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Autore: Destrudo    06/07/2013    0 recensioni
Il sipario che accompagna la chiusura di una scena non lascia intravedere l'agitazione del cambiamento tra gli attori della storia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Triste nell’indistinto, il cielo piangeva perché dannato tra l’infinito del regno siderale e l’ignoranza del velo terreno. Un sostantivo che rievocava il già visto, il conosciuto, ciò che per natura è dappertutto e che allo stesso tempo non è, l’ignavo grigio peccatore. Quindi piangeva: scendevano, non meteoriti; leggere, non parole. Nei piani più alti e più lontani per gli uomini, si condensavano e si preparavano alla battaglia, unite più che mai: gli spari di collera che il cielo riservava agli umani detonavano la malinconia. Grumi d’acqua dolce che trafiggevano i corpi delle creature; quanta umidità, quanta malattia tra quelli! Poi di nuovo ciel sereno: si pentiva di aver sfogato le sue frustrazioni su coloro che aveva da sempre abbracciato. Le lacrime evaporarono e tornarono in cima, e con esse la malattia. Quanto malumore si disperse nell’atmosfera! L’ azzurro distese il suo colore su quel letto di terra scomodissimo; una coperta di nuvole lo avvolse nel caldo; tumulti di dolore si sollevarono nell’aria; quasi tutte le creature si rinchiusero in casa. Alcune rimasero poiché vedevano nella sofferenza di un infelice uno spettacolo, altre restarono pur essendo convinte che fosse un’ orribile situazione, anche se in fondo volevano che accadesse per spezzare la monotonia delle loro vite. Un uomo e una donna incrociarono i loro sguardi in quel momento di nebulosa sorte, si fissarono a lungo, reputando l’evento adatto a stimolare i propri sentimenti l’uno nei confronti dell’altro. Intanto, implacabili erano le sferzate del vento, martellanti le gocce di futura rugiada. Un nuovo modo d’intendere nacque sotto quella coperta malconcia, da cui si intravedevano squarci di libertà bluastra e sotto cui solamente i raggi più invadenti riuscivano a sopravvivere, offrendo luce soffusa ai volti della gente. Fu un pomeriggio in cui si concretizzò l’idea dello scorrere delle cose: il mantello si stava sbriciolando in migliaia di frammenti grigiastri che, al tocco del Sole, si disintegravano in brandelli sempre più sottili, trasportati a gran velocità dal vento. Fu un pomeriggio in cui il cielo diede per l’ennesima volta la prova della sua insuperabile capacità di rinascita. Toltosi il broncio, regalò un sorriso di gioia al mondo, un sorriso a cui presero parte i colori della luce, un sorriso che si innescò e che scoppiò in un arcobaleno.
  
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