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Autore: MillyMalfoy    21/01/2008    2 recensioni
Come si comporterebbero i nostri beniamini di Konoha, se si trovassero in un altro continente per l'intera estate? Se la scuola di ninja si trovasse a Blois, un ridente paesino in Francia , come se la caverebbero i genin alle prese con una vacanza studio? (Naru/Hina, Shika/Ino, Sasu/Saku,Neji/Tenten, Shino/Temari)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una borsa rossa, una valigia verde scorrevano sul tapis roulant. Trepidanti ed eccitati i passeggeri del volo DT345WD proveniente da Tokio attendevano i loro bagagli.

“Eccola” esultò Neji appena si impossessò del suo borsone nero.

“Arrivata anche la mia” esclamò un’indaffarata Ino mentre con entrambe le mani afferrava il manico della valigia per tirarla giù dal tappeto mobile.

“Shika, ma perché tu hai due valigie, una non è quella di Choji?” chiese una curiosa Tenten, avvicinandosi agli amici, impegnata nel trascinare il suo immenso borsone.

“Sì, Shika dove è Choji, non riesco a vederlo” fece eco Ino.

“Ha avuto dei problemi al controllo passaporti, lo hanno trattenuto”.

“Ma mi sono liberato immediatamente. Non sapevo che fosse illegale portare sull’aereo un po’ di patatine” disse Choji avvicinandosi ai compagni

“Choji, infatti non è per quello che ti hanno fermato …” incominciò uno sconsolato Shikamaru, mentre si sorreggeva la testa con una mano, ma venne interrotto.

“Ti hanno fermato molto probabilmente Choji, per colpa della tua ridicola pettinatura, sai com’è qui siamo in Francia, la patria della moda, del buon gusto”.

“Temari!” esclamò indispettita Ino. Un’alta ragazza si era fatta largo fra la folla giungendo fino al gruppo. Trascinava un’enorme valigia rosa. “Cosa vuoi Ino? Hai paura che fermino anche a te con la medesima accusa del ciccione? Ti capisco, hai ragione ad avere paura!”.

Le due ragazze bionde stavano una di fronte all’altra, una con i capelli color paglia che sovrastava l’altra con i capelli color dell’oro. Gli sguardi fissi, uno contro l’altro. “Non incominciare nemmeno, lasciala perdere”. Una ragazza dall’ampia fronte, ma con due occhi preziosi, si avvicinò alla ragazza del villaggio della foglia: “Su Ino, vieni via, non ne vale nemmeno la pena” .Insistette la ragazza dal buffo colore di capelli, mentre trascinava lontano la sua amica che invece continuava a mantenere lo sguardo sulla ragazza più alta. “Sakura, ma l’hai sentita? Chi si crede di essere? Poi perché anche quei tre sono qui?”

“Ino calmati, l’ho sentita, ma sai perfettamente perché sono qui con noi”.

Una volta usciti dall’aeroporto il nutrito gruppo di ninja si ritrovò ad attendere un pullman che li avrebbe dovuti condurre nel centro di Parigi. Un rosso sole estivo sorgeva da est: i ragazzi osservandolo ebbero come l’impressione che un occhio scrutatore li mantenesse sotto stretto controllo.

Arrivato il pullman, i ragazzi caricarono le valigie, mentre le ragazze salirono per fare i biglietti e riservare i posti. Dopo un’oretta di viaggio giunsero al centro di Parigi, ai piedi dell’Arco di Trionfo, pronti a percorrere gli Champs-Elysées . Le vetrine illuminate, l’ampia strada, la folla: erano a Parigi, la città della luci, dell’amore, dell’eleganza. Alle ragazze sembrava di essere in un sogno: tutte insieme si muovevano da una vetrina all’altra mentre i ragazzi le aspettavano in un angolo della strada dieci metri più avanti senza però perderle mai di vista. Davanti all’enormità di Sephora le ragazze decisero di entrare, solo Ino rimase indietro affascinata dal piccolissimo negozio subito al fianco dell’enorme negozio di profumeria e cosmesi. Il piccolo negozio aveva in vetrina il quadro di una ragazza triste, con due occhi profondi, un sorriso amaro e una sigaretta accesa fra le mani. Ino, persa fra i suoi pensieri, nemmeno notò lo strano ragazzo che le si affiancò e incominciò a parlarle: “Bonjour, comment ça va? J’adore cette peinture, cette femme est très belle, elle te rassemble…”. Ino se ne stava immobile, incantata dal movimento delle labbra, da quella bocca che emetteva suoni così strani, ma tanto musicali e suadenti.

“Sparisci. Non so chi tu sia, ma ti do un solo consiglio, allontanati o la prossima parola sarà l’ultima che lascerà le tue penose labbra”. Gaara si era avvicinato, e con lo sguardo più glaciale che possedeva riuscì ad allontanare il giovane parigino, lasciando una stupita Ino dietro alle sue spalle.

Giunsero al termine dei campi elisi e si trovarono di fronte a una grande piazza, una fontana al centro. “Bene, dovremmo essere a Place de la Concorde, e quello dovrebbe essere l’ingresso della metropolitana” disse candidamente Kiba, che reggeva in mano la gabbietta contenete Akamaru che abbaiò in segno di assenso alle parole del suo amico.

