Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Kaileena1987    20/01/2008    9 recensioni
Quarto anno, Hogwarts. Una strana pozione dall'effetto inatteso aiuterà Draco Malfoy a rubare il primo bacio a Hermione; complice un Blaise Zabini versione 'stylist'.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa one-shot la dedico a Daniela e Stefania, (sì, proprio voi due! U_U), le quali nonostante gli impegni lavorativi riescono sempre a seguire quello che scrivo e che con la loro gentilezza mi fanno sbrillare ogni giorno! Spero che questa shot vi piaccia e ricordate: contro animali, iene e avvoltoi il mio forno è sempre acceso e bollente, basta solo chiedere!! ^^

Disclaimer: i personaggi di questa fanfiction appartengono a J.K. Rowling a eccezione della piccola Malfoy. Li ho solo presi in prestito e non li utilizzerò per fini di lucro!

UN GIORNO… UN BACIO



Hogwarts, quarto anno, nel bel mezzo del Torneo Tremaghi

Hermione Granger ancora non riusciva a crederci. Lei, la Secchiona di Hogwarts conosciuta dagli Slytherin anche come Mezzosangue Zannuta, la sera prima era stata invitata al Ballo del Ceppo niente meno che da Viktor Krum, Cercatore d’oro della Nazionale Bulgara di Quidditch e Campione di Durmstrang.
Non ci credo, non ci credo!, continuava a ripetersi anche in quel momento, pettinandosi i ribelli riccioli color cioccolato che erano il suo orgoglio e la sua dannazione. Sì, certo, manca ancora un mese al Ballo ma… No, smettila, Hermione! Questo pomeriggio c’è un’importante lezione di Pozioni, non puoi distrarti!
Piton qualche settimana prima li aveva avvertiti che proprio quel giorno avrebbe fatto preparare loro una importante pozione da G.U.F.O.; ovviamente Ronald si era lamentato ad alta voce dicendo che a loro mancava ancora una anno per quegli importanti esami facendo così perdere ai Gryffindor dieci punti tondi.
Dovrebbe imparare a stare zitto!, pensò raggiungendo la sua amica Lavanda Brown per andare insieme a fare colazione. Mentre la ragazza ciarlava su quanto fosse figo Cedric Diggory, Hermione pensava alla pozione stando bene attenta a incatenare Viktor in un angolino del suo cervello.
Ben presto il tavolo dei Gryffindor si riempì e Harry Potter si sedette accanto alla sua migliore amica con un’aria un po’ abbattuta.
“Harry, tutto bene?”, gli domandò spalmandosi una generosa dose di marmellata di lamponi su una fetta di pane tostato.
Gli occhi smeraldini luccicarono tristi. “Per niente. Ho chiesto a Cho di accompagnarmi al Ballo e…”
“Picche”, concluse la ragazza, alla quale la bella cinesina proprio non piaceva.
“Già”, borbottò lui gettando un’occhiataccia al tavolo degli Hufflepuff dove Diggory era servito e riverito da un gruppetto di ragazze cinguettanti della sua Casa.
“C’è tempo, Harry”, bofonchiò Ron, accanto alla sorella, la bocca piena di frittelle, “non preoccuparti. La prossima volta andrà me… URGH!”
Stava soffocando.
Ginny e Harry gli diedero poderose pacche sulla schiena mentre Tiger, che lo aveva urtato di proposito, rideva come l’idiota serpe che era.
“Ah, Lenticchia, dovresti stare più attento. Capisco che tu non debba essere abituato a tutta questa abbondanza, ma un po’ di contegno!” La voce calda e vellutata di Draco Malfoy riuscì come per magia a sovrastare le risate del suo gruppetto Slytherin, urtando i nervi dei Gryffindor coinvolti.
“Gira al largo, Malferret, non vorrai davvero che il professor Moody ti trovi ancora a darci fastidio”, frecciò Harry una volta che l’amico riprese il colorito normale.
Le iridi d’argento si fecero tremendamente fredde. “Se io fossi in te starei attento a ciò che dici, Sfregiato…”
“Altrimenti?”, lo provocò Hermione sapendo che probabilmente l’occhio magico del professore li stava tenendo d’occhio.
Malfoy la gelò con un’occhiataccia. “Nessuno ti ha interpellata, Mezzosangue. Più che altro… cos’è quel cespuglio informe che hai in testa? Quel tuo gatto pulcioso ha finalmente tirato le cuoia?”
La ragazza si portò le mani alla testa: quella mattina si era dimenticata di legarsi i capelli, accidenti, e ora i folti boccoli le coprivano selvaggi la schiena.
Dopo quell’ultima frecciata il gruppo Slytherin si ritirò in fretta: Moody si stava agitando.
“Non dargli retta, Hermione, sono molto belli.” Era Ginny, che aveva sempre avuto una predilezione per quei suoi ricci.
In effetti si era sempre chiesta come facessero a piacerle, ma…
Verrà il giorno in cui Malferret rimpiangerà tutte le cattiverie che ci ha rifilato in questi anni!

