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Autore: Larrystattoos    07/07/2013    4 recensioni
Due bambini: uno espansivo e divertente, con numerosi tatuaggi finti e un pallone sempre con sé; l'altro timido e impacciato, con una coroncina di fiori sempre in testa e la passione per la lettura.
Potrà mai, tra due caratteri così diversi, nascere un'amicizia?
Kids!AU, Picnic!AU Larry
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'AU!Larry/ZiamFest.'
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Questa One Shot partecipa all'iniziativa AU!Larry/Ziam Fest. del gruppo Wanki!



Louis Tomlinson era un bambino definito da tutti “strano”. Sarà per le sue braccia perennemente ricoperte da finti tatuaggi, sarà per il pallone sempre sottobraccio o tra i piedi, sarà per la sua innata capacità di far ridere la gente, ma fin da quando era arrivato a Holmes Chapel, la gente aveva iniziato a pensare che avesse qualcosa che non andava.
Louis, però, non si curava di ciò che diceva la gente e continuava ad andare in giro mostrando orgoglioso i suoi tatuaggi finti, con il suo pallone sottobraccio e la sua combriccola di amici (di cui ovviamente lui era il “Capo”), giocando a calcio lungo le vie della città e ridendo e scherzando con tutti.
 
Dall’altro lato, anche Harry Styles era  definito “strano”. Il suo carattere timido e le mani perennemente impegnate ad intrecciare coroncine di fiori che poi indossava erano le cause principali di questo scetticismo generale. Aveva soltanto 6 anni, ma si sa, a quell’età i bambini fanno sempre amicizia, giocano con tutti e non esiste la timidezza, ma lui non aveva mai rivolto la parola a nessuno. Passava la maggior parte delle sue giornate in solitudine, nel grande prato poco fuori la cittadina, ad intrecciare coroncine o a leggere un libro. Suona strano sentire dire che un bambino così piccolo legga, ma le cose stavano proprio così.
 
 
 
-Tommo, andiamo a giocare nel prato? E’ bel tempo e possiamo giocare meglio, perché è grande!- Disse Zayn Malik, fidato amico di Louis, nonché l’unico di cui egli ascoltasse i consigli.
E infatti: -Va bene Zay, dai ragazzi andiamo!- Acconsentì. Zayn e gli altri due bambini presenti quel giorno lo seguirono. Arrivati nel luogo deciso, ci furono i soliti litigi per decidere i capitani e chi dovesse battere, poi iniziarono a giocare. Nessuno si accorse di un bambino, seduto tranquillamente dietro un cespuglio, intento ad intrecciare coroncine di fiori.
 
 
 
