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Autore: Sofiaa__    08/07/2013    4 recensioni
Dal primo capitolo: Sento il mio corpo fermo sotto la pioggia.
Riesco ad intravedere l’ombra di un ragazzo.
Sento i suoi singhiozzi.
Non capisco cosa stia succedendo.
Poco dopo arriva un’ambulanza e mi carica su una barella.
Arriviamo in ospedale.
Poi buio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 14: Vita

 

Allyson’s point of view

 

Mi svegliai ormai come sempre nel cuore della notte, guardai l’ora, erano le 3.30 ormai ci avevo fatto l’abitudine.

Le ore passavano, le lancette dell’orologio andavano avanti ed io ero ancora li ferma nel letto che cercavo di prendere sonno.

Mi addormentai verso le 5.00 con la consapevolezza che tra poche ore sarei dovuta andare a scuola.

E la sveglia suonò, mi alzai a malavoglia per poi andare in bagno, vestirmi ed andare al piano di sotto.

Presi lo zaino, una mela ed uscii di casa, non salutai nessuno, non avevo voglia di vedere nessuno.

Ogni mattina mi alzavo con la consapevolezza che non l’avrei visto a scuola, mi mancava tutto di lui, i suoi baci, le sue carezze, i suoi occhi color nocciola, MI MANCAVA LUI.

Era un mese che se ne stava rinchiuso in ospedale, ogni giorno andavo da lui, i medici mi dicevano che andava tutto bene ma io stentavo a crederci.

Pattie era tutto il giorno in ospedale insieme a Jeremy, a quanto pare ha finalmente capito Justin e la sua situazione.

A scuola mi prendevano in giro, mi dicevano “Allora Jones dov’è il tuo ragazzo?.....Ah si dimenticavo è in coma AHAHAH” Io rispondevo, apparivo forte e sicura di me ma nel frattempo dentro stavo crollando.

Avevo inesorabilmente bisogno di lui.

Arrivai a scuola, buttai il torsolo della mela e mi avviai dentro.

Subito venni assalita da tutte le prese in giro, non ci diedi peso e continuai a camminare.

Allora, Jones il tuo ragazzo è già morto? Sai in questa scuola non sono graditi gli sfigati” A queste parole mi fermai, mi girai e vidi il ragazzo ridere con i suoi amici.

Andai verso di loro, presi per il colletto il ragazzo e lo avvicinai a me.

Porta rispetto che non sei nessuno brutta testa di cazzo”.

Sussurrai per poi mollargli uno schiaffo in pieno viso, in poco tempo la guancia gli diventò rossa ma non mi importava, se l’era meritato più di chiunque altro.

Me ne hanno dette di cose ma questa era la peggiore ed io non volevo di certo fargliela passare liscia.

Non parlavo con nessuno da tempo, mi sedevo al mio banco e lasciavo che le ore passassero, erano lunghe, così lunghe che avevo deciso di non andare a scuola tempo fa ma ovviamente mia madre me l’aveva impedito.

Volevo solo che quelle otto ore finissero in fretta per andare a trovare Justin.

Lui era tutto per me e non poterlo vedere mi stava uccidendo dentro.

Quelle otto ore mi erano sembrate le più lunghe di tutta la mia vita ma per fortuna erano finite!

Presi il motorino e mi diressi verso l'ospedale.

Arrivai, entrai e come sempre trovai Pattie, le dissi di andare a casa, sarebbe stata meglio per ora.

Entrai nella stanza e lo vidi, era uguale ogni giorno, tubi attaccati ovunque sul corpo fermo del mio ragazzo.

Lo amo.

Cominciai a parlargli e a raccontargli tutto quello che stava succedendo ma omettendo il mio stato d'animo.

Non volevo che sapesse che stavo così male.

Io ne ero sicura, lui sentiva quando gli parlavo e non volevo che si preoccupasse per me.

Amore, vedrai andrà tutto bene, tu ti sveglierai e saremo felici come prima TI AMO sei diventato in così poco tempo la persona più importante.”

Mi fermai sentendo la porta aprirsi piano piano, mi girai e vidi Ryan insieme a Chaz istintivamente mi abbracciarono ed io ricambiai.

Ehi, sono contenta che siete venuti, Justin ne sarà felice!”.

Dissi io per poi ricevere subito una risposta da Ryan

Ci siamo accorti solo ora di quanto aveva bisogno di noi, è vero ti accorgi di quanto tieni ad una persona quando rischi di perderla”.

Ed era proprio vero, prima che si trovasse qui non mi ero mai resa conto di quanto tengo a lui.

Sorrisi e gli invitai a parlargli.

Gli raccontarono della squadra di Hockey, di quella di Basket e poi della musica, lo sapevano, lui amava tantissimo la musica.

Allyson ora se non ti dispiace noi dobbiamo andare”.

Annuii e li vidi uscire dalla porta.

Ero sola, di nuovo sola con vicino la persona che mi aveva cambiato la vita.

Dopo avergli parlato per una buona mezzora mi venne in mente che gli avevo scritto una canzone, non ero mai stata una brava cantante ma quella canzone veniva dal cuore.

Iniziai ad intonare le prime parole.

Questa canzone parlava di tutto quello che amavo di lui e di quanto di mancava.

Siamo così vicini eppure così distanti ma la distanza non può separare due cuori che si amano davvero.

Entrò un medico nella stanza dicendomi che avevano deciso di staccare la spina che ormai non c'era più speranza.

No!”

Urlai con le lacrime che scendevano.

Lui è forte e ce la farà, lui è il mio ragazzo e senza di lui non riesco a stare”

Il nostro discorso durò una buona mezz'ora e alla fine mi disse che entro domani pomeriggio doveva essere sveglio se no era costretto a staccare la spina.

Uscii dall'ospedale pregando per Justin.

Mi infilai nel letto e cercai di dormire ma come al solito non ci riuscii.

Quella notte dormii due ore.

Non andai a scuola ma stetti tutto il tempo da Justin.

Il tempo passava ed io non potevo fare altro che pregare.

Mi sentivo inutile, impotente davanti a questa situazione.

Mi addormentai per poi svegliarmi alle quattro di pomeriggio.

Justin era ancora disteso nel letto.

E a momenti sarebbe arrivato il medico.

Arrivò, lanciò uno sguardo a Justin scuotendo la testa.

Le lacrime mi rigavano il viso.

Mentre accanto a me c'era Pattie che urlava.

Il medico si avvicinò al corpo inerme del mio ragazzo.

Poi si allontanò avviandosi verso la spina.

Urlai ma non lo bloccò e con un gesto mise fine alla vita del mio ragazzo.

 

-Spazio autrice-

Scusate, sono stata molto assente ma avevo gli esami, ora mi odierete per averlo fatto finire così ma la ff continua eh ;)

-Sofy

   
 
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