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Autore: harryscurlyhair    07/07/2013    1 recensioni
A 18 anni amare è tutto. E'qualcosa che ti lascia un segno nel cuore, riempiendoti di gioia. Ma se poi ti innamori della persona sbagliata, allora ti toccherà soffrire.
"Io.. non sono quello che tu credi" Mormorò, con le mani sudate intrecciate fra loro.
"E allora chi sei?" Domandai, trovandomi con gli occhi lucidi, sul punto di mettermi a piangere, mentre la pioggia mi rigava le guance, davanti al ragazzo che ormai definivo tutto ciò di cui avevo bisogno.
Lui mi guardò negli occhi per una frazione di secondo. "Ti amo. Ma non posso starti vicino. E' per il tuo bene che lo dico, Katherin".
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 

Non ho mai dato tanto peso all'idea che un giorno avrei rischiato di dover tornare a Londra. Mai. Eppure oggi mi tocca farlo, mi tocca rendermi conto che tornare in quella grande metropoli è l'unica scelta che ho, o rischierò di rimanere chiusa in questa gabbia per sempre. 
 
 
 Diciamo che nell'aria ogni tanto viaggiavano qualche piccole frasi, giusto per riempire il vuoto che stavamo respirando, ma sicuramente la sensazione di angoscia era colei che stava avendo la meglio su di noi. Il vecchio catorcio rosso sbiadito di mia madre balzava su e giù ad ogni conca che trovavamo per strada da ormai un'oretta e mezza. Sinceramente, non avevo affatto voglia di tornare a Londra. Non mi era mai piaciuta. Partendo dal presupposto che sono una persona a cui piacciono le piccole città, come era la mia amata Epson,  l'idea mi faceva già schifo. E venendo a scoprire la meravigliosa notizia che avrei dovuto alloggiare da mio zio -per.. quanto? Il resto della mia vita? Forse.- mi metteva ancora più di malumore di quanto lo ero già. Avrei preferito starmene un po'da sola, giusto per aver un'idea di quello che mi avrebbe aspettato quando avrò una casa tutta mia. Ed oltretutto vivere con due uomini e nessuna donna non deve essere il massimo. Con questo non sto dicendo che mio zio e mio cugino siano delle brutte persone. Da quel che ricordo, erano entrambi simpatici. 
Un'altro tuffo sul sedile mi fece balzare in aria e di colpo tornare alla realtà, quella triste. 
"Scommetto che ti troverai bene" Mi sorrise rassicurante April. Si leggeva nei suoi occhi che le dispiaceva la mia partenza, io me ne accorgevo solo perchè la conoscevo davvero bene. Uno sconosciuto non lo avrebbe mai detto.
"Lo spero." Dissi solo, cercando di essere il più convincente possibile. 
"Starò via fino a Settembre dell'anno prossimo.." Cominciò lei, abbassando lo sguardo verso la strada. 
"Sì, lo so" La interruppi subito. 
Non volevo far la sgarbata. Sapevo benissimo che se non avrebbe accettato quel lavoro, saremmo finite in miseria, ma comunque mi scocciava. Mi scocciava il fatto che della mia partenza lo ero a venuta sapere solo questa mattina. Dopo una ventina di minuti notai che intorno a noi le case a schiera cominciavano a crearsi, strada dopo strada, e i grandi negozi fiorivano di clientela, che faceva la fila anche da fuori. Passammo anche davanti a Nando's, che è una delle poche cose che apprezzo veramente di Londra, per via del suo cibo. 
"Siamo arrivati" Esultò mia madre, fermando la macchina con un colpo secco. 
Puntai gli occhi fuori dal finestrino. Bene, ora ci tengo a precisare che mio zio, in realtà, non è nemmeno mio zio. E' uno ziastro, in poche parole. 
Una casa rosata, incollata ad altre due ai suoi fianchi, con un piccolo giardinetto verde, mi era stata presentata e imposta a vita. Okay. Almeno sembrava carina. 
Scendemmo dalla macchina, e, dopo aver suonato il campanello, un'uomo alto, non cambiato per niente negli ultimi anni, ci si presentò davanti, con un sorriso accogliente stampato sul volto. Mi chiedevo se era davvero così felice di avermi lì con lui. 
"Mike!" Squittì April quando l'uomo fu a trenta centimetri da noi. 
"Ehi, sorellina!" Esclamò questo di rimando, abbracciando mia madre, trasformandola in una piccola bambina, sotto le sue braccia protettive. 
Dopo un caloroso abbraccio, questo mi sorrise, con uno sguardo stupito. 
"Katherin?!" Domandò quasi urlando. 
