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Autore: Bella_Swan    20/01/2008    9 recensioni
Bella, principessa dei vampiri, scappa dal suo castello verso un mondo ignoto per sfuggire da un matrimonio indesiderato, girando presso le vuote e desolate foreste della penisola Olympica si imbatte in un'insolito clan di vampiri tra cui due paia di occhi la stregano, la attraggono e la fanno innamorare dal primo sguardo, quelli di Edward Cullen.
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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-Non ti preoccupare sono venuto a salvarti...- Disse con voce suadente vicinissimo al mio orecchio.
Feci una risatina isterica prima di spostare i miei capelli sulla spalla destra concentrandomi a disegnare ghirigori fantasiosi  su tutte le copertine dei miei libri, alla fine dell'ora erano stati tutti battezzati, Esme aveva impegnato così tanto tempo e fatica a rivestirli... Pace!
Ad un certo punto un pezzo di carta mi colpì in testa facendo traballare e tracciare una linea con la matita che percorse tutto il banco.
-Ahio! Ma che...- Mi voltai e vidi un minuscolo aeroplanino di carta sul pavimento.
Lo aprii facendo il meno rumore possibile e lo lessi tenendolo sotto il banco per non farmi vedere

Hai impegni per oggi?

Mi voltai confusa verso il mio compagno di laboratorio che nel frattempo se la rideva sotto i baffi. Scossi la testa esasperata e scrissi frettolosamente la risposta sul retro.

Si annoiarmi tutto il pomeriggio standomene comodamente sdraiata sul divano, ma sono aperta a qualsiasi proposta...

