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Autore: R Neville    20/01/2008    1 recensioni
Le storie di maghi che dovranno sopravvivere nel nostro mondo.Un'avventura fantasy nuova e avvincente.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Era mattina e come ogni mattina Jarz si svegliò con un sapore frizzante sotto la lingua, un sapore che scivolava fin nella gola e poi nello stomaco: il sapore della magia, un sapore dolce,frizzante,vivace, simile a quello della coca cola, solo che la mattina lasciava una lingua color violaceo. Jarz aprì gli occhi lentamente per via del sole:era il secondo motivo per cui odiava alzarsi oltre che al sapore della magia.
Quella mattina, il 21 dicembre 2011 si alzò svogliato, senza badare a quello che faceva, si muoveva lentamente. Aveva diciassette anni, era alto un metro e settantacinque, capelli scuri e occhi viola. Esatto, occhi viola, ovvero il marchio di chi aveva la capacità di usare la magia, un marchio che generava un senso di paura e allarme in quel periodo di rivolte e confusione.
Il nuovo millennio si era mostrato lentamente come un periodo negativo per la popolazione mondiale:politici egoisti, malcontenti popolari, guerre per il petrolio e profezie dai sintomi apocalittici, e proprio queste provocavano la paura della gente su le persone con gli occhi viola, che cercavano di scappare, proteggersi o che cercavano di sopravvivere. Ormai quel periodo era diventato una corsa al paranormale, una caccia ai maghi, la gente si allontanava e cercava la causa di quel terrore.

In verità il tutto era cominciato a causa di un errore nato da un newyorkese e da un po' di sfortuna.


New York, 2008 22 Gennaio;


Il rumore fortissimo delle ruote sulle rotaie della metro riempiva la stazione metropolitana e le orecchie della gente, provocando un senso di fastidio; solamente una persona, Jack Johnson, sembrava immune a quel rumore odioso...in effetti era così. Ma una sola voce, in mezzo a quel frastuono, lo distolse dalla lettura del giornale.
“J.J.!!! Ehi Jack!”
La voce di una donna riuscì a penetrare le sue orecchie e a fargli alzare la testa. Una donna giovane, di circa ventisette anni, con capelli biondi ,raccolti in una treccia cascante sulla spalla sinistra, e occhi viola puntati all'uomo. La ragazza si avvicinava a scatti tra folla finché arrivò all'uomo;
“Roberta...'giorno”, distolse lo sguardo da lei per tornare a leggere il giornale,
“Buongiorno- disse lei con un gran sorriso- ehi guardami per un attimo! Anche se sei un meteopate...e oggi piove...uffa...letto dell'incidente??”
“Incidente??? Io direi colpo di “fortuna””
“Già, una diga sul punto critico di cedere che resiste miracolosamente alla pressione esercitata da un lago...un improbabilissima fortuna direi”

L'uomo gettò un occhiata fredda alla donna, si girò, mentre la metropolitana arrivò, e cominciò a camminare controcorrente verso una panchina, facendo cenno alla donna di seguirlo.
I due si sedettero sulle panche di plastica rigida, fissando il pavimento umidiccio della metropolitana.

“Io stavo parlando dell'uragano svanito misteriosamente” disse l'uomo;
“Ah...merito di Matwew”
“Il solito idiota...poteva deviarlo verso una montagna...non farlo svanire qualche miglio da quella cittadina della florida...vabbè pazienza; comunque...che volevi?”
“E' arrivata una lettera da tu sai dove”
“Che vogliono stavolta...altre norme?Scoperte?”
“Si qualcuna...forse... nella lettera è citata solo una riunione”
“Dannazione, guarda se mi tocca trasferirmi in Europa per colpa delle loro riunioni”
“Se vuoi possiamo violare la chiamata...ma sai che gli altri la prenderanno male”
“Già, come se li ho mandati a quel paese”
“Guarda che l'hai fatto”
“Di già??”
“Si”
“Quante volte?” chiese lui;
“Direi due o tre volte”
“Peccato, l'avrei rifatto...quando si parte??”
“Oggi pomeriggio, ho prenotato 2 biglietti per Parigi; quindi va a casa a fare i bagagli, meno male che non hai niente da fare tu la mattina”
“Già, mi alzo ogni mattina alle 6 di mattina perchè sono scemo”
“...continui a considerare il tuo negozio di antiquariato come un lavoro??”
“Si, vabbè lascerò un messaggio a Amy così gli dico che gli affido il negozio. Ci vediamo dopo”
“Ok- disse lei con aria felice- alle ...”
“alle 5 e mezzo...lo so” lo interruppe lui, dirigendosi verso una scalinata con le mani nella tasche dell'impermeabile, lasciando la donna vicino la panchina.


Circa mezz'oretta dopo l'uomo stava camminando per una piccola strada di New York, mentre che qualche nuvola macchiava il cielo e qualche vecchio omone grasso gridava qualcosa alla gente che passava: a quanto pare era nel quartiere italiano.
Camminava a testa alta, con la schiena dritta e respirando lentamente finchè un rumore dietro di lui non lo bloccò sul posto lasciandogli sul viso un espressione preoccupata.
Dalla finestra dell'ultimo piano di una palazzina dietro di lui era uscita una vampata di fuoco che aveva attirato l'attenzione di tutti.
Gli inquilini più veloci uscirono in fretta mentre altri aiutavano quelli più in difficoltà ad uscire.
In pochissimo tempo i pompieri erano arrivati, ma in ancor meno tempo Jack era entrato nel palazzo in fiamme e salvate una decina di persone.
Quando portò sull'asfalto della strada il decimo tizio svenuto a causa del fuoco, la classica urla di una donna, imprecante che qualcuno salvasse il figlio che si trovava all'ultimo piano, irruppe nell'aria.
Teoricamente nessuno poteva aiutare quella donna, ma Jack fuggì dentro un vicolo buio e lì mostrò la sua vera natura:non andò a cambiare il suo costume da supereroe dentro una cabina telefonica: fece ben altro.
In un punto dove nessuno poteva vederlo, puntò le mani verso terra e subito un pilastro di terra e asfalto si alzò verso l'alto portandolo all'altezza dell'ultimo piano. Allo stesso modo, puntando semplicemente le mani verso i mattoni, sgretolò muro che si dispose in modo tale che formassero un ponticello tra lui e l'appartamento.
Entrò ispezionando la stanza:era una cucina. In sottofondo poteva sentire il pianto del neonato. Corse verso la camera da letto del bambino, lo preso e lo nascose nell'impermeabile per poi tornare in cucina: solo a quel punto si accorse di un fischio assordante.
Si guardò attorno e capì:la bombola del gas sarebbe esplosa tra pochi istanti. Con un gesto di mano creò una cupola di terra proveniente dal pilastro e subito dopo una fortissima esplosione lo catapultò in strada davanti a tutti.
Non fece in tempo ad alzarsi e ad accertarsi che il bambino fosse vivo che il palazzo crollò sulle teste di tutte le persone per strada; a quel punto doveva ricorrere ai suoi poteri. Delle mani titaniche di terra coprirono la gente e schiantarono a terra i detriti del palazzo, spegnendo il fuoco nello stesso momento.
Quando le mani tornarono nella profondità della terra, Jack Jonhson si accorse finalmente che tutti lo guardavano incredulo,soprattutto un cameraman che aveva ripreso tutta la scena dall'inizio.

  
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