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Autore: sboie    21/01/2008    2 recensioni
Tra tutte le persone che lei abbia mai conosciuto lui era quello che amava e odiava di più ma nonostante l'avesse ferita più di una volta non riusciva a dimenticarlo
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo  Tre   - La villa

 

Sulla terra era primavera, una primavera abbastanza fredda ma d’altronde era
appena finito l’inverno e i fiori di ciliegio non erano ancora del tutto sbocciati.
Rangiku avrebbe tanto sperato di vederli sbocciare visto che questa era una
delle poche volte che il suo capitano la lasciava andare nel mondo reale…

“Fa veramente freddo forse era meglio se prendevo anche una giacca..”
Pensò tra se e se.

Vestiva un paio di jeans, una maglietta a maniche lunghe crema e un maglione
nero, Hinamori diceva che vestita così stava molto bene e così aveva seguito il
suo consiglio.

Erano le 18 e il sole stava per tramontare, avrebbe fatto meglio a sbrigarsi ad
arrivare a “casa” di Gin ma ora che ci pensava non aveva idea di cosa dirgli, la
cosa migliore sarebbe chiudere il loro rapporto ma sapeva bene che per lei
dirglielo sarebbe stata una cosa impossibile.

I suoi pensieri furono interrotti da un’esplosione, nemmeno il tempo di accorgersi
di quello che era successo che fu attaccata da un hollow e ferita ad una spalla.

“Non è possibile…persino in vacanza devo lavorare!”

“Ikorose, Shinsou”

Rangiku si girò di scatto, per poco non veniva colpita anche lei dalla lama di Shinsou.

“Ma tu vedi quello che fai?? Per poco non colpivi anche me Gin!!”

“Si ma non ti ho colpito è questo quello che importa no??”

“No, dovresti pensare prima di agire…e comunque avrei potuto benissimo
cavarmela da sola”

Gin fece finta di non aver sentito e si girò da un'altra parte.

“Ora andiamo rangiku si sta facendo buio e le vie in questa città sono tutte uguali
potrei perdermi persino io...”.

E incominciò ad incamminarsi subito seguito da una Rangiku riluttante e ancora
abbastanza arrabbiata.

La spalla le faceva ancora male ma non era una cosa grave e poteva benissimo continuare ad andare avanti.
Gin che camminava a qualche metro di distanza, si fermò un attimo per vedere
dov’era e aspettarla.

Appena vide la ferita alla spalla non riuscì a trattenersi e ne fece del sarcasmo.

“Se potevi farcela da sola, allora perché hai quella ferita?”

“Perché quell’hollow è saltato fuori all’improvviso!! Poi dopo sei arrivato tu e non
ho avuto il tempo di estrarre Haineko…e per la cronaca nessuno ha chiesto il tuo
aiuto…”

“Si, va bene ma ora lasciami guardare quella ferita.”.

Si avvicinò a Rangiku prendendole il braccio ma lei glielo tirò via di forza.

“Lasciami Gin, sono capace di cavarmela da sola non è più come quando
eravamo piccoli che per fare qualsiasi cosa dovevo aspettare il tuo ritorno, dopo
tutte le volte che mi hai abbandonato sono diventata autosufficiente anche io”

Dopo quel commento nessuno dei due osò dire un’altra parola.

Rangiku sapeva che in qualche modo aveva ferito Gin ma non aveva idea su
cosa fare se scusarsi oppure cambiare totalmente discorso come se non fosse
successo nulla e appena provò ad aprire bocca non le uscirono le parole né per
dire scusa né per dire qualsiasi altra cosa, così decise di aspettare la risposta di
Gin.

Gin non si aspettava una risposta del genere ma sapeva che prima o poi gli
errori del suo passato sarebbero saltati fuori ma non era ancora pronto e non
sapeva cosa fare o dire.

Interminabili minuti passarono ma per loro sembravano ore nessuno dei due
guardava l’altro, tutti e due sembravano guardare il paesaggio intorno ma
stavano pensando tutti e due la stessa cosa.

Appena Gin vide che Rangiku tremava le mise addosso la sua giacca e subito
diede una spiegazione alla sua azione evitando un’altra obbiezione.

“Lo so che ormai sei grande e vaccinata ma stai morendo dal freddo almeno
prendi la mia giacca e ti prego non dire altro…”

“Ok…grazie…”

Rangiku sentì un grande senso di colpa, avrebbe voluto ritirare tutto quello che
aveva detto prima.

“Senti Gin…”

Ma lui la zittì rispondendole subito.

“No fa niente in fondo prima avevi ragione…”

Guardò da un'altra parte e poi continuò il suo discorso.

“…Ormai siamo arrivati…”

Ed era vero, entrarono in una via abbastanza stretta e appena girarono l’angolo
potevano vedere la villa di fronte al mare.

Per entrare prima bisognava aprire un cancellato di legno.
Non era un cancello molto alto, saranno stati all’in circa un metro e mezzo, di
certo era una cosa inutile visto che qualsiasi persona avrebbe potuto facilmente
scavalcarlo ma era molto bello da un punto di vista estetico.

La casa aveva due piani ed era a pochi metri dal mare, era di un colore giallo
pallido con il tetto e le verande marroni chiaro.

Per arrivare alla porta c’era un piccolo sentiero di sassi, l’entrata era circondata
da dei cespugli di rose rosse che in quel momento erano all’ombra a causa del
sole che illuminava solo la parte destra della casa e tre quarti della parte di
fronte al mare.

Nella parte di fronte al mare c’era un balconcino tutto fatto in legno, si affacciava
direttamente sul mare era grande circa 4 m quadrati e comprendeva anche un
tavolo con due sedie e uno sdraio.

Rangiku dovette ammetterlo, Gin aveva buon gusto.

  
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