...Soprattutto se quest'ultima arrivava da lui...
Appoggiai il foglio di carta stropicciato sul banco di Edward senza farmi vedere dal professore, ma improvvisamente e con mia grande sorpresa la sua mano si chiuse ermeticamente sulla mia, intrappolandomi.
In quel momento mi sentivo come un topolino in gabbia, non sapevo dove guardare per evitare il suo sguardo.
Capì il mio stato d'animo e mi lasciò andare, ma impaziente di stare al gioco si girò letteralmente dalla mia parte.
-Avevo intenzione di fare un giro in spiaggia... Non è che per caso ti va di accompagnarmi?-
Mi morsi le labbra presa da un'improvvisa tempesta , non sapevo che cosa rispondergli, sapevo ciò che volevo, ma non sapevo ciò che voleva lui... Avevo paura di sbagliare.
Mi guardò con due occhioni da infarto e subito la mia mente si svuotò.
-Co...Cosa?-
-Mi accomapagni? Ti prego...-
-Ammm...- Sospirai rassegnata -Non vedo altre alternative-
-Giusto non ne hai- Sorrise a trentadue denti. Certe volte era davvero impossibile...
La campanella suonò e con mio grande rammarico ci lasciammo all'entrata dell'aula di trigonometria. Passai tutto il resto della mattinata a fare finta di dare ascolto ai ragazzi che, più coraggiosi degli altri, si facevano avanti cercando di istaurare una qualche specie di discorso.
All'ora di pranzo mi catapultai letteralmente in mensa, impaziente di aspettare anche solo un altro secondo.
Mi accomodai, insieme ai miei fratelli acquisiti, al tavolo più isolato della sala che dava sulla facciata laterale della scuola.
-Ciao!- La voce scuillante di Alice mi fece saltare, ma mi rienpì il cuore di simpatia per quella ragazza sempre così carina con me... In alcuni momenti in lei rivedevo Cristy, e ciò mi faceva stare male più del solito a pensare alla mia vecchia vita.
-Ciao ragazzi!- Cercai di riacquistare tono, senza riuscirci del tutto. Scorsi al mio fianco un'occhiata preoccupata da parte di Edward, ma la ignorai con disinvoltura.
-Allora come è stata la tua prima mattinata alla Forks High School?- Indagò Emmett
-Accettabile- Cercai di non sembrare troppo entusiasta per evitare le svariate prese in giro in cui si sarebbe altrimenti dilettato quest'ultimo con mio gran disappunto.
-Accettabile? Dovevi proprio annoiarti a casa per fare un complimento così generoso a questa... Cosa...- Spalancò gli occhi e indicò l'ambiente a noi circostante con fare sprezzante. Era certamente troppo sperare che almeno per una volta tenesse il becco chiuso evitando battutine inopportune.
-Un po...- Lasciai cadere il discorso, troppo svogliata per portarlo avanti.
-Mmm... Così si ragiona- Borbottò il ragazzone... Ammm... Vampirone...
Due dita lunghe e affusolate spinsero verso di me un vassoio stracolmo di cose da mangiare.
-E' per far scena- Alzai lo sguardo incrociando gli occhi di Edward, che dolci, bruciarono nei miei attraverso le lunghe ciglia nere. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Era davvero troppo! Non potevo più resistere a quegli sguardi, quelle carezze delicate. Non potevo stare a guardare, dovevo agire, e dovevo farlo ora.
Intrividi Alice sorridermi beffarda, sicuramente aveva già visto tutto, speravo solamente che riuscisse a trattenersi e nasconderlo a Edward almeno per il momento.
Guardai quest'ultimo un po impaurita di scoprire la sua espressione, nel caso avesse visto, ma mi tranquillizzai un poco scorgendo sul suo volto un'espressione vagamente confusa.
Aveva ceratamente intuito che io e la sua adorata sorellina gli stavamo nascondendo qualche cosa e prima che potesse intrufolarsi furtivamente nella mente della povera vampira, agii di impulso.
Mi alzai di scatto dal tavolo, sotto gli sguardi confusi del resto dei miei famigliari, e mi avvicinai all'orecchio di Edward.
-Vieni con me- Lo presi per mano e lo trascinai il più veloce possibile, cercando di non fare danni, verso la porta d'uscita della mensa.
Me la richiusi alle spalle, ma a quel punto andai in panne e il panico prese il sopravvento: dove diavolo lo portavo ora???
Mi guardai attorno freneticamente esaminando i corridoi deserti in cerca di una via di fuga.
Ad una tratto, persa tra piani d'orientamento, ricominciai a camminare inconsciamente, ma fui intercettata da Edward che, scoprendo sul mio volto l'espressione più allarmata mai vista sulla faccia della terra, si diresse con me al seguito dentro il bagno dei professori.
Avvicinò la porta dietro di se facendo il meno rumore possibile e si voltò riluttante verso la sottoscritta.
