Questa one shot partecipa al contest "Improvvisamente improvviso" indetto da Hece.
Una finestra sul passato
Era una fredda giornata di fine ottobre e i Potter stavano riordinando
alcuni oggetti nella loro casa; dopo il trasloco dell’anno precedente,
molti scatoloni erano rimasti nello stanzino a prendere polvere,
dimenticati da tutto e da tutti. Nella città natale del celebre
Grifondoro, da cui il paese prende il nome, la comunità magica si
preparava a festeggiare l'imminente Halloween. Terminato il settimo
anno a Hogwarts, i giovani James e Lily avevano deciso di sposarsi e
rifugiarsi nella ridente Godric's Hollow: i Babbani del posto, ignari
della sua etimologia, non sospettavano affatto che quel giorno un
numero non indifferente di maghi e streghe avrebbe tranquillamente
passeggiato per le strade in normali vesti magiche. Questi ultimi, in
accordo con le leggi del mondo magico, avevano il permesso di circolare
liberamente durante la notte di Halloween. Nonostante questa piccola
concessione, essi avevano stregato le proprie abitazioni con
incantesimi di ogni sorta: non tanto per nascondersi dai Babbani e
dalle loro inconsulte reazioni di fronte ad un comunissimo gufo
fattorino, quanto invece per proteggersi dall'Oscuro Signore, la cui
ascesa sembrava non conoscere limiti.
Mentre James finiva di sistemare gli oggetti contenuti in alcune
scatole, Lily stava seduta per terra, dando le spalle al caminetto
acceso: il fuoco crepitava, rendendo i suoi lucenti capelli di un rosso
ancora più acceso. Incurante della voce del compagno, che ormai da
parecchi minuti le chiedeva aiuto, le sue mani bianche scorrevano le
pagine di un album di fotografie: i suoi brillanti occhi verdi
guizzavano da una pagina all'altra del libro, le labbra le si
increspavano nelle smorfie più disparate, mentre i soggetti degli
scatti si muovevano e la salutavano sorridenti. Improvvisamente, James
le si avvicinò, porgendole un oggetto: era un cerbiatto di cristallo.
“Sono
passati due anni, eppure sembra ieri.” si sedette accanto a lei.
“Ricordi cosa accadde quel giorno?”
Era arrivata la prima neve anche a
Hogwarts. I ragazzi del settimo anno erano alla lezione di
Trasfigurazione e, come sempre, James Potter faceva sfoggio delle sue
grandi doti magiche. Tanti pensavano fosse esibizionismo fine a se
stesso, pochi sapevano che era il suo modo di fare breccia nel cuore
della Evans. La lezione del giorno riguardava gli Animagi, ovvero maghi
capaci di assumere le sembianze di un animale. Era già passato un anno
dalla prima trasformazione di James: egli era in grado di tramutarsi in
un bellissimo cervo, non senza aver trascorso parecchi anni a studiare
clandestinamente come riuscirci. Si sarebbe volentieri vantato di
questa sua peculiarità, ma il motivo per il quale aveva imparato questo
tipo di magia doveva restare segreto.
Quel giorno, il giovane Potter si
stava divertendo a trasfigurare gli oggetti di Lily, dalla sua piuma
d'oca alla borsa contenente dei libri, in tanti piccoli cerbiatti.
Dopotutto, non poteva privarsi completamente della sua dote magica. La
rossa, visibilmente infastidita dal suo comportamento, non poté
ignorarlo ancora a lungo.
“Smettila, Potter.” fu il suo primo
richiamo. James finse di non averla sentita, perseverando nella sua
opera di corteggiamento.
“Potter, per favore.” al suo secondo
sollecito, James si scompigliò i capelli e la guardò ammiccando.
“Quale parte di ciò che ti ho detto
non ti è chiara, Potter?” James le sorrise provocante, prima di
indirizzare uno dei piccoli cerbiatti verso di lei.
“Insomma, James!” alzò la voce Lily.
