Dopo aver sbattuto la porta in faccia a quell'essere non identificato, sento una massa corporea sbattersi contro la mia spalla.
<hey, guarda avanti!> urlo in preda ad una crisi di nervi.
<scusa, scusa, non ti avevo visto!>.
Abbasso lo sguardo e incontro un paio di occhi verdi appartenenti a una splendida portatrice di vagina.
La ragazza è alta e slanciata, ha dei capelli rossi apparentemente morbidi come la seta.
Il volto è ricoperto da adorabili lentiggini che la fanno apparire timida.
Ha lineamenti sottili ed eleganti e una carnagione chiara chiara, stano siamo in una fattoria.
Se non fosse per la puzza di merda che emanavano i suoi vestiti, l'avrei scambiata per un angelo rosso.
<io sono Genoveffa ma puoi chiamarmi Ginny, piacere!> mi porge una mano,sorridendo, in attesa che io la stringa.
Ovviamente, non la faccio attendere e le stringo la mano dicendo <piacere, io sono Harry, il nipote di Tom.>
<ah, si, Calum non smette di parlare di te da una settimana!> ecco, lo sapevo, non si fa mai i cazzi suoi.
<mmh, si Calum. Simpatico Calum.> esclamo con tono sarcastico. Si, mi era molto simpatico Calum.
<tu che ci fai qui?> le domando incuriosito.
<praticamente vengo ogni mattina verso le sette per pulire la vostra sporcizia.> mi informa indicato il posto con una faccia schifata.
<okay, quindi da quanto vieni qui a lavorare?>
<no, no,no, io qui non lavoro.> dice fraintendendomi.
engo qui per cavalcare quei bei stalloni che avete, ho questa passione da quando ero piccola e non ho mai avuto l'occasione di avere un cavallo tutto mio, così vengo qui a far le pulizie in cambio di una cavalcata.> continua, mi colpisce questa sua forte passione, anche al costo di pulire la merda dai culi delle vacche lei segue questa passione, l'ammiro.
<oh!> esclama scossa.
< ma quello che ti sta crescendo sulla fronte è un bernoccolo! Cosa ti è successo?>
<non ti preoccupare> mi schiarii la gola, mento.
<ma si sta facendo grosso! Vieni, seguimi, prendiamo un po' di ghiaccio> mi afferra per il braccio e mi letteralmente trascina in cucina. Sembro un animale.
La guardo mentre prende una busta e ci mette del ghiaccio dentro, poi, mi porge la busta.
La prendo e l'appoggio sulla mia fronte.
<ti senti meglio?> mi domanda preoccupata.
<no, davvero, non preoccuparti, mi sento benissimo> le rispondo mentre mi alzo dalla sedia.
Proprio nel momento in cui mi alzo vedo quelle cazzo di lucine davanti agli occhi, la testa inizia a girarmi. Questa sensazione mi fa ricordare le notti passate vicino al computer sul letto senza muovermi.
Mi fa ricordare anche le belle canne che mi dava il mio migliore amico Niall, si.
Io e lui ci sballavamo di brutto.
Fu quando mia madre trovò l'erba nel mio cassetto che iniziai a dimenticare quella sensazione.
I miei genitori non erano stati molto presenti nella mia vita, quindi io facevo quel che volevo.
Harry!Harry! Sento qualcuno chiamarmi.
Ma che cazzo, stavo narrando la mia bella storiella deprimente.
Degli schiaffi mi arrivano sulle guance.
Cazzo vogliono questi imbecilli, giuro che dopo li avrei presi e portati sotto il culo dei maiali a sniffare le loro feci.
Cerco di aprire gli occhi
Cazzo, non mi ricordavo una luce così luminosa.
Hanno chiamato Katniss con la casa on fire?
Spegnete le luci e fatemi dormire.
Ecco.
La sento.
una secchiata di acqua gelata in pieno volto.
È li che mi alzo.
Ora capisco, ero svenuto.
Intorno a me ci sono quei pesci di Michael e Calum e ovviamente alla mia destra c'è Ginny, che carina, si è preoccupata per me.
<peccato, è ancora vivo.> sbuffa Mike,alzandomi..
-tu ,invece, sarai morto stanotte- penso.
<stai bene,amico?> Calum continua a darmi dei piccoli schiaffetti sulla guancia. Se non sarebbe stato per le mie braccia rammollite gli avrei tirato io un bel ceffone in faccia.
Mi limito a domandare hi cazzo è stato a buttarmi un secchio di acqua fottutamente gelata in faccia?c> scandendo ogni singola parola.