Mi scrutò preoccupato, forse pensava fossi entrata in una specie di catalessi visto che il mio corpo era più immobile che mai e avevo anche smesso di respirare.
Ad un certo punto mi sentii stranamente forte, come se una forza potentissima si fosse sprigionata in me, ora non affondavo più... Camminavo sulle acque!
Feci un passo nella sua direzione, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Mi sorrise sghembo, togliendomi definitivamente tutta l'aria dai polmoni, e appoggiò la mano sulla mia guancia che, nella mia mente immaginai colorarsi di un porpora talmente intensamente da far concorrenza ad un pomodoro in piena estate... Ok la mia improvvisa vitalità era sparita completamente senza lasciare traccia, ma cercai di riassumere un'aspetto dignitoso.
Incominciò ad accarezzarmi il viso: le palpebre, la linea carnosa delle mie labbra, fino a soffermarsi sul mio collo facendomi rabbrividire.
Chiusi gli occhi troppo elettrizzata per guardarlo in faccia, sentivo il suo respiro sul mio viso farsi sempre più vicino e il suo profumo diventare sempre più intenso.
La mia gamba, involontariamente, si alzò, come in alcuni vecchi film in cui la bella dama nel bel mezzo del suo primo bacio alza aggraziatamente la sua gamba esile e sottile... Ma come al solito non potevo sperare che tutto andasse per il verso giusto, infatti alzando la gamba presi dentro il rubinetto del lavandino che si trovava dietro di me, facendo partire il getto d'acqua che, troppo forte, ci bagnò completamente dalla testa ai piedi.
Ci guardammo in faccia a bocca aperta per la sorpresa, ma inevitabilmente qualche secondo dopo scoppiammo tutti e due in una risata fragorosa ed incontenibile.
La piorta alle spalle di Edward si spalancò di colpo ill'uminando la sagoma bassa e tarchiata del bidello.
-Ragazzi, non avete letto il cartello? Questo bagno è da riparare ha delle perdite...- Ci squadrò dalla testa ai piedi prima di ricominciare a parlare -...Credo di no...-
Cercai di ribattere mettendomi sulla difensiva ma una rapida occhiata alle mie condizioni (avevo tutta l'aria di essere un gattino mezzo annegato) mi fece richiudere la bocca che era rimasta aperta, pronta per dire qualcosa di non ancora formulato.
-Ci scusi- Prese l'iniziativa Edward prima di abbassare il capoccione e trasciarmi via, verso il parcheggio.
Fece scattare la serratura della sua auto e mi aprì la portiera per fami salire.
-Ma che fai? Abbiamo lezione... Non possiamo mica andarcene così!- Strabuzzai gli occhi.
-Certo che possiamo- Ribattè calmo.
-No, no che non possiamo. La mammina non ti ha mai insegnato che non bisogna marinare la scuola?- Alzai il sopracioglio scettica -E...E poi non potremmo anche se volessi, gli altri come tornano a casa? Sai ho fatto un calcolo una delle tante mattinate che ho passato chiusa in casa e il tragitto che dovrebbero fare per tornare da scuola equivalrebbe circa a due chilometri, a piedi...-
-Shhh- Mi tappò la bocca con una mano -La mammina non ti ha mai insegnato stare zitta?- Incominciai a ringhiare sommessamente, possibile che dovesse sempre fare l'idiota?
-Edward?- Lo richiamai irritata
-Si?-
-Non ho voglia di litigare con te perciò finiamola e pensiamo al fatto che stiamo per abbandonare i nostri fratelli a scuola!!- A queste ultime cinque parole il mio tono di voce salì di un'ottava.
-Ma la sai una cosa strana? A noi piace correre...- Aggiunse con tono di sfina avvicinandosi al mio volto furente
-E che centra scus... Ahhhhhhhhhh dimenticavo...- "Ops, che sbadata" pensai...
-Già, ti eri scordata un piccolissimo dettaglio, se così possiamo chiamare il fatto che siamo capaci di correre a 350 kilometri orari...-
"Maledizione! Ma perchè cavolo deve sempre trovare la soluzione a tutto???"
-Ok, ok, va bene, hai vinto! Dove andiamo?- Ormai mi ero rasseganta alla mia triste ed inesorabile sorte.
-A casa- Disse salendo in macchina emettendo in moto la vettura.
-A casa...- Ripetei ancora più abbattuta di prima. Almeno potevo sperare in una fuga clandestina... Invece no, A CASA!
Restammo in silenzio per tutto il tragitto, ognuno immerso nei suoi pensieri, finchè il verde che mi circondava si aprì nello spiazzo in cui si trovava la casa, la "mia" casa.
Scesi svogliatamente da quell'abitacolo così caldo e confortevole per poi girarmi scettica verso il mio adorato fratellone.
-Bhè? Cos'è vuoi rimanere li tutto il giorno? Ti sei già dimenticata dei nostri piani?-
-No... Nostri piani?- Un ricordò si proiettò, all'istante, nella mia mente: la gita in spiaggia.
