Sai perché scrivo?

"Sai perché scrivo Dan?" Domandò Lizzie voltandosi e raggiungendo la finestra del salotto. Diluviava ed era magnifico. Malinconia e tristezza si agitavano nell'animo della giovane donna e la pioggia era l'unica che poteva in qualche modo calmare tutto quell'agitarsi di sentimenti così diversi e al tempo stesso così simili.
"In realtà non l'ho mai capito."
"Perché vivere un'altra vita è sempre stato meglio che vivere la mia. Così almeno posso dire che i miei personaggi hanno realizzato i loro sogni e sono diventati esattamente ciò che desideravano. Loro ce l'hanno fatta, grazie a me, forse, o grazie a loro stessi. E io grazie a loro posso realizzare il mio sogno, vivere una vita nella quale sono esattamente chi desidero essere."
Il suo tono era quanto di più terribile Dan potesse accettare. Non doveva andare così, non doveva sentirsi così male per ciò che le era successo nel corso degli anni.
"Puoi essere chi vuoi, Liz. Davvero. Devi solo desiderarlo." Le rispose, avvicinandosi a lei, sperando che ricambiasse il suo sguardo.
"Ci ho provato, Dan. Ci ho provato davvero. Ho creduto in me stessa e nei miei sogni per anni, per avere cosa? Una vagonata di porte sbattute in faccia, delusioni e compagnia bella?" Domandò con un tono colmo di sconfitta e sfiducia. "Non ne vale più la pena, davvero. Non vale la pena lottare per qualcosa che sai non arriverà mai."
Lungo il volto di Lizzie iniziarono a scivolare delle piccole lacrime. Piangeva e Dan odiava vederla piangere. Le asciugò le lacrime, accarezzandole lievemente il volto.
"Sai che non è così. Non cambierà niente se ti fermerai, continuerai a soffrire come stai soffrendo adesso, non sarai felice. L'unico modo che hai è continuare a lottare, sei fatta così Liz. Devi farlo per te stessa, non per dimostrare agli altri che vali qualcosa, non perché te lo sto dicendo io, ma perché ne hai bisogno."
Senza nemmeno rendersene conto, Dan le aveva preso il volto tra le mani. Erano amici, niente di più, ma lo sguardo di lui era cambiato e lei non poteva più accettarlo.
"Sai cosa?" Domandò Lizzie, allontanandosi da lui e dalla finestra. "Non mi interessa, non mi interessa più. Io getto la spugna."
Con queste parole lasciò la sua casa e uscì affrontando il diluvio con una sola t-shirt consumata a proteggerla dal freddo.