La mattina e la pausa pranzo passarono veloci e infine arrivarono le tanto odiate doppie ore di Pozioni con gli Slytherin… e con un alquanto incazzato Piton, vittima ‘innocente’ di uno dei famosi scherzi dei gemelli Weasley che erano costati ai Gryffindor ben cinquanta punti.
“Bene! Aprite quelle orecchie e chiudete le bocche!”, sbraitò entrando come un tornado nell’aula dei sotterranei, i capelli unticci simili a spaghetti gli danzavano sulle spalle scarne. “Qui ci sono gli ingredienti”, batté la punta della bacchetta sulla lavagna e una lunga lista apparve, “qua il procedimento”, altro colpo altro papiro. “Avete un’ora e mezza di tempo, chi ce la farà avrà venti punti per la sua Casa.” Osservò i Gryffindor con una smorfia. “Ordini del Preside.”
Che cazzata, pensò Draco incominciando a triturare finemente i suoi occhi di tritone.
Con la coda dell’occhio notò un movimento. Chi se non la Mezzosangue potrebbe fare una domanda a un Piton così incazzato, ironizzò notando al contempo che fra gli ingredienti c’era un piccolo problema.
“Professore! Professor Piton?”, trillò la ragazza dopo un po’.
Gli occhi neri dell’uomo la guatarono torvi. “Sì, signorina Granger?” La sua voce grondava veleno. Decisamente quella non era la giornata giusta per i rapporti Gryffindor-Piton. Ma dopotutto quale lo era mai stata?
“Sì, ecco. C’è un piccolo intoppo negli ingredienti, signore.”
“Ma non mi dire. Se tu avessi letto attentamente i miei appunti, signorina Granger, avresti notato che sta a voi decidere che ingrediente usare per ultimo in base alla sua alchimia con gli altri.”
Pansy Parkinson ridacchiò estasiata: adorava vedere la So-Tutto-Io in quello stato di mortificazione.
Hermione strinse la mandibola e non ribatté; voleva dirgli un altro paio di cosette, tipo che non aveva scritto che effetto avrebbe avuto la pozione una volta conclusa in modo giusto o perché alla fine avrebbero dovuto bersela.
L’ora e mezza a disposizione passò velocemente e alla fine gli studenti scelsero un po’ a casaccio l’ingrediente fra diciotto possibilità.
Appena scaduto il tempo Piton spense i fuochi sotto i calderoni e gli occhi gli brillarono sadici. A quanto pareva la sua era una specie di vendetta a cui nemmeno i pupilli Slytherin sarebbero scampati.
Dopo aver quasi abbaiato un ordine i ragazzi si misero a riempire un bicchiere ciascuno della propria pozione e Neville perse cinque punti perché aveva rotto il suo.
Hermione, sei una sciocca totale, sicuramente il pensiero del Ballo ti ha distratta facendoti sbagliare… I suoi occhi d’oro saettavano da una parte all’altra dell’aula per cercare di capire quale ingrediente avessero scelto gli altri; purtroppo le pozioni avevano tutte colore diverso.
La sua era di un assurdo color lilla… aveva usato infuso di artemisia, ma…
“Bevete”, ordinò Piton con iridi sempre più sadiche. Era sicuro che il suo adorato pupillo, Malfoy, non avesse utilizzato l’artemisia, dopotutto glielo aveva praticamente suggerito la sera prima…
… non sapendo però che il biondino avesse la mente occupata dalla sua ultima conquista, una Prefetto Ravenclaw con un paio di gambe chilometriche, la quale lo stava aspettando nel bagno dei Prefetti.
Draco ingollò in un sorso il liquido lilla assai dolciastro e subito una strana sensazione gelida gli trapassò le tempie. E che cazzo! Spero di non essermi avvelenato!
Cosa?
Cosa?! Chi… Si voltò di scatto verso la sua sinistra, incontrando un paio di inorridite iridi d’oro. Ma… Che diavolo di pozione è?!
Smettila di urlare! E fuori dalla mia testa!
Tu fuori dalla mia testa, schifosa Mezzosangue!
Qualcosa non quadrava a Piton, era chiaro.
Perché la Granger e Draco si fissavano inorriditi? Perché?!
“Ehm… Professore? Cosa dovrebbe succedere di preciso?” Era Blaise Zabini, il quale aveva aggiunto foglie di menta per un puro fattore estetico: infatti la sua pozione era diventata di un bel colore argenteo perciò per rispetto alla sua Casa aveva aggiunto il verde.
“Niente, signor Zabini, proprio niente”, ringhiò.
Che cazzo! Questo gli sembra niente?!, pensò Draco scuotendo la testa infastidito.
Smettila di dire parolacce, Malferret!
Me ne sbatto! “Professore!”
“Tutti fuori da quest’aula! Signor Malfoy, signorina Granger, alla cattedra!”
“Mione, l’hai fatta giusta!”, mormorò Harry orgoglioso della sua migliore amica e contento di potersela svignare venti minuti prima da quell’antro infernale.
Sì, ma a quale prezzo?, pensò la ragazza rivolgendo a Ronald un debole sorriso dopo che anche lui si fu complimentato.
Ma quanto sono carini?, frecciò Malfoy raggiungendo la scrivania per primo.
Va’ al diavolo!
Gli si piazzò di fianco, le braccia conserte sul petto e gli occhi fissi sul professore.
“Sì, be’… Credo che ormai abbiate capito qual è l’effetto della pozione”, si costrinse a dire Severus ignorando l’occhiata assassina del biondo.
“Sì, è voglio l’antidoto!”, ringhiò questi sporgendosi sulla scrivania.
Per una volta Hermione fu d’accordo con lui.
“Spiacente non esiste. Durerà ventiquattro ore.”
“CHE COOOSSAAA?!”, esclamarono in coro, totalmente ripugnati.
No! Dovrò stare nella sua testa fino alle sei di domani?!, inorridì Hermione.
Io ne sono entusiasta quanto te, Granger!
Si scambiarono delle tremende occhiatacce ma né l’oro né l’argento vinse.
“Mmh… Venti punti a testa. Ora andate”, li liquidò Piton alquanto stressato. “Eppure ieri sera ti avevo avvertito, Draco.”
“Ieri sera?” Tutto quello che gli veniva in mente di quel periodo di tempo erano un lungo paio di gambe snelle e abbronzate e…
“Malfoy!”, strillò Hermione inorridita.
“Sì! Fuori!”, sbraitò Piton seccato all’inverosimile. Fra tutti gli alunni che potevano cadere vittima del suo crudele scherzetto proprio Malfoy doveva capitare. Ma vabbè… almeno così la prossima volta gli avrebbe prestato più attenzione.
“Non osare più pensare cose simili”, sibilò Hermione una volta che furono nell’umido, deserto corridoio. Evidentemente nemmeno gli Slytherin erano così pazzi da voler incontrare Piton dopo una lezione del genere.
Perché? Se no cosa fai, Mezzosangue? Pensi di uccidermi?
Sei un pervertito!, ribatté quando le baluginò l’immagine di un bagno enorme che non aveva mai visto.
E tu una bacchettona, Granger. Ma questo si è sempre saputo.
“Cosa vuoi dire?”, gli ringhiò addosso afferrandolo per un braccio. “Ti diverti a essere così odioso e irritante?”
Lui si liberò lentamente, come si sarebbe liberato da un insulso granello di polvere poggiato sul suo maglione di lana pregiata. Mezzosangue, ti devo forse ricordare che non serve che tu parli?
Hermione raddrizzò lentamente la schiena, fissandolo negli occhi d’argento. Mh… E ora che facciamo? Non possiamo tornare dagli altri come se niente fosse.
Perché no?, domandò cominciando a incamminarsi vero Slytherin con calma ed eleganza. Quel ragazzo aveva da sempre una grazia innata ed altezzosa che molti invidiavano e altri tentavano invano di imitare; Hermione si era sempre chiesta se fosse così stronzo per natura o perché erano stati suoi genitori a imporgli fin da piccolo un comportamento del genere.
L’immagine di un paio di seni tondi e rosei la fece trasalire.
“MALFOY!”