“Vado a fare i biglietti” si propose Hinata una volta giunti all’ingresso della stazione.

“Va bene ragazzi, io passerò per ultimo perché sono quello più esperto in fatto di Metropolitane fra di noi. Non per creare invidia, ma sono il più intelligente qui in mezzo” spiegò con il suo tono elevato Naruto. Hinata fu l’unica a sorridere alle sue parole, mentre tutti gli altri preso il loro biglietto passarono le obliteratrici. Hinata, dato per ultimo il biglietto a Naruto, passò al di là della macchina. Naruto invece di imitarla spinse la sbarra di ferro con una mano, facendola scattare, ma rimanendo con il corpo al di qua dell’obliteratrice. Riprovò, ma oramai la barra non si muoveva più. Naruto, con il viso sempre basso, rosso dall’imbarazzo ritentò e ritentò ancora cercando di mascherare il suo imbarazzo con imprecazioni verso la macchina mal funzionante, poi sconsolato alzò il viso e incontrò il dolce sorriso di Hinata che gli porse un ulteriore biglietto. Dopo che lo inserì nella macchina, Hinata gli afferrò il braccio e lo trascinò verso di sé; la barra scattò, e Naruto impreparato si sbilanciò ritrovandosi così contro il corpo di Hinata che continuava a mantenere forte la presa sul suo braccio. Entrambi erano rossi in volto, persi nei loro sguardi, fino a quando una voce non li richiamò all’attenzione: “Hinata, corri, sta arrivando il treno”. Naruto si allontanò da lei e afferrandole la mano la tirò così che incominciarono a correre scansando abilmente la moltitudine di persone che affollavano le scale della stazione.

Riuscirono ad entrare nel vagone a stento,e le porte si richiusero subito dietro di loro. Il braccio di Naruto avvolgeva la vita di Hinata in segno di protezione. Il vagone era pieno di gente, Hinata però non si era mai sentita così tanto al sicuro in tutta la sua vita. Ma ancora una volta una voce la distrasse dai suoi pensieri, costringendola ad abbandonare il paradiso della sua mente.

“Allora Hinata a quale fermata dobbiamo scendere?” chiese Kiba mentre cercava di decifrare i divertenti simboli pitturati sopra le porte del vagone.

“Dunque, noi siamo alla fermata Concorde, e dobbiamo scendere alla fermata chiamata Les Halles, quindi in tutto sono quattro fermate” incominciò a studiare Hinata sulla cartina che teneva in mano. Naruto, che la osservava divertito, disse ad alta voce in modo che tutti potessero sentire: “Ragazzi, dobbiamo scendere alla quarta fermata, mi raccomando alla quarta”. Hinata, ancora persa nei suoi pensieri, continuò a parlare sempre a bassa voce, in maniera tale che solo Naruto riusciva a sentirla: “Noi siamo sulla linea arancione, poi dobbiamo scendere e cambiare linea, prendere quella verde chiaro, e scendere dopo una fermata, allora saremmo arrivati alla stazione dei treni”

“Sei bravissima” Hinata alzò lo sguardo verso Naruto e vide i suoi occhi puri come il suo cuore: “Naruto, grazie. Anche per prima”.

“Se hai bisogno di qualcuno che attiri l’attenzione, sono il tuo uomo” sorrise lui.

Lei ricambiò, per poi sussurrare: “Tu hai sempre tutta la mia attenzione”.

Lui non sentì le sue parole, ma non la lasciò andare fino a che non uscirono dal vagone e si diressero verso l’uscita in direzione della linea verde con Hinata capofila, sempre scortata da Neji. Giunsero alla stazione dove il treno per Blois li attendeva, salirono e presero posto. Come era capitato prima, i ragazzi caricarono le valigie, mentre le ragazze presero i posti.

Il viaggio cominciò, il treno poco a poco si allontanò dalle case, dalla civiltà, e piano a piano i campi e gli alberi presero il posto dei tetti e marciapiedi.

“Quanto dura il viaggio?” chiese curioso Shino.

“Tre quarti d’ora circa” rispose pronta Ino, rivolta verso Hinata che le fece l’occhiolino.

“Quindi rispiegami un po’ cosa ci facciamo qui oggi in Francia” chiese invece un confuso Rock Lee.

“Allora il nostro Hokage ha preso accordi con un’accademia di ninja qui in Francia, la migliore in Europa, che ha sede a Blois. Soggiorneremo in un albergo per un mese, minimo. La mattina andremo a scuola e seguiremo i corsi di questa accademia, confronteremo il nostro sapere con il loro, il nostro credo, ci alleneremo con gli studenti di questa accademia. Mentre il pomeriggio potremmo trascorrerlo come maggiormente ci aggrada …” spiegò Shikamaru.

I campi tornarono a cedere il posto al cemento delle case, e al grigio dei marciapiedi. “Credo che siamo arrivati!” esclamò felice Kankuro.

“Sì, siamo finalmente a Blois”.

  
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