno...

Velocemente balzò fuori e, evitando i rami del Platano, si portò a distanza di sicurezza.

Uff... una volta quel maledetto albero era più lento.

Si guardò intorno. Nessuno.

La luce nella capanna di Hagrid era spenta, idem quelle dell'ingresso del castello. Si sedette su una pietra.

Dunque, entrare dalla porta principale manco a parlarne. C'è un assassino in circolazione, sarà chiuso a tripla mandata. Sorrise. Chissà se il vecchio passaggio della serra 3B funziona ancora...

Si ritrasformò e velocemente coprì la distanza che lo separava dalle serre.

Dunque, serre del terzo anno... fila B... eccola!

La porta era chiusa. Un colpo di bacchetta e fu dentro.

Bene, ora, se non ricordo male...

La serra 3B era l'unica ad avere la parete di fondo in comune con il castello. Nessuno aveva mai capito perché. Nessuno, finché non arrivarono loro.

Spinse la terza pietra a partire dal basso a destra ed un pezzo di parete ruotò su sé stessa.

Di bene in meglio. Una volta cigolava pure.

Percorse a ritroso il tunnel che decine di volte li aveva fatti uscire dal castello durante le lune piene. Alla fine, vide il retro di un arazzo. Lo spinse, uscì, e rimise subito a posto il paesaggio notturno fissato su tela.

Ok, Sirius, ora occhi aperti.

Miao!”

Ma che cazz...? Un gatto? E che ci fa in giro per Hogwarts a quest'ora di notte un fottutissimo... orrendo dubbio. Lei sa trasformarsi in un gatto. Lei insegna ad Hogwarts. È notte. Turni di guardia.

Merda.

Si girò lentamente, sudando freddo, e guardò ai suoi piedi. Un gattone dal muso schiacciato, col pelo rossiccio, lo guardava serio. Tirò un sospiro di sollievo.

Meno male. Ci mancava solo che fosse la McGranitt.

Comunque, non era più quello il problema.

Innanzitutto, bisognava ambientarsi. Non entrava in quel castello da quindici anni. Doveva conoscere la geografia del posto, anche se dubitava che fosse cambiata più di tanto. Certo, la Mappa gli avrebbe fatto comodo. Se quell'idiota di James non se la fosse fatta sequestrare l'ultimo anno... ancora ricordava la sfuriata di Lunastorta. Sette mesi di lavoro, tra il terzo ed il quarto anno, buttati agli Orclumpi.

Intanto, percorreva veloce i corridoi di quello che ricordava essere il terzo piano.

Allora, il passaggio della serra sbuca nel corridoio dei quadri del terzo piano. Poco a destra del quadro ci sono le scale, mentre andando di qua dovrei sbucare nel corridoio delle aule... sì, infatti! Quelle sono le aule, ma se non è cambiato nulla qui vicino c'è l'ufficio dei professori di Difesa. Ora silenzio assoluto e punta di piedi, anzi...

Si ritrasformò e percorse velocemente il corridoio. Giunto in fondo, come ricordava, c'era un altro accesso alle scale.

Miao!”

Ancora quel gatto?! Ma mi ha seguito?

Sirius Black superò velocemente quello strano gatto rosso e salì le scale. Giunse dove un tempo stava il quadro della Signora Grassa e la trovò ancora là, profondamente addormentata.

Ok, il percorso ce l'ho, ora il vero problema. Le parole d'ordine.

Sentì un rumore di passi provenire dal corridoio. Velocemente si ritrasformò e si acquattò nel buio.

Era Gazza. Maledizione, quel vecchiaccio non era ancora andato in pensione?

Bah, ormai è tardi per fare qualcosa. Tornerò alla Stamberga e studierò un piano.

 

 

 

Passaggio segreto tra il ritratto di Artemisia Lufkin al quarto piano e la rimessa delle barche, Hogwarts, 31 ottobre 1993

 

Ok, forse aveva esagerato. Ma diamine, ci aveva pensato per un mese, era impossibile ottenere le parole d'ordine senza un contatto nel castello!

E poi lui non era uno stratega. Per quello avevano Remus.

Bah, al diavolo, perlomeno aveva una buona possibilità che nessuno controllasse la rimessa delle barche almeno per un po'. Non doveva sprecare quel piccolo vantaggio. Appena fuori dal passaggio, si sarebbe ritrasformato e sarebbe tornato al Platano.

Giunse in fondo al tunnel e spinse con cautela le assi di legno, sbirciando fuori.

Deserto. Perfetto.

