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Autore: SilverKiria    07/07/2013    3 recensioni
Dal testo:
[Se ne stava lì, inerme, l’ultima risata ancora impressa sul volto.
Tutto si svolgeva come al rallentatore: George che si buttava sul gemello, disperato; Percy che crollava al suolo, scosso da singhiozzi generati da un dolore indicibile. Ron che vedeva ma non capiva e poi, con inespugnabile e lenta crudeltà, la realtà gli si affacciava davanti, dipingendogli il volto di lacrime.
La morte, ora lo capisti, era bianca.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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{Bianca come la Morte}



Se ne stava lì, inerme, l’ultima risata ancora impressa sul volto.
Tutto si svolgeva come al rallentatore: George che si buttava sul gemello, disperato; Percy che crollava al suolo, scosso da singhiozzi generati da un dolore indicibile. Ron che vedeva ma non capiva e poi, con inespugnabile e lenta crudeltà, la realtà gli si affacciava davanti, dipingendogli il volto di lacrime.
La morte, ora lo capisti, era bianca.
Bianco era il suo sorriso, dolorosamente brillante che rischiarava il dolore, per poi generarne altro, a sua insaputa.
Bianca era stata l’ultima risata che aveva espresso la sua voce, la sua dolce voce.
La voce che ti cullava prima di addormentarti.
E mentre le figure attorno a te diventavano sempre meno nitide a causa delle copiose lacrime che ti bagnavano il volto, i muscoli si contrassero dolorosamente e la memoria con esse, riportandoti nel passato. Alla vita ormai persa.

