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Autore: Arsid    08/07/2013    2 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia ^^
Trama: É il secondo anno allo studio per Violetta, e arriva un nuovo compagno, Diego, che cercherà di separarla da Leon.
Anche per Angie e German le cose saranno più complicate dopo l'arrivo di Esmeralda.
La storia è narrata in prima persona da più personaggi
Dal capitolo 1:
Violetta invece era felice di andare a scuola e incontrare i suoi amici e Leon, a cui si era profondamente legata. I due si erano riavvicinati qualche giorno prima, quando lui l'aveva invitata a prendere un gelato. Non avevo mai visto Violetta tanto euforica in vita mia. La mia nipotina si stava nuovamente innamorando, e questa volta solo di Leon, dato che l'altro pretendente, Tomas, era tornato in Spagna.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Violetta

 

Il giorno dopo mi svegliai sorridendo, con una grande voglia di andare a scuola. Chi l'avrebbe mai detto? Ma il fatto che lì ci fosse Leon cambiava tutto. Lo potevo incontrare e non dovevo mentire a papà, quindi mi sentivo molto più tranquilla. Uscii di casa con Angie, che notò subito la mia allegria:«Violetta, oggi sei di ottimo umore, come mai?»mi chiese mentre camminavamo. A lei non avevo ancora detto nulla, non ce n'era stata occasione.

«É per Leon. Sai, ieri ci siamo baciati e stiamo insieme, muoio dalla voglia di rivederlo»

«Che bello! Sono felice per te!»mi disse abbracciandomi. Era ufficiale: Angie era la zia migliore del mondo.

Arrivammo allo Studio, ma lei non entrò perché era il suo giorno libero. Doveva attuare il piano che avevamo ideato per smascherare Esmeralda e buttarla fuori dalla nostra casa.

Vidi Leon che mi stava aspettando all'ingresso e corsi verso di lui. Mi baciò. Per un attimo mi sebrò che tutto il resto del mondo non esistesse, ma in realtà sapevo benissimo che tutti ci stavano fissando. Non mi importava nulla.

Ci staccammo guardandoci negli occhi: chissà cosa provava lui guardando i miei. Io nei suoi mi ci perdevo,erano così profondi e meravigliosi. Entrammo a scuola mano nella mano, sotto lo sguardo fisso di Ludmilla e Diego. Quei due non avrebbero mai rovinato questo momento magico.

Ci avviammo verso la classe di ballo, dove ci aspettava Gregorio per la prima ora di lezione.

In ricreazione raccontai a Francesca del mio fidanzamento con Leon, mentre lei ascoltava sorridendo. «Ah, finalmente! Si vedeva che eravate innamorati l'uno dell'altro, ma nessuno dei due voleva fare il primo passo... Ora però te la do io una bella notizia: stasera vado a cena a casa di Marco! Sai, i suoi sono fuori e quindi...»

«Scusa se freno il tuo entusiasmo, ma non stai correndo un po' troppo? Solo una cena? Non lo conosci da molto...»dissi sincera. Mi pareva affrettato farlo tanto presto.

«Vilu, tu pensi sempre male... É solo una cena»

«Se è solo una cena sono felice che tu abbia trovato qualcuno che ti ami»le dissi mentre qualcuno mi copriva la faccia con le mani. Erano due mani inconfondibili e morbide; sapevo benissimo di chi si trattava.

«Chi sono?»mi chiese

«Nonna Angelica»risposi ridendo mentre Francesca se ne andava verso Maxi e Camilla, per lasciarci soli.

«Ah, quindi tu confondi le mie mani con quelle di tua nonna»scherzò lui, fingendosi offeso.

«Si»affermai sicura di me.

«Sai che sei speciale?»mi chiese avvicinandosi per baciarmi.

«Si, lo so»risposi ricambiando il bacio, che fu interrotto solo dal suono della campanella.

 

Angie

 

Basta, non ce la facevo più. Avevo seguito di nascosto Esmeralda tutto il giorno, deducendo solo che aveva una vita tremendamente noiosa. Era passata in tre negozi di vestiti e non aveva comprato nulla, poi era andata al supermercato, e mi ero chiesta il perché, dato che di solito ci va Olga. Allora ero entrata anch'io, pensando che dovesse incontrare lì Jade e Matias, ma con mio grande rammarico, avevo scoperto solo che aveva comprato un Cucciolone. Dopo averlo mangiato al parco si era fatta un giro per il centro di Buenos Aires, e io l'avevo persa di vista. Erano in troppi in quella piazza.

