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Autore: Altair13Sirio    07/07/2013    1 recensioni
"Mi era stato assegnato un incarico: dovevo uccidere un uomo che aveva fatto una predica contro i Templari.Quando si è presentato il momento l’ho ucciso! Il fatto è che me ne sono pentita subito!" Fiora Cavazza racconta del suo ultimo incarico da Templare e il perchè del suo tradimento. Dopo di quello, la sua vita sarà finita... Forse. Dopo essere stata salvata da un Assassino da morte sicura, Fiora comincierà una lotta tra lei e i Templari, e uno di questi potrebbe venirne coinvolto più di quanto potrebbe mai pensare. L'uomo che non fallisce mai, il Templare perfetto, sempre avvolto nel mistero. Colui che non crede a ciò in cui crede. Colui che vive la sua vita lontano dalla vita stessa. Il Lupo. "Mi dispiace per Fiora… Non avrà modo di migliorare la sua vita…"
Tutti combatteranno la loro battaglia. Fiora, Il Lupo, Ezio, Severino, Emiliana... Le convinzioni più forti vacilleranno. Chi sceglierà ciò che è giusto? E chi sceglierà ciò che crede giusto?
"E’ tenace… Non vuole morire…"
"Non morirò per mano di un Templare! "
Assassin's Creed - Rebirth -
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Il Lupo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo camminava in fretta, come se volesse allontanarsi in fretta dall’Isola Tiberina. C’era qualcosa che lo metteva in difficoltà, lo confondeva…
Perché ho detto così? E’ vero che vorrei che tutto quesyo finisse, che lei potesse vivere senza paura, ma perché ho detto così? In fondo dovrei odiarla! Dovrei temerla! Dovrei provare ad ucciderla, non aiutarla!
Passava tra le strade trafficate, tra i bambini che giocavano e gli anziani che parlavano tra loro; tra i mercanti che vendevano e i poveri che mendicavano; tra i monaci che pregavano per le strade e le cortigiane che adescavano uomini a cui spillare soldi; e tra i ladri che borseggiavano chiunque avesse una borsa abbastanza pesante da necessitare un “aiuto” a portare la loro roba. Tutti si fermavano e lo fissavano, parlando sottovoce, indicandolo con gli indici; i bambini venivano tirati nelle case, come passava lui; i ladri si nascondevano alla sua vista; i poveri azzardavano qualche richiesta, timorosi; i mercanti nascondevano le merci di valore, non appena si avvicinava lui; i vecchi parlavano tra di loro, dicendo tutte le infamie che aveva commesso quell’uomo; i monaci pregavano più forte, come per chiedere la salvezza della sua anima; le cotigiane tentavano di attirarlo, poiché Il Lupo era un uomo gradevole d’aspetto alle donne e nessuna di loro lo aveva mai conosciuto oltre che nelle strade.
Il Masnadiero era abituato a tutto ciò, sapeva che loro sapevano, quindi non poteva dar loro torto, ma gli sembrava tanto ingiusto, tanto cattivo da parte di gente che non sapeva niente di quel mondo, e che guardava con occhi falsi e parlava con lingue biforcute.
Tutto quello, all’improvviso gli fece venire una rabbia indescrivibile.
<< MISERABILI!!! NON SAPETE NULLA, MA SIETE TANTO LOQUACI CHE DITE TUTTO, NONOSTANTE SIANO TUTTE MENZOGNE LE VOSTRE!!! >> Urlò fuori di sé. << CIO’ CHE DITE POTRA’ ANCHE ESSER VERO, MA NON SAPETE, ED E’ QUESTO CHE VI RENDE MISERABILI!!! >> Detto questo scappò, in preda all’ira, imprecando e pregando che tutto quello passasse in fretta.
Il Lupo arrivò in una strada deserta, nessuno più lo poteva vedere, e lui non sapeva più che fare. Era diventato paranoico? Cosa aveva in testa? Credeva davvero che sarebbe riuscito a fare qualcosa nella vita, oltre a servire i Templari come un cane? Era accasciato a terra, quando vide un vecchio mendicante cieco, che stava adagiato al muro, con un braccio teso in avanti, per chiedere l’elemosina. Lo guardò con compassione. Quell’uomo viveva da solo, lontano dalla gente, perché considerato uno abbandonato da Dio. Non aveva famiglia, e se ce l’aveva, di sicuro non voleva averne niente a che fare.
E’ lui, quello che sta peggio. Si alzò e si avvicinò a lui. Gli diede delle monete e quello lo ringraziò.
<< Grazie, giovane. >> Il Lupo sussultò. Perché lo aveva chiamato giovane? Lui era cieco, e non poteva capire chi aveva di fronte.
<< Come mai mi avete chiamato giovane? >> Chiese Il Lupo.
<< Come? Oh, bè… >> Disse il vecchio. Aveva una voce profonda e i suoi occhi azzurri vitrei avevano perso tutta la lucentezza di un tempo. Era impossibile che stesse mentendo. << Dimmi una cosa, prima: tu su queli sensi fai affidamento? >> Il Lupo rispose confuso. << Tutti, ovviamente. >> “E molto più degli altri” avrebbe voluto aggiungere, ma non gli sembrava il caso. Il vecchio sorrise. << Fin da quando sono nato, non ho mai visto nulla. Ho sempre fatto affidamento sugli altri sensi; su tutti i sensi, come te, meno che sulla vista. Con gli anni, ho sviluppato questa capacità di capire le cose anche senza vederle. Mi sono adattato, e posso fare a meno della vista. >> Il Lupo compre in quel momento. Lui e quell’uomo erano uguali!
<< Anche io, pur vedendo, faccio molto affidamento sugli altri sensi. Non penso che potrei fare tutto quello che so fare ora, senza la vista, ma in minima parte, sì. >> Il vecchio sorrise di nuovo. << Anche io riesco a capire chi viene verso di me solamente sentendone il passo, e riesco a capire dove mi trovo  seconda degli odori che sento nell’aria. >> Continuò. << Ma voi… Voi siete un cieco, e non avrei mai pensato che un cieco riuscisse a fare tutto questo da solo… Senza nessuno ad appoggiarvi, a confortarvi, ma sempre a nascondervi, sempre emarginato! Voi siete un genio! >> << Anche tu sei un genio, ragazzo. >> Disse. << Tu sei Il Lupo, giusto? Colui di cui si parla. Il bambino cresciuto tra i lupi, il sicario perfetto… >> Il Lupo fece un sorriso mesto. Non era ancora soddisfatto: non gli sembrava giusto che quell’uomo stesse in quelle condizioni. Tirò fuori dalla borsa altre monete e gliele diede. << Io non sono degno del vostro tempo, ma spero di esser degno di darvi un piccolo aiuto. >> Il vecchio lo ringraziò. << Nonostante si dica tanto male di te, non credo proprio che tu sia una così cattiva persona. Sei generoso e compassionevole, e anche molto intelligente, Lupo. Non offendere te stesso in questo modo. >> E gli sorrise. Il Lupo fece per andarsene, a si voltò a guardare il vecchio mendicante.
<< Vi aiuterò ancora, buon uomo. Non dovete vivere nella polvere, nascondendovi. Avrete una casa, un giorno, e dei soldi con cui poter vivere, anche senza la vista. Ve lo prometto. >>
Il vecchio gli sorrise un’ultima volta, e Il Lupo colse un bagliore nei suoi occhi vitrei.
Quel vecchio mendicante cieco gli aveva fatto capire che non era lui, l’uomo che viveva peggio al mondo, ma esisteva gente più povera di lui, più sola, più triste e più sfortunata. 

   
 
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