- Fred! Fred lasciami ti ho detto! –
Ti aveva sorpresa mentre salivi le scale della Tana e portata di forza nella sua stanza, inchiodandoti al muro.
I libri che portavi in mano giacevano sparsi sul pavimento, l’unico rumore i vostri respiri e i tuoi sbuffi d’impazienza.
- Fred, fammi uscire subito. Devo ancora finire il tema di Pozioni e rileggere i libri di Trasf…-
- Ma devi sempre essere così secchiona, Granger? Non sai cosa vuol dire ‘rilassarsi’? – ti ghignò lui, divertendosi guardando la tua reazione.
- E sentiamo, cosa di preciso ci sarebbe nel ‘rilassarsi’ che induce a pensare ad un rapimento? – sbuffasti infastidita.
Fred ti fece appiattire ancora di più addosso al muro, la sua poderosa stazza ti impediva di andartene.
- Questo. –
E ti baciò, senza aspettare un secondo, senza attendere permesso.
Fred Weasley era così: si prendeva ciò che voleva senza chiedere.
Quando vi staccaste, il tuo viso era illuminato da un timido sorriso, tuo malgrado, e lui ne gioiva.
- Ora ti riconosco, Hermione. La mia Hermione – sussurrò ancora lui, avvicinandosi di nuovo.
Ma fosti tu a lanciarti addosso a lui, cercando le sue labbra. Quella era la Hermione di Fred, la parte più femminile e spontanea. La logica veniva soppressa dal battito del cuore accelerato, il ragionamento vinto dalla voglia di lui.
In realtà non era stata la prima volta, e non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
La prima volta, tu te lo ricordavi bene, era avvenuta circa un anno prima, durante il tuo quinto anno ad Hogwarts.
Eri stata nominata prefetto da poco e avevi tutta l’intenzione di ricoprire il tuo ruolo alla perfezione. Ron era andato, ovviamente dietro tuo consiglio, a pattugliare il secondo piano, mentre tu sorvegliavi il terzo.
Stavi giusto per andartene, quando sentisti un rumore proveniente dall’aula 102.
Ti avvicinasti cautamente e, poco vicino alla porta, venisti scaraventata per terra.
Il dolore alla testa te la fece girare tutta e l’unica cosa che vedesti con chiarezza fu una zazzera di capelli rossi.
- Hermione? – i suoni venivano percepiti con difficoltà, ma dopo qualche secondo fosti in grado non solo di capire ciò che ti veniva detto e identificare il ragazzo davanti a te, ma anche di arrabbiarti come non mai.
- FRED WEASLEY, SEI IMPAZZITO?! NON SOLO SEI FUORI OLTRE IL COPRIFUOCO, MA CORRI ADDIRITTURA IN GIRO PER I CORRIDOI SENZA PERMESSO?! –
Fred ti aiutò ad alzarti e, notasti, si guardò attorno attentamente.
- Fred che diavolo…?-
Ma ciò che volevi dire venne oscurato da un urlo, chiaro come l’acqua.
- DANNATO ROSSO, SE TI TROVO GIURO CHE QUESTA VOLTA NEMMENO SILENTE MI IMPEDIRA’ DI APPENDERTI A TESTA IN GIU’! –
- Ma quello è…- iniziasti allora, ma Fred ti prese la mano e iniziò a correre.
- Fred che…-
- Stai zitta Hermione, per una volta nella tua vita stai zitta! – urlò il ragazzo, esasperato e cattivo.
E tu lo facesti, non perché te l’aveva ordinato lui, ma perché lo stupore e il dolore che quelle parole avevano suscitato in te erano troppo grandi e occupavano la gola.
Fred vi condusse dentro uno sgabuzzino e ascoltò attentamente.
- Dovrebbe essersene andato verso le Cucine. George sarà già al Dormitorio. Ok, allora io ti lascio andare e tu corri senza fermarti, poi ti raggiungo. Hai capito? –
Ma quando il rosso non sentì risposta si voltò e ti trovò rannicchiata in un angolo.
Si avvicinò cautamente, ma tu non glielo permettesti.
- Vattene subito Fred! –
E sebbene tentasti di non farlo notare, la rottura nella voce si sentì chiaramente.
Avvertisti due mani calde e grandi sollevarti il volto e le lacrime presero a scorrere senza permesso. Ti odiavi, ti odiavi perché non volevi piangere, ti odiavi perché non avrebbe dovuto farti così male, ma il dolore era uno squarcio aperto, il sangue che se ne andava la tua sicurezza, e ciò che rimaneva erano le paure adolescenziali di una ragazza che non si è mai amata.
- Herm io…- iniziò lui titubante, ma tu per risposta lo spingesti via da te, via dal dolore. Via dalla ferita che pulsava e ti rendeva vulnerabile.
- E’ tutto ok, vattene Fred. Arrivo subito. – ripetesti più dolcemente, ma con la voce singhiozzante.
Lui però non se ne andò. Avvertisti la sua presenza quando eri già tra le sue braccia, stretta in un abbraccio caldo e rassicurante. E non sapesti perché, ma iniziasti a piangere senza barriere, con la strana certezza che lui non se ne sarebbe andato.
- Mi spiace per ciò che ti ho detto, non avrei dovuto. Io non lo penso davvero. –ti sussurrò dolcemente nelle orecchie.
- No, va bene. So che sono irritante e cocciuta, so di essere fastidiosa, antipatica e…-
- Chi te le ha dette queste cose?! –
Fred ora ti guardava negli occhi, un po’ arrabbiato.
Tu sorridesti, cauta.
- E’ ok Fred. So che tutti lo pensano e hanno ragione, io…-
- Ascoltami bene Herm, tu sei una ragazza speciale. Sei in gamba, coraggiosa, intelligente, furba, altruista e… - aggiunse poi, accarezzandoti il viso con voce e sguardo del tutto nuovo – …sei bellissima. –
Il cuore iniziò a battere fortissimo, senza curarsi di nulla, se non degli occhi azzurri che, lo vedesti bene, erano pieni di…amore.
- Fred? – chiedesti insicura.
- Dimmi – rispose lui, avvicinandosi di più.
- Che cosa vuol dire tutto…tutto questo. – chiedesti imbarazzata, abbassando lo sguardo sulla tua mano stretta nella sua.
Quando rialzasti il volto, lui ti era a pochi centimetri dalle labbra.
Sorrideva e, non potesti fare a meno di pensare, cominciasti ad ammettere che sì, Fred Weasley era meraviglioso quando sorrideva.
- Questo. –
E ti baciò, un sapore nuovo nella bocca, un fuoco che scaldava l’anima, un respiro che si univa al tuo.
In effetti, ora che ci ripensavi, era classico di Fred mostrarti quanto ti amasse, quanto fossi sciocca a non capirlo, prima di passare ai fatti.
Ma ora, vedendolo a terra, la camicia bianca tutta spiegazzata, ti sembrava di morire.
Non riuscivi a muoverti, e le uniche immagini sensate erano quelle della prima volta che avevate fatto l’amore.
Quella camicia, allora, era bollente, mentre la sbottonavi, accarezzandola con le mani, annusandone il profumo impresso: quello dell’uomo che amavi.
- Ti sposerò, Hermione. –
Lo aveva detto così, senza pensarci troppo su. Eravate distesi sotto un’enorme quercia, nel parco di Hogwarts.
Ti eri alzata, indignata.
- Fred, abbiamo solo diciassette e diciannove anni! –
Lui ti sorrise, prendendoti le mani e avvicinandoti a sé:
- Lo so, non ora. Ma un giorno. Il mio sogno è vederti venire verso di me, davanti al giudice magico, indossando un vestito rosso fuoco e…-
- Rosso fuoco? – chiedesti tu, curiosa.
- E’ tradizione della famiglia Weasley, vestirsi di rosso il giorno delle nozze. –
- I babbani si vestono di bianco, sai? – dicesti tu, pensando a come i mondi da cui provenivate fossero completamente differenti.
- Allora ti vestirai di bianco. – disse lui.
Ti voltasti, sorpresa.
- Cosa? Ma hai appena detto…-
- Odio le tradizioni, tranne i compleanni e i maglioni di Natale di mamma. Sarai stupenda in bianco, e poi – finì, avvicinandosi con uno sguardo carico di passione – se sposerai me, il rosso non mancherà mai nella tua vita. –


La morte era bianca, bianca come il vestito da sposa che non avresti indossato.
Bianca come la neve che non avresti tirato addosso a Fred durante le battaglie di neve a casa Weasley.
Bianca come le lenzuola sotto cui non avreste più fatto l’amore.
Bianca come la pelle che ormai non brillava più di lui.
Bianca come il nulla e il tutto assieme, ciò che ti aveva lasciato.
Qualcuno ti scosse.
Harry. Era Harry.
Non ti rendesti conto di nulla. Harry ti accompagnò a sederti, lontano dal cadavere.
Solo allora parlasti.
- E’ buffo. Ho sempre pensato che si dovesse temere il nero, ma sono balle. E’ il bianco che fa paura. E’ il bianco della gomma che cancella, non il nero della matita, che al contrario crea. E’ il bianco che uccide. –
Harry non capì mai cosa tu volessi dire.



 

Fremione nata dalla noia, spero vi piaccia e che mi sappiate dire cosa ve ne pare :3

  
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