Oscura la situazione.

Così mi si era presentata, di colpo, un fulmine in un cielo dubbioso, indeciso se scoppiare o no; così avevo dovuto rapportarmi con la situazione.

La situazione.

Purtroppo certe cose accadono, mi era stato detto, e l'unica cosa che puoi fare è scegliere, proseguire, avanzare.

Ma oscura era la situazione, e le mie idee, le proposte che il cervello avanzava agli arti, quelle serie codificate di stimoli elettrici, non mi volevano portare da nessun altra parte.Ero lì, fermo, immobile, gli occhi sgranati, osservando quel piccolo albero in tutta la sua fragilità.

Buffa la situazione, mi ritrovai a pensare, ma non era assolutamente vero: era tutto fuorchè buffa, o divertente. 

Ma allora perchè ridevo, lì, fermo, incastonato nella mia posizione, come un diamante ad un anello: per sempre? No, era impossibile, e non c'era nulla di buffo in tutto ciò, c'era solo un sentore di irrequietezza.

Passai nuovamente allo scanner le emozioni, per capire dove stesse l'errore. L'errore per l'atteggiamento verso la situazione.

Oscura situazione.

Era strano, pensai nuovamente, osservando l'albero, che solo si ergeva; era strano perchè lui non aveva scelto le condizioni in cui crescere, solo lo faceva al meglio delle sue possibilità, e sarebbe bastato poco a spezzarlo.

Eppure, nonostante la situazione, non sembrava giusto.

Sempre questa situazione di contorno. Oppure era il piatto principale? A questo punto l'ubicazione poco importava, perchè la situazione era lì, e una decisione andava presa.La nebbia avvolgeva ogni pensiero razionale, e la situazione si stagliava, lontana quanto bastava a non sentirne il respiro affannoso, vicina quanto bastava a far scaturire quella nuova sensazione non definita.
Oscura era dunque la notte.