"E' meglio Kate, zio" Sorrisi, senza troppo entusiasmo. 
"Sei cambiata tantissimo, cavolo! Sei una bellissima ragazza, complimenti" 
Mi trovai un po' in imbarazzo davanti alle sue parole. 
"Che ne dite di entrare?" Domandò poi. 
"Io non posso, devo partire subito.." Mugugnò mia madre "Grazie ancora per tutto quello che stai facendo per noi, appena potrò ti ripagherò, non immagini quanto te ne sia grata" 
"Scherzi, vero? Sei come una sorella per me, non mi devi proprio nulla, è un piacere per me riavere un po' questo mostriciattolo in mezzo ai piedi" Sorrise l'uomo dai capelli brizzolati, dandomi un leggero buffetto sulla guancia. 
April lo ringraziò ancora, e prima di andarsene, mi ripetè che le sarei mancata, e che mi sarei dovuta comportare bene, per poi lasciarmi con un abbraccio. 
La salutammo mentre si allontanava con la macchina. In quel preciso istante una sensazione di panico invase i miei polmoni. Mi sentivo come strozzata. Come avrei fatto senza di lei per tutto questo tempo? 
Ci incamminammo fino all'entrata in silenzio, poi un frasutono di chiavi aprì la porta.
"Eccoci qua" Affermò soddisfatto. 
Nel guardarmi attorno, fui contenta, perchè ogni cosa era in ordine, e tutto sembrava ben tenuto e pulito. 
"E'davvero carino qui" Dissi, giusto per non lasciare sospeso troppo a lungo il silenzio.
"Dici? Grazie. Io e Zayn ci siamo impegnati per rendere tutto impeccabile" Rispose.
Io lo guardai curiosa.
"In questo momento non è in casa. Credo che avrete l'opportunità di incontrarvi di nuovo sta sera. Io devo uscire.. e lui ti porterà a mangiare fuori coi suo amici. Così almeno conoscerai qualcuno" Mi rassicurò. Lui e mia madre si assomigliavano così tanto. 
"Grazie, lo spero" 
Afferrai le mie valigie, e in quel momento Mike mi bloccò per il polso. 
"Le porto su io, sta tranquilla. Tu sdraiati pure sul divano, scommetto che sarai stanchissima" Mi sorrise ancora. In realtà non ero affatto stanca, ma accettai volentieri di sedermi, consapevole che quella notte non avrei dormito. Ero turbata dal continuo pensiero di Epson, dei miei amici, e dei posti che frequentavo abitualmente. Mi mancavano già.
Mi sfilai il cellulare dalla tasca, e composi velocemente il numero della mia migliore amica, che ormai ho imparato a memoria. 
Bip... Bip... Bip...
"Pronto?" La sua voce familiare mi fece provare una sensazione di tranquillità fantastica.
"Lizzie!" Urlai.
"Kate, tesoro! Sei già arrivata a Londra?" Domandò la bionda, dall'altra parte del telefono.
"Sì, appena arrivata" Risposi entusiasta.
"Com'è il posto?"
"Carino, davvero. E mio zio è ancora lo stesso, ed è un bene" 
"Sono felice per te! E tuo cugino? Com'è?" 
"Non lo so.. Deve ancora arrivare effettivamente. Questa sera dovrei uscire con lui e i suoi amici per cenare e conoscere qualcuno"
"Fico! Mi raccomando però: non rimpiazzarmi, eh"
Scoppiai in una risata, seguita dalla sua. Mi mancava averla qui, di fianco a me.
"Mi manchi già.." Mormorai.
"E tu a me. Ma fidati che ti divertirai" 
"Spero"
"Ne sono certa, e poi mi dimenticherai"
"No, questo mai!" 
"Senti, ora visto che sei appena arrivata non voglio rovinarti il tuo primo giorno facendotelo passare al telefono e sprecandoti tutto il credito che hai, okay? Quindi ti saluto, hai un sacco di cose da fare. Ti chiamerò io domani" 
"Ma io non ho niente da fare!" 
"Oh, sì invece. Pagherei per essere al posto tuo, troiona mia"
"Che simpaticona che sei, davvero"
"Perfetto. Ora ti abbandono coi tuoi pensieri da depressa patentata, ci sentiamo"
"Uffa.."
"Ciao"
"Ciao"
"Ti voglio bene"
"Anche io"
Bum.
Sentire Liz mi aveva fatto venir voglia di vivere, diciamo, ma mi era dispiaciuto doverla lasciare subito. 
Sentii i piedi di Mike scendere velocemente giù per le scale, per poi presentarsi davanti a me "Katherin, ora vado a fare spesa per domani, ci metterò un po', sono un lentone"
"D'accordo" Gli sorrisi. 
"A dopo" Squittì uscendo dalla porta con fretta.
Chiusi gli occhi appena la porta sbattè contro la soglia della porta. Lasciandomi cullare dalla brezza di quella città che tanto odiavo. 
"Forse questo è un nuovo inizio, Londra" Farfugliai "Forse potremmo cominciare come amiche, ora". 
  
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