Ma dove caspita è?”pensavo guardandomi intorno, mentre continuavo a camminare.

Ad un tratto qualcuno mi prese e mi tirò per un braccio verso il negozio di fiori dell'angolo.«Mi vuoi dire perché mi stai pedinando da stamattina?»fece una voce. Era Esmeralda. E adesso cosa mi sarei inventata?

«Intanto mollami il braccio»ribattei massaggiandomelo, dato che era ancora dolorante«E poi io non ti sto seguendo. Come ti viene in mente?»

«Non mentire cara perché ti ho vista. Mi hai seguito ai negozi, al supermercato, al parco e anche per il centro della città. Io non sono stupida. Cosa speri di ottenere?»

Mi aveva colta in flagrante. In realtà non sapevo neanche io cosa avrei sperato di fare pedinandola, ma ero sicura che avrebbe fatto qualche passo falso. E invece no.

«Smettila di dire queste sciocchezze»le dissi andandomene.

«Non sono sciocchezze! E ricordati di quello che ti dico, tu non riuscirai a separarmi da German! Hai capito? Non ce la farai!»

 

Nata

 

Quel pomeriggio, un mercoledì pomeriggio, accompagnai Ludmilla a casa di Diego. La mattina, quando me l'aveva ordinato, c'ero rimasta di sasso: ora aveva una storia con lui? Non le interessava riprendersi Leon?

Ero confusa, e chiesi al mio fidanzato Maxi se ne sapesse qualcosa. Con Maxi ero fidanzata da quasi due settimane, ma non lo sapeva nessuno, nemmeno Ludmilla. La cosa mi aveva fatto avvicinare al gruppo di persone che prima consideravo i miei acerrimi nemici, scoprendo che in fondo loro molto erano simpatici. Loro erano uniti. Mi aveva colpito subito quanto fossero amici, e mi ero resa conto che forse io non avevo mai avuto la fortuna di essere amica di qualcuno. Con loro avevo capito che non ero amica di Ludmilla, ero semplicemente la sua schiava. Comodo avere qualcuno che fa le cose per te, si prende le colpe per errori che hai commesso tu e ti appoggia in tutto quello che fai solo perché ha paura di te. Davvero molto comodo. Ma anche io avevo dei sentimenti, e essere trattata come un sacchetto di plastica, usa e getta, mi aveva stufata.

Non c'era il rispetto tra me e Ludmilla, ma avevo deciso di non tagliare i ponti con lei. Avrebbe fatto di sicuro qualcosa contro i miei nuovi amici, e sapere in anticipo le sue mosse poteva rivelarsi una cosa molto utile. Così da un po' di tempo facevo il doppio gioco: ero “amica” di Ludmilla, ma rivelavo i suoi piani contro Violetta alla diretta interessata.

Lungo il tragitto verso casa di Diego mi spiegò l'ennesimo piano per separare Violetta e Leon: questa volta avrebbero approfittato del lavoro di gruppo che ci aveva dato Angie.

Ci fermammo all'improvviso, e solo a quel punto notai che eravamo nel quartiere più esclusivo della città. Davanti a noi c'era una grande villa bianca con un giardino perfettamente curato che la circondava. Un enorme cane da guardia ci venne contro, abbaiando contro il cancello chiuso. Ludmilla lo guardò con aria di superiorità e poi suonò il campanello.

«Chi è?»chiese una voce secca dal citofono.

«Ludmilla»

«Ludmilla chi?»L'altra persona si stava indubbiamente spazientendo, ma la mia “amica” era ormai certa di essere conosciuta da tutti a Buenos Aires.

«Sono una compagna di Diego»rispose seccata«E ora mi vuole aprire?»

Sentimmo il cigolio del cancello che si apriva, mentre i cani si ritiravano e due figure ci venivano incontro. Erano Diego e Florencia. Ma cosa ci faceva quella ragazza a casa di Diego?

«Ciao»la salutò Diego. Io per lui non esistevo, ogni volta parlava solo con Ludmilla.«Sei in ritardo di 20 minuti»

«Un diva si deve sempre fare aspettare»rispose lei, come se fosse davvero una diva e se ritardare di quasi mezz'ora a un appuntamento fosse una cosa normale.«Ciao Flor»

Mi stupì il suo tono di voce, tanto semplice, che non l'avevo mai sentita usare con nessuno, tranne che con i suoi genitori. Era evidente che la considerava alla sua altezza. Ma perché? Era solo arrivata quell'anno, cosa poteva avere di tanto speciale per essere considerata una persona da rispettare da Ludmilla?