E così avevano optato per la biblioteca. Almeno per la mezz’ora che mancava alla cena. Momento in cui Hermione pensava sarebbe impazzita, sì, decisamente. Con tutto il caos che c’era durante i pasti dubitava di riuscire a non pensare a qualcosa di compromettente… ad esempio Viktor.
Oddio!
Che hai Mezzosangue?, le domandò Draco sfogliando senza interesse un libro di Pozioni.
Niente… Oddio!
Senti, mi hai rotto con questo oddio! Pensa a quello che devi pensare e falla finita!
“No, grazie!”, rispose ad alta voce beccandosi un’occhiataccia dalla bibliotecaria, che non sopportava che si chiacchierasse.
Prese dalla sua pila di libri un volume spesso venti centimetri di Trasfigurazione e prese a sfogliarlo con attenzione, distraendo i suoi pensieri da… Nessuno! La sua mente era completamente libera!
Purtroppo, però, la fame cominciava a farsi sentire; il suo stomaco emise un poco signorile rumore che fece ghignare Malfoy.
Non so cosa tu mi stia nascondendo, Mezzosangue, ma stai pur certo che durante la cena lo scoprirò. E mi piacerà!
Ti odio!
Nh… Chi disprezza compra, Granger.
Lasciarono alla bibliotecaria i libri che avevano preso e si diressero verso la Sala Grande, seguiti con lo sguardo da tutti coloro che incrociavano nei corridoi.
Si staranno domandando perché ce ne andiamo in giro insieme, commentò Hermione.
Si fottano. Non sono affari loro, fu la gentile e garbata risposta di Draco, il quale aveva appena fulminato con gli occhi un paio di ragazzini del secondo anno che li fissavano a bocca aperta.
Sì, bravo, e io cosa dirò a Harry e Ron?
Quello che ti pare. Non sono cose che mi riguardano.
Stronzo! Fu l’ultimo pensiero della ragazza una volta entrati nella Sala, già mezza piena di ragazzi affamati. Si separarono, ognuno diretto al proprio tavolo e Hermione gemette fra sé quando notò che i suoi due amici e Ginny la stavano aspettando.
Oh, no! Malfoy le ridacchiò in testa. Di certo lui non avrebbe avuto problemi. Stronzo!
Svuotò completamente la mente, sedendosi accanto alla rossa.
“Herm, perché sei arrivata con Malfoy? Piton vi ha lasciati andare solo adesso?”, le chiese subito sporgendosi leggermente in avanti.
“Ehm…” Già, vediamo che t’inventi ora, eh, Mezzosangue! Avremmo dovuto crearci un alibi secondo te? Zitto! “Sì, ecco…” Altro flash di schiuma bianca e morbida. Malfoy, se non la smetti giuro che ti uccido! “Semplicemente ci ha dato venti punti a testa e poi ci ha lasciati andare; ne ho approfittato per andare un attimo in biblioteca e…” Oh, no!! Viktor Krum si era appena seduto al tavolo degli Slytherin con il suo gruppo di Durmstrang. Mmh, questa sera a cena c’è del tacchino! Adoro il tacchino! Con le patate al burro, poi… Mezzosangue, Mezzosangue… Non pensare alla cena… La tua amica stracciona attende ancora una risposta…
In effetti Ginny la stava osservando in un modo molto strano. “Herm, che effetto aveva la pozione di cui mi hanno parlato Harry e Ron?”
“Effetto? Nessun effetto!”, esclamò fulminando i due ragazzi. “Doveva solo… ehm… diventare lilla!”
“Lilla? E perché?”, chiese il moro stupefatto.
Già, perché, Granger?
Fottiti!
Ma che linguaggio interessante!

“Perché… Perché…” Oh no!! Davanti a lei era appena apparsa della carpa in agrodolce, piatto tipicamente bulgaro.
Mezzosangue, prima o poi scoprirò a cosa cerchi di non pensare…
“Perché? Mione, tutto bene?”, le domandò Ron, temendo che Piton l’avesse avvelenata.
“Sì! Sì! Tutto bene, Ron!! Doveva diventare lilla… e l’ingrediente segreto era l’infuso di artemisia!”, esclamò a gran voce facendo girare mezza tavola Gryffindor.
Ora non è più così segreto, Granger…
“Ehm… Sì, va bene, Hermione”, cercò di placarla Harry. “Vuoi un po’ di carpa? Ho visto che la stavi fissando…” Le porse il vassoio con sopra una bandierina della Bulgaria.
“Io davvero non capisco perché ci sono piatti tipici bulgari… Durmstrang non può essere lì, in quella scuola si gela a giudicare dalle uniformi che hanno…”, rifletté Ginny.
“E’in onore di Krum, immagino”, rispose Ron dando un’occhiata al ragazzo seduto all’altro capo della Sala.
Oddio! Oddio!
Sei vegetariana, Granger? Per questo non vuoi la carpa? Oppure…

Ron, intento a osservare Krum, notò che Malfoy ghignava.
… ti piace Krum?
Krum? Krum?! No! Assolutamente no! Nemmeno lo conosco… Nemmeno ci ho mai parlato!
A-ha. Se lo dici tu.

Hermione si riempì il piatto fino all’inverosimile, prendendo di tutto fuorché quella dannata carpa che la osservava maliziosa con quei suoi occhietti bianchi.
Vai al diavolo!, le disse.
Non ho fatto niente, non sto nemmeno pensando!
Non tu, la carpa!
Nh… Quella pozione deve averti maciullato il cervello, Mezzosangue. Ti metti a insultare addirittura i pesci morti, adesso…
Stai zitto! Non pensare!
E’ difficile, sai, quando quella deliziosa Prefettina bionda mi guarda come se volesse mangiarmi… di nuovo…
Sei un porco!
Ma almeno i miei ormoni funzionano. E i tuoi? Dove sono finiti? Ancora in letargo?
I miei ormoni non sono affar tuo. Pensa ai tuoi.
Oh, ci sto pensando, credimi…

E lei gli credeva, oh, se gli credeva a giudicare dalle sue guance sempre più rosse.
“Herm, stai poco bene?” Era Harry, che si era accorto dello strano comportamento della sua migliore amica.
“Ehm… Sì! Sì! In effetti… Sono un po’ stanca. Penso che andrò alla torre. Sì!” Si alzò dalla panca come una molla, precipitandosi fuori dalla Sala come se avesse il diavolo alle calcagna.
E ce l’aveva.