“Non è che non puoi essere idiota, ma esercita il tuo diritto a
centinaia di chilometri da me.” disse fermamente. Aveva pronunciato il
suo nome: dopo tanti lunghi anni, e tanti fallimentari inviti a uscire
insieme, Lily Evans lo aveva finalmente chiamato per nome. Lui le
sorrise nuovamente, prima di richiamare a sé l'animaletto e farlo
sparire nel nulla.
“Certo
che me lo ricordo.” gli rispose Lily, le spalle ancora rivolte al
camino. “Ma sono curiosa di sapere se tu ricordi cosa avvenne dopo,
alla Torre di Astronomia.”
C'era una sola cosa che Lily Evans amava
più del freddo: la notte. Le piaceva a tal punto da trascorrere lunghe
ore nella Torre di Astronomia anche quando i fiocchi di neve, nella
loro silenziosa caduta, rendevano impossibile il riconoscimento di
qualunque astro nel cielo. Quel giovedì non fu da meno: a mezzanotte in
punto la giovane era in cima a quella torre, a godersi il gelo che le
pervadeva il corpo.
I capelli color del fuoco le
incorniciavano il viso bianco, ravvivato dai suoi occhi verde smeraldo
e dalle sue labbra rosee. Una lacrima amara solcò il suo bel viso.
Teneva una foto in mano, raffigurante due bambine, diverse come il
giorno e la notte, che giocavano insieme. Un'altra lacrima. Lei e sua
sorella Petunia, ai tempi dell'asilo, quando non c'era niente di più
bello che giocare a prendere il tè con le loro bambole di pezza.
Il ricordo dei bei tempi andati si
fece largo nella mente della giovane Evans, alimentando maggiormente le
sue lacrime, quando un rumore di passi interruppe i suoi pensieri e le
fece gelare il sangue nelle vene. Alzò lo sguardo e vide, davanti a
lei, uno splendido cervo argenteo.
Si avvicinò a lui con l'intento di
accarezzarlo. La creatura si scostò prima ancora che lei la sfiorasse,
ritornando dal mago che l’aveva evocata: James.
“Perché piangi?” Lily non si scompose
minimamente alla domanda del ragazzo.
“Ricordi.” rispose laconica.
Improvvisamente, James si trovò tra le mani la foto della ragazza: la
osservò per un istante prima di essere, inaspettatamente e senza alcun
preavviso, travolto dalle sue spiegazioni.
Quella fu la prima vera conversazione
tra James Potter e Lily Evans. La rossa si era aperta, si stava
confidando con colui che riteneva il ragazzo più borioso e pieno di sé
di tutta Hogwarts, stava esternando le proprie emozioni. Tra un
singhiozzo e una lacrima, si era trovata tra le sue braccia. Non le
importava che fosse il suo acerrimo nemico, non le importava del
travolgente ego che lo divorava: Lily sentiva tutto il calore di
quell'abbraccio, e per la prima volta pensò che James non fosse poi
così male.
“Sai, Lily.” anche lui la chiamò per
nome, guardandola negli occhi. “Capitano cose nella vita, eventi più o
meno spiacevoli, che portano le persone a cambiare. A volte si può fare
qualcosa, spesso non si riesce a fare niente. Puoi affidarti alle
persone più care, ma è fondamentale fare leva sulle proprie forze e
andare avanti, indipendentemente dagli avvenimenti che circondano le
nostre vite. Soprattutto in un momento buio come questo, la voglia di
andare avanti è il potere più forte che abbiamo. E tu sei una ragazza
forte, Lily. I tuoi occhi parlano per te.”
La ragazza vide la sincerità in
quello sguardo e percepì un’inaspettata maturità nelle parole di James.
Forse il suo acerrimo nemico non era poi così infantile, si stupì di
trovarlo persino piacevole.
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio,
prese la sua bacchetta e fece apparire un piccolo oggetto brillante: lo
stesso cerbiatto di cristallo di quella mattina. Porse a Lily
quell'oggetto curioso, gioendo della sincera gioia che traspariva dai
suoi occhi.