Ginny alza il ditino, la guardo per un momento in preda alla rabbia ma non potrei mai essere arrabbiato con una ragazza, ero pur sempre un gentiluomo.
Senza pensarci due volte, scuso Ginny, infondo lo ha fatto per il mio bene.
Nel frattempo inizio ad alzarmi, mi sento molto meglio di prima, ora non mi gira per niente la testa.
<dove vai?> mi chiede Ginny con voce profonda.
<vado un po' di sopra a riposare.> le dico.
<ah, nipote dall'Inghilterra, alle quattro c'è il secondo round con le vacche, ti aspetto puntuale.> mi informa Mike mentre io salgo le scale per andare in camera.
 

<Harry, porca puttana, svegliati> di nuovo quella merda di schiaffetti, minchia, ero un'altra volta svenuto? Almeno il pavimento era comodo.
<Harry, se non ti svegli, giuro che ti spereto in faccia.> riconosco quella voce, è dell'essere animalesco con il quale condivido la stanza.
Ah, adesso ricordo, le mucche.
Merda.
<okay, lo hai voluto tu.> mi comunica.
Manco il tempo ad alzarmi che lui già si è posizionato con il culo in faccia.
Mai, non si sarebbe mai permesso di sganciare uno dei sue gas putridi da quel culo di merda.
i,si,okay, leva 'sto culo, sono sveglio.> mi muovo come un animale in crisi, spostando quel culo dalla mia faccia.
<finalmente! Sto da circa un'ora a chiamarti!.> dice sbuffando. Ma che michia, sbuffa sempre 'sto ragazzo?
<Tom non adora far aspettare le mucche, forza muoviti.> continua alzando gli occhi al cielo, anche se il cielo dal soffitto non si può guardare.
Nel frattempo che lui continua con le sue maledizioni, io mi alzo e mi ricompongo.
Mi avvicino all'armadio, mi sfilo quella merda di maglietta che puzzava di sudore, manco ci fossero quaranta gradi all'ombra, e mi metto una delle magliette per casa, una di quelle da buttare.
Mike ancora seduto sul mio letto, inizia finalmente a muoversi e a camminare verso la porta.
 

Arrivati alla stalla, riguardo quelle mucche di merda con più disprezzo di stamattina.
<ammassi di merda putrefatta.> sussurro.
< cosa hai detto? Mi hai chiamato ammasso di merda?> mi domanda Michael dirigendosi verso di me con un tono fin troppo arrabbiato.
Ecco, cosa cazzo ha capito questo imbecille, ?> gli urlo in faccia, ormai a solo un paio di centimetri di distanza dalla mia. Lui ha un pugno chiuso sotto il mio mento ed io ho le braccia a 180°, sembro Cristo sulla croce.
I miei occhi sono puntati come spilli nei suoi, sopracciglia incurvate.
Dopo la mia risposta la tensione inizia a svanire e lui si allontana da me pulendosi il braccio come se avesse appena fatto a botte.
Minchia, quanto è stupido.
Lo avrei preso veramente a sprangate sui denti.
O a feci di mucca in faccia.
Anche quelle di maiale vanno bene.
Basta che la smetta.
Si avvicina ad una mucca e, come stamattina si mette in quella strana posizione sullo sgabello.
<non restare lì impalato e vieni qui a guardare.> mi grida.
Per non sentirlo aprire un'altra volta quella fogna che ha al posto della bocca, mi dirigo subito verso la sua direzione.
Mi rimostra la procedura.
Stavolta ce la devo fare, non posso far abbattermi da una mucca.
Mike mi lascia il posto sullo sgabello e io mi siedo.
Prima missione, non essere colpiti nelle palle, riuscita.
Mi siedo inizio a mungere, cazzo, non ci credo.
Mi sento realizzato.
Seconda missione, realizzata.
Inizio a prenderci gusto.
Sento una mano poggiasi sulla mia spalla.
<ben fatto, vedi ci puoi riuscire anche tu, è questione di allenamento.> mi dice Mike.
sorrido, non è niente male, avevo sottovalutato questi dolci animali. Dopotutto ci donano da mangiare, sono molto utili.
<si, okay, ma ora basta, così sembra che tu la voglia stuprare, non fare quel sorriso da ebete.> dice facendo una risatina flebile.
Ecco, ha sparato la cazzata del momento, non poteva vivere senza sparare cazzate questo.
<va bene, ora che hai imparato a mungere puoi venire ogni santo mercoledì a farlo da solo.> mi comunica mentre mi alzo.