Non sapendo quanta ‘portata’ avesse la pozione, mentre correva per i corridoi in direzione della torre dei Gryffindor, ripeté a memoria tutte le leggi per una corretta Trasfigurazione di un maiale in un procione; almeno fino a quando non andò a sbattere contro qualcuno.
Sempre la solita distratta…
“Malfoy!”, urlò staccandosi immediatamente dalle braccia le mani di lui che le avevano impedito di cadere.
Sì. Pensavo che potremmo andare a farci un giretto nella Stanza delle Necessità, le propose afferrandola per il gomito.
Lei strillò risentita, affibbiandogli un potente ceffone sulla guancia pallida.
“Ahia! Ma sei impazzita?! Credi davvero che farei una proposta di quel genere a te?!”, protestò Draco massaggiandosi la parte offesa.
“E allora cosa vuoi farci nella Stanza delle Necessità? So per che cosa viene usata!”
Un gruppetto di ragazzini del secondo anno li superò ridacchiando, facendo sobbalzare Hermione.
Non hanno sentito.
Lo spero per te, Malferret.
Senti, avevo solo pensato che stanotte dubito riusciremo a dormire…
Domani è sabato, niente lezioni, gli fece notare mentre lui tornava ad afferrarle il braccio.
Sì, infatti. Proprio per questo gli Slytherin hanno organizzato una… festicciola per quelli di Durmstrang.
Immagino che tipo di festicciola. Dove mi stai portando?! Ti ho detto che non voglio venire con te in quella Stanza.
Eccome se ci verrai, Granger. La festa è lì e tu ci parteciperai. Almeno penseremo alle stesse cose e io non sarò distratto dai tuoi libri!

“Scordatelo!” Puntò i piedi a terra, cercando di liberarsi il braccio, invano. “Vuoi forse che mi metta ad urlare nella tua testa finché non ti rotolerai a terra?!”
Provaci, Mezzosangue, e te lo farò rimpiangere. Ora andiamo. Nessuno ha intenzione di violentarti. E poi, andiamo… Chi potrebbe volerlo?
Stronzo!
L’ho già sentita.

Arrivarono in un corridoio completamente deserto e sul muro alla loro destra comparve una porta di legno a due ante finemente intagliata e con le maniglie di acciaio.
Entra, le ordinò aprendo un’anta e spingendocela dentro. La festa comincerà fra un paio di orette; vestiti bene… Per quanto ti sia possibile, ovviamente.
E la chiuse dentro.

Ma brutto stronzo, apri questa porta!, gli urlò senza molti risultati. Sulle ante apparve un biglietto: spiacente, Mezzosangue, ma la Stanza delle Necessità l’ho aperta io e avevo la necessità di non sentire più la tua voce in testa. Vestiti e sta’ zitta. Purtroppo credo che quando tornerò questo effetto non ci sarà più e dovrò tornare a sorbirmi le tue urla isteriche.
“Ma non è possibile! Come fa a esistere un essere come lui? Come?!” Si voltò. La Stanza era completamente deserta fuorché un armadio enorme e un tavolino con specchio. Pensa davvero che io parteciperò a quella dannata festa che sicuramente si trasformerà in un’orgia?!
Con tre passi raggiunse l’armadio, ma non lo aprì. Sì, lo pensa davvero, che stupida sono. Uff… Si decise ad aprirlo e rimase di sasso.
Era pieno zeppo di miniabiti con scollature vertiginose e scarpe dal tacco a spillo minimo dieci centimetri.
Ok, Malfoy è definitivamente impazzito!
Si sedette sullo sgabello rivestito di velluto verde del tavolino e attese.

Silenzio. Finalmente il silenzio. Le ultime due ore erano state infernali per l’illustre mente Purosangue dell’erede dei Malfoy.
Incredibile, quella ragazza non riesce proprio a fare a meno di pensare… Mi piacerebbe sapere però a cosa stava tentando di non pensare…
“Draco!” Blaise gli si affiancò; aveva appena terminato di cenare e aveva cercato l’amico per quasi tutto il castello. “Oggi sei davvero strano, sai? Ma alla fine che effetto aveva la pozione?”
“Per ventiquattro ore posso sentire i pensieri della Granger e lei i miei”, spiattellò tranquillamente adattando le sue lunghe falcate eleganti alla camminata rilassata del suo migliore amico.
“Ah!” Blaise scoppiò a ridere. Poi si interruppe. “Stai scherzando, vero?”
“Affatto.”
“Ah…” Entrarono insieme nella loro Casa, dove tutti erano molto eccitati all’idea della festa di quella sera. I ragazzi di Durmstrang erano molto selettivi in fatto di compagnie; però le loro idee sulle Arti Oscure coincidevano con i ragazzi verde-argento e perciò gradivano la loro compagnia. E per questo avevano accettato di buon grado l’invito al party in loro onore organizzato dagli Slytherin del sesto e settimo anno. “Dimmi, a cosa pensa la bella Granger?”
“Pensa che hai bisogno di un bel paio di occhiali, Blaise”, rispose Draco accendendosi una sigaretta mentre il gargoyle di pietra si richiudeva silenzioso alle loro spalle.
“La Granger è una bella ragazza, Draco, solo che se ne va sempre in giro ingobbita a causa di tutti quei libri. E le sue compagnie non sono delle migliori… se si vestisse un po’ meglio, anche, sarebbe perfetta.”
“E’ una Mezzosangue, Blaise, non farti venire strane idee su quella ragazza.”
“No, infatti ti lascio campo libero, Draco.”
Il biondino lo fulminò con lo sguardo. “Cosa vorresti dire?”
“Non sono io che faccio sogni erotici su quella massa di ricci arruffati…”, frecciò prima di sparire dietro le gonne di Daphne Greengrass e Pansy Parkinson, che stavano discutendo su quello che avrebbero indossato poco dopo.
Draco strinse pugni e mandibola, desiderando di poter tirare un cazzotto sul mento perfetto del suo ex-migliore amico. Ok, da quel momento in poi non gli avrebbe più detto niente; al diavolo l’effetto che l’alcol aveva sul suo fisico.
Che ci poteva fare lui se quei capelli perennemente arruffati gli richiamavano alla mente cose irripetibili? E cosa poteva farci se quei capelli appartenevano proprio alla Granger?
Alla Granger! Devo essere impazzito! Si sfregò le tempie, certo che molto presto gli sarebbe venuto un bel mal di testa. Come se non bastasse dopo ce l’ho pure a quella dannata festa! Perché Piton doveva fare lo stronzo proprio oggi?
In quel mentre il suo gufo reale gli si appollaiò sulla spalla, lasciando cadere elegantemente una lettera nella sua mano.
Era Victoria, la Prefetto Ravenclaw che aveva abbordato qualche giorno prima; gli chiedeva se quella sera avrebbe voluto farle da cavaliere e di che colore sarebbe stata la sua cravatta.
Santo Salazar! Le ragazze sono tutte uguali… Dai loro la mano e ti prendono tutto il braccio… Stracciò la lettera e il gufo capì che non ci sarebbe stata risposta. Animale intelligente… Avrò molto da fare con quella Mezzosangue, non ho bisogno di altri impicci.
“Draco!” Era Pansy. “Cosa ti metti stasera? E cosa voleva Piton da te e dalla Secchiona?”
Molto bene. Saranno due ore molto lunghe…

