“Uff… sono esausta!”
richiusi finalmente l’enorme valigia che avevo preparato con cura per il nostro
viaggio.
“Dovresti riposare tesoro… negli ultimi tempi ti sei stancata
molto…” disse Joe, che mi guardava dall’altra parte della nostra camera.
“Sì
hai ragione… comunque qua ho finito… adesso vado a farmi una doccia e poi subito
a dormire… domani dobbiamo alzarci presto…”
Mio marito sorrise: “Sai… in
questo momento sembri una bambina che ha appena ricevuto un bel
regalo…”
“Beh… sì, è vero… in fondo rivedere Parigi ha sempre un effetto
positivo su di me!”
“L’avevo notato… dovrò portarti in Francia più
spesso!”
Mi avvicinai con fare vagamente minaccioso, puntando il dito indice
contro di lui, dicendo: “Non in Francia mon amour… a Paris!”
“Oh… come
desidera, madame!” fece un inchino che aveva qualcosa di comico, così non
potemmo fare a meno di scoppiare a ridere entrambi.
“Purtroppo non sarà un
viaggio di piacere…” disse Joe, tornando di nuovo serio.
“Oh no… non
ricordarmelo… ci penseremo domani” sfiorai le sue labbra con un bacio e mi recai
in bagno, lasciandolo alle prese con il suo bagaglio…
L’acqua scorreva sopra
di me… era una sensazione strana, il suo cadere lento aveva il potere di lavare
via i miei dispiaceri, tutti i miei brutti ricordi… era solo un momento, sapevo
che sarebbero tornati, ma più il tempo passava e più riuscivo ad attutire il
dolore e le sofferenze di una vita da cyborg…
Improvvisamente sentii un tocco
leggero, diverso, prima sulle mie spalle… poi lungo la schiena… per finire sui
fianchi…
“Non sapevo che l’acqua avesse le dita…” dissi.
Joe non rispose,
ma riuscii ad intuire il suo sorriso, prima che cominciasse a baciarmi sul
collo…
“Tesoro… è molto tardi…” tentai invano di resistere, ma lo volevo
davvero?
Mi voltò verso di sé, prendendo il mio viso tra le sue mani… i suoi
occhi scuri mi fissavano in silenzio… era come se mi vedesse per la prima volta
in vita sua…
Quel suo sguardo profondo aveva sempre avuto un effetto ipnotico
su di me…
“Joe…” tentai di parlare… ma non sapevo bene che cosa voler dire
con precisione.
Lui sfiorò i miei capelli bagnati… “Sei così bella…” la sua
voce era rotta dall’emozione… “sei la cosa migliore che sia capitata in tutta la
mia esistenza… ti amo Françoise… ti ho sempre amata tanto…”
Avevo le lacrime
agli occhi… prese le mie mani e le poggiò sul suo petto… “Senti?... Anche se
sono un cyborg, ho ancora un cuore e appartiene solo a te… tu sei entrata qui
dentro e farò in modo che niente e nessuno possa portarti via da me…”
“Amore
mio… questo non succederà mai…”
Mi attirò a sé, cingendomi la vita e mi baciò
profondamente… non riuscivo più a percepire il mondo intorno a me, soltanto le
sue labbra sulle mie… soltanto i nostri sentimenti…
Ci amammo per tutta la
notte…
__________________________________________________________________
Il viaggio per Parigi
era stato molto lungo e la differenza di fuso orario si era fatta sentire… come
se non bastasse, Joe ed io ci eravamo sorbiti per tutto il tempo le battutine
ironiche di 002…
“Ma guarda che facce pallidocce… qualcuno si è stancato
parecchio stanotte!” disse, mentre facevamo il nostro ingresso all’hotel La
Paix, che ci avrebbe ospitato per i giorni avvenire.
Alla fine, esausta, gli
risposi per le rime “Hai proprio ragione Jet… sai, dovresti provare a farlo
anche tu ogni tanto... potrebbe anche piacerti…”
Gli altri scoppiarono a
ridere, mentre 002 diventava rosso in viso come i suoi capelli… Bretagna si
avvicinò e gli dette una pacca amichevole sulla spalla “Te la sei proprio
cercata, amico!”
Jet emise quello che sembrava un ringhio soffocato che
aumentò ancora di più l’ilarità generale.