-Palla! A me, a me!- Gridò Liam, ma Louis non se ne curò e tirò, la palla però andò fuori la zona che loro definivano “porta”. Il pallone finì dietro un cespuglio, da cui provenne un “Ahi!”.
-Cos-cos’era quel rumore?- chiese spaventato Zayn. –Quel cespuglio ha parlato!-
Louis sbuffò e disse, come se fosse una cosa ovvia: -Ma non è possibile! I cespugli non parlano!- 
-Ma.. Allora cos’era?- chiese Niall, il fratello di Zayn.
-Non lo so, vado a vedere.- Louis si fece coraggio e si avvicinò. Man mano che avanzava, sentiva degli strani rumori provenire da quel cespuglio. Arrivato vicino, vide che dietro ad esso c’era un bambino, sicuramente più piccolo di lui, che si toccava la testa riccioluta e piangeva. Poco più lontano c’era il suo pallone.
-Ciao!- disse allegramente Louis, rincuorato del fatto che era solo un bambino e non un mostro o un cespuglio parlante.
Quello si girò spaventato, mostrando degli adorabili occhioni verdi, in quel momento pieni di lacrime. Appena vide Louis, fece due passi indietro, asciugandosi le guance.
-Ehi, vieni qui, non ti faccio niente! Ti sei fatto male?- disse Louis, scavalcando il cespuglio e avvicinandosi.
Il  ricciolino annuì, toccandosi di nuovo la testa e disse: -Qui. Il tuo pallone mi ha preso.- per poi tornare a piangere.
Louis sorrise, poi si avvicinò al bambino e gli diede un bacio sulla testa, nel punto che gli aveva indicato. Poi disse: -Passato ora? Mia mamma fa così quando mi faccio la bua e passa sempre.-
-Si.- Disse timidamente il piccolino.
Louis rise. Poi si ricordò di non sapere neanche il suo nome, per cui, quando si spense la risata, gli chiese: -Come ti chiami?-
-Harry. Tu?-
-Io sono Louis. Quanti anni hai?-
Harry alzò le mani, mostrando sei ditini, poi disse: -Sono ancora piccolino. Tu quanti anni hai?-
-Io ne ho 8.- Disse fiero.  Stava per aggiungere qualcosa, quando la voce di Zayn lo fece saltare dallo spavento. –Louis! Io e Niall dobbiamo andare, c’è mamma che ci chiama da mezz’ora e Liam è già andato via. Tu che fai?-
-Io rimango un altro po’.-
-Okay, allora ciao.-
Louis fece ‘ciao ciao’ con la mano e poi tornò a volgere la sua attenzione sull’altro bambino. Solo in quel momento notò che aveva una coroncina di margherite in testa, perciò gli disse: -Ehi, ma è da femmine! Perché ce l’hai addosso?-
Il bambino si rattristò di nuovo e mormorò: -Non sono da femmine! E poi a me piacciono tanto, ma a nessun altro bambino piacciono.. Sono così brutte?-
Louis, vedendolo così triste, decise di consolarlo. –Ma no, sono belle, solo che sono strane addosso a un maschio. A te però stano bene.-
In un attimo l’espressione corrucciata del riccio si trasformò in un sorriso e.. un momento, erano fossette quelle sulle sue guance? –Grazie! Vuoi imparare a farla?-
Louis rimase sorpreso. Le faceva lui quelle “cose”? Wow.
-Oggi no, però mi fai vedere come la fai?-
-Va bene. Quali fiori vuoi?-
Louis si guardò intorno per un po’, poi decise. –Quelli rossi.-
-Okay, aiutami a raccoglierli però.-
E insieme raccolsero una manciata di fiori per poi sedersi dietro quel cespuglio, dove il più piccolo iniziò ad intrecciare abilmente i fiori tra loro. Louis lo guardava a bocca aperta, affascinato dai movimenti delle manine paffute di quel bambino. In pochi minuti la coroncina fu pronta e il riccio la appoggiò sulla testa dell’altro, sorridendo felice. –Ti sta bene.-
Louis sorrise, toccandosela con una mano. –E’ per me?-
Il piccolo annuì, battendo le mani.
-Grazie.- Louis era sorpreso, ma anche felice. Quel bambino un po’ strano gli piaceva.
-Belli i tatuaggi! Posso vederli?-
Il maggiore gli porse le braccia. Harry osservò ogni singolo tatuaggio a bocca aperta,per poi dire: -Su di te sono belli. A me non penso starebbero così bene.-
Louis sorrise, per poi dire: -Tu sei più da coroncine da fiori, vero?- facendo ridere Harry. Quella risata, si ritrovò a pensare, gli piaceva tanto, e si ripromise di farlo ridere spesso.
Passarono il resto della giornata a parlare e giocare e per Harry venne l’ora di tornare a casa. I due bambini si salutarono, ma, prima che Harry se ne andasse, Louis lo fermò, chiedendogli: -Harry, sei tanto simpatico. Vuoi essere il mio migliore amico?-
Harry sorrise e lo abbracciò, urlando un “siiiiiiiii” nell’orecchio di Louis.
E, da quel giorno, i due furono inseparabili.
 