Un’ora dopo Draco e Blaise precedettero i loro compagni più grandi nella Sala delle Necessità, che si trasformò in una perfetta discoteca una volta che entrarono.
“A quanto pare la Granger non ha intenzione di seguire il tuo ordine”, bisbigliò il moro nascondendo un sorriso alla vista della ragazza seduta sullo sgabello con un’aria molto scocciata.
Ti avevo detto qualcosa o sbaglio, Mezzosangue?
“Va’ al diavolo. Non ho intenzione di vestirmi per te come una puttana”, rispose ad alta voce notando che non era solo. Quel Blaise Zabini le era sempre piaciuto… forse perché non era mai maleducato con i Gryffindor e più di una volta aveva salvato lei, Harry e Ron da una valanga di compiti in più dati da Piton in un momento d’ira.
Entrambi si erano cambiati, notò e vestiti così… be’, ora capiva perché ogni ragazza di Hogwarts sbavava ogni volta che li vedeva. Specialmente dietro a quell’odioso Slytherin biondo che ora indossava una camicia di seta nera dal taglio molto semplice e un paio di pantaloni neri…
Granger, Granger… Se mi guardi così e fai di questi pensieri mi consumi, sai?, la prese in giro sogghignando.
“Ti-odio!”, scandì lentamente deliziando un sempre più affascinato Blaise.
“Nemmeno lui ti ama molto, Hermione, ma è meglio se per stasera fai quello che ti dice. Immagino che tu non voglia che tutti vengano a conoscenza dell’effetto di quella pozione…”
Gliel’hai detto?, pensò Hermione rifilando un’occhiataccia a Malfoy.
Gli dico sempre tutto.
Ma complimenti, davvero!

Ignaro della battaglia silenziosa che stavano affrontando i due ragazzi, Zabini si avvicinò alla Gryffindor e prese ad osservarla con sguardo molto critico; alla fine sfiorò un riccio color cioccolato con una smorfia compiaciuta ma non del tutto convinta.
“Non so se voi Gryffindor usate tenere delle festicciole nella vostra alta torre o qui nella Stanza, però spero tu sappia che non puoi rimanere così conciata…”, commentò facendo ghignare il suo migliore amico.
“Non credo, Blaise, che la Mezzosangue sia mai andata ad una festa”, frecciò facendola arrossire di rabbia.
O sbaglio?
Smettila!
No, non sbaglio. Sai, la tua mente sarebbe molto interessante… se non fosse così piena di nozioni scolastiche. Come trovi la mia? Molto più rilassata, no?
Trovo solo che tu sia odioso… Specialmente per tutti quei pensieri poco lusinghieri che fai sulle ragazze di Hogwarts! Le giudichi solo in base ai loro parametri fisici. Sai, vero, che anche noi donne abbiamo un cervello!
Dev’essermi sfuggito questo piccolo particolare. Be’, però le giudico bene. Non trovi anche tu che la Weasley sia un po’ ingrassata ultimamente? Oppure che la Brown abbia davvero un bel sedere? Se solo non fosse così cretina potrei anche provarci…
Perché no, Malfoy? Dopotutto a te piacciono quelle cretine che puoi scaricare dopo un paio di notti di sesso…
Ah, Merlino! Cominci a conoscermi fin troppo bene!

“Ok, se voi due l’avete finita di battervi in modalità silenziosa, vorrei fare qualcosa per il look disastroso della nostra Granger…”
“Che cosa?!”, esclamarono in coro totalmente stupefatti.
“Sì. Dopotutto questa sarà una festa data in onore dei nostri ospiti di Durmstrang… Non possiamo sfigurare!”
Accidenti!
Cazzo!
Mezzosangue, che termini inopportuni!
Aaah, smettila!
“E vorresti vestirmi tu, Blaise?”, domandò ironica incrociando le braccia sul petto.
“Sì, Blaise. La vorresti vedere in biancheria? Non che lo spettacolo mi dispiacerebbe, ma credo di aver qualcos’altro da fare…” E Malfoy si avviò verso il bar della ‘discoteca’, dove non poteva vederli perché armadio e tavolino con specchio erano nascosti da un paravento.
Zabini si sfregò le mani. “Ok. Colore preferito?”
“Co-cosa?” Malfoy!
Arrangiati. Non ti sento.

“Mmh… Ho una bella idea… Che ne dici di un bel vestitino bordeaux? In pendant con la cintura di Draco?”
Ti do il permesso di sopprimerlo, Mezzosangue.
“Non… Blaise?” Indietreggiò, inorridita. Zabini sembrava aver l’intenzione di spogliarla anche contro la sua volontà. “No! Fermo, io…!”

“Blaise, io…”
“No, no zitta!”, ordinò il ragazzo finendo di applicarle dell’eye-liner sul bordo degli occhi, evidenziando le iridi dorate in una maniera incredibile, per poi passare a uno scuro rossetto bordeaux che stava d’incanto con l’abito di chiffon di seta dello stesso colore composto da una cortissima gonna a piegoline che le arrivava ben sopra le ginocchia e da un corpetto chiuso da nastri neri che le lasciava scoperte le spalle chiare mostrando una piccola voglia marrone a forma di stella che spiccava sulla pelle candida vicino alla clavicola.
“Carina questa…”, mormorò sorridendole.
Malfoy…
Fallo divertire, ha sempre desiderato fare lo stylist
, rispose ridacchiando nella mente di Hermione.
Sì, però non voglio fare la cavia…, rispose cercando di tirarsi giù la gonna subito bloccata dalle mani del moro.
“No, no, Hermione… Sta’ ferma! Sarai uno schianto! Modestamente sono molto bravo…”, si autolodò terminando la sua opera con un pettinino di legno nero decorato da perline di cristallo bordeaux che le infilò fra i ricci lucidi e, straordinariamente, ordinati.
“Blaise, le…”
“Sì, sì, le scarpe.” Si posizionò davanti all’armadio, la mano premuta sotto il mento e la fonte corrugata per l’ardua scelta.
Mi fa paura…
Credi che me ne importi qualcosa?
Antipatico.
Secchiona.
Gigolo!
Oh, questo non puoi saperlo. E se fossero le ragazze le puttane?

