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Autore: alessia14    08/07/2013    0 recensioni
“Mi prometti che ti prenderai cura di me? Voglio sentirtelo dire!”
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Avrei dovuto almeno chiederti il perché…” aveva detto Damiano. Non poteva immaginare tornando a casa cosa avrebbero visto i suoi occhi.
 
Era un giorno come gli altri. Ritornando a casa era esausta, non si reggeva in piedi. Aveva altri pensieri, primo tra questi: il litigio di qualche ora prima con Damiano. Lui guardava le altre ragazze e lei doveva fare finta di nulla. Non ci stava. Era volato anche uno schiaffo. Un forte rumore. Una cinquina piena. Dopo quel botto era scappata. Adesso con la pesantezza di tutto, non era più lei. Damiano non aveva mai alzato un dito. Questa volta l’aveva messo difronte alla verità. Odiava ammettere i propri sbagli.
Zuppa com’era, non badava al suo aspetto, non arrivava il pensiero ad un raffreddore futuro. Aprì la porta di casa e inginocchiandosi cominciò a piangere. Lacrime amare versava. Era Damiano che non capiva. Con le mani portate al viso non vedeva nulla. C’era il buio. Una piccola figura si percepiva, forse era Damiano che non voleva voltarsi. “Sorella…” a questa parola Nadia capì in un secondo chi poteva esserci in sua compagnia. Si sentì sollevare in piedi. Delle forti braccia la circondavano, come se avesse bisogno di un contatto fisico immediato. Un respiro profondo e aprì gli occhi. La matita era colata e lui la sfiorava con le dita. “Stai bene?” era preoccupato, lo si capiva. Con un cenno del capo, in cambio ricevette un bacio sulla fronte. “Stavolta non gli spaccherò il muso” carezza su carezza, dita sulla sua pelle, brividi lungo la schiena… Partì dalla sua maglia. Sciolse i suoi capelli. Respirava la sua pelle. Nadia tendente al cedere il proprio corpo, questa volta si fermò “Non possiamo. Manuel sei mio fratello. Una sorella e un fratello non fanno l’amore. Stiamo sbagliando. Diamoci un taglio” non esaudì il suo ordine, fece il contrario. Ricominciò a baciarla, prima sul collo e poi arrivando alla parte bassa. Sapeva che suo fratello si sarebbe spinto oltre. Non bastava fare l’amore, ci doveva essere un pizzico di sesso. “Oltre ad essere tuo fratello, voglio averti come compagnia occasionale di notti meravigliose” non era da lui parlare con dolcezza. Qualcosa era cambiato nell’aria. Forse era uno scherzo o semplicemente avevano riempito la stanza di strani gas. Tutto era possibile, ma la realtà era diversa. Un ostacolo futuro? Non dirlo a nessuno. Perché desiderava solo lasciarsi andare? Quei capelli biondi, quel corpo palestrato, quei tatuaggi…stavano diventando il suo chiodo fisso. Chiudeva gli occhi e non vedeva più quella figura piccolina. Il respiro di Manuel si fece sempre più forte, le parole erano più dolci, il corpo cominciava a scaldarsi. Era arrivato il punto d’ebollizione. Tanto vale commettere un errore che rimpiangerlo! “Voglio averti” a queste due parole lui la prese in braccio. Delicatamente arrivarono al letto matrimoniale e cominciò il viaggio misterioso.
Erano vicini. Spalla contro spalla. Un ricordo da incorniciare. “Dovremmo tenere questo ricordo per noi. Per me sarà difficile…” Manuel si sollevò su un braccio e lei sorridendo gli fece sbattere la testa sul cuscino. Come poteva essere così strana la vita? Tornarono a baciarsi. Nadia lo trascinò sotto le coperte. Non l’aveva mai fatto con Damiano, voleva sperimentare con Manuel che cosa succedeva. Manuel affondando le mani nel suo corpo, scoprì quanto era delicata. Non percepiva più il sentimento tra fratello e sorella. Era tutto da scoprire. Poteva farsi del male ma era lui ad avere in pugno il mondo.