 
 
 -Siamo arrivati?- Chiese Harry, a metà tra lo spazientito e il divertito.
-Quasi Haz, quasi.- Disse Louis, stringendo di più la presa sugli occhi del suo ragazzo.
Già, ragazzo. Alla fine, dopo 10 anni di un’amicizia così profonda da risultare quasi finta, i due ragazzi avevano capito di amarsi e si erano messi insieme. Nessuno ne era rimasto sorpreso più di tanto, era così palese l’amore tra i due che se n’erano accorti tutti. Tutti, tranne loro due. E ora stavano insieme da 7 anni.
-Eccoci arrivati.- Louis finalmente tolse le mani dagli occhi di Harry, rivelando la sua sorpresa.
Erano nel luogo del loro primo incontro, vicino al cespuglio. E, dietro di esso, c’era una tovaglia su cui c’erano delle candele e dei piatti e il cestino da pic-nic affianco.
Harry si girò verso il suo ragazzo con gli occhi lucidi, dicendo: -E’ bellissimo, grazie.-
In risposta, Louis gli stampò un dolce bacio sulle labbra carnose, aggiustandogli un po’ la coroncina di fiori che portava quella sera, che gli pendeva da un lato.
Iniziarono a mangiare ciò che c’era nel cestino, e, una volta finito, si stesero sull’erba, Louis con la testa poggiata sul petto di Harry. Rimasero così per un po’, osservando il cielo stellato sopra di loro.
-A cosa pensi?- chiese ad un tratto Harry.
Louis sorrise, sistemandosi in modo da poter guardare negli occhi il suo ragazzo. –Al nostro primo incontro.-
Anche Harry sorrise, accarezzandogli la schiena. –Ah si, mi dicesti che le coroncine erano da femmine.- Disse, fingendosi offeso.
-Dissi anche che a te stavano bene però! E comunque, lo sai che la coroncina che mi facesti quel giorno è ancora su una mensola in camera mia.-
Sorrise. -Già.- Prese un braccio di Louis e passò le sue dita lungo la pelle colorata del suo fidanzato. –Ti dissi anche che mi piacevano i tatuaggi su di te, e infatti ti stanno da Dio.- Si fermò un attimo ad osservare le braccia e buona parte del petto (fin dove permetteva la maglia) di Louis, interamente ricoperte di tatuaggi (adesso veri). Si soffermò in particolare sul polso destro, dove, in bella calligrafia, c’era scritto il suo nome. Accarezzò dolcemente con il pollice quella sottile linea di pelle che testimoniava quanto Louis ci tenesse a lui.
Louis rise dolcemente, per poi ritrarre il braccio e alzarsi, portando con sé anche Harry.
Si inginocchiò davanti a lui e iniziò a parlare. –Sai Harry, io sono un ragazzo senza molte certezze nella vita. L’unica vera certezza che ho è che ti amo; tanto, forse troppo. Sei una persona così perfetta, con i tuoi ricci e le tue fossette e i tuoi occhi verdi che mi hanno fatto innamorare, che a volte credo di non meritarti. Ma, se tu me lo permetterai, prometto di fare di tutto affinché la tua vita sia perfetta. Affinché lo sia con me affianco. Harry Milward Edward Styles, concedimi di diventare tuo marito e renderti felice. Vuoi sposarmi?- Finito di parlare prese dalla tasca una scatolina di velluto blu, aprendola e mostrando una semplice fedina dorata.
Lo guardò speranzoso, aspettando in una risposta positiva. Risposta che non tardò ad arrivare quando, inginocchiandosi davanti a lui con le lacrime agli occhi, gli soffiò sulle labbra: -Si che ti sposo amore mio.- Lasciandogli poi un bacio all’angolo della bocca. Louis sorrise felice, mentre una lacrima gli solcava il viso. Prese la mano di Harry, infilando l’anello all’anulare, baciandoglielo subito dopo. Harry guardò l’anello sul suo dito sorridendo, poi prese Louis per le mani e si tirarono su. Gli cinse i fianchi con le mani, attirandolo a sé, e lo baciò dolcemente, nel luogo che era stato l’inizio della loro amicizia, del loro amore, e della loro nuova vita.




Okay, nella mia testa era molto più bella, giuro.
Comunque, amo Flower!Harry, mi fa troppa tenerezza. Sia nella mia One Shot, che in generale.
La parte finale quando l'ho scritta mi sembrava bellissima, la vado a rileggere e penso 'ma che schifezza ho scritto?'. L'ho modificata tante volte e il risultato finale è stato questo. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Spero vi piaccia. :)
  
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