“Aaaargh!! Lo uccido!”
“Sì, ispira questo sentimento a molte persone, credimi”, mormorò Blaise prendendo dall’armadio un paio di semplici decollete di vernice nera dal tacco alto.
“Ora sei tu a volere la mia morte”, borbottò lei in risposta indossandole.
Lui si tirò leggermente indietro, ammirandola dalla testa ai piedi. “Ecco fatto! Sei uno schianto!”
Hermione si osservò dubbiosa le gambe nude e la gonna microscopica, non essendo abituata a portarle così corte pensando che non era proprio il suo stile non era molto entusiasta del lavoro dello Slytherin. “Mah, se lo dici tu…” Oddio, non posso farmi vedere vestita così da…
In effetti potresti spaventare qualcuno, Mezzosangue…
, ironizzò Draco apparendo in quel momento da dietro il paravento, una mano posata sui fianchi e un’espressione indecifrabile negli occhi chiari.
Gli occhi dorati si alzarono di scatto, fissandosi in quelli del ragazzo che la stavano scrutando beffardi.
“Hai qualcosa da dire?”, domandò ad alta voce per farsi sentire anche da Blaise.
“Be’, mi sembra che così vada bene, no?”, provocò Blaise orgoglioso della sua bravura e dell’idea che gli era venuta quando aveva deciso di vestire la Gryffindor.
“Se ti piacciono quelle di questo genere allora sì”, fu l’ambigua risposta.
“Non è a me che deve piacere, Draco…”, frecciò dolcemente, l’aureola che gli brillava luminosa sul capo.
“Ok, ok, state parlando di me come di una mucca messa all’asta. Smettetela, cortesemente!”, protestò la ragazza esasperata. Ma chi si credono di essere?
I migliori, Mezzosangue, ovviamente.
Ovviamente non puoi fare a meno di rispondere ad ogni mio pensiero, vero?
Lo trovo piuttosto divertente in effetti.

“Fra una ventina di minuti dovrebbero arrivare i Capi e quelli di Durmstrang…”, cambiò discorso Blaise guardando l’orologio che teneva al polso e riferendosi ai Caposcuola di Slytherin e di Ravenclaw che avevano organizzato quella festa.
L’armadio, il paravento e il tavolino sparirono e a loro posto apparvero una decina di comodi divanetti rivestiti di velluto nero e qualche basso tavolino di cristallo; le luci si abbassarono e una sensuale penombra investì i corpi dei tre ragazzi.
“Cosa dovrei fare io adesso?”, chiese Hermione incrociando le braccia sul petto. “Non ho intenzione di fare la cubista, certamente.”
“Nessuno te lo chiederebbe, credimi”, rispose Malfoy afferrandola per un braccio per trascinarla dall’altro capo della stanza mentre Blaise si avvicinava al bar soddisfatto di se stesso.
“Non ho nemmeno avvertito Harry, Ron e Ginny, Malferret… Saranno preoccupati…”
Uffa, Mezzosangue, come sei prevedibile… Credi davvero che sia stupido? Ho fatto dire da Blaise che la McGranitt aveva bisogno di te per un lavoro e Paciock è andato subito a riferirlo ai tuoi degni compari.
Ah. Be’, grazie.
L’ho fatto solo perché non mi sarebbe piaciuto sentire le tue urla indignate in testa. Stasera avrò da fare.
Non ne dubito. Chissà se la tua cara Prefetto ci sarà alla festa…
Oh, sicuramente. Victoria non se la perderebbe per nulla al mondo. Ma non è più la mia Prefetto…
Già stufo di lei, Malfoy?
Non mi piacciono le sanguisughe.
Ah, ecco, eppure ieri sera ti andava bene vero?
, ribatté togliendo il braccio dalla stretta della sua mano. Mi fai schifo!
Non credere che la tua opinione mi tocchi nemmeno vagamente, Granger. Ognuno prende il piacere dove può.
Sì, ma tu lo prendi un po’ troppo spesso, mi sembra.
E’ un peccato forse? No.
E’ peccato che tu sia un essere senza cuore e immorale, non so Blaise come faccia a sopportarti tutti i giorni anche in camera da letto. Sicuramente sei insopportabile anche mentre dormi.

Lui sogghignò, abbassandosi su di lei fino a sfiorarle l’orecchio con il respiro. Oh, questo potresti scoprirlo solo in un modo…
Gli rifilò uno spintone, esultando quando lo vide barcollare. Nemmeno fra mille anni, Malferret! Mi fai schifo! Mentre lui rideva soddisfatto di se stesso e si allontanava dalla ragazza infuriata la porta della Stanza si aprì, e i Caposcuola e i primi studenti per la maggioranza Slytherin iniziarono a riempire l’immenso salone semibuio e pieno di divanetti, chaise-longue, poltroncine e tavolini di cristallo pregiato. Io non so come si può essere così… così… Oddio, non mi vengono nemmeno le parole per descriverlo… Descriverti! Sei uno stronzo e sempre lo sarai! Non cambierai mai!
Silenzio, lui era impegnato a salutare il suo Caposcuola, la mente attraversata nemmeno da un pensiero.
Ma come fa? Malfoy!
Che vuoi?
Pensa a qualcosa! Non sei normale tu sai?!
Pensare! A cosa vuoi che pensi, Granger?
A qualunque cosa! Accidenti a te!
Sei davvero molto gentile. Ma che deliziosi abitini…

Hermione rivolse la propria attenzione a Pansy e a Daphne, appena entrate, entrambe coperte da un quasi inesistente straccetto di pizzo nero che copriva strategicamente alcuni punti del loro corpo; ai piedi calzavano alte scarpe allacciate alla schiava… e francamente nemmeno sembrava che avessero quattordici anni.
Hai capito ora, Mezzosangue, lo stile dei Purosangue?, le domandò strafottente chinandosi per baciare le mani delle sue compagne di casa, che gli sorrisero completamente rilassate nella loro mise.
E io che mi vergognavo della mia gonna…
Perché vergognarsi del proprio corpo, Granger? Non mi sembra che tu abbia qualcosa di orrendo che devi coprire a tutti i costi. Anche se mia nonna si ostinava a sostenere che i Mezzosangue fossero decorati da una bella coda pelosa a me non sembra che sia il tuo caso.
No. No… Grazie.
Perché cazzo mi ringrazi ora? Ho solo detto che non hai una coda pelosa!
Cafone!