-Ahh...- Mi uscì semplicemente.
-Bhh!!-
-Piantala!- Oggi era proprio una giornata no, qualsiasi cosa uscisse da quella bocca così perfetta aveva il fantastico potere di irritarmi a morte.
Scuotè la testa prima di dirigersi verso la porta d'entrata e aprirla. Lo imitai spazzolandomi le scarpe sul tappetino d'ingresso a testa bassa per poi alzarla di scatto e trovarmi a sbatterla contro lo stomaco di Edward.
-Ma che sei pazzo?- Gli sbraitai contri puntandogli un dito alla gola (il punto più alto a cui riuscivo ad arrivare).
-No...- Sembrò spiazzato da questa mia affermazione, ma si riprese subito pronto a darmi ordini come al suo solito.
-Ok, Alice ha comperato dei costumi da bagno per te ieri, scegli quello che ti piace di più...- A questa ultima parte di frase lo vidi ridere sotto i baffi, già mi stavo infuriando per il fatto che Alice avesse fatto shopping per me dopo che le avevo espressamente vietato di pensare al mio guardaroba già stracolmo di vestiti durante le sue pazze e sfrenate gite turistiche per i negozi, poi questo...
Salii pesantemente i gradini che portavano nella mia camera con la speranza che Edward capisse il mio stato d'animo e la piatasse di rotolarsi sul tappeto davanti al televisore come un babbuino in preda alle convulsioni, ma come potevo solo pensare una cosa del genere non lo so...
A prii la porta della mia stanza ad occhi chiusi timorosa di scoprire cosa avrei trovato al suo interno. Girai per la camera a tentoni senza aprire gli occhi e appena lo trovai aprii l'armadio e... Sorpresa!
Appena aprii gli occhi ebbi l'impulso di richiuderli immediatamente, ma non lo feci e presi tra le mani un pezzetto di stoffa più piccolo del palmo della mia mano che presumevo essere un bikini.
Spazientita ne presi in mano un'altro, e un'altro ed un'altro ancora, tutti uguali, tutti trasparenti e striminziti finchè non scorsi sotto la montagna di triangolini di stoffa, un costume, ma non era come gli altri, era prima di tutto sobrio e senza doppi sensi e secondo... Era il più bel costume da bagno che avessi mai visto in vita mia! Bianco, semplice, con un fascione dorato in vita.
Lo presi tra le mani e lo strinsi a me con forza...
-Ohh mon héros!!!- Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Bella!! Ma ti muovi?- Sentii la voce di Edward arrivare dal salotto irritata e minacciosa.
-Am si mi sto cambiando, arrivo subito... Ahh!!- Mentre cercavo di rinfilarmi i jeans sopra il costume avevo preso dentro il tappetto avvolgendomici dentro.
Cercai in fretta e furia la la mia felpa bianca, presi la borsa in spalla e mi precipitai giù dalle scale.
-Eccomi sono pronta- Mi sorrise e aprì la porta per farmi uscire per prima.
Salimmo nuovemente in macchina e li mi potei finalmente rilassare, accese la radio la quale stava trasmettendo una canzone che ormai era diventato un tormentone in quel periodo, ma quelle note così familiari mi fecero chiudere gli occhi e il mio cervello incominciò a vagare tra i pensieri più nascosti.
-Ehy, Bella, svegliati siamo arrivati...- Sentii una voce, la sua voce sussurrarmi dolcemente all'orecchio.
-Mmm- Aprii gli occhi lentamente, ma rimasi comunque momenteneamente accecata dall'improvvisa ondata di luce proveniente dal finestrino.
Mi stiracchiai e uscii dalla macchina con ancora poca stabilità, tremando leggermente sulle gambe indolenzite.
Mi guardai intorno per la prima volta e rimasi letteralmente senza fiato. Il sole, raro nella nostra penisola sempre piovosa, era alto nel cielo, nascosto solo da alcunio alberi dal fusto alto e le foglie rade. Il cielo era di un'intenso color celeste con qualche nuvola solitaria ai margini della visuale, somigliante a batuffoli di zucchero filato bianco.
La distesa azzurra che si estendeva all'infinito davanti a noi poi era uno spettacolo, pieno di increspature somiglianti alla carta velina stropicciata: il mare... Io non avevo mai visto il mare, non avevo mai pensato che l'avrei visto ed invece eccomi qui con la più magnifica delle creature al mio fianco.



Nota: Ragazze mi dispiace molto ma da adesso in po la data dei post potrebbe essere a distanza di qualche giorno come anche di un mese perchè non ho ancora scritto il resto dei capitoli per il poco tempo che ho a disposizione... Spero di riuscire a postae al più presto possibile!!
Grazie a tutte per le vostre magnifiche recensioni... Spero continuiate a segiure la mia storia^^
Kissoni

*°*VaLe*°*
  
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