“Ah… ehm…” il Dottor Gilmoure
interruppe quella che per me era diventata una situazione imbarazzante “andate a
sistemarvi nelle camere ragazzi… 002, 003, 009… ci troviamo qui nella hall alle
22.00 in punto” detto questo si avviò alla reception per ritirare le chiavi
della sua stanza e noi lo imitammo…
La missione era ufficialmente
iniziata.
“Dovresti riposare tesoro… negli ultimi tempi ti sei stancata molto…” disse Joe, che mi guardava dall’altra parte della nostra camera.
“Sì hai ragione… comunque qua ho finito… adesso vado a farmi una doccia e poi subito a dormire… domani dobbiamo alzarci presto…”
Mio marito sorrise: “Sai… in questo momento sembri una bambina che ha appena ricevuto un bel regalo…”
“Beh… sì, è vero… in fondo rivedere Parigi ha sempre un effetto positivo su di me!”
“L’avevo notato… dovrò portarti in Francia più spesso!”
Mi avvicinai con fare vagamente minaccioso, puntando il dito indice contro di lui, dicendo: “Non in Francia mon amour… a Paris!”
“Oh… come desidera, madame!” fece un inchino che aveva qualcosa di comico, così non potemmo fare a meno di scoppiare a ridere entrambi.
“Purtroppo non sarà un viaggio di piacere…” disse Joe, tornando di nuovo serio.
“Oh no… non ricordarmelo… ci penseremo domani” sfiorai le sue labbra con un bacio e mi recai in bagno, lasciandolo alle prese con il suo bagaglio…
L’acqua scorreva sopra di me… era una sensazione strana, il suo cadere lento aveva il potere di lavare via i miei dispiaceri, tutti i miei brutti ricordi… era solo un momento, sapevo che sarebbero tornati, ma più il tempo passava e più riuscivo ad attutire il dolore e le sofferenze di una vita da cyborg…
Improvvisamente sentii un tocco leggero, diverso, prima sulle mie spalle… poi lungo la schiena… per finire sui fianchi…
“Non sapevo che l’acqua avesse le dita…” dissi.
Joe non rispose, ma riuscii ad intuire il suo sorriso, prima che cominciasse a baciarmi sul collo…
“Tesoro… è molto tardi…” tentai invano di resistere, ma lo volevo davvero?
Mi voltò verso di sé, prendendo il mio viso tra le sue mani… i suoi occhi scuri mi fissavano in silenzio… era come se mi vedesse per la prima volta in vita sua…
Quel suo sguardo profondo aveva sempre avuto un effetto ipnotico su di me…
“Joe…” tentai di parlare… ma non sapevo bene che cosa voler dire con precisione.
Lui sfiorò i miei capelli bagnati… “Sei così bella…” la sua voce era rotta dall’emozione… “sei la cosa migliore che sia capitata in tutta la mia esistenza… ti amo Françoise… ti ho sempre amata tanto…”
Avevo le lacrime agli occhi… prese le mie mani e le poggiò sul suo petto… “Senti?... Anche se sono un cyborg, ho ancora un cuore e appartiene solo a te… tu sei entrata qui dentro e farò in modo che niente e nessuno possa portarti via da me…”
“Amore mio… questo non succederà mai…”
Mi attirò a sé, cingendomi la vita e mi baciò profondamente… non riuscivo più a percepire il mondo intorno a me, soltanto le sue labbra sulle mie… soltanto i nostri sentimenti…
Ci amammo per tutta la notte…
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“Ma guarda che facce pallidocce… qualcuno si è stancato parecchio stanotte!” disse, mentre facevamo il nostro ingresso all’hotel La Paix, che ci avrebbe ospitato per i giorni avvenire.
Alla fine, esausta, gli risposi per le rime “Hai proprio ragione Jet… sai, dovresti provare a farlo anche tu ogni tanto... potrebbe anche piacerti…”
Gli altri scoppiarono a ridere, mentre 002 diventava rosso in viso come i suoi capelli… Bretagna si avvicinò e gli dette una pacca amichevole sulla spalla “Te la sei proprio cercata, amico!”
Jet emise quello che sembrava un ringhio soffocato che aumentò ancora di più l’ilarità generale.
“Ah… ehm…” il Dottor Gilmoure interruppe quella che per me era diventata una situazione imbarazzante “andate a sistemarvi nelle camere ragazzi… 002, 003, 009… ci troviamo qui nella hall alle 22.00 in punto” detto questo si avviò alla reception per ritirare le chiavi della sua stanza e noi lo imitammo…
La missione era ufficialmente iniziata.