Prologo
Era mattina e come ogni
mattina Jarz si
svegliò con un sapore frizzante sotto la lingua, un sapore
che
scivolava fin nella gola e poi nello stomaco: il sapore della magia,
un sapore dolce,frizzante,vivace, simile a quello della coca cola,
solo che la mattina lasciava una lingua color violaceo. Jarz
aprì
gli occhi lentamente per via del sole:era il secondo motivo per cui
odiava alzarsi oltre che al sapore della magia.
Quella mattina, il 21 dicembre 2011 si
alzò svogliato, senza badare a quello che faceva, si muoveva
lentamente. Aveva diciassette anni, era alto un metro e
settantacinque, capelli scuri e occhi viola. Esatto, occhi viola,
ovvero il marchio di chi aveva la capacità di usare la
magia,
un marchio che generava un senso di paura e allarme in quel periodo
di rivolte e confusione.
Il nuovo millennio si era mostrato
lentamente come un periodo negativo per la popolazione
mondiale:politici egoisti, malcontenti popolari, guerre per il
petrolio e profezie dai sintomi apocalittici, e proprio queste
provocavano la paura della gente su le persone con gli occhi viola,
che cercavano di scappare, proteggersi o che cercavano di
sopravvivere. Ormai quel periodo era diventato una corsa al
paranormale, una caccia ai maghi, la gente si allontanava e cercava
la causa di quel terrore.
In verità il tutto era cominciato a causa di un errore nato da un newyorkese e da un po' di sfortuna.
New York, 2008 22 Gennaio;
Il rumore fortissimo delle ruote sulle
rotaie della metro riempiva la stazione metropolitana e le orecchie
della gente, provocando un senso di fastidio; solamente una persona,
Jack Johnson, sembrava immune a quel rumore odioso...in effetti era
così. Ma una sola voce, in mezzo a quel frastuono, lo
distolse
dalla lettura del giornale.
“J.J.!!! Ehi Jack!”
La voce di una donna riuscì a
penetrare le sue orecchie e a fargli alzare la testa. Una donna
giovane, di circa ventisette anni, con capelli biondi ,raccolti in
una treccia cascante sulla spalla sinistra, e occhi viola puntati
all'uomo. La ragazza si avvicinava a scatti tra folla finché
arrivò all'uomo;
“Roberta...'giorno”, distolse lo
sguardo da lei per tornare a leggere il giornale,
“Buongiorno- disse lei con un gran
sorriso- ehi guardami per un attimo! Anche se sei un meteopate...e
oggi piove...uffa...letto dell'incidente??”
“Incidente??? Io direi colpo di
“fortuna””
“Già, una diga sul punto
critico di cedere che resiste miracolosamente alla pressione
esercitata da un lago...un improbabilissima fortuna direi”
L'uomo gettò un
occhiata fredda
alla donna, si girò, mentre la metropolitana
arrivò, e
cominciò a camminare controcorrente verso una panchina,
facendo cenno alla donna di seguirlo.
I due si sedettero sulle panche di
plastica rigida, fissando il pavimento umidiccio della metropolitana.
“Io stavo
parlando dell'uragano
svanito misteriosamente” disse l'uomo;
“Ah...merito di Matwew”
“Il solito idiota...poteva deviarlo
verso una montagna...non farlo svanire qualche miglio da quella
cittadina della florida...vabbè pazienza; comunque...che
volevi?”
“E' arrivata una lettera da tu sai
dove”
“Che vogliono stavolta...altre
norme?Scoperte?”
“Si qualcuna...forse... nella lettera
è citata solo una riunione”
“Dannazione, guarda se mi tocca
trasferirmi in Europa per colpa delle loro riunioni”
“Se vuoi possiamo violare la
chiamata...ma sai che gli altri la prenderanno male”
“Già, come se li ho mandati a
quel paese”
“Guarda che l'hai fatto”
“Di già??”
“Si”
“Quante volte?” chiese lui;
“Direi due o tre volte”
“Peccato, l'avrei rifatto...quando si
parte??”
“Oggi pomeriggio, ho prenotato 2
biglietti per Parigi; quindi va a casa a fare i bagagli, meno male
che non hai niente da fare tu la mattina”
“Già, mi alzo ogni mattina
alle 6 di mattina perchè sono scemo”
“...continui a considerare il tuo
negozio di antiquariato come un lavoro??”
“Si, vabbè lascerò un
messaggio a Amy così gli dico che gli affido il negozio. Ci
vediamo dopo”
“Ok- disse lei con aria felice- alle
...”
“alle 5 e mezzo...lo so” lo
interruppe lui, dirigendosi verso una scalinata con le mani nella
tasche dell'impermeabile, lasciando la donna vicino la panchina.
Circa mezz'oretta dopo l'uomo stava
camminando per una piccola strada di New York, mentre che qualche
nuvola macchiava il cielo e qualche vecchio omone grasso gridava
qualcosa alla gente che passava: a quanto pare era nel quartiere
italiano.
Camminava a testa alta, con la schiena
dritta e respirando lentamente finchè un rumore dietro di
lui
non lo bloccò sul posto lasciandogli sul viso un espressione
preoccupata.
Dalla finestra dell'ultimo piano di una
palazzina dietro di lui era uscita una vampata di fuoco che aveva
attirato l'attenzione di tutti.
Gli inquilini più veloci
uscirono in fretta mentre altri aiutavano quelli più in
difficoltà ad uscire.
In pochissimo tempo i pompieri erano
arrivati, ma in ancor meno tempo Jack era entrato nel palazzo in
fiamme e salvate una decina di persone.
Quando portò sull'asfalto della
strada il decimo tizio svenuto a causa del fuoco, la classica urla di
una donna, imprecante che qualcuno salvasse il figlio che si trovava
all'ultimo piano, irruppe nell'aria.
Teoricamente nessuno poteva aiutare
quella donna, ma Jack fuggì dentro un vicolo buio e
lì
mostrò la sua vera natura:non andò a cambiare il
suo
costume da supereroe dentro una cabina telefonica: fece ben altro.
In un punto dove nessuno poteva
vederlo, puntò le mani verso terra e subito un pilastro di
terra e asfalto si alzò verso l'alto portandolo all'altezza
dell'ultimo piano. Allo stesso modo, puntando semplicemente le mani
verso i mattoni, sgretolò muro che si dispose in modo tale
che
formassero un ponticello tra lui e l'appartamento.
Entrò ispezionando la stanza:era
una cucina. In sottofondo poteva sentire il pianto del neonato. Corse
verso la camera da letto del bambino, lo preso e lo nascose
nell'impermeabile per poi tornare in cucina: solo a quel punto si
accorse di un fischio assordante.
Si guardò attorno e capì:la
bombola del gas sarebbe esplosa tra pochi istanti. Con un gesto di
mano creò una cupola di terra proveniente dal pilastro e
subito dopo una fortissima esplosione lo catapultò in strada
davanti a tutti.
Non fece in tempo ad alzarsi e ad
accertarsi che il bambino fosse vivo che il palazzo crollò
sulle teste di tutte le persone per strada; a quel punto doveva
ricorrere ai suoi poteri. Delle mani titaniche di terra coprirono la
gente e schiantarono a terra i detriti del palazzo, spegnendo il
fuoco nello stesso momento.
Quando le mani tornarono nella
profondità della terra, Jack Jonhson si accorse finalmente
che
tutti lo guardavano incredulo,soprattutto un cameraman che aveva
ripreso tutta la scena dall'inizio.