Si trasformò nel cane nero, e percorse velocemente le scale che l'avrebbero fatto uscire dalla rimessa, per poi dirigersi al sicuro nel buio della Foresta.

Percorse nell'ombra dei primi alberi la distanza tra la rimessa e il Platano, e quando vi giunse si bloccò. L'albero era fermo.

Qualcosa non andava. L'albero non poteva essere fermo, lui non aveva... poi lo vide.

Quel gatto stava seduto di fianco al famoso nodo che di solito veniva premuto da Peter.

Si rese conto che quel gatto aveva qualcosa che non gli era nuovo. Era una sensazione strana, ma ne era sicuro. Quel gatto lui l'aveva già conosciuto.

Gettandogli un'occhiata, si addentrò nel passaggio segreto, mentre quello strano gatto lo osservava.

 

 

Parco di Hogwarts, dicembre 1993

 

Era strano.

Stava camminando per il Parco di Hogwarts, ovviamente trasformato in cane, e al suo fianco camminava ancora quel gatto. Ancora non capiva perché né come, ma sembrava averlo preso in simpatia.

Mah.

E poi c'era sempre quella maledetta sensazione. Gli sembrava di averlo già visto, ma non riusciva a capire dove...

 

 

Stamberga Strillante, Hogsmeade, 4 febbraio 1994

 

... tanti auguri a me... tanti auguri a me...”

sospirando, si sedette sulla vecchia poltrona della stanza da letto della Stamberga.

Non aveva mai amato particolarmente il giorno del suo compleanno; era un'occasione per incontrare la famiglia Black al completo. E lui adorava stare insieme ai suoi parenti.

Si alzò e fece per dirigersi verso le scale, con l'intenzione di uscire sotto forma di cane e rubare qualcosa da mettere sotto ai denti, quando sentì un rumore proveniente dalle scale.

Subito agguantò la bacchetta e allertò i sensi.

Diavolo, come hanno fatto a trovarmi? Eppure nessuno sa di questo posto... che Remus abbia fatto la spia? No, non è il suo stile... ma allora come...

Fece appena in tempo a trasformarsi e ad accucciarsi dietro al pianoforte, fingendo di dormire, che la porta si aprì cigolando, e Sirius spalancò la bocca.

Quel gatto strambo stava entrando nella stanza, e sotto lo sguardo attonito di Sirius posò ai suoi piedi un pezzo di pergamena, andando poi ad accucciarsi sul letto.

Sirius, gettando un'occhiata al gatto, lesse il foglietto, strabuzzando gli occhi.

Parole d'ordine Torre di Grifondoro per questa settimana:

lunedì: masnadiere

martedì: brigante

mercoledì: fellone

giovedì: canaglia

venerdì: marrano

sabato: gaglioffo

domenica: vile

 

Non riusciva a crederci. Aveva la chiave per entrare nella Torre senza scatenare un altro pandemonio. Ancora in forma canina, guardò il gatto.

Dove le hai trovate? avrebbe voluto chiedergli, ma abbaiò soltanto.

Il gatto miagolò e saltò sul comodino, poi sul pavimento e se ne andò.

Valli a capire i gatti.

Tornato umano, si concentrò sul foglietto. Ormai era tardi, avrebbe usato la giornata successiva per definire i dettagli del piano e poi sarebbe entrato in azione.

Preparati, Coda. Sto arrivando.

 

 

Parco di Hogwarts, nella stessa notte

 

Il gatto rosso uscì dalle radici del Platano, schivò i rami e si fiondò al sicuro al limitare della Foresta.

Si guardò attorno. Nessuno.

Beh, si poteva anche rischiare.

Immediatamente, al posto del gatto rossiccio apparve un uomo sulla trentina, piuttosto magro e non molto alto. Aveva i capelli neri, lunghi fino alle spalle, e gli occhi dello stesso marrone scuro del gatto. Aveva anch'egli il naso schiacciato, come se avesse preso, in passato, un bel pugno che gliel'aveva rotto.

Si scrollò dalle vesti la terra e la polvere accumulatasi per via del lungo tunnel che aveva percorso, e si rialzò.

Buona fortuna fratellone” mormorò, guardando verso il Platano.

 

 

 

 

Note dell'autore del pazzo:

 

Ehm...

chiedo umilmente scusa a chi ha letto questo sclero pomeridiano, ma era una storia che mi frullava in testa da un po', e non ho resistito all'impulso di metterla per iscritto XD

Ringrazio ancora chi ha letto fino a qui, e vi saluto tutti!!

  
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