«Ciao Lu»

Lu? Lu? Ludmilla si lasciava chiamare “Lu” da una semplice nuova arrivata?

«Nata, Florencia, la nuova ragazza che c'è nella nostra classe, in realtà è mia cugina. Ci aiuterà a portare a termine il piano di cui ti avevo parlato»mi disse la mia “amica”. Cugine? Ma certo! Come avevo fatto a non pensarci prima? Gli stessi capelli biondi, lo stesso portamento, addirittura gli stessi occhi.

«Ciao Nata»mi salutò lei.

Ricambiai con un timido cenno della mano, mentre Diego, spazientito, sbottò: «Bene, ora che ci siamo conosciuti meglio, che ne dite di entrare e continuare a parlare del piano per separare Violetta e Leon?»

Le due annuirono, e io dovetti andarmene da quella casa. Dovevo avvisare Violetta e Leon, prima che quei tre li dividessero di nuovo.

 

Francesca

 

Il venticello autunnale mi scuoteva i capelli mori e il vestito azzurro che mi ero messa per la cena con Marco. Quando me l'aveva chiesto mi ero sentita euforica e avevo accettato subito, senza pensarci, ma in quel momento, davanti alla sua casa, la mia mano esitava a suonare il campanello. In fondo lo conoscevo da poco e, malgrado la sua dolcezza, io prima di innamorarmi di una persona dovevo conoscerla bene. E forse ero lì proprio per questo, per conoscerlo meglio. Si, mi dissi sospirando, ero lì per quello. Ma un'altra parte di me non la pensava così. Forse ero lì solo perché era passato molto tempo dall'ultima volta che qualcuno si era interessato a me, e la cosa mi emozionava. Dopo parecchi pensieri mi decisi finalmente a suonare il campanello. Dal citofono sentii la voce di Marco che mi chiedeva chi fossi, e dopo che io risposi il cancello della sua casa si aprì, e iniziai a percorrere il vialetto che mi portava fino al portone di legno, che era socchiuso. Entrai timidamente, camminando piano, finché non vidi Marco che si stava avvicinando. Ci salutammo e vidi che la cena era già pronta, mancavano solo i piatti con il cibo.

La casa era accogliente e parlammo del più e del meno per un po', e poi mi invitò a sederci a tavola.

Portò a tavola il cibo, ma mi disse di chiudere gli occhi.«Perché?»chiesi sospettosa.

«É una sorpresa...»sorrise lui.

Allora mi arresi e chiusi gli occhi.

«Apri la bocca»mi disse lui, mentre mi imboccava«Mi hanno detto che è il tuo piatto preferito»

Assaporai quel gusto; era buono, ma mi sembrava salmone. Una cosa era sicura: quello non era il mio piatto preferito.

«Buono Marco... Ma... Sembra quasi... Salmone»commentai

«Si, proprio perché è salmone»

«Chiama un'ambulanza, chiama un'ambulanza!»esclamai nervosissima.

«Perché?»mi chiese lui tranquillo.

«Sono allergica al salmone»

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao! Finalmente ho aggiornato, ma se non l'ho fatto per tanto tempo c'è un motivo: finalmente so suonare Podemos :D (si, va bene, la so suonare solo con la mano destra, ma ora non sottilizziamo, sto cercando di unire anche la sinistra u.u)

Torniamo al capitolo: Leonetta è sempre Leonetta, sempre dolcissima e sempre unica *-*
Angie fallisce nel suo intento e viene scoperta da Esmeralda, che inizia a essere più odiosa di quanto non sia mai stata. I cuccioloni esistono anche in Argentina? Non lo so, ma volevo un cucciolone e quindi l'ho inserito nella storia xD
Nata si ribella!!! Finalmente! E in più c'è un accenno alla coppia Naxi, che si è già formata. Florencia è la cugina di Ludmilla, e ora trameranno contro Violetta e Leon D: Io le uccido!!!
Alla fine Francesca e Marco cercano di passare una bella serata, ma la cosa non accade perché lei mangia del salmone, a cui è allergica. Povera.......
Questo commento finale è più lungo della storia (LOL), ma non importa.
Grazie a chi recensisce e o ha messo la fanfiction nelle preferite/seguite/ricordate. Siete grandi!!
Al prossimo capitolo.

  
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