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Autore: someonelikecris    07/07/2013    5 recensioni
Qualcosa in quegli occhi arrabbiati l'aveva fatto rimanere impalato a guardarlo, qualcosa nel modo in cui quelle labbra rosse si muovevano l'aveva completamente folgorato fino a girargli intorno ogni giorno, fino ad uscirci, fino a farci l'amore quasi ogni notte, fino a farlo reagire.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS partecipa al larry/ziam fest indetto dal Wanki <3
 

"I'm born free but still they hare, I'm born me, no, I can't change"
(Rise  Against - Make it stop)


Harry Styles era un ragazzo semplice e tranquillo, confonderlo nel marasma della gentaglia che popola Holmes Chapel era più che normale, quasi scontato a dirla tutta. Il ricciolino non aveva mai avuto nessun vizio, nessuna pecca, una fedina penale immacolata ed una media scolastica che gli permetteva di dormire tranquillo la notte, era intelligente e gli occhi sempre vivaci ne erano una prova spettacolare. 
Questo prima che sua madre si trasferisse in America con il suo nuovo marito lasciando Harry e sua sorella sotto la guida del padre: un generale sia in famiglia che a lavoro. Aveva spedito Harry in un istituto maschile senza chiedere nemmeno cosa lui ne pensasse e la stessa sorte era toccata a Gemma. 
Harry era tutte queste cose soprattutto prima di Louis Tomlinson e di quel suo sorriso che avrebbe potuto incantare perfino il diavolo. Harry adesso uno o due vizi ce li ha, uno è senza ombra di dubbio il tabacco e il sapore che gli lascia in bocca, l'altro -il più grande in assoluto- è il ragazzo con il ciuffo rosso che lo sta aspettando poggiato contro la sua macchina. Il solito sorriso di scherno tra le labbra, i jeans strappati e la maglia a maniche corte -comprata al concerto dei System Of A Down al quale ha trascinato anche il suo ragazzo- che scopre il suo braccio destro completamente pieno di inchiostro permanente. Disegni su disegni -pezzi di vita- gli fasciano il bicipite rendendolo ancora più tonico alla vista e altri ancora colorano l'avambraccio coprendo la pelle stranamente scura per un inglesotto. La fedina penale di Harry adesso non è più del tutto immacolata e questo per il figlio di un generale non è onorevole come non lo è per lui, così, grazie all'arrivo di Louis nella sua vita ha deciso che era tempo di smetterla di sporcarsi le mani di furti e farsi beccare solo per dar fastidio a suo padre. La media scolastica e l'intelligenza di Harry sono le uniche cose rimaste intatte e immutate in lui, le uniche cose che lo porteranno ad avere un futuro lontano da suo padre e da quella cittadina che odia.
Harry scende le scale della sua scuola e incurante degli sguardi di tutti quei figli di papà addosso, sfila dalla tasca dei suoi pantaloni blu un pacchetto di sigarette, ne estrae una e con le mani tremanti di nervoso la porta alle labbra nell'esatto momento in cui raggiunge la macchina di Louis.
Il maggiore gli sorride e una volta avvicinato l'accendino alla sigaretta di Harry dà fuoco al tabacco e osserva il suo ragazzo inspirare a fondo per poi buttare fuori con uno sbuffo spazientito.
"Chi ti ha fatto arrabbiare?" gli chiede Louis arpionandolo per i fianchi e schicciandoselo contro.
Tutti ad Holmes Chapel sanno di loro due e questo di sicuro non rende migliore il rapporto che Harry ha con l'uomo che davanti agli occhi dello stato è suo padre.
Harry scuote la testa e "Non mi va di parlarne, portami via di qui" dice tra i denti lasciandosi comunque tirare verso il petto di Louis. I loro volti sono vicini e il respiro del maggiore si infrange sulle gote rosse del riccio. Louis lo osserva, divora con gli occhi le labbra rosse strette attorno al filtro della sua chesterfield e, dopo avergli pizzicato un fianco, si scosta dallo sportello per permettere ad Harry di entrare.

