Il mio numero preferito è il 23. Lo è sempre stato. Lo è da quando, a 9 anni, il 23 marzo mio padre mi regalò il mio primo libro, da quando il 23 gennaio di 5 anni dopo ho dato il mio primo bacio, al mio vicino di casa. Lo è da quando il 23 giugno, a 18 anni, ho dato l’esame di maturità. Lo è da quando ho incontrato lui.
Era il 23 Luglio e per un iPhone caduto a terra nel supermercato, lo conobbi. Credo che da quel momento non ci separammo più.
Dopo un anno vivevamo già insieme.
Amavo sentire l’odore di menta sulla sua pelle. Adoravo sentire la porta di casa aprirsi alle 5 e mezza e accarezzargli i capelli, sul divano, dopo una giornata di lavoro fino a farlo addormentare. Amavo quando ci sedevamo entrambi, l’uno di fronte all’altro, e davanti ad una tazza di tè ci raccontavamo la giornata. Amavo vederlo stringermi la mano sotto le coperte quando vedevamo i film horror e amavo quando si lamentava perché non trovava i suoi calzini preferiti.
Amavo tutto di lui. Dal più alto dei suoi pregi fino al peggiore dei suoi difetti. Amavo persino le nostre litigate. Tutti dicono che se non si litiga non si è innamorati.
Ecco, noi ci credevamo innamorati, ma adesso lui non c’è.
Anche oggi sono le 5 e mezza e Harry non apre la porta di casa. Ogni sera spero che la mattina dopo possa trovarlo accanto a me che sorride. Ma non c’è, se n’è andato, dopo l’ultima litigata. E’ stato un attimo, credo il più brutto della mia vita. Ha preso una valigia e se n’è andato. Sono 23 giorni che alle 5 e mezza apro la porta sperando di trovarlo lì a fissarmi come uno stupido perché ha dimenticato le chiavi, sono 23 giorni che mi siedo con una tazza di tè fra le mani e racconto la mia giornata alla sua sedia con la speranza che possa apparirmi davanti, così all’improvviso.
Ho sentito la porta di casa aprirsi, ora lui è lì davanti a me con la sua valigia. Abbiamo entrambi gli occhi lucidi. Ci stiamo guardando negli occhi, annullo la distanza che ci divide, mi getto tra le sue braccia, lui ricambia l’abbraccio.
Mi sussurra “Ho capito, voglio passare la mia vita con te, supereremo tutto insieme, ci sarò, non ti lascerò più sola, scusami amore.”
 
Ho sempre pensato che le persone fossero legate alla propria anima gemella da un filo invisibile e che ovunque si trovassero e qualsiasi cosa facessero, sarebbero state destinate ad incontrarsi. Si sarebbero potute odiare, dichiarare morte o semplicemente lasciarsi. Ma prima o poi, il filo invisibile li avrebbe uniti, di nuovo. Per sempre.






















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