Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: elenri    08/07/2013    7 recensioni
Storia 1° classificata al Contest di Alice_Nekkina_Pattinson PADRE/FIGLIO
La trama è da inserirsi all'interno di Eclipse e precisamente la sera prima della battaglia coi vampiri neonati: Carlisle ed Emmett usciti a caccia insieme ne approfittano per aprirsi il cuore, come solo in una situazione di estremo pericolo si riesce a fare.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlisle Cullen, Emmett Cullen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
introduzione

Ragazze! Ecco la seconda delle mie fatiche di Giugno. La storia che state per leggere ha partecipato al Contest di Alice_Nekkina_Pattinson Padre /Figlio.
Sono arcilieta di dirvi che l'ho vinto!

Ho ambientato questa scena all'interno di Eclipse, precisamente la sera prima della battaglia contro i vampiri neonati.
Spero che vi piaccia.

Ringrazio, naturalmente Alice_N_P, per l'opportunità che mi ha dato di produrvi questo siparietto che altrimenti non avrei mai immaginato e la sua amica Camilla Victoria LeBlanc,
per il delizioso banner che mi ha creato, che sono onoratissima di inserire.
(Chi mi conosce sa che in genere metto mie produzioni).
Vi mando un bacio come solito e vi aspetto alla fine della storia per le ultime note.
Teresa








IL NOSTRO SOLE SPLENDERA’ DOMANI E PER SEMPRE

 

 

 

La corsa e le sferzate del vento sul viso sono due delle cose che mi piacciono della mia condizione di vampiro.

La mia sovrumana forza. E’ sicuramente un altro punto da non sottovalutare.

Il non dovermi preoccupare di nulla, perché il mondo ruota instancabile intorno a me.

 

Ecco che da parecchi decenni ho tutto quello che mi serve: una casa, una famiglia, l’immortalità.

 

Sono uscito per cacciare, in previsione della battaglia contro l’esercito di vampiri neonati di domani. Sento l’eccitazione scorrermi nelle vene cristallizzate dal tempo e dalla trasformazione. Edward non ci sarà, deve accudire la sua piccola umana. Da quando è comparsa nelle nostre vite, finalmente c’è stata un’impennata di attività: sembra che la fragile ragazzina, riesca a catalizzare su di sé tutte le sciagure del mondo.

Bene. Tolto dal gioco il fratello impiccione, ci sarà più divertimento per tutti, ma soprattutto per me.

 

Adoro mio fratello primogenito, ma a volte il suo pessimismo mi guasta la giornata.

 

Mi blocco un attimo per fiutare  la scia che sto seguendo. Insieme a me, poche decine di metri dietro, corre Carlisle che ha insistito per accompagnarmi. Solitamente caccia cervi ed erbivori vari: la sua dieta è dettata dai gusti di una persona anziana, dice.

Io invece preferisco il sangue dei predatori grandi e grossi come me: una sorta di sfida tra esseri alla pari.

Mentre mi guardo intorno per seguire la scia del corpulento Grizzly che sento nelle vicinanze, mi accorgo di essere al bordo di una ampia pozzanghera causata dalla pioggia insistente che è caduta fino ad un paio di ore fa. Mi sporgo di un passo e mi guardo riflesso sulla scura superficie liquida.

Sorrido all’immagine tremolante del ragazzone moro e muscoloso che mi osserva dal basso e che mi sorride di rimando.

Alzo il piede, lo batto nell’acqua infrangendo l’immagine e causando grossi schizzi di fango che saltano intorno e che colpiscono anche i miei pantaloni. So già che questo manderà in bestia Rose quando tornerò e mi pregusto la sua furia, che terminerà con un bel round di sesso sfrenato.

Questa è un’altra cosa a cui non potrei più rinunciare: l’amore di Rosalie, la mia pantera bionda.

«Figliolo, quando rientreremo a casa, dovrai prepararti ad affrontare tua moglie». Carlisle mi guarda con un finto tono di rimprovero, mentre non riesce a trattenere un sorriso.