La porta si apriva. C’era qualcuno. Quel qualcuno era entrato in casa. Cercava ma trovava solo vestiti sparsi per il pavimento. “Nadia! Dove…” si avvicinò al tavolo e vide un reggiseno “Non può essere…” lo scaraventò addosso alla parete. Era infuriato. Non credeva ai suoi occhi. Le allucinazioni non erano mai apparse nella sua vita. Che cosa stava succedendo? Aprì la porta della camera. Le urla di piacere erano sempre più forti e più lunghi. Nadia stava facendo sesso con… In preda alla rabbia prese la coperta e scoprì chi c’era sotto. I suoi occhi si spostavano da Nadia a Manuel. I due della stessa famiglia stavano…non era possibile! “Voi due siete fratello e sorella! Cazzo vi è preso? Non vi credevo così imbecilli…” prese per una mano Nadia che nel frattempo era rimasta nuda. Manuel si alzò le mutande e corse a fermare Damiano. Gli si parò davanti. La rabbia dentro di lui cresceva. A Nadia faceva male la mano, per quanto Manuel fosse nervoso, la stava stritolando. “E’ successo. Fattene una ragione. Siamo adulti, sappiamo i nostri errori passati e futuri” Nadia ne approfittò per lasciare la presa di Damiano. Si nascose dietro Manuel e si rivestì. Il biondo era grande e possente, aveva vantaggi. Damiano in piena delusione, urlò qualcosa e appoggiandosi al muro fece scendere le lacrime accumulate nelle ultime ore. Nadia le tese la mano e lui con uno schiaffo la riempì di tristezza. Un altro schiaffo, un altro dolore immenso. Manuel assistette alla scena inerme, era confuso. “Scusate ma ho bisogno di prendere un po’ di sole in terrazza”. Entrambi i ragazzi la guardarono e chiamarono Walter. Nadia stava per commettere un brutto gesto che le sarebbe costata la vita.
La pioggia cadeva sui palazzi. L’asfalto delle strade era fresco. La giornata era nera per il mondo intero. La sua vita aveva preso una brutta piega. Non voleva più soffrire. Desiderava essere uno spirito libero. Le ultime settimane le aveva passate a litigare continuamente. Adesso era giusto mettere un punto bello grande. “Hai intenzione di salire e saltare nel vuoto? Ricordati che non è un sogno, è realtà” la voce di Walter, non voleva sapere di quale. Non lo ascoltò. Si tolse le scarpe. Appoggiò il piede sinistro e si diede forza unendo anche il destro. Una canzone stava cantando. “Bisogna essere al di là delle stelle. Paradiso sto arrivando”. Walter la interruppe e cercò di farla ragionare “Non pensi a Damiano? Gli errori si cambiano, si risolve tutto” con la mano sul petto tirò un sospiro di sollievo. Lei ne aveva abbastanza di tutto. L’ultimo errore commesso c’era stato quello stesso giorno. Tutta la città ne avrebbe parlato. Perché non sapeva stare ferma? “Mi dispiace. Sono priva di emozioni e sensazioni. Ho bisogno…” i singhiozzi arrivarono fino sulla strada. Poteva vedere le piccole miniature di Damiano, Manuel, Emiliano, Antonio, Fabio e tutte le sue amiche. Non era un’esibizione, nulla stava accadendo di così sconvolgente. “Ti prego fatti aiutare. Ci sono io qua” avanzava verso di lei, con cautela, evitando reazioni opposte. Voleva realmente aiutarla? Il suo cuore diceva di non fidarsi…la testa le indicava un ragionamento su quello che ascoltava. Un urlo che echeggiò nell’aria. Damiano con il megafono ripeteva frasi che potevano farla ragionare. Le lacrime anche a lui scesero. Le guance bruciavano a entrambi, forse un segno del destino. C’era qualcosa che li legava: l’amore. “Scendi amore? Come potrei stare senza di te? So che non cambierò mai. Sono fatto così. Voglio tutto di te. Non mollare la vita così, non ha senso. Cazzo Walter fai qualcosa!” e anche da sotto si sollevò un urlo di disperazione. Nadia girò lo sguardo verso Walter. Era dietro di lei, pronto a prenderla se si fosse buttata. Una promessa doveva farle, subito, in quell’istante “Mi prometti che ti prenderai cura di me? Voglio sentirtelo dire!” cercò la sua mano e lo abbracciò. “Tranquilla tesoro, sarò il tuo angelo custode. Dammi la mano” e con un improvviso vento si ritrovò nelle braccia di Walter. Lui l’accarezzò e rimasero abbracciati tutto il tempo. La pioggia cadeva sulle emozioni delle persone vicino a loro.
  
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