 
Louis Tomlinson è piombato ad Holmes Chapel come nella vita di Harry Styles: per caso.
Sono poche le cose che ama e di cui non può fare a meno: la musica, i ragazzi e i tatuaggi.
La sua passione per i tatuaggi l'ha portato a lavorare nell'unico studio presente lì ad Holmes Chapel e una casuale camminata davanti a quell'istituto maschile l'ha portato ad Harry Styles.
Qualcosa in quegli occhi arrabbiati l'aveva fatto rimanere impalato a guardarlo, qualcosa nel modo in cui quelle labbra rosse si muovevano l'aveva completamente folgorato fino a girargli intorno ogni giorno, fino ad uscirci, fino a farci l'amore quasi ogni notte, fino a farlo reagire.
Perchè Louis Tomlinson nella vita del riccio è stato la scintilla che ha dato fuoco all'incendio che divora da mesi il suo cuore e a poco a poco l'ha riportato a galla, l'ha liberato dall'oppressione di suo padre, ha permesso ad Harry di sentirsi sicuro di se stesso. Talmente sicuro da mentire a suo padre e abbandonare il nuoto per dedicarsi ad un corso d'arte al quale Louis ama accompagnarlo ogni mercoledì e venerdì.
Giungono allo studio di tatuaggi dove Louis lavora tutti giorni esclusa la Domenica. Lì dentro ormai Harry è di casa. Entra salutando Stan con il cenno di una mano e un minuto dopo è seduto sulla sedia pieghevole che lui ha ribattezzato "sedia delle torture" mentre Louis rideva di lui e della sua paura degli aghi. Il negozio è vuoto, gli unici appuntamenti prenotati solo nel pomeriggio.
Così Louis si avvicina al suo ragazzo e nota ancora quel cipiglio nervoso e la sua espressione contratta. Poggia le mani sulle sue cosce e lascia un bacio dolce sulla fronte di Harry coperta dai ricci scuri. "Mi dici chi devo picchiare?" gli chiede ironico senza allontanarsi.
"Me" risponde scuro il riccio "Per essere un tale idiota" aggiunge con un tono che Louis non gli ha mai sentito addosso, davvero troppo triste per appartenere ad Harry.
Louis si allontana e, solo dopo essersi seduto sulla sedia accanto a quella specie di lettino, si avvicina ad Harry e poggia nuovamente le mani sulle cosce magre ma muscolose del minore.
"Cos'è successo?" chiede serio.
Harry lo guarda, studia gli occhi azzurri e quei lineamenti dolci, porta le dita magre tra i capelli chiari di Louis soffermandosi poi sul ciuffo colorato di rosso. Il maggiore rafforza la presa sulle cosce e Harry capisce che è arrivato il momento di parlare.
"Mio padre ha scoperto del corso d'arte. Il mio blocco da disegno ha alimentato il camino di casa" dice in un fiato "Non sono riuscito a salvare niente, niente. Mi ha portato via tutto come al solito, ancora una volta" conclude abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
Ciò che sente Louis all'interno del petto non sarà mai capace di descriverlo: è un concentrato di rabbia, delusione, tristezza e amarezza per la piega che la vita del suo ragazzo si è ostinata a prendere.
"Ne farai altri, Harry, non sarà questo a fermarti" tenta di rassicurarlo carezzandogli una guancia. Harry si lascia andare a quel tocco e si spinge contro il palmo morbido di Louis.
"Non è questo che mi preoccupa" sussurra il minore "Ciò che mi preoccupa è che lui possa portarmi via tutto quanto, senza nessuna eccezione. Forse ha ragione, dovrei smetterla ed accettare il fatto che sarò un soldato proprio come lui" asserisce tenendo gli occhi chiusi.
Louis si rifiuta di sentire quelle eresie lasciare la bocca di Harry, quasi lo prenderebbe a schiaffi per la stupidaggine di quei pensieri ma gli basta pensare all'inferno che ha dovuto passare lui con suo padre per trattenersi e rimandare giù il magone.
"Questa è la tua vita, Harry, lei nessuno può portartela via" adesso il viso di Harry è tra tutte e due le mani di Louis e gli occhi sono spalancati e attenti anche se umidi "Mi ascolti? Non sarai un soldato, sarai ciò che vuoi tu, non quello che tuo padre pretende" continua serio.
Harry scuote la testa e "Non posso vincere contro di lui"
"Non puoi nemmeno smettere di lottare" lo rimbecca il maggiore "E so quale potrebbe essere un ottimo metodo per ribattere al suo gesto" continua indicando la macchinetta per i tatuaggi.
Harry sgrana gli occhi e scuote la testa in un "Non posso, un soldato non può.."
"Lo so che non te ne frega niente della divisa, Harry" sorride Louis "Hai solo paura" lo pungola per spronarlo. Le narici del riccio si dilatano e le sopracciglia si inarcano all'inverosimile quando "Non è vero!" esclama indignato.
"Provamelo" sorride Louis sornione "Fa' vedere a tuo padre di che pasta sei fatto!"
"Non-non saprei neanche che fare" balbetta Harry in cerca dell'ennesima scusa.
"Per quello ci sono io" continua a sorridere Louis prima di alzarsi e lasciare un bacio a stampo sulle labbra rosse di Harry.