 

Quello che ho davanti è il mio genitore: un vampiro biondo dall’aspetto poco più vecchio di me, ma dal profondo carisma dato dai trecento e più, anni vissuti.

Batto di nuovo il piede nell’acqua e colgo al volo le gocce che saettano nell’aria, sparandole contro di lui con le dita della mano.

«Ah ah, Emmett, ora te la dovrai vedere anche con tua madre», mi dice mentre con uno scatto fulmineo mi blocca il collo attirandomi a sé per poi sfregarmi bonariamente le nocche delle dita sulla testa.

Lo lascio fare. Sono più grosso e più forte di lui, ma sento che questo gesto paterno nasconde una forte preoccupazione. Lo dice anche il fatto che gli sia scappata quella leggera inflessione inglese che gli esce quando è distratto da qualche pensiero.

Mi lascia libero e mentre mi rialzo, il sorriso gli si spegne sul volto. Mi guarda intensamente negli occhi, cercando chissà cosa nel profondo delle mie iridi dorate.

«Ragazzo, dopo la battaglia di domani, vorrei che ti prendessi cura della famiglia nel caso non dovessi farcela».

Sono scioccato. Ecco cosa lo tormenta. All’improvviso mi passa la voglia di scherzare: possibile che pensi veramente che rischieremo la vita?E’ assurdo!

 

«…E vorrei anche scusarmi se in tutti questi anni ti ho dato l’impressione di riservare più attenzioni ad Edward o a Jasper».

Rido, di gusto. Se ne avessi ancora la possibilità, penso che avrei le lacrime agli occhi.

Durante lo scatto di ilarità, il mio cervello registra un movimento nel bosco. Ricordo d’un tratto la ragione della nostra uscita.

«Stai fermo qui un attimo».Gli dico.

 Lui obbedisce e non si muove, di un’immobilità che solo un vampiro sa mantenere anche per millenni senza stancarsi.

Ma non lo faccio attendere così a lungo. Scopro un grosso orso fulvo che si aggira ignaro nella vegetazione.

E’ la questione di un attimo. Questa volta non ho voglia di giocare con lui.

Salgo agile su un grosso ramo d’albero, mantenendomi sottovento.

Con un balzo gli sono addosso, l’animale non ha il tempo di accorgersi di nulla. Con una torsione secca gli spezzo il collo e me lo carico facilmente in spalla. Lo appoggio ai piedi di Carlisle che ancora il cuore ha qualche sussulto.

E’ perfetto: il mio cibo preferito, da quando ho abbracciato la filosofia di vita della famiglia Cullen.

«Ecco pà, bevi questo. Vedrai che domani ti sentirai forte come un toro. Il paragone è solo frutto dei ricordi di quando ero umano, perché anche il più debole ed inetto della nostra specie, può vantare una forza cento volte superiore di quella del sovrastimato bovino.

«Grazie Emmett, ma…», fermo il suo rifiuto sul nascere, con un gesto della mano.

Mi piace pensare di procurargli per una volta il pasto, dopo che lui ha fatto tanto per me. Mi siedo su una roccia e lo guardo nutrirsi. E’ aggraziato anche mentre sta accucciato sull’orso ormai privo di vita. Mi ricorda come mi fosse sembrato di essere al cospetto di Dio, trovandomelo vicino al risveglio dalla mia dolorosa trasformazione.

La sua calma mi ha accompagnato in tutti questi decenni, e mi ha fatto da  guida.

 

Dopo pochi minuti si rialza, lindo e immacolato. Si siede affianco a me, sopra la roccia.

« Non abbiamo parlato tanto io e te in questi decenni. Mi chiedo come possa essere stato così superficiale». Capisco che è seriamente dispiaciuto e non voglio che si crucci di una colpa che non ha.

«E’ vero, ma io preferisco l’azione alle chiacchiere, lo sai».Rispondo ammiccando.

