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Autore: Kali Shivova    07/07/2013    3 recensioni
Questa one-shot partecipa al contest "Improvvisamente improvviso" indetto da Hece.
C'era una sola cosa che Lily Evans amava più del freddo: la notte. Le piaceva a tal punto da trascorrere lunghe ore nella Torre di Astronomia anche quando i fiocchi di neve, nella loro silenziosa caduta, rendevano impossibile il riconoscimento di qualunque astro nel cielo. Quel giovedì non fu da meno: a mezzanotte in punto la giovane era in cima a quella torre, a godersi il gelo che le pervadeva il corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Questa one shot partecipa al contest "Improvvisamente improvviso" indetto da Hece.


Una finestra sul passato


Era una fredda giornata di fine ottobre e i Potter stavano riordinando alcuni oggetti nella loro casa; dopo il trasloco dell’anno precedente, molti scatoloni erano rimasti nello stanzino a prendere polvere, dimenticati da tutto e da tutti. Nella città natale del celebre Grifondoro, da cui il paese prende il nome, la comunità magica si preparava a festeggiare l'imminente Halloween. Terminato il settimo anno a Hogwarts, i giovani James e Lily avevano deciso di sposarsi e rifugiarsi nella ridente Godric's Hollow: i Babbani del posto, ignari della sua etimologia, non sospettavano affatto che quel giorno un numero non indifferente di maghi e streghe avrebbe tranquillamente passeggiato per le strade in normali vesti magiche. Questi ultimi, in accordo con le leggi del mondo magico, avevano il permesso di circolare liberamente durante la notte di Halloween. Nonostante questa piccola concessione, essi avevano stregato le proprie abitazioni con incantesimi di ogni sorta: non tanto per nascondersi dai Babbani e dalle loro inconsulte reazioni di fronte ad un comunissimo gufo fattorino, quanto invece per proteggersi dall'Oscuro Signore, la cui ascesa sembrava non conoscere limiti.

Mentre James finiva di sistemare gli oggetti contenuti in alcune scatole, Lily stava seduta per terra, dando le spalle al caminetto acceso: il fuoco crepitava, rendendo i suoi lucenti capelli di un rosso ancora più acceso. Incurante della voce del compagno, che ormai da parecchi minuti le chiedeva aiuto, le sue mani bianche scorrevano le pagine di un album di fotografie: i suoi brillanti occhi verdi guizzavano da una pagina all'altra del libro, le labbra le si increspavano nelle smorfie più disparate, mentre i soggetti degli scatti si muovevano e la salutavano sorridenti. Improvvisamente, James le si avvicinò, porgendole un oggetto: era un cerbiatto di cristallo.


“Sono passati due anni, eppure sembra ieri.” si sedette accanto a lei. “Ricordi cosa accadde quel giorno?”



Era arrivata la prima neve anche a Hogwarts. I ragazzi del settimo anno erano alla lezione di Trasfigurazione e, come sempre, James Potter faceva sfoggio delle sue grandi doti magiche. Tanti pensavano fosse esibizionismo fine a se stesso, pochi sapevano che era il suo modo di fare breccia nel cuore della Evans. La lezione del giorno riguardava gli Animagi, ovvero maghi capaci di assumere le sembianze di un animale. Era già passato un anno dalla prima trasformazione di James: egli era in grado di tramutarsi in un bellissimo cervo, non senza aver trascorso parecchi anni a studiare clandestinamente come riuscirci. Si sarebbe volentieri vantato di questa sua peculiarità, ma il motivo per il quale aveva imparato questo tipo di magia doveva restare segreto.
Quel giorno, il giovane Potter si stava divertendo a trasfigurare gli oggetti di Lily, dalla sua piuma d'oca alla borsa contenente dei libri, in tanti piccoli cerbiatti. Dopotutto, non poteva privarsi completamente della sua dote magica. La rossa, visibilmente infastidita dal suo comportamento, non poté ignorarlo ancora a lungo.
“Smettila, Potter.” fu il suo primo richiamo. James finse di non averla sentita, perseverando nella sua opera di corteggiamento.
“Potter, per favore.” al suo secondo sollecito, James si scompigliò i capelli e la guardò ammiccando.
“Quale parte di ciò che ti ho detto non ti è chiara, Potter?” James le sorrise provocante, prima di indirizzare uno dei piccoli cerbiatti verso di lei.
“Insomma, James!” alzò la voce Lily. “Non è che non puoi essere idiota, ma esercita il tuo diritto a centinaia di chilometri da me.” disse fermamente. Aveva pronunciato il suo nome: dopo tanti lunghi anni, e tanti fallimentari inviti a uscire insieme, Lily Evans lo aveva finalmente chiamato per nome. Lui le sorrise nuovamente, prima di richiamare a sé l'animaletto e farlo sparire nel nulla.