“Mi chiedo come una ragazza bella
come te possa avere una sorella così.” Lily accennò un sorriso, prima
di rivolgergli un finto rimprovero. Aveva ormai smesso di piangere e
lui le sorrise a sua volta.
Le fiamme nel caminetto erano diventate più alte e avevano assunto una
particolare tonalità di verde. Il dolce ricordo venne interrotto da una
serie di rumori alle loro spalle: il fuoco crepitante, il legno che
bruciava ardentemente e uno scoppio precedettero il vociare concitato
di un uomo.
“Ho interrotto qualcosa?” dal caminetto fece capolino una testa: l'uomo
aveva dei lunghi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle; i suoi
vispi occhi grigi scrutavano i coniugi Potter, in attesa di una loro
risposta. Il giovane Sirius Black, o almeno una sua parte, era lì
davanti a loro. James scoppiò in una fragorosa risata, per niente
stupito da questa sua apparizione improvvisa. Si accovacciò davanti al
camino, chiedendosi se ci fossero novità.
“Abbiamo una riunione straordinaria con l'Ordine.” disse Sirius con un
tono di voce grave, come se avesse intuito cosa volesse chiedergli
l'amico. “Vi consiglio, però, di venire da me tra un'ora, Remus ha
portato una Burrobirra spettacolare!” James non ebbe nemmeno il tempo
di rispondere, che l'amico era già scomparso.
“Avrà voluto dirci qualcosa?” la voce di Lily suonava preoccupata.
“Non saprei, Sirius è un tipo sbrigativo.” rispose James. “Non si
dilunga molto quando si tratta di faccende importanti. Preferisce
parlarne di persona.”
Lo sguardo di Lily tradiva la sua preoccupazione. Lui le ricordò il
discorso che le aveva fatto quella notte, in cima alla Torre di
Astronomia, e anche stavolta prese la bacchetta ed evocò un cervo: il
suo Patronus. Lo splendido esemplare argenteo si stava avvicinando a
Lily, alla ricerca di quella carezza mancata due anni prima. James
percepì la serenità che il suo Patronus trasmetteva alla compagna.
“Quel giorno non avrei mai pensato che saresti diventata la mia
bellissima moglie. Dopotutto, cosa ci si poteva aspettare dal ragazzo
più affascinante di tutta Hogwarts?” questa volta fu Lily a ridere, e
il Patronus di James cominciò a correre per il salotto. A sua volta la
ragazza evocò il suo: una bella cerva si avvicinò al compagno argenteo
e i due sparirono insieme in una romantica corsa selvaggia.
“Sirius ha detto di andare da lui tra un'ora.” osservò la rossa.
“In un'ora si possono fare tante cose, non credi?” rispose James, con
un sorrisetto malizioso.
Nove mesi dopo, in una calda giornata di fine luglio, Lily dette alla
luce il piccolo Harry. Tenendolo tra le braccia la prima volta, non si
sarebbe mai aspettata che il suo bambino avrebbe sconfitto l’Oscuro
Signore a soli diciassette anni. Non sapeva nemmeno che, di lì a un
anno, non avrebbe più potuto stringerlo e circondarlo dell’amore suo e
di James. Ignara di tutto ciò, gli baciò la fronte e guardò in
direzione del comodino alla sua destra: James vi aveva posato il
cerbiatto di cristallo.
- NdA- Questa
one shot nasce dall'idea avuta da Hece: scrivere una storia, ovviamente
rispettando i quattro pacchetti scelti, in 72 ore. Questi pacchetti
consistevano in un'ambientazione (Godric's Hollow), una coppia
(James/Lily), un incantesimo (Incanto Patronus) e una citazione ("Non è
che non puoi essere idiota, ma esercita il tuo diritto a centinaia di
chilometri da me." di Lara Cardella). Spero che vi sia piaciuta almeno
quanto a me è piaciuto scriverla!
Kalì