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Autore: lux_lucis313    08/07/2013    0 recensioni
Dopo che qualcosa finisce e ti rimane solamente di guardarti dentro e pensare e ripensare a certe emozioni, sensazione, stati d'animo che sono passati e che si celeranno per sempre dentro te come iscrizioni preistoriche sulla roccia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi ricordo che quando ero piccolo mia zia affittava una casa per tutta la nostra famiglia. Affittava sempre la stessa casa, più di una volta mi sono chiesto perché non la comprasse.
La casa era abbastanza grande. Si trovava in un grande palazzo vicino ad un supermercato e non distava molto dal mare. La casa godeva di un salotto molto grande unito alla cucina. Vi era un grande tavolo, nel quale solevamo mangiare sempre alla stessa ora, alle 13:30; vi era un grande divano blu che fungeva anche da letto e infine un grande e vecchio televisore che tenevamo quasi sempre acceso come se facesse parte della famiglia e avesse sempre da dire qualcosa. La cucina e il salotto erano affiancati da un immenso balcone dove gli amanti della lettura della famiglia, cioè io, mia mamma, mia zia e mio padre, ci davamo appuntamento ogni giorno per abbandonare le nostre comuni vite reali e immetterci nelle vicende del libro come osservatori privilegiati. Infine vi era un corridoio grazie al quale si poteva entrare nelle stanze da letto e nel bagno. La mia stanza disponeva di due letti, uno mio e uno di mio zio. Mio zio non poteva camminare e ogni sera per metterlo a letto necessitava di un mio piccolo seppur vitale aiuto. Mi sentivo come un padre che mette a letto il figlio piccolo. La camera da letto di mio fratello invece era molto diversa. Appariva più giovanile perché era piena di disordine. Dormiva con mia cugina. Non litigavano solo quando dormivano.. anche se penso però che di notte sognavano di prendersi a pugni. La camera da letto dei miei aveva un gigantesco letto abbastanza vecchio, un armadio che aveva vissuto tempi migliori e un comò sul quale venivano messi oggetti di ogni genere. Questi venivano messi ordinatamente. Ambedue i miei genitori erano un pizzico nevrotici, bastava qualche oggetto fuori posto per farli arrabbiare. La camera da letto dell’altro mio zio, che dormiva con la moglie e la bambina piccola, era la più grande e disordinata come quella di mio fratello. Mio zio e sua moglie stavano passando dai quaranta ai cinquanta ma avevano la stessa noncuranza degli adolescenti. Mia zia dormiva nel salotto, sul divano. Non solo pagava tutto lei, dormiva anche su un divano. Mi sono sempre chiesto se fosse una santa oppure se avesse qualcosa da recuperare, qualcosa da fare per mettere a tacere un suo fatto increscioso che anche se occultato a tutti le portava una grande peso sulla coscienza. Forse era solo il suo carattere; un pessimismo cosmico che la importunava sin dai tempi del liceo. Così, ma non con queste parole abbastanza dirette, mi faceva capire mia mamma nei nostri colloqui privati.
Come ho già detto la casa era grande ma sarebbe stato lo stesso anche se fosse stata piccola perché tutte quelle anime, differenti l’una dall’altra, si andavano ad incastonare perfettamente ed erano come fusti di fiori, che incrociandosi, davano vita ad un unico fiore dal profumo sublime. 
  
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