E con questo capitolo, concludo questo “mio esperimento”, nonché primo approccio nel fandom di GA.

Ringrazio voi che avete commentato, seguito o solo letto questa storia, sperando che anche l'ultimo capitolo possa essere di vostro gradimento.

“ I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare.

Ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare.

Certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica.

Perché ci sono legami che sono semplicemente... destinati ad essere.”

Meredith Grey

Una notte nuova, si esplorarono come se non si fossero mai conosciuti prima. E forse, in qualche modo, era proprio così.

Per Lexie fu rigenerante. Era stanca e sfibrata ma quei baci e quelle carezze la rinvigorirono, furono più riposanti di una lunga dormita.

Mark invece si era sentito a casa.

Aveva dimenticato le sensazioni che provava quando era con lei. Quando era in lei.

Aveva dimenticato la naturalezza e la familiarità che dilagavano dentro di lui ad ogni spinta, gemito o sospiro.

Si univano come se fossero nati per fare solo quello: combaciavano alla perfezione, i gesti sincronizzati, i movimenti dell'uno che anticipavano quelli dell'altra.

Lexie si addormentò per prima; malgrado tutto, il sonno la reclamava a gran voce.

Lui si fermò a guardarla: la testa abbandonata sulla sua spalla, il respiro calmo e regolare, il volto sereno ed appagato.

Non avrebbe mai potuto rinunciare a tutto questo.

Gli sembrò che ci fosse qualcosa che travalicava i loro destini.

Qualcosa che travalicava la loro volontà.

Una forza che, ineluttabilmente, li spingeva a riunirsi.

E con questi pensieri, si addormentò anche lui.

Socchiuse gli occhi. La luce mattutina filtrava attraverso le tende solleticandole il viso; doveva aver albeggiato da poco.

Lexie iniziò a muoversi lentamente, decisa a riprendersi dal torpore del dormiveglia.

Si stiracchiò sorridendo compiaciuta: il suo corpo era indolenzito ma anche incredibilmente reattivo.

Mentre i muscoli si tendevano, i ricordi delle ore precedenti riaffioravano.

La sua irruzione notturna aveva decisamente preso una piega inaspettata. E meravigliosamente piacevole.

C'era silenzio, nella stanza.

Poteva sentire il respiro di Mark al suo fianco e si voltò ad osservarlo con tenerezza.

Con un dito seguì il profilo del suo viso, sfiorando le palpebre, il naso, passando sulle labbra e poi scendendo giù fino al mento.

A quel tocco, lui sorrise e, ancor prima di aprire gli occhi, la tirò su di sé, baciandola dolcemente.

Lexie non si fece pregare. Si lasciò andare completamente, rispondendo con rinnovato entusiasmo a quelle effusioni mattutine.

Si muovevano adagio, tra sussurri smorzati e audaci carezze.

Poi Mark si mise a sedere e Lexie si accoccolò sul suo petto.

Accarezzandole piano i capelli, come le piaceva tanto, iniziò piano a parlare.

“ Sai, penso che siamo proprio degli stupidi.”

Lexie rise sommessamente, rivolgendogli un'occhiata divertita al di sotto della frangia spettinata.

“ Probabilmente è così.

Io invece pensavo che, tutto sommato e sempre che tu lo voglia ancora – e ti capirei se non lo volessi più, almeno per il momento – potremmo sposarci.”

Mark strabuzzò gli occhi, poi li alzò al cielo e si lasciò andare in una profonda risata.

“ Sei incredibile! Siamo incredibili!

E sai che ti dico? Togli quel condizionale perché noi ci sposeremo, davvero.

E avremmo anche due o tre figli.” ribatté con decisione.

Lexie, continuando a sorridere, gli chiese: “ Così Sofia avrà dei fratellini?”

“ Certo! Due fratelli ed una sorella.

E, comunque, tu diventerai un grande, un grandissimo chirurgo.

Saremo felici.

E litigheremo. Non saremmo noi se non lo facessimo.

Però ritorneremo sempre l'uno dall'altra e sai perché? Perché noi siamo destinati a stare insieme.”

La voce dell'uomo, all'inizio carica di esaltazione e gaiezza, si era fatta via via più seria.

Non stava parlando sull'onda dell'entusiasmo per la recente riconciliazione; bensì pieno di fiducia e di speranza per quel futuro che avrebbero costruito insieme.

Il loro futuro.

E Lexie gli credette, gli credette sul serio.

Si scostò da lui e gli accarezzò una guancia.

Poi, inclinando la testa di lato, ripeté convinta: “ Sì, mi piace. Siamo destinati.”

NdA:

Sì, le battute di Mark e Lexie sono riprese in parte dall'ultima puntata dell'ottava stagione, come avrete certamente notato.

Nel mio stravolgimento di trama, ho pensato che potesse essere un'idea carina... Certo, le frasi hanno perso la loro intensa drammaticità, acquistando una leggerezza tutta nuova.

Mi auguro che, nel complesso, la storia sia apparsa quantomeno credibile.

E, in tal senso, mi farebbe molto piacere leggere cosa ne pensiate :)