Nel giro di un’ora la Stanza si riempì fino all’inverosimile di studenti allegri ed eccitati, con il solo pensiero di distrarsi per una notte dagli studi e con la voglia di divertirsi. Hermione, rintanata su un divano nell’angolino in cui Draco l’aveva lasciata, studiava attenta i ragazzi che parlavano, ballavano e si divertivano con qualche bicchiere di assolutamente proibito alcolico. Gli unici ragazzi del quarto anno erano lei, Draco, Blaise, Pansy, Daphne, Tiger e Goyle, le fedeli guardie del corpo del Purosangue che in quel momento si stavano litigando l’ultimo pasticcino ai lamponi rimasto.
Cretini…
No, Mezzosangue, semplicemente stupidi…
, la corresse Malfoy parlandole per la prima volta da quando era iniziata la festa.
Lei alzò gli occhi e se lo vide davanti; la camicia slacciata e le guance lievemente arrossate indicavano che si stava decisamente divertendo.
Almeno tu ti diverti, Malfoy, cosa sto a fare io qui? La bella statuina?
Mi stai chiedendo di invitarti a ballare?
Nemmeno per idea!
Peccato, volevo giusto scortarti in giro per la sala appiccicato al tuo corpo…
La afferrò per un braccio, costringendola ad alzarsi e poi la trascinò in mezzo ai ragazzi scatenati nel ballo posando possessivamente le mani sui suoi fianchi.
Che-cosa-stai-facendo?, sillabò lentamente, come avrebbe potuto fare con un bambino.
Draco si abbassò finché quasi non le sfiorò un orecchio con le labbra, poi le sussurrò: “Ballo.”
Oh, grande, sei un genio!
La costrinse a circondargli il collo con le braccia, ad appoggiare il corpo al suo mentre la musica pulsava sensualmente nelle loro orecchie; una cosa che lei non aveva mai fatto… ma non le dispiaceva stare così vicino al corpo di un’altra persona.
E se io non avessi voluto?
Non mi pongo questo tipo di problemi, Granger.
Ho notato. Blaise ci sta guardando, ride e Pansy non sa se tirargli un pugno in faccia o venire qua a darlo a me.
Lasciala fare, non sono di sua proprietà.
E se lei non la pensasse come te?
Si arrangi.
Simpatico, sì, decisamente…
Poi si costrinse a vuotare la mente; non poteva permettergli di leggerle il pensiero in quel momento così strano. Insomma, Hermione Granger, Mezzosangue, che balla ad una festa Slytherin con Draco Malfoy, Purosangue. Il mondo forse non avrebbe mai più rivisto una cosa simile.
Però molto presto avrebbe visto qualcos’altro di altrettanto inaspettato.
Un ragazzo non molto alto e corpulento si stava avvicinando alla coppia spintonando bruscamente le coppie che ballavano intrecciate…
Oh, no!
Cosa?
Ehm… Oh, no, oh, no!!
Mezzosangue?
Viktor! Argh, stupida che non sono altro!
Viktor…?
Un flash inaspettato colpì la mente di Malfoy: la biblioteca, una montagna di libri, Hermione… Krum che… la invitava al Ballo del Ceppo?!?
Il biondo scoppiò a riderle in faccia, tanto che le lacrime gli inumidirono gli occhi argentei. Non ci credo! Ma che razza di gusti ha quel tipo?
Anche tu stai ballando con me!
, precisò Hermione arrossendo cupamente.
Stronzate… Vieni. Staccò le braccia di lei dal proprio collo e la prese per mano, trascinandola verso un divanetto nascosto poco distante dalla pista da ballo.
Krum, eh?
Non sono affari tuoi, Malferret! Non t’impicciare!
No, no, ci mancherebbe. Francamente non me ne importa nulla dei tuoi ragazzi anche se pensavo che alla fine Weasley…

Aveva colpito nel segno. La vide irrigidirsi, la sentì pensare che sì, anche lei avrebbe voluto andare al Ballo del Ceppo con il rosso.
Eeh, povera Mezzosangue. Te li cerchi tutti ottusi e stupidi, te le vai anche a cercare, no?
Lei voltò la testa dall’altra parte. Ti odio, sei un essere spregevole!
Nh… E’ già la quarta volta che me lo dici in meno di quattro ore, Mezzosangue. Ormai mi ci sto abituando ai tuoi insulti totalmente gratuiti…
Gratuiti? Gratuiti! Ma chi ti credi di essere, schifoso maniaco pervertito!
Almeno i miei ormoni funzionano
, le ripeté accendendosi con noncuranza una sigaretta.
Lo sai che le sigarette fanno male?
Anche per te fare sesso la prima volta ti farebbe male ma non per questo tu poi la volta dopo vorresti non riprovarci.
Ecco! Insopportabile! Hai solo un argomento in testa! Ma voi ragazzi avete tutti il cervello in quel punto? O proprio le vostre madri se lo tengono in pancia?
Mmh…
Un altro interessante flash bibliotecario gli fece capire parecchie altre cose sul rapporto Hermione-Viktor. Ah, Mezzosangue, non si nega un bacio al corteggiatore.
Non sono affari tuoi.

Draco buttò la sigaretta nel posacenere poggiato sul tavolino davanti al loro divanetto e con una mossa fulminea le prese la nuca e tirò la testa della ragazza a pochi centimetri dalla propria.
Cosa…?
Tu pensi troppo, smettila.

E posò le labbra brucianti su quelle morbide e semiaperte di Hermione, dolci e invitanti come quelle che sognava qualche volta nelle sue notti agitate. Approfittò della sua sorpresa per infilarle la lingua nella sua bocca calda e setosa, con una mano le impedì di scostarsi imprigionandole i polsi in grembo.
Malfoy! Smettila immediat…
Ma come si poteva dire no a quella lenta esplorazione che le faceva provare sensazioni sconosciute? Ecco, non si poteva. Lei non poteva. Gemendo piano la sua resa, rilassò mani e labbra e cominciò a muoverle timidamente contro quelle decisamente più esperte del ragazzo, che ora sembravano volerla divorare.
Eppure i morsi leggeri che le stava dando al morbido e carnoso labbro inferiore non le facevano male, non le davano fastidio; sembravano… giusti.
Lentamente, con timidezza, gli sfiorò la punta della lingua con la propria, trovandola vellutata e deliziosa come un piccolo lampone succoso.
Oddio…, pensò quando lui prese a sfregarla non troppo gentilmente contro la sua, facendole provare un piccolo brivido di piacere che le artigliò la spina dorsale.
Ben presto si ritrovò a ricambiarlo con ardore, dopotutto il meccanismo era semplice, e Draco le liberò le mani per consentirle di intrecciare le bracci dietro il suo collo per meglio aver accesso alla sua bocca che ora la stava decisamente divorando, mentre le sue mani carezzavano febbricitanti la pelle nuda della schiena e il bordo basso del corpetto bordeaux che Blaise genialmente le aveva fatto indossare senza reggiseno. Chissà perché il pensiero del suo migliore amico che la vestiva lo infastidì, ma lei non se ne accorse occupata com’era a ricambiare con entusiasmo il primo bacio.
Primo bacio dato da Malfoy… Dio! Si staccò di colpo, il respiro affannoso, una mano premuta sulle labbra gonfie e dal rossetto sbavato e l’altra ancora intorno al collo caldo di Draco. Questo… non lo dovrà mai venire a sapere nessuno.
Concordo.
E non dire a nessuno di Viktor.
Va bene.
Va bene?
Sì, va bene.
Oh. Grazie.
Grazie a te per il bacio, Mezzosangue. Non sei poi così gelida come credevo, chissà come saresti in un altro luogo e in un’altra posizione…

Uno schiaffo gli lasciò in regalo il disegno di cinque dita spalmate sulla guancia.

