Deviated
«Bella».
Una voce ti richiama.
«Aspetta».
Non te ne curi e vai avanti.
Un braccio ti afferra per una manica.
Ti liberi con uno strattone dalla sua presa e ti volti per
fronteggiarlo, infiammata.
«Lasciami immediatamente!».
I tuoi occhi scuri, lo specchio della tua anima,
sono duri, freddi e
lo inchiodano sul posto.
«Come puoi pensare di
disubbidirGli?» sibili, irritata.
Codardo, Rodolphus. Sempre stato.
Deglutisce e si guarda intorno con aria circospetta. Abbassa il tono
di voce.
Codardo, codardo,
codardo! urla la
tua mente.
«Non voglio disubbidirgli»
borbotta, incerto- debole, debole, debole! –
e ti si avvicina cautamente «Sto solo
dicendo che non devi prenderti la colpa...».
Scoppi in una risata vuota.
«E sarai tu, Roddy? Sarai tu a prenderti
la colpa?» gli fai il verso, incurvando le labbra
all’ingiù in un
infantile broncio derisorio.
Lui si irrigidisce e soffia: «Ci sono
altri. Meno nobili, meno
importanti, sui quali addossare l’esito negativo
della missione sareb-».
«Oh, Roddy, non hai capito» lo
interrompi in tono mellifluo «Non
sarà una punizione, ma un onore! La volontà del
Signore Oscuro giunge sempre
gradita ai Suoi fedeli servitori».
Abbassi il tono ad un sussurro e ti avvicini a lui,
tanto che pochi
centimetri separano i vostri volti.
«E il Signore Oscuro sa chi
sono» culli le parole fra le labbra «Lui sa chi Gli
mente. Lui sa chi cerca di nasconderGli la verità, Lui
sa…».
Lasci la frase in sospeso e ti scosti bruscamente.
«Non osare, Rodolphus» gli dici
in tono aspro, abbandonando ogni
nota giocosa e confidenziale «Non osare propormi di nuovo una
cosa del genere».
Lui assottiglia gli occhi ma non aggiunge altro.
Osservi per un attimo il brusco movimento che fa col capo, prima di
darti le spalle e allontanarsi, e un forte moto di disgusto ti si
diffonde
nelle viscere.
Codardo. Inutile, debole, ridicolo codardo.
Non merita di servirLo.
Nessuno di loro lo merita.
Nessuno di loro è degno di essere considerato un Suo
servitore.
Non come te.
Nessuno come te.
Nessuno.
Tu sarai ricordata come la più fedele dei Suoi servitori, tu
sei
pronta a dare la vita, te stessa, tutto per
il tuo Signore. E Lui, Lui ti riconoscerà, Lui
saprà.
Tu sola sei la Sua più fedele servitrice.
Un sorriso ti increspa il volto, un taglio obliquo, crudo e distorto.
Il ghigno della depravazione, della perversione,
dell’immoralità e dell’onestà.
Impaziente, superi il tratto di strada che ti separa dal Tuo Signore.
Una porta chiusa non ti è mai sembrata così
carica di promesse.
Lo dimostrerai. Il Tuo Signore lo vedrà.
Entri lentamente, cercando di controllare la tua smania.
Il Tuo Signore è lì.
Solo la vista delle Sua schiena voltata è troppo per te.
Abbassi gli
occhi, colma di una venerazione così intensa da lasciarti
immobile ed estatica.
Puoi sentire l’elettricità provocata dal suo
potere fin lì. Ti entra
sottopelle, nella carne, nera e carica di promesse.
Nessuna creatura mai prima d’ora ha raggiunto tali livelli di
perfezione.
Eppure Lui è lì.
«Mio Signore» sussurri, senza
fiato, gettandoti in ginocchio.
«Bellatrix».
Il suono della sua voce- glaciale, suadente, potente- mentre pronuncia il tuo nome,
è come velluto sulla pelle.
Rabbrividisci.
«Sono molto deluso».
«Sì, Mio Signore»
concordi, annuendo con deferenza.
Ovviamente lo è. Avete fallito. Hai
fallito. Ma il Tuo Signore è
giusto, il Tuo Signore è perfetto, il Tuo Signore
è maestro. Lui ti insegnerà,
Lui ti renderà migliore, più adatta a servirLo.
«Sono un Signore
misericordioso» dice e tu continui ad annuire,
senza alzare lo sguardo dall’orlo della Sua veste.
«Certo, Mio Signore».
«Ma i fallimenti, Bella, i fallimenti
esigono riparazione» conclude
in tono calmo e piatto, girandosi verso la tua parte.
Non osi alzare il capo e riesci a sussurrare, la
voce roca poco più di
un sussurro: «Ovviamente, Mio Signore. Qualunque
cosa».
Si avvicina e tu tremi. Mantieni il controllo a
fatica e ti impedisci
di gemere in maniera udibile alla vicinanza della Sua presenza.
E’ a meno di un
metro da te. L’essere più potente e perfetto della
Terra.
Non vorresti essere da nessun’altra parte.
Una mano leggera si posa sul tuo capo, lieve, e tu ti abbandoni al Suo
tocco.
«Bene, Bella. Guardami ora».
Alzi il capo, il tremore che non accenna a
diminuire, e incontri i
Suoi occhi.
Occhi di fuoco, gli occhi di un angelo vendicatore. Gli occhi di un
dio.
La pura e selvaggia bellezza della creatura di fronte a te ha il
potere di toglierti quel poco di fiato che eri riuscita a racimolare.
«Mio Signore».
La supplica ti esce quasi come un guaito. Non puoi
più aspettare.
Non importa come, hai bisogno di sentire la Sua magia su di te. Dal
Marchio, non l’hai più provata. Dal Marchio, il
solo pensiero di quel puro
potere crepitante di nuovo su di te è stato abbastanza per
farti sognare questo
momento.
Mai una punizione era stata più agognata.
«Sì, Bella» sussurra
in tono dolce, mielato, prendendoti il mento
fra le dita.
Socchiudi gli occhi, estatica, incapace di reggere
quello sguardo di
brace.
«Crucio»
Le tue urla risuonano per la sala e potrebbero
quasi sembrare una
risata.
La tua prima, dolce, punizione.
Nonostante non avessi mai scritto di Bellatrix (davvero, lei non mi
piace proprio!) e ancora meno Bellamort (infatti, sia chiaro che il suo
"amore" qui è fortemente a senso unico!), sono piuttosto
soddisfatta di come sia venuta. Non vuole essere niente di pretenzioso,
ma mi piace. Spero anche a voi!