 
La pelle e gli aghi sono disinfettati. Harry è seduto davanti a Louis, il braccio sinistro steso verso di lui. Louis lo guarda mentre pulisce ancora una volta la macchinetta.
"Sei pronto?" gli chiede dolcemente. 
Harry vorrebbe urlare di no, che non è pronto, che quell'aggeggio gli mette una paura infernale e ne basta il suono per fargli venire da vomitare ma non ci riesce e non perchè se ne vergogni – con Louis non si vergogna di niente – semplicemente perchè si è reso conto che il suo ragazzo ha ragione, che almeno la sua pelle suo padre non può portargliela via.
Così rilassa il braccio e "Sì" risponde cercando di rimanere tranquillo.
"Quando fa troppo male mi fermo, ok?" gli chiede Louis forse più in ansia di lui, gli occhi azzurri puntati sul viso del riccio in cerca di qualsiasi segno di ripensamento ma no, non ne vede nemmeno uno. Harry annuisce e allora il maggiore fa partire la macchinetta avvicinandola a quel polso fino. Non appena gli aghi cominciano a bucare la sua pelle Harry spalanca la bocca ma immediatamente si morde un labbro per impedirsi di urlare. Decide di concentrare lo sguardo sul viso di Louis, chino sul suo polso, concentratissimo e attento.
Ogni goccia di inchiostro che colora la pelle di Harry è un suo tratto, è qualcosa che suo padre non potrà mai togliergli o negargli. 
Quando però Louis arriva più vicino all'osso sa che quello è il picco di dolore, infatti Harry questa volta non riesce a trattenere un gemito. China il capo sul suo braccio e Louis immediatamente si ferma tamponando sangue ed inchiostro in eccesso. Poi si avvicina al suo ragazzo e gli alza il mento prima di "Sono così fiero di te" sussurrare a poco dalle sue labbra. Allora Harry, come è solito fare, ci si butta a capofitto su quelle labbra rosa. Assaggia e si perde nella bocca di Louis beandosi del freddo della pallina di argento che il maggiore ha sulla lingua. E' una danza d'amore, incoraggiamento, orgoglio, passione e speranza. E' un mordersi lento e un riscoprirsi estasiato, come ogni volta. Harry gioca con il piercing sulla lingua di Louis e il castano come al solito sorride nel bacio portando una mano dietro la nuca del minore.
Quando si allontana è solo per "Ti giuro che ho quasi finito, ce la fai?" chiedergli con sguardo dolce. Harry annuisce e lo osserva tornare al suo posto, riprende fiato e chiude gli occhi mentre Louis aziona di nuovo la macchinetta.
Dieci minuti dopo sul polso sinistro di Harry Styles la più grande verità della sua vita troneggia padrona e si fa beffa di chiunque la guardi. "I can't change".
Perchè lui è nato così, è nato per vivere, non sopravvivere.
Lui non può cambiare e Louis lo sa, Louis lo ama e ci mette la firma.

 
"Proud I stand of who I am, I plan to go on living"
(Rise Against - Make it stop)
  
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