“Certo che me lo ricordo.” gli rispose Lily, le spalle ancora rivolte al camino. “Ma sono curiosa di sapere se tu ricordi cosa avvenne dopo, alla Torre di Astronomia.”



C'era una sola cosa che Lily Evans amava più del freddo: la notte. Le piaceva a tal punto da trascorrere lunghe ore nella Torre di Astronomia anche quando i fiocchi di neve, nella loro silenziosa caduta, rendevano impossibile il riconoscimento di qualunque astro nel cielo. Quel giovedì non fu da meno: a mezzanotte in punto la giovane era in cima a quella torre, a godersi il gelo che le pervadeva il corpo.
I capelli color del fuoco le incorniciavano il viso bianco, ravvivato dai suoi occhi verde smeraldo e dalle sue labbra rosee. Una lacrima amara solcò il suo bel viso. Teneva una foto in mano, raffigurante due bambine, diverse come il giorno e la notte, che giocavano insieme. Un'altra lacrima. Lei e sua sorella Petunia, ai tempi dell'asilo, quando non c'era niente di più bello che giocare a prendere il tè con le loro bambole di pezza.
Il ricordo dei bei tempi andati si fece largo nella mente della giovane Evans, alimentando maggiormente le sue lacrime, quando un rumore di passi interruppe i suoi pensieri e le fece gelare il sangue nelle vene. Alzò lo sguardo e vide, davanti a lei, uno splendido cervo argenteo.
Si avvicinò a lui con l'intento di accarezzarlo. La creatura si scostò prima ancora che lei la sfiorasse, ritornando dal mago che l’aveva evocata: James.
“Perché piangi?” Lily non si scompose minimamente alla domanda del ragazzo.
“Ricordi.” rispose laconica. Improvvisamente, James si trovò tra le mani la foto della ragazza: la osservò per un istante prima di essere, inaspettatamente e senza alcun preavviso, travolto dalle sue spiegazioni.
Quella fu la prima vera conversazione tra James Potter e Lily Evans. La rossa si era aperta, si stava confidando con colui che riteneva il ragazzo più borioso e pieno di sé di tutta Hogwarts, stava esternando le proprie emozioni. Tra un singhiozzo e una lacrima, si era trovata tra le sue braccia. Non le importava che fosse il suo acerrimo nemico, non le importava del travolgente ego che lo divorava: Lily sentiva tutto il calore di quell'abbraccio, e per la prima volta pensò che James non fosse poi così male.
“Sai, Lily.” anche lui la chiamò per nome, guardandola negli occhi. “Capitano cose nella vita, eventi più o meno spiacevoli, che portano le persone a cambiare. A volte si può fare qualcosa, spesso non si riesce a fare niente. Puoi affidarti alle persone più care, ma è fondamentale fare leva sulle proprie forze e andare avanti, indipendentemente dagli avvenimenti che circondano le nostre vite. Soprattutto in un momento buio come questo, la voglia di andare avanti è il potere più forte che abbiamo. E tu sei una ragazza forte, Lily. I tuoi occhi parlano per te.”
La ragazza vide la sincerità in quello sguardo e percepì un’inaspettata maturità nelle parole di James. Forse il suo acerrimo nemico non era poi così infantile, si stupì di trovarlo persino piacevole.
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio, prese la sua bacchetta e fece apparire un piccolo oggetto brillante: lo stesso cerbiatto di cristallo di quella mattina. Porse a Lily quell'oggetto curioso, gioendo della sincera gioia che traspariva dai suoi occhi.
“Mi chiedo come una ragazza bella come te possa avere una sorella così.” Lily accennò un sorriso, prima di rivolgergli un finto rimprovero. Aveva ormai smesso di piangere e lui le sorrise a sua volta.