«Sì, me ne sono accorto». Risponde ridacchiando. «Ma in occasioni come questa mi sento responsabile per averti costretto a questa non vita». Continua. Sta parlando dell’imminente battaglia coi vampiri neonati?

 

Rido, di nuovo, fragorosamente.

 

La foresta riecheggia del mio frastuono.

«Ma che alternativa avevo? Quando Rose mi ha trovato ero quasi morto. Mi hai ridato una possibilità, invece. Io, piuttosto, credo di essere stato fonte di delusione per te e per Esme. Non  mi sono mai laureato, non ho mai deciso quale fosse il mio ruolo in questa nostra stramba società».

Ora sono io che lo fisso intensamente in cerca di risposte. «Dimmi la verità, ti sei mai pentito di avermi trasformato e tenuto con te?... In fondo ero solo un capriccio di Rose».

Di getto mi abbraccia forte. In questo suo modo di fare si nota  che proviene dal vecchio continente. Noi del nuovo mondo al massimo ci scambiamo amichevoli pacche sulle spalle.

«Se fosse come dici, ti avrei forse chiesto di proteggere la famiglia dopo la mia dipartita?»

Scioglie l’abbraccio e accarezza il pelo setoso del plantigrado che giace ancora ai nostri piedi.

«Ricordi la parabola del figliol prodigo?» Mi chiede.

«Certo, anche se mi sorprende che tu voglia citare un libro che ci considera figli del demonio». Sorride mesto, pensando forse, al suo padre biologico che aveva combattuto con asprezza tutto ciò che non conosceva e che considerava frutto del male.

«Beh, io sono come il padre della parabola  e sono  rimasto troppo tempo alla finestra ad aspettare preoccupato che i miei figli più fragili e sensibili tornassero a casa da me, dando per scontato che tu, Alice e Rose, foste in grado di cavarvela da soli.» Si interrompe, per prendere un respiro di cui non ha bisogno.

«Ma al contrario di quel padre, io voglio farti festa: voglio che tu sappia che il vitello grasso è dedicato a te, che hai rallegrato l’animo di tutti con la tua schiettezza e genuinità. A te, che a parte i primi tempestosi anni, non mi hai mai dato pensieri.»

Sono commosso, ma questo sfogo è troppo profondo per la mia natura giocosa.

Mi alzo e lo invito a tornare verso casa.

«Certo, se vuoi, ma tu non ti sei nutrito. Hai offerto a me la tua cena». Nel suo sguardo dorato leggo una leggera disapprovazione: quella di un qualsiasi padre che rimprovera il figlio per il fatto di non aver mangiato abbastanza.

«Oh, per piacere, pà! Pensi che faccia qualche differenza se stasera ho cenato o meno? Sono giorni che ci ingozziamo tutti per essere al meglio delle nostre forze».

Annuisce consapevole. «Quindi farai come ti ho chiesto, domani?» Ripete.

«Certo. Stai tranquillo».

Sono pronto a promettergli tutto quello che vuole. L’importante è che mantenga la serenità che lo contraddistingue.

Nella mia testa, mentre corriamo verso casa, ho invece deciso di usare un'altra strategia: una volta arrivato, parlerò con Jasper e studieremo il modo di coprirlo senza che se ne accorga.

Nessuno dovrà soccombere all’esercito dei neonati, ma mai e poi mai, permetterò che sia lui a non farcela.

Carlisle, la colonna portante della nostra famiglia. L’uomo che con la sua compassione, ha permesso che noi tutti esistessimo e fossimo migliori. Mio padre. Il mio esempio. Colui che ha dato al concetto di eternità un significato d’amore profondo.

 

Fine

Semplice e delicato... molto Elenri style no?
Lascio per le poche che ancora non mi conoscono i link delle altre mie storie:

"The Crew" (long story d'avventura con cuore di panna)

"Profumo di cuoio e Tabacco" (OS romantica )

E per finire vi rinnovo i miei saluti, sperando di non avervi tediato troppo.

T.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: elenri