“Finalmente non devo più sentire i tuoi pensieri, Malferret!”
“Altrettanto, Mezzosangue…”, replicò lui pigramente accendendosi una sigaretta.
“Non si può fumare in biblioteca. E cosa ci fai qui proprio tu?”
“Assolutamente nulla. Desidero solo che tu non vada a raccontare ai quattro venti del nostro bacio.”
“Neanche morta!”
Lui annuì, poi le soffiò in faccia una nuvola di fumo perlaceo. “Buono studio, Secchiona!”

**********

“Oh, mamma! Certo che papà era davvero insopportabile alla mia età!” Isabelle Spica Malfoy, quattordici anni, era seduta sul divano del salotto principale di Malfoy Manor con la madre, Hermione, la guancia posata sulla sua spalla profumata e morbida.
“Tesoro, a volte lo è anche adesso. Ma sì, a scuola lo era ancora di più.”
“Mmh… Io non credo che mi lascerei baciare da uno che non sopporto.”
“Per questo mi hai chiesto di raccontarti il mio primo bacio? Perché c’è qualcuno che non sopporti e che ti vorrebbe baciare?”
“Nh… In effetti qualcuno c’è… Ma comunque lo sopporto, lui.”
“L’unica cosa che posso consigliarti è di seguire il tuo cuore. Lui non sbaglia mai!”
“Come non ha sbagliato il tuo consigliandoti di baciare papà?”
“Ehm… Più o meno… Anche se quel giorno pensai che fosse il più grande sbaglio che avessi mai fatto.”
La ragazza annuì, gli occhi argentei fissi sul ritratto appeso sopra il caminetto spento: la famiglia Malfoy al gran completo con tanto di nonna Narcissa. “E poi com’è andata con Viktor Krum?”
“Mah, niente di speciale. Solo una rada corrispondenza estiva…”
“Capisco. Chissà come stavi con quel vestito bordeaux… Lo zio Blaise ha avuto una parte importante quella sera vero?”
“Io ho sempre una parte importante, in tutte le serate!”, esclamò una voce maschile assai offesa dalla porta del salotto.
“Zio Blaise!”, esclamò Isabelle fiondandosi ad abbracciare l’uomo appena arrivato con Draco. Il moro sorrise e la prese fra le braccia, alzandola per farle fare un giro in aria come faceva da quando lei aveva due anni.
“E a me niente?”, borbottò l’uomo biondo aprendo le braccia per accogliere la figlia, che gli si appese al collo e non lo lasciò finché Hermione non venne in soccorso del marito.
Poco dopo erano tutti seduti sul divano con davanti un bel bicchiere di tè freddo.
“La mamma mi stava raccontando del vostro primo bacio, papi, certo che eri davvero antipatico alla mia età!”, lo sgridò osservandolo seria con quegli occhi così simili a quelli di lui.
Blaise e Hermione sghignazzarono alla smorfia disgustata di Draco, ancora più bello ora che aveva trentacinque anni. “Senti, piccola, io sarò stato anche antipatico, questo posso anche concederlo a questi due; però loro non erano meglio di me. Tua madre era una insopportabile So-Tutto-Io e Blaise un idiota impiccione!”
“Sì, però è stato grazie a lui che sei riuscito a baciare la mamma”, ribatté Isabelle intelligentemente.
“Perché credi che lo sopporti ancora?”
“Ah! Ingrato! Isa, tesoro, andiamo a fare un giro, portami lontano da questi tuoi genitori snaturati!”
Hermione e Draco, mano nella mano, li osservarono sparire nel corridoio poi si guardarono con un’espressione molto seria… per poi scoppiare a ridere. “Non ci credo che le hai raccontato di quel bacio!”
“Deve pur imparare a riconoscere i mascalzoni! E con uno di loro in casa imparerà molto presto!”
“Sta’ attenta, Mezzosangue!”, ringhiò afferrandola per la vita per schiacciarla contro il suo corpo. “Potrei decidere di dimostrarti quanto sono mascalzone qui in salotto!”
Hermione sorrise maliziosa e gli circondò il collo con le braccia, avvicinando il viso a quello del marito. “Prova, amore. E vediamo chi, ancora, l’avrà vinta!”
“Ancora tu, temo, ma tentar non nuoce…”, mormorò prima di chinarsi per baciare le dolci labbra della sua deliziosa mogliettina che gli aveva illuminato la vita donandogli serenità e quella piccola stella che era loro figlia.



SPAZIO AUTRICE:
Colgo l'occasione per ringraziare le lettrici che hanno letto l'altra mia shot, 'Per colpa della gelosia': Maglodra (ah, Anna! Draco non ha assolutamente niente contro il tuo nome, solo che volevo che alla fine la piccola si chiamasse Rosalie!^^ Sì, è verissimo, Ginny era odiosa ma mi serviva così per la storia e poi sai che non è un mistero la mia antipatia per lei! Uh, Harry per me non sarà mai e poi mai patetico! Con Draco è il mio personaggio maschile preferito! Un bacione, spero ti piaccia anche questa one-shot!); Summers84 (ti ringrazio, sono davvero contenta che ti sia piaciuta, anche a me è piaciuta scriverla; ti dirò che quando l'ho riletta dopo qualche tempo non mi sembrava vero che ero proprio io l'autrice tanto mi è piaciuta!*me molto strana* ^^ Spero che questo ringraziamento ti raggiunga!) e BadAngelAmelie (sì, Twilight l'ho letto, ma Edward è sempre stato uno dei miei nomi preferiti e Rosalie... be', era solo la via di mezzo tra Rosalind e Amelie!! XD). Un grazie anche a chi ha solamente letto, spero che vi sia piaciuta questa piccola shot scritta in un momento di pausa dallo studio! ^^
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kaileena1987