Le fiamme nel caminetto erano diventate più alte e avevano assunto una particolare tonalità di verde. Il dolce ricordo venne interrotto da una serie di rumori alle loro spalle: il fuoco crepitante, il legno che bruciava ardentemente e uno scoppio precedettero il vociare concitato di un uomo.
“Ho interrotto qualcosa?” dal caminetto fece capolino una testa: l'uomo aveva dei lunghi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle; i suoi vispi occhi grigi scrutavano i coniugi Potter, in attesa di una loro risposta. Il giovane Sirius Black, o almeno una sua parte, era lì davanti a loro. James scoppiò in una fragorosa risata, per niente stupito da questa sua apparizione improvvisa. Si accovacciò davanti al camino, chiedendosi se ci fossero novità.
“Abbiamo una riunione straordinaria con l'Ordine.” disse Sirius con un tono di voce grave, come se avesse intuito cosa volesse chiedergli l'amico. “Vi consiglio, però, di venire da me tra un'ora, Remus ha portato una Burrobirra spettacolare!” James non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che l'amico era già scomparso.
“Avrà voluto dirci qualcosa?” la voce di Lily suonava preoccupata.
“Non saprei, Sirius è un tipo sbrigativo.” rispose James. “Non si dilunga molto quando si tratta di faccende importanti. Preferisce parlarne di persona.”
Lo sguardo di Lily tradiva la sua preoccupazione. Lui le ricordò il discorso che le aveva fatto quella notte, in cima alla Torre di Astronomia, e anche stavolta prese la bacchetta ed evocò un cervo: il suo Patronus. Lo splendido esemplare argenteo si stava avvicinando a Lily, alla ricerca di quella carezza mancata due anni prima. James percepì la serenità che il suo Patronus trasmetteva alla compagna.
“Quel giorno non avrei mai pensato che saresti diventata la mia bellissima moglie. Dopotutto, cosa ci si poteva aspettare dal ragazzo più affascinante di tutta Hogwarts?” questa volta fu Lily a ridere, e il Patronus di James cominciò a correre per il salotto. A sua volta la ragazza evocò il suo: una bella cerva si avvicinò al compagno argenteo e i due sparirono insieme in una romantica corsa selvaggia.
“Sirius ha detto di andare da lui tra un'ora.” osservò la rossa.
“In un'ora si possono fare tante cose, non credi?” rispose James, con un sorrisetto malizioso.


Nove mesi dopo, in una calda giornata di fine luglio, Lily dette alla luce il piccolo Harry. Tenendolo tra le braccia la prima volta, non si sarebbe mai aspettata che il suo bambino avrebbe sconfitto l’Oscuro Signore a soli diciassette anni. Non sapeva nemmeno che, di lì a un anno, non avrebbe più potuto stringerlo e circondarlo dell’amore suo e di James. Ignara di tutto ciò, gli baciò la fronte e guardò in direzione del comodino alla sua destra: James vi aveva posato il cerbiatto di cristallo.





- NdA- Questa one shot nasce dall'idea avuta da Hece: scrivere una storia, ovviamente rispettando i quattro pacchetti scelti, in 72 ore. Questi pacchetti consistevano in un'ambientazione (Godric's Hollow), una coppia (James/Lily), un incantesimo (Incanto Patronus) e una citazione ("Non è che non puoi essere idiota, ma esercita il tuo diritto a centinaia di chilometri da me." di Lara Cardella). Spero che vi sia piaciuta almeno quanto a me è piaciuto scriverla!
Kalì


  
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